IN RICORDO DEL “POETA” PIER PAOLO PASOLINI – parte 34 – atti di un Convegno del 2006 IN RICORDO DI PIER PAOLO PASOLINI per la parte 33 vedi 12 settembre

PIN RICORDO DEL “POETA” PIER PAOLO PASOLINI – parte 34 – atti di un Convegno del 2006 IN RICORDO DI PIER PAOLO PASOLINI per la parte 33 vedi 12 settembre

Poi, ancora rapidamente, cosa si diceva? Ah sì, il riferimento ai grandi romanzi della modernità novecentesca, Joyce e compagnia cantante. Certamente Pasolini fa quel tipo di operazione lì, la fa 50, 60, 40 anni dopo però anche qui non credo che Pasolini inventi nulla tant’è vero che una delle ragioni per cui Petrolio probabilmente è il suo capolavoro, ma è soprattutto un testo che ci serve anche a noi paradossalmente per indicare una (parola non comprensibile) temporale è proprio questo. Cioè con Petrolio in qualche modo Pasolini porta a compimento ulteriore o cerca di realizzare tutta una tendenza, anche romanzesca, che è tipicamente novecentesca, che era avanguardista prima, neo avanguardista poi o sperimentalizza dal versante di Pasolini in poi, Volponi ecc, ecc. Quindi Pasolini in questo ha una (parola non comprensibile) che è evidente, che è chiara, che era la guardia, che sono gli sperimentatori degli anni ’50 e ’60. Dopo di che Petrolio porta o avrebbe dovuto portare ad estremo compimento questo modo di fare arte, ma già indica che questo modo di fare arte non è più spendibile Perché Petrolio ha comunque una quota romanzesca che non c’è ad esempio nei (parola non comprensibile)…altro testo…(parola non comprensibile). Per cui, Petrolio è insieme proviamo a dirla, e chiudo, in maniera con una formula per ragioni di brevità, un romanzo con il quale idealmente è come se Pasolini dicesse la tradizione antiromanzesca, moderna e novecentesca, la tendo più che posso con una corda che tendo finché poi l’elastico salta infatti Petrolio, persino l’ultimo Calvino, d’Arrigo e Volponi in Corporale sono davvero gli autori che portano ad estremo compimento questa possibilità anche romanzesca, dopo di che il ventennio successivo nella narrativa italiana sarà quello che vedrà le sorti di autori che vanno in tutt’altra direzione: vogliono il prodotto artigianale definito e il romanzo ben fatto. Dimostrazione ulteriore che negli anni ’70 finisce almeno in Italia una possibilità anche romanzesca moderna soprattutto Perché è finito il clima culturale e politico che era insito in quella scelta. Pasolini crede all’opera aperta come dicevo prima, ma anche gli avanguardisti in modo diverso credono all’opera aperta Perché questo ha ancora una attenzione politica. Dagli anni ’80 e ’90 non sarà più vero e quindi fare opera in qualche modo spuria e non finita non avrebbe potuto più significare fare opera politicamente inammissibile nella (parola non comprensibile). >>