IL CORAGGIO CHE NON C’E’…

Il coraggio che non c’è…

Di fronte a quelli che sono ormai riconoscibili come bisogni prioritari per poter affrontare la sfida del futuro (lotta alle disuguaglianze – in senso ampio; lo sviluppo delle energie alternative) occorre che la Sinistra abbia un comune programma politico. Invece ci si ferma alle affermazioni generiche e di principio e non si procede oltre. Non si producono elaborazioni se non quelle prevalentemente teoriche per le quali non è previsto alcuno sbocco pratico. Ovviamente quando dico “Sinistra” ci metto dentro sia quelli che si avvalgono di questa etichetta basandosi su una “storia” ormai lontana (il PCI), dalle cui fondamenta si sono progressivamente allontanati (questo è il caso del PD); sia tutti quelli che a quella “storia” in diverso modo continuano a riferirsi, distinguendosi in mille rivoli dogmatici. Accanto ai “primi” ci sono una serie di “cespugli” poco più che autoreferenziali, che si pongono quali interpreti degli interessi di parti relativamente forti, che davvero ben poco hanno a che vedere con quelli che dovrebbero essere posti a difesa delle parti, peraltro maggioritarie, prevalentemente bisognose di attenzioni concrete non provvisorie e caritatevoli. I “secondi” (la Sinistra nuda e pura) riescono ad andare poco oltre le affermazioni di principio, forse allo scopo di non perdere le loro connotazioni, ma facendo così in modo da non essere (non solo “apparire”) concreti.

Di fronte a queste “diversificazioni” si crea confusione e una parte dell’elettorato potenzialmente collegabile specificatamente a quegli ambiti finisce per essere attratto dalle Destre o si rifugia nella disperazione dell’astensionismo.

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