IN RICORDO DEL “POETA” PIER PAOLO PASOLINI – parte 30 – atti di un Convegno del 2006 IN RICORDO DI PIER PAOLO PASOLINI per la parte 29 vedi 24 giugno

IN RICORDO DEL “POETA” PIER PAOLO PASOLINI – parte 30 – atti di un Convegno del 2006 IN RICORDO DI PIER PAOLO PASOLINI per la parte 29 vedi 24 giugno

….. prosegue l’intervento del prof. Giuseppe Panella

Io ho letto e apprezzato i libri di Tricomi, soprattutto il libro uscito da (parola non comprensibile), un libro si sintesi anche Perché essendo più breve è anche più facile da memorizzare. Ho però dei dubbi su quello che lui dice e li porrò sottoforma di domanda, ma anche in un tentativo di andare un po’ al di là rispetto a questa prospettiva che è una prospettiva invalsa in questi anni sulla base di opere molto diverse fra di loro, penso ad esempio al giallo intellettuale di Zigain che prova a risolvere il problema della morte di Pasolini non tanto in termini lettarario-deduttivo, quanto su una base fattuale cioè la morte di Pasolini sarebbe il frutto di una messa in scena dello stesso Pasolini, della volontà di Pasolini di concludere la propria vita con un colpo di teatro, no? E dall’altro nei testi di Carla Benedetti in “Pasolini contro Calvino” ai quali credo, se non erro, Tricomi si rifaccia nel tentativo di mettere appunto Calvino sul piano della classicità un po’, e dall’altro Pasolini dal lato della classicità che però non è tale ma si rimette in discussione, si autofagogita all’interno di una volontà di non conclusione, di apertura continua dell’orizzonte sul discorso.

Ci sono però delle obiezioni che mi vengono spontanee da fare, una delle quali è relativa ad un autore che non è stato qui suscitato. Ovviamente non si poteva parlare di tutto Pasolini, però tra i famosi nipotini dell’ingegnere, che è una definizione di Alberto Arbasino, in cui compare Arbasino stesso ma anche Giovanni Festori e Pasolini, c’è una sorta appunto di nome tutelare, di persona che vigila in una specie di divinità, divinità laica che vigila sulle sorti della scrittura letteraria italiana e cioè Gaza.

Io credo che per esempio questa volontà di non finito che c’è in Pasolini non so se Petrolio dovesse essere destinato a non essere finito volontariamente. Su questo i filologi diranno la loro, ma io ho per esempio delle perplessità sul fatto che Petrolio dovesse rimanere così, cioè che poi Pasolini non ci avrebbe messo le mani.

Questo non credo si possa dire così a priori. Ma, ad esempio, riguardo alla Divina Mimesis la pubblicazione di un non finito come questo testo ricorda molto la pubblicazione dei testi di (parola non comprensibile). Penso ad esempio alla Meccanica, penso soprattutto al Pasticciaccio. Il Pasticciaccio è un classico esempio di romanzo non finito Perché noi non sapremmo mai chi è il vero assassino, possiamo soltanto dedurlo, ma che non per questo non ha caratteri né di classicità e né di compiutezza nell’ottica di (parola non comprensibile). Per (parola non comprensibile) il Pasticciaccio che non è finito per il lettore, al quale il lettore viene invitato in certa misura a mettere la parola fine, in realtà è un testo compiuto.

….prosegue l’intervento del prof. Giuseppe Panella