IN RICORDO DEL “POETA” PIER PAOLO PASOLINI – parte 33 – atti di un Convegno del 2006 IN RICORDO DI PIER PAOLO PASOLINI per la parte 32 vedi 30 AGOSTO

IN RICORDO DEL “POETA” PIER PAOLO PASOLINI – parte 33 – atti di un Convegno del 2006 IN RICORDO DI PIER PAOLO PASOLINI per la parte 32 vedi 30 AGOSTO

Parte 33 – Parla voce non identificata:

<< Dunque, le cose sarebbero tante cerco di andare per suggestioni rapide. Allora comincio da quella che mi pare decisiva: Gadda. Sicuramente Gadda è un modello di scrittura per Pasolini e soprattutto per il primo Pasolini. L’espressionismo pasoliniano, parlo proprio di livello dello stile è una sorta di commistione tra Gadda e (parola non comprensibile) ed in particolare il gaddismo significa come dire sta dal lato della stratificazione dello stile. Per cui Pasolini che scrive sempre avendo l’idea che lo stile e la realtà a sua volta siano strati di senso e di forme, questa cosa gli viene sicuramente da Gadda.

Però segue un po’ meno il ragionamento quando si mette a confronto Petrolio o quale altro testo di Pasolini che sia con la commissione del (parola non comprensibile). Con la (parola non comprensibile) l’avrei capito, con il Pasticciaccio un po’ meno Perché lì parliamo di due copioni diversi. Cioè il Pasticciaccio è un’opera perfettamente compiuta, stilisticamente definita che non ha nessuna, come dire, zona d’ombra formale o stilistica e in cui va beh non è un giallo non si capisce chi è l’assassino. Ma stiamo parlando di una cosa diversa però, anche i romanzi, i gialli di Sciascia in teoria sono senza colpevole, ma qui parliamo di un tipo di compiutezza diversa. Poi è vero, certo, che anche Gadda in qualche modo si riconnetta ad una tradizione che banalmente potrei definire di ampio romanzo molto novecentesca, molto moderna e Pasolini la stessa cosa fa, però non parlerei di una affiliazione dell’idea, di opera aperta nel senso che dicevo prima da Pasolini a Gadda. Gadda agisce su altri versanti.

Quindi qui vado rapidamente provo a dire altre due cose. Carla Benedetti e Zigaina. Su Zigaina non mi convince affatto la tesi finale della morte di Pasolini come la spiega Zigaina e questo scritto che non mi convince rimando per forza di cose.

Su Carla Benedetti, sì è vero, è chiaro che ci sono suggestioni da Carla Benedetti, però attenzione io cerco di fare una cosa che lei sceglie

di non fare. Cioè per lei gli ultimi 15 anni di Pasolini sono anni in cui l’autore in qualche modo rinuncia completamente a quella che definivo prima una cifra manieristica per darci solo opere più (parola non comprensibile). No, secondo me non sta così. Pasolini fino in ultimo, anche nell’opera più recalcitrante ad essere opera che ci sia, ha una quota fortissima di manierismo Perché in qualche modo l’equilibrio miracoloso tra gestualità e manierismo anche nell’opera meno formalmente risolta di Pasolini rimane. Quindi, l’idea di una forma progetto come la chiama Carla Benedetti che sia sempre soltanto quello a me non convince. Pasolini è tanto manierista quanto autore gestuale. Quindi per il resto è vero che ci sono (parola non comprensibile) dai suoi libri, però con questa…Semmai, in fondo non ho fatto altro, che mettere a frutto le cose che da tempo Walter Sini sta dicendo.