Non c’è niente di nuovo…o perlomeno quel che c’è è insufficiente, categoricamente e inesorabilmente….

Siamo stati in molti, forse troppo pochi e intimiditi dal fatto che non eravamo (in modo troppo surrettizio) riconosciuti come “i veri sostenitori del cambiamento”. Siamo stati additati come gufi e traditori, ci hanno accusato di (s)parlare senza averne diritto. Personalmente ho protestato con correttezza e una certa rassegnazione timida, forse anche consapevole della sordità degli interlocutori, quasi tutti già assegnati ed assegnatari di comodi posti acquisiti con la “fedeltà” ai capetti di turno e alla causa dell’acquiescenza. Certamente, l’ho sempre ribadito, in gran parte meritevoli perché competenti. Poi, il mio “silenzio” è stato dovuto anche a problemi molto seri e personali, di cui ho parlato poco.

Quel che è accaduto nelle scorse settimane intorno al Partito Democratico è in assoluto degno di grande attenzione. Il divario tra iscritti e “popolo democratico” (le eccezioni segnalate con la presenza di “intrusi” sono residuali) ha descritto una società che ha bisogno di cambiamento ed è in contrapposizione con la stragrande maggioranza di coloro che sono “rimasti” attaccati al Partito con una tessera il cui valore è semplicemente aggregato alle mire poco più che personali di un apparato che meritava di essere messo in discussione; ma così non è stato. Non mancano le eccezioni ma dico, purtroppo, dico che questo è il segnale peggiore che si poteva attendere, ma è realistico. Tanto è che si sono già in più occasioni levate voci di dissenso circa la modalità con cui si sono svolte le Primarie.

Ad ogni modo la vittoria della giovane donna, Elly Schlein, che stimo personalmente, è un segnale positivo. Ma non basta; e purtroppo non prevedo un cambiamento positivo, al di là di quanto ella sia capace di produrre in tema di “immagine” con la sua presenza e con le sue argomentazioni politiche. Il “competitor”, Bonaccini, era stato più concreto. Lo avevamo segnalato, mettendo in evidenza le sue doti di amministratore: aveva puntato quasi tutto sugli “amministratori”, mettendo in luce la pragmaticità piuttosto che l’ideologismo. A me non poteva di certo piacere; la lunga crisi del Partito Democratico è proprio dovuta alla preponderanza prepotente di chi amministra rispetto a chi avrebbe dovuto e, in città come quella di Prato ciò è evidente, aprire un dialogo, un confronto ampio e vero con le cittadine e i cittadini. Questi ultimi, mortificati da questa protervia, che ha prodotto la desertificazione “democratica” nei territori, hanno innanzitutto disertato le urne e, in quest’ultima occasione, deciso di non sostenere Bonaccini, scegliendo la proposta, che contiene “auspici” democratici, quasi certamente irrealizzabili, a meno che non si riesca a realizzare una vera e propria “rivoluzione” culturale.

Ne riparlerò: ho ripreso a scrivere.

Giuseppe Maddaluno