UN POST LUNGO PER RECUPERARE UNA DOCUMENTAZIONE SU UN PROGETTO COMPLESSO DI EDUCAZIONE DEGLI ADULTI REALIZZATO A PRATO NEGLI ANNI OTTANTA
UN POST lungo per recuperare una documentazione su un Progetto complesso di Educazione degli Adulti realizzato a Prato negli anni Ottanta
Nei prossimi giorni proseguirò con blocchi ridotti di circa 500 lettere a recuperare tutto il mio intervento il cui titolo era “Nuove tecnologie…verso il 2000”
Su questo Blog in un mio post del 31 ottobre u.s. http://www.maddaluno.eu/?p=10467 proseguendo a parlare di alcune iniziative svolte a Feltre nel 1982 annunciavo come operatore del Circolo di Cultura Cinematografica “La Grande Bouffe”
“……..nostre
iniziative future, ad esempio quella che interesserà particolarmente il mondo
della scuola e l’uso corretto didattico dei mezzi audiovisivi, che in dettaglio
presenteremo al Provveditore agli Studi di Belluno, all’ IRRSAE, al Consiglio
Scolastico Distrettuale n.4, ai Direttori Didattici ed ai Presidi. La necessità
di un approfondimento di studio su questi temi è tanta ed è comprovata da una
parte dall’importanza che hanno assunto, e vanno assumendo sempre di più, i
mezzi audiovisivi, dall’altra dall’imperizia della maggior parte degli
operatori scolastici nell’essere in grado di adoperare correttamente tutta la
più o meno complessa serie di attrezzature che, pur acquisite dai singoli
Istituti, giacciono molto spesso inutilizzate negli sgabuzzini e nei sottoscala
delle varie scuole.“
E poi con una nota a piè di pagina scrivevo
“nda: Nei mesi successivi mia moglie ebbe il trasferimento a Prato ed io la
seguii con un’assegnazione provvisoria a Empoli. E tra Prato ed Empoli
iniziarono altre storie.”
Ecco, dunque alcune delle altre storie.
A Prato nel 1988 seguendo quelli che
erano i miei specifici intreressi, all’interno dei quali sviluppavo competenze,
ho potuto portare il mio contributo ad un Seminario internazionale promosso dal
Comune di Prato, dall’Università degli Studi di Firenze, dall’Istituto di
Pedagogia con il patrocinio della Comunità Economica Europea, del Ministero
della pubblica Istruzione, dalla Direzione generale degli scambi culturali,
dall’Associazione Intercomunale Area Pratese. Il seminario si svolse dal 18 al
22 maggio.
Durante il periodo “feltrino” ero stato protagonista della “stagione” delle 150
ore e contemporaneamente avevo costruito progetti e iniziative culturali
cinematografiche sempre tenendo presente la funzione didattica dei mezzi
audiovisivi. A Prato avevo partecipato da protagonista alla fondazione del
Terminale e proseguivo la mia attività nel mondo degli audiovisivi utilizzati
come strumenti culturali. Prato, attraverso la grande attenzione civile e
sociale, tesa al recupero delle conoscenze disperse in tempi nei quali il
lavoro portava via dal mondo dell’istruzione molti giovani prima che avessero
concluso il ciclo di studi, aveva avviato, già da alcuni anni, percorsi di
rialfabetizzazione rivolti agli adulti, grazie alla sensibilità di una classe
dirigente politica ed amministrativa di altissimo livello (Liliana Rossi, Anna
Fondi, Ivana Marcocci, Eliana Monarca, Massimo Bellandi sono solo alcuni dei
nomi di amministratori, quasi tutti da me incontrati in quegli anni). La
collaborazione con l’Università, in particolar modo con Francesco Maria De
Santis, Paolo Federighi e Paolo Orefice era stata preziosissima ed aveva
prodotto grandi risultati ed aspettative.
Anche per fermare lo “stato delle cose” e stimolare il processo si svolse
dunque il Seminario “Strategie per uno sviluppo generale dell’educazione degli
adulti. Verso un 2000 educativo” al quale ebbi la fortuna e l’onore di
partecipare con un mio specifico intervento dal titolo “Nuove tecnologie…verso
il 2000” all’nterno della Sezione che si occupava di “Nuove tecnologie
audiovisive e sviluppo dell’educazione degli adulti”.
Nel prossimo post riporterò alcune parti della Presentazione curata dal prof.
Paolo Federighi e dell’Introduzione del prof. Filippo Maria De Santis.
….1……
Come annunciavo nel post del 7 novembre nell’impostare un discorso intorno alla necessità di strutturare un nuovo Progetto di Educazione degli Adulti farò riferimento agli Atti del Seminario “Strategie per uno sviluppo generale dell’educazione degli adulti. Verso un 2000 educativo” svoltosi a Prato nel maggio del 1988. Pubblicherò poi il mio intervento e vi farò seguire un’idea sui bisogni consapevoli e/o inconsapevoli dei cittadini, sia quelli che da generazioni vivono questi territori sia quelli che invece vi sono da pochi anni, sia appartenenti alla nazionalità italiana sia a quelle non italiane, ma che comunque abbiano bisogno di approfondire la conoscenza della lingua e delle storie, offrendo innanzitutto in cambio le loro specifiche conoscenze mettendole insieme nello stesso comune crogiolo inter-multiculturale.
Dalla presentazione del prof. Federighi:
“…..A
partire dal 1986, a Prato si è dato vita ad un controllato processo di
costruzione di un sistema urbano di educazione degli adulti che, oggi, ha
oramai superato il primo quinquennio di attuazioni. La ricerca, impostata da De
Sanctis assieme ai suoi collaboratori ed a Massimo Bellandi e Doriano Cirri,
prospetta obiettivi e tappe di attuazione che giungono fino all’anno 2000.
Oggi, a sei anni dal suo inizio, dopo aver percorso le prime fasi del suo
processo di attuazione alcune risposte alle principali questioni fondanti la
ricerca sono state date.
Realizzando attività educative organizzate per oltre mille cittadini ogni anno
– per la maggior parte nel campo dell’educazione formale – sono state messe a
fuoco le ragioni che finora hanno impedito o non hanno lasciato emergere le
aspirazioni dei cittadini verso uno sviluppo intellettuale generale.
A partire dal ruolo di programmazione e di diretto rapporto con i problemi
della gente, di gestione di servizi comuni ai diversi agenti educativi locali,
si è definito, sia sul piano teorico che pratico, il ruolo di un Comune
rispetto alle aspirazioni educative dei propri abitanti. Si è precisato come
sia possibile dare inizio ad un processo formativo nel campo dell’educazione
degli adulti a partire dal Comune. Ciò sia nella prospettiva di una
ripartizione di competenze con le amministrazioni pubbliche sovraordinate, che
nella possibile loro latitanza. Nello stesso tempo, praticando il superamento
della contrapposizione tra accentramento e decentramento, tendendo a far
assumere a ciascuno le proprie competenze – dai consigli di circoscrizione agli
organismi nazionali ed internazionali – si è riusciti a raggiungere obiettivi
sociali più avanzati……Il seminario – progettato e organizzato con Filippo M. De
Sanctis, Doriano Cirri e Manuela Borchi – fu dedicato, come ricorda De Sanctis
nell’Introduzione qui pubblicata, a Nabila Breir, educatrice degli adulti, che
con noi aveva cooperato per la creazione dell’Associazione Mediterranea di
Educazione degli Adulti, uccisa a Beirut.”
In relazione a questa dedica riporto il paragrafo conclusivo dell’Introduzione del prof. De Sanctis qui sopra richiamata. Il suo titolo assume un profondo ed inequivocabile significato: non c’è Cultura senza la Pace. E la Pace ha inizio e completamento all’interno delle Conoscenze e delle Culture.
E’ il paragrafo cinque, quello conclusivo dal titolo “A dedication for peace“
In the name of the Mediterranean Adult Education Association, I wish to ask participants to dedicate this seminar to the name of Nabila Breir. Nabila was an Arabian colleague who on the 18th of December, 1986, in Beirut, on his way to work, was barbarously assassinated. I met Nabila in Paris during the last assembly of UNESCO. On that occasion he worked towards establishing on behalf of the Association relations between Arabs and Israelis. Together we thought that neither yesterday’s or today’s conflicts should prevent us from working towards peace for tomorrow. The International Council for Adult Education has created a prize dedicated to the memory pf Nabila Breir. We invite you to join us in this enterprise.
una documentazione su un Progetto complesso di Educazione degli Adulti realizzato a Prato negli anni Ottanta -parte 3 (vedi post del 12 gennaio u.s.)
Il 3 ottobre dello scorso anno (1987), si è svolto a
Prato un Convegno sulle nuove tecnologie in rapporto ai processi
didattico-educativi, ma senza tener in alcun conto il settore dell’educazione
degli adulti. Pur tuttavia sono anch’io (organizzatore di quel Convegno)
dell’opinione che quest’ultimo settore non possa essere scisso dalla
problematica didattica complessiva e che la creazione di uno scambio permanente
delle reciproche esperienze possa servire anche ai settori primari e secondari
dell’istruzione, addirittura in misura maggiore che allo stesso ristretto
settore dell’educazione degli adulti; per questo ritengo che i presupposti e
gli esiti di quel Convegno possano essere utilissimi per una riflessione che
riguardi l’educazione nel suo complesso, anche per quel concerne più da vicino
le problematiche educative connesse alle arti e allo spettacolo.
L’apprendimento e l’uso delle nuove tecnologie avviene ancora oggi all’interno
di due canali che in nessun modo però dovrebbero essere separati: la fruizione
“attiva” e la produzione diretta. Il primo è rivolto a tutte le sfere ed i
settori educativi e riguarda la visione di materiali già prodotti: questo non
può essere considerato, come ancora troppo spesso accade, un facile e comodo
dolce diversivo rispetto alla lezione orale e, se non vuole proprio essere
un’integrazione ad essa, deve essere sempre sostenuta (la fruizione attiva) da
una scheda programmatica non solo contenutistica ma anche tecnica. E’ a questo
tipo di lavoro cui mi riferisco quando parlo di una nuova professionalità
dell’insegnante (vedi introduzione nel post del 12 gennaio 2020). In questo
primo canale possono essere utilmente comprese anche la registrazione in video
delle lezioni cattedratiche o meno che i docenti di norma debbono svolgere;
questo aspetto prelude al secondo canale, che va riferito alla possibilità di
utilizzare praticamente le conoscenze tecniche e teoriche sulla realizzazione
di prodotti audiovisivi: se l’intervento primario sarà svolto in modo
coinvolgente e seguito con attenzione gli allievi potranno cimentarsi nella
scrittura e nella messa in opera di uno o più audiovisivi, la cui valenza sarà
chiaramente di tipo educativo. Non si pensa affatto di far diventare gli
studenti tutti operatori e tecnici cinetelevisivi, ma l’obiettivo rimane quello
educativo riferito alla conoscenza approfondita delle nuove tecnologie e del
loro uso più appropriato per narrare in modo diverso i propri mondi. E’
evidente che un progetto “particolare” riservato all’apprendimento delle nuove
tecnologie trova qualche difficoltà e resistenza ad essere inserito nella
scuola, dove esistono programmi, in qualche caso “ferrei” a favore dei quali
soprattutto le vecchie guardie tra i docenti oppongono nella loro difesa
strenua resistenza; ma parlando di “educazione degli adulti” mi torna facile
prospettare per questo settore la realizzazione di un Laboratorio
dell’Immagine, costruito tenendo conto del palinsesto di quello creato per gli
allievi della scuola media superiore ed orientato, come quello, a misura dei
fruitori “adulti”. L’esperienza di cui parlo è ancora in corso e risente delle
problematiche di cui sopra, anche se la risposta a tale proposta è stata, e
continua ad essere, molto elevata sia da parte dei docenti che degli studenti
che vi hanno aderito. Questo va detto allo scopo di evitare sia i facili
ottimismi sia l’altrettanto generico pessimismo: proprio in qualità di
coordinatore di quel laboratorio l’idea di un suo sviluppo rivolto agli adulti
mi stimola molto, mi interessa.
una documentazione su un Progetto complesso di Educazione degli Adulti realizzato a Prato negli anni Ottanta -parte 4 (vedi post del 12 e 15 gennaio u.s)
Sono a ricordarvi che il documento, contenuto nel volume “Strategie per uno sviluppo generale dell’educazione degli adulti – Verso un 2000 educativo” è stato pubblicato nel 1990 per conto del Comune di Prato ed è riferito ad un seminario che si svolse in quella città dal 18 al 22 maggio 1988. E’ molto importante rammentarlo perché si comprendono alcuni tratti del mio intervento: siamo in un periodo nel quale utilizzavamo cineproiettori con pellicole 16mm e videocassette VHS. Per produrre si utilizzavano le U-matic e Betamax. Il computer aveva un uso pressochè esclusivamente amministrativo: serviva ai docenti per sostituire la macchina da scrivere.
4.
Oggi (1988), fra le altre opportunità, abbiamo anche
un nuovo organismo che raccoglie operatori ed esperti del settore
videocinematografico indipendente: si tratta dell’Associazione Film Video
Makers, la cui presenza a Prato potrebbe essere importante all’interno della
costruzione e realizzazione di un progetto di attività didattico-educativa che
possa coinvolgere la più ampia gamma di presenze sociali: infatti ritengo che
il ruolo delle Associazioni nell’ambito ricreativo culturale sia determinante
se è qualificato il loro intervento, se esso è pienamente rispondente da una
parte di una competenza accertata di settore, dall’altra a una effettiva – non
importa se minima – richiesta di base. Troppo spesso si è verificato
diversamente che interventi, anche dispendiosi, non fossero tutelati da questa
doppia garanzia: e questo non dovrebbe assolutamente accadere! Altrettanto
frequentemente non ci si è preoccupati di costruire interventi che andassero al
di là della mera sussistenza provvisoria, allestiti più per ottenere contributi
che per vero e proprio interesse con il risultato che, prima di nascere, erano
già morti. Sono queste le linee d’intervento culturale che dovrebbero divenire
fondamentali per tutti gli Enti pubblici. Il Comune di Prato, così come tanti
altri Comuni, appare come uno dei sostenitori di questa linea di intervento
culturale, anche se obiettivamente non è sempre facile tenervi fede, con una
serie di iniziative che cercano di lasciare il segno e che, anche se non
producono ricchezza economica, producono un arricchimento culturale. Fra queste
vanno incluse quelle relative all’educazione degli adulti, il cui meccanismo
assicura la piena rispondenza fra progetto e realizzazione pratica di esso.
Ritornando alle nuove tecnologie, relativamente alla loro introduzione ed uso
all’interno dell’ordinamento scolastico, si deve affermare che siamo ancora
all’anno “zero”. Intorno a noi si parla di telematica, di trasmissioni
televisive senza frontiere, di strumentazioni e progetti sofisticatissimi, ma
la cultura su cui si formano i nostri allievi, giovani o adulti, è ancora
fortemente collegata al “libro di testo”: c’è dunque una “forbice” sempre più
divaricata fra la società reale ed il sistema educativo ufficiale. Si aggiunga
che nella scuola vige una situazione di forte incertezza, di elevata ambiguità
e che le resistenze al “nuovo” sono molto spesso ammantate con alibi
rivoluzionari “anti-istituzionali” chiaramente mistificatori. Mi spiego meglio:
nella scuola è sempre più frequente l’uso “ludico” degli audiovisivi, pur
essendo esso inserito all’interno di una programmazione didattica dei docenti;
gli allievi vengono lasciati alla mercé del mezzo, oserei dire “parcheggiati”
di fronte al monitor o al telone senza alcuna preparazione né a monte né a
valle e solo in alcuni casi la “propedeucità” si basa su forme esclusivamente
contenutistiche, anche perché – vale la pena sottolinearlo – i docenti sono
complessivamente impreparati a percorrere strade di lettura più appropriata ed
approfondita sul piano tecnico-formale. Non è che i docenti siano convinti che
quel tipo di approccio vada bene, è semplicemente che si adagiano, scaricando
poi la loro inevitabile frustrazione sull’istituzione, sulle problematiche
dell’aggiornamento, sui regolamenti interni degli istituti, su tutto quello che
giuridicamente sovrintende al funzionamento della scuola.
….4…..
una documentazione su un Progetto complesso di Educazione degli Adulti realizzato a Prato negli anni Ottanta -parte 5 (vedi post del 12, 15 e 17 gennaio u.s)
5.
Detto ciò, sembra quasi che io voglia far cambiare il titolo di questo
Seminario, trasformandolo in “Verso un 2000…diseducativo”: credo invece che é
proprio il rischio di avviarsi seriamente, almeno per quel che concerne il
nostro Paese, verso una situazione sempre più difficile, verso un mondo di
analfabeti di ritorno, verso una realtà scolastica sempre più lontana da quella
tecnologica, ancora troppo elitaria, a sollecitare nel Comune di Prato, nella
CEE e nell’Università degli Studi di Firenze, la necessità di una verifica con
questo dibattito, con questo Seminario.
Il tema principale su cui si discute è l’educazione degli adulti, ma mi sia
permessa una riflessione che non deve essere considerata una digressione: la
mia esperienza di educatore dei giovani nella scuola media superiore mi fa
consapevole delle forti carenze esistenti nell’ordinamento scolastico –
soprattutto nei “curricola” e nei “programmi” – che definirò “normale”; questa
consapevolezza deve essere utilizzata per evitare nel limite delle umane
possibilità gli stessi errori nell’elaborazione di progetti che riguardano
l’educazione degli adulti, far riflettere ancora una volta di più sulla
situazione generale della cultura e dell’apprendimento, porre a fuoco proprio
le ambiguità, le contraddizioni, l’arretratezza del sistema educativo e far
diventare quindi l’educazione degli adulti la palestra per il rinnovamento
generale dello stesso (il sistema educativo).
In effetti oggi nella scuola “normale” avvertiamo sempre maggiore la difficoltà
di costruire un mondo a misura dei nostri giovani; questi sono destinati
inevitabilmente – in questo tipo di ordinamento – a confrontarsi con la realtà
concreta soltanto quando sono fuori dalla scuola e spesso ne sono estromessi
drammaticamente o vi si immettono con difficoltà enormi, superando gli ostacoli
a proprie spese, materiali e morali.
Rinnovare la scuola risulta essere un paradosso politico irrisolto oramai da
alcuni decenni: i ragazzi studiano su programmi suggeriti in epoche lontane che
si spera superate e dimenticate. Rinnovare la scuola in generale, adeguarla
alle nuove tecnologie, formare il personale significa dare il via ad
investimenti che solo apparentemente sono improduttivi: il guaio è che in
Italia non esiste una seria programmazione che leghi il settore dell’istruzione
a tutti gli altri e che, ad un settore pubblico sempre più in disfacimento,
dilaniato da questioni sociali ed economiche, si contrappone un settore privato
che da solo, in autonomia, costruisce i propri quadri, li prepara, li stimola,
li incentiva.
In questa realtà così deprimente l’educazione riservata agli adulti organizzata
dagli Enti Locali, pur non essendo la panacea di tutti i mali sopra descritti,
risulta essere una sana boccata d’ossigeno, anche se investe (andando molto al
di là di esse) solo alcune discipline scolastiche curricolari, anche se è
orientata ad una preparazione con obiettivi ridotti ma non per questo meno
importanti ed interessanti.
….5…
Il Seminario si svolse dal 18 al 22 maggio 1988 nei locali della Biblioteca Roncioniana di Prato
una documentazione su un Progetto complesso di Educazione degli Adulti realizzato a Prato negli anni Ottanta -parte 6 ed ultima (vedi post del 12, 15, 17 e 19 gennaio u.s)
L’
uso delle nuove tecnologie deve penetrare, a mio parere, integralmente dentro i
progetti di “educazione degli adulti”: il largo uso che nella società si va
facendo (a proposito ed a sproposito, in positivo e in negativo) della cultura
dei mezzi di comunicazione di massa deve essere correttamente riportato all’
interno della programmazione educativa riservata agli adulti. Questo
soprattutto allo scopo di rendere più agile ed usufruibile l’ apprendimento: ad
esempio vanno considerati i turni di lavoro ed i ritmi della vita moderna che
non sempre permettono di seguire i corsi con assiduità e che risultano sovente
essere il motivo predominante di rinuncia da parte degli adulti occupati.
Questa flessibilità può essere ottenuta con le nuove tecnologie, sia attraverso
l’ uso di materiale già preparato ed usufruibile direttamente, sia attraverso
le riprese in video delle lezioni così dette cattedratiche, ma anche con la
costruzione di lezioni preregistrate o la progettazione di interventi specifici
sull’immagine che preveda di passare attraverso tutte le fasi per la
realizzazione di filmati di vario genere. Tutto questo permetterebbe
agevolmente ai frequentatori dei corsi di poter usufruire degli interventi
culturali nel settore da loro scelto anche ventiquattro ore su ventiquattro: è
chiaro che occorre strutturare diversamente tutti i corsi e che si rende
necessario un periodo di sperimentazione che preluda alla costruzione anche di
una Banca Comunale (o Intercomunale) degli audiovisivi culturali, didattici e
di servizio, la quale deve essere a disposizione degli utenti, la
caratteristica dei quali dovrà essere meglio delineata, per il prestito o l’
utilizzazione in loco del materiale audiovisivo. Risulta altresì importante,
soprattutto per gli adulti, il poter disporre di tecnologie avanzate e di
materiale meno dispersivo possibile, come spesso accade con i libri di testo,
il poter scegliere sempre e comunque su ampi, molteplici e diversi percorsi per
l’ ampliamento e l’affinamento della propria cultura.
Per un intervento di tale portata sono disponibile sia personalmente sia a nome
dell’Associazione che rappresento a rimboccarmi le maniche, ad operare
praticamente. Alcuni sono abili teorizzatori ma preferiscono non cimentarsi,
attendendo gli errori dei più coraggiosi molto spesso per denigrarli, per
mortificarli: scusate se considero me stesso ed i miei amici dei coraggiosi ma
di certo ci vogliono caparbietà ed ostinazione per ottenere gli obiettivi che ci
si prefigge.
Oggi occorre anche che chi possiede i mezzi economici, chi controlla i processi
produttivi a tutti i livelli, chi detiene e gestisce il potere politico, chi
istituzionalmente possiede le tecnologie vecchie e nuove e si va ponendo quale
interlocutore privilegiato per le nuovissime, a partire da chi ha organizzato
questo Seminario, chi vi partecipa non negando di certo belle frasi di
apprezzamento, asserzioni convinte e pareri positivamente concordi con
l’ampliamento di questo settore dell’ educazione, siano tutti poi coerentemente
disposti a mettere in pratica tutto quel che di positivo sarà qui emerso.
Diversamente queste giornate, questi incontri, questi discorsi rimarrebbero un
vuoto esercizio retorico, così come ce ne sono stati tanti altri, si
aggiungerebbero, questi, agli altri dispendi inutili di risorse pubbliche: ed
anche questo nostro sincero desiderio di impegno sarebbe reso vano ed in ultima
analisi risulterebbe fortemente frustrante, con il risultato che un progetto
che tende al futuro finirebbe con il provocare un forte arretramento o un
blocco dei processi tecnologici applicati al settore educativo e didattico, ed
in particolare a quello degli adulti.
Joshua Madalon