I CONTI NON TORNA(VA)NO extra

Ogni volta che pubblico parte della documentazione relativa alla vicenda che coinvolse gran parte della comunità pratese verso la fine dello scorso millennio, non posso non notare che sia davvero molto difficile esprimere posizioni oggettive; anzi, ad emergere sono riflessioni parziali a volte anche molto personali. Venne, anche in quell’occasione, a mancare la capacità politica di portare a sintesi una serie di valutazioni, tutte collegate a reali esigenze, in modo particolare espresse dal Liceo “Copernico” e dall’ITC “Paolo Dagomari”. Le amministrazioni di quel tempo sbagliando previsioni, evidentemente costruite in modo artato per condurre alle scelte precostituite, commisero madornali errori, dei quali non hanno mai voluto fare ammenda. Ci si fidò della dirigenza del Liceo, cui si chiese di non far crescere il numero delle iscrizioni e si vaticinò il decremento di iscritti al “Dagomari”. Con tali scenari il Liceo avrebbe avuto spazi sufficienti e l’Istituto Tecnico avrebbe potuto accontentarsi di spazi molto più ridotti rispetto a quelli che avrebbe dovuto cedere. Né l’una né l’altra previsione si verificò. Infatti negli anni successivi il “Copernico” continuò ad iscrivere studenti, rendendo progressivamente sempre più ridotti gli spazi didattici e il “Dagomari” contemporaneamente accrebbe la sua offerta formativa fino ad avere sempre più bisogno di altri spazi, che già in partenza non erano sufficienti.

Ovviamente, la responsabilità di tale situazione è stata soprattutto di coloro che gestivano la cosa pubblica alla fine del secolo scorso. Sarebbe stato molto più logico, come peraltro proposto dal sottoscritto, procedere ad una programmazione urbanistica ex novo, costruendo nuove strutture, non utilizzando quelle esistenti e non idonee per diversi e svariati motivi. Ci sarebbe voluto del tempo, ma occorre ricordare che le strutture dove era ospitato il “Copernico” erano state considerate sufficienti per più di un decennio, benché in attesa di soluzioni definitive. E – lo dico chiaramente – non avremmo avuto il disastro strutturale dei giorni nostri con scuole, come il “Livi”, gli stessi “Copernico” e “Dagomari”, che non hanno spazi sufficienti nelle loro sedi ufficiali.

Ecco perché i conti non tornavano e non tornano!

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