IN RICORDO DEL “POETA” PIER PAOLO PASOLINI – parte 27 – atti di un Convegno del 2006 IN RICORDO DI PIER PAOLO PASOLINI (per la parte 26 vedi 10 marzo)

Parte 27

* L’INTERVENTO SI INTERROMPE IMPROVVISAMENTE. DALLA REGISTRAZIONE RISULTA LA PROIEZIONE DI UN FILMATO.

<<…montaggio verticale e gli organizzatori ve ne hanno fatto un esempio. Ecco le combinazioni che Pasolini riesce a fare collegando, la cosa in cui è stato maestro è l’inquadratura ed il silenzio. Pasolini è stato un grandissimo utilizzatore dell’effetto di silenzio nei suoi film, magari un silenzio che avviene dopo un accumulo di elementi musicali molto importanti.

Quindi, sicuramente lui è stato più vicino ad un cinema di montaggio che ad un cinema di piano sequenza, anche se ossessionato da questa idea del cinema come lingua scritta della realtà. Ha scritto delle pagine sul piano sequenza estremamente interessanti ed anche molte volte, a proposito di una suggestione che veniva dall’intervento di Tricomi in questa capacità di Pasolini di descrivere (parola non comprensibile), manipolando in qualche modo e poi di presentarli cancellando la fonte, insomma in quella mezza dozzina di interventi che ha fatto sull’opera di Pasolini quello che mi ha provocato più dispiaceri, soprattutto ad opera dei miei colleghi francesi è Perché ho scritto, cioè ho messo in rapporto gli scritti di Bazen sul piano sequenza e Pasolini con delle prove poi fisiologiche ineccepibili Perché Pasolini è stato il direttore della collana che ha sdoganato. Ricordiamo Bazen in Italia è stato oggetto di un intervento totale Perché aveva fatto una lettura non marsistisant del neorealismo e quindi era stato immediatamente bloccato. Mentre noi sappiamo che da quella lettura poi deriva tutta la teoria e la teoria e la pratica del cinema moderno. Pasolini pubblica gli scritti di Bazen tradotti da Adriano Apprà e dentro questi scritti troviamo una analogia, per esempio c’è un passo in cui Bazen dice: guardate, in questo film di Rossellini sembra che l’unità minima del linguaggio cinematografico non sia più l’inquadratura ma sia l’oggetto stesso. Quando Pasolini scrive la lingua scritta della realtà inventa questa storia dei (parola non comprensibile) che non è altro che la traduzione in termini un po’ asimmetrici di una cosa che aveva già scritto.

Quindi io metterei in carico, adesso per rispondere alla domanda, io stesso avevo preannunciato che sul piano sequenza il montaggio Pasolini ha scritto tutto e il contrario di tutto e dobbiamo metterlo sotto questa categoria della (parola non comprensibile) o ossimoro. La volontà di entrare in contatto con la realtà e quindi trasformare l’opera in un segmento di realtà inteso come infinito piano sequenza e nello stesso tempo sapere che ogni operazione linguistica, poetica è…(parole non comprensibili – VOCE FUORI MICROFONO)….>>