IN RICORDO DEL “POETA” PIER PAOLO PASOLINI – parte 28 – atti di un Convegno del 2006 IN RICORDO DI PIER PAOLO PASOLINI

PARTE 28

Parla voce non identificata:

<< Credo che sia molto importante quello che dice Pasolini sul piano sequenza e il montaggio. Ci sono

pagine bellissime in cui, come giustamente diceva il Professor Costa, Pasolini quasi riscrive, ma riscrive anche (parola non comprensibile) secondo me: l’essere il nulla e quelle pagine che lui aveva letto in francese probabilmente in cui Sartr  parla delle storie e dice che le storie cominciano solo quando sono finite. Si racconta una storia solo quando è finita Perché prima non si può raccontarla. Questa osservazione di Sartr, che è fondamentale per la narratologia che seguirà successivamente, è anche una osservazione filosofica, Pasolini la intende proprio in senso filosofico e non narratologico nel senso che per lui il piano sequenza è paragonabile alla vita ed il montaggio è paragonabile alla morte e fra piano sequenza e montaggio c’è lo stesso rapporto intenso, vivo e costruttivo che c’è tra la vita e la morte nel senso che hanno bisogno l’una dell’altra proprio per esistere, per definirsi. C’è una frase molto famosa di Eghel che dice che l’uomo inizia a morire dal giorno in cui nasce, ed è forse questo appunto il rapporto in cui dobbiamo intendere quel discorso che fa Pasolini fra piano sequenza e montaggio nel cinema e vita uguale piano sequenza, montaggio uguale morte nella filosofia. Se la vita sta alla morte come il piano sequenza sta al montaggio, allora bisogna pensare che come la vita ha bisogno della morte quotidiana, del nostro invecchiare, del nostro chiudere le giornate e sono queste tutte tappe di costruzione del senso della nostra vita, di giornate che si chiude, ogni anno, ogni momento che si chiude, le ricorrenze, le celebrazioni non a caso noi alla fine dell’anno facciamo un riepilogo e diciamo quest’anno è successo questo, questo e questo cioè ce lo raccontiamo Perché l’anno è finito e così anche c’è questo rapporto di reciproca costruzione, di reciproca definizione allora veramente si potrebbe dire che il piano sequenza e il montaggio sono entrambi necessari al cinema e vitali l’uno per l’altro, non due modi alterni di fare cinema, ma due modi veramente che si fecondano, che acquistano senso con l’uno con l’altro. C’è anche una risposta di Tricomi. >>

Parla il Professor Antonio Tricomi:

<< Volevo dire solo una cosa su Bazen in pratica per quel poco che può contare la mia adesione a quanto è stato detto. Che ci sia un recupero di Bazen da parte di Pasolini è innegabile. Dopo di che cosa succede? Che come spesso Pasolini fa segue la fonte per due terzi la abbandona infine, e quindi poi arriva a dire la cosa contraria della (parole non comprensibili – VOCE FUORI MICROFONO)…nell’opposizione piano sequenza e montaggio. Però se c’è un recupero di Bazen è evidente soprattutto nel modo in cui poi entrambi concepiscono la possibilità della sceneggiatura come possibilità di (parole non comprensibili – VOCE FUORI MICROFONO)…ad un certo punto Bazen scrive verrà il tempo delle (parole non comprensibili – VOCE FUORI MICROFONO)…direttamente gli sceneggiatori.