su “rave party” e “vaccini”

Quel che ho scritto ieri potrà essere stato equivocato come una sottile aderenza al nuovo Governo. Mi dispiace averlo lasciato solo pensare; la mia preoccupazione è che gli attacchi improvvisi – e improvvisati – da parte di alcune figure afferenti alla Opposizione, della quale sento di far genericamente (non ho alcuna “tessera” di Partito)  parte, mi sono apparsi molto improvvisati, come alla ricerca nevrotica di costituirsi come punto di riferimento di qualsivoglia discrasia del nuovo Governo. Quel che ho scritto ovviamente mette in evidenza alcuni aspetti che vanno modificati nella gestione politica da parte di chi è all’opposizione: non si può far prevalere l’improvvisazione espressa in modo stizzito. Occorre ragionare. Ed in realtà, dopo la decisione di bloccare il rave party dei giorni scorsi, il Governo ha predisposto un Decreto legge che contiene alcune ambiguità, che mettono a rischio in modo troppo generico la libertà di riunirsi. Bene ha fatto l’attuale Segeretario del PD a chiedere che siano apportate modifiche esplicative della “ratio”  che ha generato quel dispositivo. Bisogna essere ancora più chiari: i rave party non possono essere confusi con qualsiasi altra riunione assembleare. Pur garantendo che il numero di 50 partecipanti da parte degli organismi associativi e politici negli ultimi anni difficilmente si raggiunge, non sarebbe certamente una buona cosa considerare qualsiasi riunione politica, culturale, ricreativa come luogo di sovvertimento rivoluzionario. E non si possono confondere tali “raduni” con i “rave party”, luogo di irregolarità penalmente perseguibili, a partire dall’occupazione abusiva di suolo pubblico e privato per andare allo spaccio di droghe ed abusi violenti. Invito la Sinistra a ragionare maggiormente su quel che conta suggerire al Paese tramite quel Governo cui ci si oppone. Alcuni passi indietro ad esempio si vanno facendo, da parte dell’area governativa, sul tema del Covid: di sicuro sarà mantenuto a lungo l’utilizzo delle mascherine FFP2/FFP3 negli ambienti ospedalieri e nelle RSA; ma non è del tutto definito tutto il comparto della vaccinazione obbligatoria per i lavoratori ospedalieri, a partire da medici e infermieri.