Verso il 25 settembre – con un reloaded di alcuni post scritti lo scorso anno (vedi data primo post 16 maggio 2021)

16 MAGGIO 2021 G

PERCHE’ LA DESTRA STA VINCENDO NEL PAESE (o perlomeno così appare)

Intro – Nel corso degli anni abbiamo accumulato centinaia di documenti scritti dai quali si rileva lo stato di crisi della Sinistra – abbiamo parlato ma anche scritto tanto – e ciò è a disposizione di quanti vogliano studiare questo tratto di storia, anche se “minima” perché in qualche modo “locale”, ma la Storia si fa anche partendo da qui.

  1. Negli ultimi mesi si va sorprendentemente imponendo, grazie all’attenzione mediatica, uno di quei personaggi della moderna “commedia all’italiana”, che, sospinto da una ὕβϱις (1) smisurata e sempre più incontrollata e mal riposta, ha contribuito a produrre un autentico sconquasso nella realtà politica amministrativa e governativa italiana. Ho già in altre occasioni rilevato quanto la presenza di un tale individuo ha significato, in modo particolare, la distruzione totale del maggiore Partito di (Centro)Sinistra del Paese. Mi fermo un attimo per precisare cosa si intenda per “totale”, avendo io la certezza che molti stiano ancora a pensare che tale affermazione sia esagerata e motivata da personale livore. “Totale” significa che la macchina non funziona più; e allora occorre perlomeno che un gruppo di meccanici con gli attributi (di Sinistra, ovviamente) si porti al suo “capezzale” ed avvii una ricognizione sulle parti da aggiustare e su quelle da cambiare.

MI (ri)frulla nella testa quella idea che ritenni immediatamente balzana, non appena si andò facendo strada nella mente di alcuni membri degli apparati dem, che si impegnarono non poco a diffonderla nelle altre “menti” e giù a cascata verso il “popolo”, quello indistinto, pronto a gareggiare per sostegni ai potenti che abbiano il coraggio di affermare la propria appartenenza alla Sinistra o a ciò che tale sarebbe potuto assomigliare, diciamo pure un Centrosinistra moderato, ma non poco. “Con costui di sicuro faremo dimenticare il Cavaliere!”. Matteo Renzi aveva già dato ampiamente prova delle sue capacità e delle sue doti caratteriali e, forse, proprio su quelle che venivano considerate “punti di forza” i dirigenti dell’apparato puntavano. Machiavelli ne avrebbe potuto fare un dotto studio, fosse stato nostro contemporaneo. D’altra parte i segnali li avevamo già avuti nel corso delle seconde Primarie, allorquando alcuni registri per l’iscrizione degli aspiranti alla partecipazione a quell’appuntamento erano stati “traslocati” in sedi inappropriate frequentate da persone molto più vicine al Centrodestra, mentre la loro collocazione “legale” (mi fa sorridere il termine, visto che “in realtà” erano veramente in una sede molto affine a pratiche legali) sarebbe stata un Circolo PD. (Chi “promosse”(!) quell’operazione spero si sia pentita, ma non per convenienza). Era il dicembre del 2013: quella data segna l’inizio del viaggio agonico di un Partito nato con mille problemi ma con idee e progetti fondamentalmente di Sinistra. La passione e l’entusiasmo di tante compagne e compagni, che in tanti casi si avvicinavano per la prima volta alla Politica e camminavano al fianco di quanti si prefiggevano di costruire una forza moderna autenticamente di Sinistra (nella Margherita e nei DS c’era una forte presenza di Sinistra soprattutto nelle basi), furono smorzate dalla “necessità” di dover mantenere un “blocco” di dirigenti, di funzionari e di amministratori molto preoccupati dalla possibilità che quella spinta innovativa in qualche modo “in gran parte nuova ed esterna anche se genuina” potesse far crescere una classe dirigente giovane poco incline alla burocrazia ed alla ipocrisia di una gestione compromissoria con blocchi locali e non solo di potere, preesistenti e bisognosi di vedere soddisfatti personali obiettivi.

(1) Riporto integralmente da Wikipedia Hybris (ˈhyːbris, in greco antico: ὕβϱις, hýbris) è un topos (tema ricorrente) della tragedia greca e della letteratura greca. Significa letteralmente “tracotanza”, “eccesso”, “superbia”, “orgoglio” o “prevaricazione”. Si riferisce in generale a un’azione ingiusta o empia avvenuta nel passato, che produce conseguenze negative su persone ed eventi del presente. È un antefatto che vale come causa a monte che condurrà alla “catastrofe” della tragedia.

…1…

Ho deviato l’altro giorno rispetto al prosieguo della prima parte di questa riflessione “diretta” utilizzando un documento del 2013. In realtà una gran parte dei documenti che posseggo sono il frutto di un malessere diffuso tra le tante persone, come me e altri, che avevano immaginato di poter contribuire ad avvicinare maggiormente ai problemi della “gente comune” la forza politica che con impegno e passione avevano contribuito a fondare. Facendo salve quelle che sono le normali strategie all’interno delle forze politiche e tra di esse, quella vicenda dei “101” è ancora misteriosa.

Ritornando al tema sulle ragioni per cui la Destra, per ora, appare essere vincente nel Paese, e la Sinistra evidenzia una progressiva marginalizzazione, va detto che è sempre più evidente la distanza tra i reali problemi della gente e i progetti politici che – in modo particolare il Partito Democratico – si propongono a breve, medio e lungo termine. E’ una vera e propria crisi di progettualità, quella che va caratterizzando questa fase storica, nella quale una sempre più folta rappresentanza di interessi popolari necessita di risposte concrete. A dire il vero, ma questo non funziona – ancor più oggi – come forma di consolazione, nemmeno la Destra è in grado di fornire risposte al di là della demagogia e del populismo. La qual cosa ingenera una forte sfiducia diffusa, un senso di smarrimento e frustrazione che può portare anche ad un ulteriore abbassamento del livello di democrazia in questo nostro Paese.

Uno degli errori che si sta commettendo è quello di considerare come obiettivo da raggiungere il livello qualitativo della vita appena precedente alla crisi pandemica. Questa incapacità della società, economica politica, è collegata da una parte alla pochezza culturale della leadership italiana ed all’altra alla cronica patologia amnesica di cui noi tutti soffriamo.

La società italiana del 2019 presentava notevoli gravissime problematiche inerenti il sistema economico, la crisi del settore industriale, il livello di disoccupazione complessivo sempre molto alto, il grado bassissimo di acculturazione generale con livelli altissimi di abbandono e dispersione scolastica, un abbassamento dell’intervento pubblico sanitario abbastanza diffuso, una burocratizzazione azzeccagarbugliesca incapace di amministrare la giustizia ed il fisco, l’obsolescenza dei sistemi informatici, laddove esistenti. Allo stesso tempo si è diffusa una visione della società troppo edonistica, tesa al consumismo esagerato. Ritornare a quei livelli potrebbe già di per sè essere difficile, ma un Paese ricco di grande Storia, non può – in un momento come questo di enorme difficoltà – fermarsi al contingente e deve essere in grado di poter ripartire invece da una critica severa rispetto al recente passato e saper indicare una strada che sia in grado di contemperare aspetti diversi non in conflitto tra loro.

Oltretutto anche se la Sinistra fosse indenne dalle responsabilità antecedenti (“se”, infatti; in quanto la Sinistra nella sua accezione più ampia di “Centrosinistra” ha amministrato larga parte del Paese e per un periodo – anche l’ultimo o penultimo se volete – ha governato questo Paese) non può sottrarsi dal prendere in considerazione seria una analisi profonda dei mali, le nubi, che oscurano il futuro per poi poter nel più breve tempo possibile (“oggi, non domani!”) avanzare proposte che tengano insieme valori e prospettive, diritti e doveri nel modo più ampio possibile, cercando di aprire una nuova fase che non appaia come un semplice recupero di un Eden fasullo.

PERCHE’ LA DESTRA STA VINCENDO NEL PAESE (o perlomeno così appare) – parte 3.

Nel confermare che anche “la Destra, così come la Sinistra dove batte il mio cuore, è in grado di fornire risposte concrete ai problemi al di là della demagogia e del populismo” non mi stanco di insistere nella ricerca di approfondire i motivi per cui la Destra sembra vincente ed in progressiva crescita nei recenti sondaggi periodici. Intanto, vediamo in che cosa consiste il sondaggio delle preferenze partitiche: si chiede “se si votasse oggi quale Partito voteresti?” Sulla scelta può influire un evento abbastanza recente, ma capita raramente. Invece è più facile che la persona intervistata sposti da un periodo all’altro il suo voto sia per convenienza contingente sia perchè ritiene che la forza politica (o l’area) cui aveva affidato il suo consenso non corrisponda più ai suoi interessi. Guardando al quadro politico più recente troviamo una Sinistra fortemente smembrata, con un PD rappresentante di un’area di Centrosinistra moderata, che pur mantenendo l’egemonia è in forte calo ed una galassia di moderati (Italia Viva, Azione, +Europa) che non appaiono sempre convinti della loro esistenza e permanenza  “a Sinistra”, tentati di collocarsi in posizioni “centriste”, ed una serie di gruppuscoli pseudo e realmente (a fasi alterne) rivoluzionari (Art.1 MdP, LeU, Sinistra Italiana e altri) che non riescono a venir fuori da una forma di integralismo ideologico sterilissimo.

Un discorso a parte merita il Movimento 5 Stelle. La sua metamorfosi, collegata alla scelta indilazionabile di proporsi come forza di governo dopo le Politiche del 2018, ha decretato anticipatamente la sua fase discendente (il 4 marzo 2018 aveva ottenuto il 32,7%; ad oggi è accreditato di un 50% in meno, oscillando tra il 16 ed il 17%). Uno dei problemi che caratterizzava quel Movimento era l’assenza di una vera e propria posizione “politica”; la scelta era soprattutto “critica” verso la vecchia Politica, accusata di aver perso progressivamente il senso dell’impegno civile; quelle battaglie, importanti da un punto di vista ideale, sono state anche portate a compimento (in primo luogo la riduzione del numero dei parlamentari, il reddito di cittadinanza ma anche altri provvedimenti), anche se, governando prima con la Lega e poi con il Centrosinistra, ha dovuto scendere a quelle forme di compromesso ineludibili per un qualsiasi Governo di coalizione. Anche il M5S paga lo scotto della “governabilità”: durante il tempo del Governo gialloverde ha perso qualche pezzo dell’anima di Sinistra; con la formula “giallo rossa” ha perso a Destra. Ed è così che in una sintesi davvero minima che si spiegano i motivi di questo calo. Governo, di Centrodestra e poi di Centrosinistra. Uno slalom periglioso che ha prodotto un forte salto in avanti delle Destre.

Meno “disperse”, infatti, sono le forze politiche della Destra. In linea di massima hanno mantenuto sempre un profilo critico di “opposizione” fossero o meno all’interno di uno dei Governi. Salvini e la Lega, ma in modo particolare e singolare il primo, ha svolto un ruolo di oppositore anche nel primo Governo Conte; e poi in questo con Draghi premier sta facendo lo stesso gioco, anche se ne paga qualche lieve conseguenza, facendo travasare voti verso Fratelli d’Italia, la cui azione politica appare più coerente.

…3…

PERCHE’ LA DESTRA STA VINCENDO NEL PAESE (o perlomeno così appare) – parte 4 (per la parte 3 vedi 27 maggio)

In queste notti brevi e questi giorni lunghi ci ritroviamo, dopo un anno e mezzo di inusitate sofferenze, pur sopportate con altrettanta insospettata resilienza, ad avviare una rendicontazione (una “resa dei conti”) su tutto quanto, colpevolmente, la Sinistra (non quella vera che quando dice blu è “blu” e quando dice “giallo” è giallo, alla quale assegno altre responsabilità) non è stata in grado, sia per inettitutine sia per sospetti vari tornaconti, di rivedere, di rimettere in linea rispetto agli “errori” del passato la barra della “giustizia sociale”.

NOI da soli non lo possiamo fare, non è nelle nostre “possibilità”; possiamo tuttavia denunciare ancora una volta una sequenza di sottovalutazioni e di errori che hanno condotto ad una situazione di degrado morale insoffribile, lasciando che la “speranza” per un futuro migliore divenga sempre più patrimonio assoluto della Destra, sia quella liberale che quella reazionaria antidemocratica e retriva. Si può aggiungere che ciò sia solo “apparente” ma ancor più non si intaccherebbe – a tal punto – la percezione che la difesa degli interessi dei più deboli sia stata ceduta dalla Sinistra – quella sedicente tale – svenduta in modo indegno sull’altare della difesa dei “diritti” di tutti, compreso coloro che posseggono di più ed ambiscono di veder crescere sempre di più la loro ricchezza. Si fa un bel dire che il “diritto” di uno si ferma di fronte al “diritto” dell’altro, senza tener conto della differenza del “punto di partenza”. E non si tratterebbe di un punto di partenza qualsiasi ma quello sancito dall’Articolo 4 della Costituzione

“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”

rafforzato dall’Articolo 36 della stessa Carta costituzionale

“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge.

Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.”

In questi giorni ci è toccato ancora una volta assistere “inermi” ad una serie di eventi che hanno mortificato la nostra intelligenza e vanificato tutti i nostri impegni. Lo avevamo denunciato in più occasioni ma venivamo derisi e sbeffeggiati; in modo particolare questo è accaduto quando abbiamo richiamato l’importanza della memoria (se ne fa un gran bel parlare quando si tratta di eventi lontani, che vengono riportati a galla per una sana e robusta contrapposizione ideologica) e l’utile lezione della Storia.

Abbiamo bisogno di riprenderci la guida della nostra esistenza “contro” tutte le ingiustizie, sia quelle di “una” parte che quelle di un’altra “parte” e, per quel che ci riguarda, continueremo ad occuparcene.

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PERCHE’ LA DESTRA STA VINCENDO NEL PAESE (o perlomeno così appare) – parte 5

A voi che mi leggete (quei “pochi” che mi sopportano) sembra che quella “Carta” così tanto spesso richiamata come fondamentale sia rispettata? Oppure in modo ipocrita non ci si spinge a  farne quotidianamente “carta straccia”? Vi sembra che siano rispettati i suoi “precetti”?                                                    Ho la sensazione che si blateri essenzialmente – anche da parte di quella Sinistra “nuda e pura” – e ci si impegni  per soddisfare i propri convincimenti e ci si crogioli all’interno di gruppetti autoreferenziali, tronfi ed esclusivi. La Sinistra, anche per questo motivo, è composta in definitiva di varie infinitesime anime che si contrappongono tra di loro al solo obiettivo di “esistere”. Un leader recente è arrivato addirittura a profferire dure accuse (“mi vergogno”) anche all’interno del rassemblement più corposo, coacervo di anime diverse, alcune delle quali di “Sinistra” – ne sono sempre più convinto – solo per comodo e per interesse personale. Se non si corregge questo “difetto” la macchina non può funzionare ed è destinata alla rottamazione coatta.            Se si va al “dunque” si scoprono difetti davvero così evidenti che anche un dilettante con normali capacità intellettive le comprenderebbe: basterebbe osservare due degli episodi drammatici accaduti qui a Prato e di cui ho trattato; il primo in modo più diretto, mentre sul secondo ho soltanto avviato una riflessione cruda per rimarcare le distanze sempre più forti tra me e la sedicente Sinistra. “Sedicente” e dunque lontana dalla mia visione di Sinistra, per ora. Su questo secondo evento, la morte drammatica di una giovane operaia, in una fabbrica gestita da italiani (non da “cinesi” che assorbono da qualche tempo in qua tutti gli attacchi fondalmentalmente “razzistici” per tutto il caleidoscopio di ingiustizie e nefandezze sui luoghi di lavoro), che con nonchalance – per quanto se ne sappia – hanno commesso una serie di irregolarità. Nell’affrontare l’altro evento (l’affare Texprint)  ebbi a sottolineare che sarebbe stato necessario innanzitutto ascoltare le parti, porre sotto sorveglianza il rispetto delle regole (così come affermato più volte dalla parte imprenditoriale), ma promuovere un intervento politico generale per consentire a tutti, compreso i proprietari, il giusto guadagno. Mi ripeto per chiarezza: in un mercato drogato dalle irregolarità non è facile, per chi voglia intraprendere un’attività, agire nel rispetto delle regole. Ma la Sinistra non si muove in tale direzione; alza le barricate e i muri ma nulla fa per cambiare davvero le cose.

Il tempo che abbiamo vissuto in questo anno e mezzo, quello in cui ci siamo fermati, non ha creato i presupposti per rimettere in piedi l’economia sulla base di una giustizia sociale che prenda il via dai fondamentali della Costituzione. Lo stesso “mercato del lavoro” ha proseguito ad operare all’interno di un sistema che spingeva verso il “lavoro nero” parziale o totale; i “sostegni” insufficienti garantiti sollecitavano ad accettare lavori sottopagati e non era certo il “reddito di cittadinanza” a produrre tale “vulnus” legale. Su questo tema ci diffonderemo ulteriormente anche per segnalare le debolezze della Sinistra. Con un’incursione intorno al “mercato illegale” del lavoro che utilizza senza limiti la manodopera di persone straniere, che non sempre sono in regola dal punto di vista del permesso di soggiorno.

Durante queste ultime settimane, grazie alla vaccinazione di massa che procede alacremente, il mercato del “lavoro” sembra essere ripartito: in modo particolare ne sono felici tutti gli orfani dei locali commerciali (pub, ristoranti, bar e…discoteche professionali e dilettanti) soprattutto quelli che si rivolgono alle fasce più giovani, ma non solo (giovani “diversamente” sono molto interessati e partecipi). Molte località turistiche sono “a caccia” di personale; vengono richieste molte mansioni e sembra che, quest’anno, l’offerta non corrisponda alla domanda. La “domanda” è quella dei datori; l’offerta è quella dei prestatori d’opera. C’è un j’accuse molto forte nei confronti di questi ultimi da parte di alcune fasce di “opinione pubblica”, che diffondono la novella dei “giovani” choosy (ricordate la “mitica” frase snob della signora – pardòn “professoressa” – Fornero, che scimmiottava Maria Antonietta?) che rifiutano di lavorare, grazie al “reddito di cittadinanza”. Ma non sono in grado nemmeno di guardarsi allo specchio, per procedere ad un’auto offesa, e capire che la domanda è connotata realmente da un inganno su tempi e compensi, che non sono tra di loro adeguati ?
Si fa finta di non sapere che in quella “contrattazione” si utilizza l’”apprendistato” ed un orario di lavoro dichiarato che non corrisponde a quello realmente effettuato; ed inoltre il compenso è irrispettoso della minima dignità. E’ mai possibile che debba apparire in “Prima pagina” la notizia che esiste un albergo dove le “regole del mercato del lavoro” vengono rispettate? Lo trovo assurdo, ma probabilmente quella notizia permette ai dubbiosi di comprendere meglio che le ragioni di questo “rifiuto” da parte dei “giovani” non sono collegate “solo” al reddito di cittadinanza che è in definitiva un pannicello caldo in tempi di crisi ma non risolve il problema della dignità del lavoro cui tutti naturalmente, tranne pochi casi, tendono. E quei provvedimenti vanno riformati, con opportuni aggiustamenti a fronte, però di interventi risolutivi con i quali il lavoro – quello equo, legale, retribuito in modo adeguato – venga creato per tutti.

http://www.maddaluno.eu/wp-content/uploads/2021/06/Albergo-etico-1.jpg
https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/cronaca/21_giugno_21/a-rimini-primo-hotel-etico-riviera-stipendi-equi-riposo-straordinari-035a95a6-d251-11eb-b284-d5b87af38504.shtml?fbclid=IwAR0Hyl7E77Mriad8vuztI8zvipxJJBQFYodcYEx3SjYu0N5eNwkCqfigfIY

Bisogna essere davvero “radicali”, non indulgere in giustificazioni verso ciò che è stato e che ha prodotto – o sopportato supportando e viceversa – tali forme di ingiustizia; occorre un nuovo tempo del rigore, prima interno e poi esterno o, meglio contemporaneamente interno ed esterno. Mi spiego meglio: troppe volte il traccheggiamento a favore dei propri interessi, o tornaconti, non ha consentito che l’analisi degli errori venisse poi condotta fino in fondo con il riconoscimento degli attori principali (individui e gruppi) rei di quelle azioni, o inazioni, antitetiche alle caratteristiche valoriali fondamentali (equità, giustizia sociale, difesa dei più deboli). Bisogna chiedere  che si vada ad un cambio sostanziale di passo, una virata poderosa, bisogna chiederlo ai Partiti e ai Sindacati, quelli che in prima fila si dichiarano essere difensori delle ingiustizie sui luoghi di lavoro: non si può continuare semplicemente a chiedere che il lavoro sia retribuito equamente, che vi siano sostegni adeguati per chi perde il lavoro, che vengano riconosciute le competenze e i meriti. Non si può continuare solo a chiederlo. Bisogna passare ad una protesta veemente, dopo aver sperimentato che sia diventata inutile ogni confronto serio, aperto e democratico. Non una rivoluzione velenosa cruenta e violenta, ma una battaglia pacifica che si fondi sulla consapevolezza che non è la distruzione ma la costruzione di un sereno futuro per tutti l’obiettivo che ci si pone.  Appare, detta così, un’utopia come le tante altre che hanno preceduto la nostra Storia e che alla fine hanno prodotto qualche vantaggio per pochi ed una profonda delusione per molti.

…6….

UN DOCUMENTO DEL 17 MAGGIO 2013 – A FUTURA MEMORIA PER CAPIRE PERCHÉ MAI QUASI TUTTI I SUOI SOTTOSCRITTORI NON SONO PIÙ NEL PD

Il testo è stato redatto dagli iscritti del PD nel Circolo San Paolo di Prato – c’erano stati i 101 (non quelli della simpatica “carica” disneyana); Bindi e Bersani si erano dimessi dalle loro cariche di Presidente e Segretario del PD, Napolitano era stato riconfermato Presidente della Repubblica, Letta (Enrico) era stato nominato Presidente del Consiglio, Epifani aveva assunto la carica di Segretario del PD, Renzi scalpitava pregustando la sua rivincita rispetto alle Primarie del 2012.
Tale testo rappresenta con chiarezza gli obiettivi ideali di una “base” e quello che è accaduto da allora ad oggi ha purtroppo confermato i dubbi, le perplessità sul futuro di quel Partito.
Non è un mistero che la maggior parte dei sottoscrittori di questo documento siano fuori dal Partito Democratico e operano per la costruzione di un Partito alternativo di SINISTRA “vera” e c’è molto poco da ironizzare sull’aggettivo “vera” in quanto non ne è rimasta traccia alcuna nel PD.

Joshua Madalon

Noi siamo donne ed uomini in carne, nervi ed ossa; non siamo dei burattini, né automi, robot replicanti alla “Blade Runner” e siamo davvero incazzati per la superficialità con la quale una parte considerevole dei nostri rappresentanti politici ha voluto affrontare le problematiche legate alla elezione del Capo dello Stato ed alla susseguente formazione del Governo.
Poche parole bastano a far intendere che non abbiamo più intenzione di sostenere a scatola “quasi” chiusa tutte le decisioni dei Dirigenti del nostro Partito sia a livello nazionale che a livello locale.
Troppo spesso si dice che occorra “rinnovarsi” ma altrettanto più spesso ci si trova a doverci imbattere in vecchie logiche non più condivisibili; si dice anche che la Politica è cambiata ma i nostri rappresentanti non se ne sono accorti; così come non si sono accorti – e vomitano fiumi di vuote ed insulse parole – della sofferenza morale e materiale che colpisce da tempo la gente, sia quella più propriamente da considerare “nostra” che tutto il resto di essa.
Noi abbiamo dovuto sopportare già più di un anno di Governo dei tecnici che non volevamo ma ci siamo adattati cercando di calmare le ansie e le delusioni dei “nostri”.
Ora basta!
A questo punto anche se è vero che non si possa andare – in un momento così delicato – ad una crisi di Governo che potrebbe avere esiti drammatici noi chiediamo che
il nostro Partito si faccia garante di
1) intervenire con urgenza sui temi dell’Economia e del Mercato del Lavoro;
2) di andare rapidamente a scegliere una nuova Legge elettorale (meno urgente è l’impalcatura costituzionale) semmai passando attraverso un ddl che abolisca quella attuale;
3) applicare per i nati in Italia da genitori stranieri immediatamente lo “ius soli”.
Solo di fronte a queste tre scelte assolute noi dichiariamo di essere disposti a riprendere la tessera 2013 del Partito, verso il quale portiamo un profondissimo rispetto (per alcuni di noi è il Partito che abbiamo fondato, per altri è stato il primo ed unico Partito) tale da non voler nemmeno pensare a strapparne la tessera come è purtroppo avvenuto in qualche caso eclatante.
E’ per questo che non ritireremo la tessera 2013 nel nostro Circolo, pur dichiarando che continueremo ad operare per il bene del Paese a partire dal nostro territorio e lotteremo per raggiungere i migliori risultati possibili nelle prossime competizioni lavorando non sui personaggi e sui candidati ma sui Progetti sia nella fase Congressuale futura (sosteniamo in ciò pienamente la richiesta formulata dal gruppo che fa riferimento ai recenti fuoriusciti dalla Segreteria) sia in quella amministrativa del 2014, laddove non vogliamo tornare a perdere.
Siamo profondamente delusi dalla leadership sia nazionale che locale e ne chiediamo il rinnovo attraverso i Congressi nel minor tempo possibile: il Paese non può attendere!

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