Vorrei vivere in un tempo
nel quale avere voglia di scrivere per contribuire alla crescita del Partito
che ho fondato; vorrei avere la possibilità di riflettere serenamente sulle
questioni locali e nazionali ma non riesco più a riconoscermi nell’attuale PD
perché privo di un Progetto ed in procinto di aggravare tale situazione con
formule leaderistiche, populistiche e demagogiche, inadeguate come risposta
alla gravissima crisi sociale che stiamo affrontando e che dovremo affrontare.
Questo Partito somiglia sempre più a quella “nave senza nocchiero in gran
tempesta” di cui parla Dante nel VI canto del “Purgatorio” ed a guidarlo si va
proponendo ora un nuovo guitto vestito con panni di un incerto centrosinistra,
personaggio del tutto inaffidabile, spocchioso, presuntuoso, abile affabulatore
ma bamboccio capriccioso pompato da chissà quali poteri per procedere alla
distruzione del maggior Partito della Sinistra italiana lucrando sulle
incapacità e le inadempienze di una classe politica corrotta anche al di là degli
addebiti, cioè intimamente, interiormente corrotta. Ho difficoltà, vera, a
scrivere qualcosa di positivo, anche se chi mi conosce sa che appaio un
inguaribile ottimista nell’atto di non voler accettare il blocco di un sogno,
di un’utopia, il tutto collegato ad una consapevolezza che solo lavorando
insieme per il Bene comune potremmo ottenere un comune vantaggio. E’ un sogno,
un’utopia che è stata bloccata dai personalismi e dalla cecità degli uomini e
delle donne che si sono impegnati in Politica negli ultimi anni, più pensando a
ciò che circolava nelle loro immediate circostanze che alle effettive necessità
e richieste della gente ( bastava dare veramente ma con veemenza non con
arrendevolezza colpevole segnali di volere i cambiamenti simbolici chiesti a
gran voce: il finanziamento pubblico, la legge elettorale, la riduzione degli
emolumenti a tutti i livelli, la scelta di non partecipare ad organismi fino ad
allora “partecipati”). Sarà stato anche una sorpresa il successo del M5S; ma
politici accorti e capaci dovrebbero interpretare, fiutare l’aria ed agire
preventivamente di conseguenza.
Ho difficoltà a scrivere, ma non voglio
sottrarmi a lungo alle mie responsabilità di “cittadino”. Ribadisco qui che in
questa situazione non sono in grado di dare risposte a tutte quelle persone che
ci interpellano, nel migliore dei casi mandando noi a quel Paese non potendo
farlo con i maggiori Dirigenti e Politici ed Amministratori: ci odiano e non ce
lo mandano a dire! In tale situazione come si fa a chiedere ai militanti che
(se di già non lo sono) rischiano di ritrovarsi da un giorno all’altro alle
soglie della povertà o immersi in essa di rinnovare l’iscrizione al Partito?
Noi, qui a San Paolo di Prato, abbiamo tenuto saldo il Gruppo con pochissime
defezioni e qualche nuovo ingresso ma semplicemente perché abbiamo l’idea di un
Partito che non è fatto solo di iscritti ma soprattutto di “partecipanti
attivi”. Ed è in quest’ottica che abbiamo guardato con speranza agli interventi
di Fabrizio Barca, al quale però da tempo chiediamo a cosa serva tutto questo
suo impegno se dopo la “teoria” non voglia verificare in concreto la sua
“applicazione”. Sono sempre più convinto che l’applicazione delle teorie (che
poi non sono tanto tali, in quanto da noi – a San Paolo – le abbiamo praticate
e non crediamo di essere così esclusivi e solitari) espresse da Fabrizio
rivoluzionerebbe davvero il corso del PD e non ci sarebbe posto per chi intende
assumere da solo – o quasi – le leve del comando perché la piramide del PD
sarebbe capovolta ed al vertice ci sarebbero i militanti e i Circoli ed alla
base, anche se un po’ smussata, si troverebbero i Dirigenti “al servizio” delle
richieste formulate in vario modo democraticamente controllato dalla
“base-vertice”.
A Prato si soffre e nel tunnel” delle
prospettive politiche è buio profondo. Non so cosa accade di preciso in altre
realtà; ma qui, a Prato, sembra quasi che si sia perso il capo: i peggiori
difetti della classe dirigente nazionale incapace di guardare ad un solo palmo
dal proprio naso, impegnati come sono a mantenere i loro personali vantaggi,
sono rappresentati qui. Se siamo bloccati non è solo colpa dell’agosto rovente
e vacanziero, durante il quale non si è smesso di costruire incontri riservati
ed esclusivi per riempire potenziali future caselle amministrative e politiche;
è anche perché quando noi ci impegniamo a discutere sulle idee (“La Palestra
delle Idee”) otteniamo vaghi riconoscimenti ma fondamentalmente ciascuno dei
nostri interlocutori – big (!) sta contemporaneamente pensando se la prossima
volta toccherà loro qualche incarico più prestigioso e lucroso possibile. Un
po’ ti scoraggi di fronte a simili congetture; ma poi – scusate – ti incazzi e
continui a lavorare nell’alveo di una Sinistra possibile futura, non si sa mai
possano essere utili queste idee per raccogliere consensi “onesti e buoni” alla
tua causa che non è personale ma collettiva (e qui non sto a spiegare cosa
significhi: basterebbe partecipare ai nostri incontri!). Su quanto si sente in
giro e su quello che direttamente (poco) ed indirettamente (troppo) capisco,
non ci siamo: non vedo figure affidabili come possibili candidati sia alla
carica di Segretario Provinciale sia a quello di probabile Sindaco. Ed in
questo momento, siatene certi, con questi nomi (anche se accogliessero
pienamente le richieste “programmatiche” che potenzialmente esprimessi), io ai
prossimi appuntamenti rinuncerei del tutto a sostenerli. Ovviamente, so bene
che sto parlando di “questo momento” e personalmente sono ancora impegnato nella
ricerca di una “soluzione”, che dovrebbe però prendere il via da un “poderoso e
sostanziale passo indietro” di tutti i concorrenti (non parlo di quelli di cui
parla la Stampa ma di quelli che sanno bene che si sono mossi e si vanno
muovendo in questi ultimi mesi); dopo di che – come abbiamo collettivamente
suggerito da San Paolo – ci si impegnerebbe prima di tutto PER DAVVERO sulle
idee e ci si guarderebbe intorno. Credetemi, lo dico agli aspiranti
amministratori 2014-2018, alla fine vi converrà aver fatto il passo indietro!
