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LA VITA SPIATA di Eliana Petrizzi – una “Spoon river” in prosa

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Eliana Petrizzi. In realtà la conosco da meno di un anno, ma è come se la conoscessi da tanto tempo: la sento “amica” e non solo per la gentilezza che ha avuto nel concedere di pubblicare l’immagine di una delle sue opere sulla copertina della silloge poetica dedicata al quarantennale della scomparsa di Pier Paolo Pasolini. Non l’ho mai incontrata, peraltro! L’ho solo sentita a telefono due-tre volte e dialogato su Facebook. L’ho invitata alla presentazione della silloge quando sono stato a Napoli ma lei ha declinato l’invito poiché abitualmente risiede in una zona interna nell’Irpinia, a Montoro. E quando ho letto che aveva pubblicato un libro di racconti l’ho acquistato immediatamente, facendomelo spedire da uno dei siti più noti sul mercato.
“La vita spiata” è composto da 28 brevi racconti tutti intitolati agli abitanti (in massima parte donne) di questo paese indistinto di una provincia di confine, un luogo-non luogo nel quale la vita si trascina e si rimane imbrigliati in una rete di solitudini dalla quale ciascuno non riesce a districarsi. Ognuno vive la sua esistenza a prescindere da quella degli altri ed anche quando ci si incontra nulla di nuovo accade: tutto è cristallizzato nell’immobilità di una realtà addormentata. Nel complesso “La vita spiata” sembra una “Spoon river” in prosa dove i protagonisti sembrano ancora vivi ma in defintiva non lo sono mai stati, sono ombre che si muovono con stanchezza svolgendo nelle loro solitudini il filo della vita.
Beh, è vero che – espresso così – il mio giudizio appare essere deludente; ma…la mano della scrittrice ha un suo stile profondo che si accomuna a quella dell’artista, dalle cui opere emerge un universo sfocato, nebbioso, onirico, indistinto; un mondo che si avvicina ai sentieri dell’Averno e va incontro all’apocalisse. “La vita spiata” è, dal punto di vista letterario, un esemplare trattato antropologico della “vita” di provincia, fatta di piccole storie tutte diverse ma tutte uguali, voci difficilmente riconducibili ad una coralità. D’altronde, la stessa autrice si rappresenta così nella “Premessa”: “La mia vita sociale è prossima allo zero….Ogni giorno mi dico: “Non chiuderti, conserva una mente curiosa, la capacità di amare l’esistenza col suo carico di povertà, varietà e bellezza.” Quando il salto arriva, la vita va come un vento portato dall’urgenza del suo racconto. Ho tempo, ne ho molto in questo vivere nel poco, cercando sempre quello che è già mio, nella certezza di esistere che avrei, se solo io ci fossi.”
Ebbene, le immagini che scorrono in quella realtà a noi che viviamo in metropoli affannate sembrano lontane e diverse, ma le solitudini si somigliano ed a ciascuno di noi rimane soltanto l’illusione che “altrove” la vita possa essere “vissuta”! Ma è soltanto, come scrivo, un’illusione!

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“Cambiamenti nel paesaggio rurale toscano dal 1954 al 2014” Paolo Degli Antoni e Sandro Angiolini – PAGNINI Editore

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Luca Mori

Lo scorso 15 giugno pubblicai sul mio Blog la recensione del libro di Luigi Russi, “In pasto al capitale”. L’attività delle Associazioni cui faccio riferimento ed in primis “Dicearchia 2008” è stata da sempre orientata sul fronte dei temi civili. Ed è così che non poteva sfuggirci la pubblicazione di un libro come quello di Paolo Degli Antoni e Sandro Angiolini, “Cambiamenti nel paesaggio rurale toscano dal 1954 al 2014” edito da Pagnini. Il libro di Russi si occupava soprattutto (ma non solo) del massiccio intervento delle società multinazionali su terreni agricoli per imporre monoculture in gran parte non indirizzate verso il consumo alimentare umano (il caso della jatropha, pianta che viene utilizzata per il settore energetico) o in ogni caso non essenziali per esso (come le piantagioni di caffè). Il libro di Paolo Degli Antoni e Sandro Angiolini, pubblicato nella Collana di Filosofia e Scienze sociali diretta da Stefano Berni, si limita all’ambiente toscano ed in particolare alla “Rinaturalizzazione e utilizzo dei terreni agricoli abbandonati” ed è strutturato in dieci capitoli oltre l’introduzione del curatore, un’Appendice ed una essenziale ma curata Bibliografia. L’approccio è scientifico e tecnico, e non poteva che essere così, visto il curriculum dei due autori: Paolo Degli Antoni è laureato in Scienze forestali e suo oggetto privilegiato di ricerca è la natura in ambienti sia rurali che urbani con il suo corso fuori dal controllo umano (il suo riferimento prioritario è “il terzo paesaggio” di Gilles Clement); Sandro Angiolini è agronomo ed economista e si è distinto nel trattare temi rurali e di sviluppo sostenibile.

L’analisi del testo prende spunto dal Piano Paesaggistico e dal conseguente Programma di Sviluppo Rurale voluto dalla Regione Toscana cui hanno contribuito con una serie di osservazioni accolte sia in sede regionale che in sede europea. Non mancano tuttavia i riferimenti filosofici letterari ed umanistici (vedasi il capitolo 2. Rappresentazioni scientifico-letterarie aperto da un brano tratto da Le città invisibili di Italo Calvino – cap. I B Le città e la memoria – Maurilia) con ampi riferimenti al “paesaggio nelle pubblicazioni del Touring Club Italiano” e l’analisi accurata del paesaggio agro-forestale toscano, in modo particolare riferita a quattro aree: 1. Montalbano, 2. Monte Morello; 3. La Provincia di Livorno; 4. Il Chianti. Interessante dal punto di vista delle modificazioni del territorio non riconducibili ad interventi consentiti (abusivismo edilizio, incendi boschivi, abbandono di rifiuti, violazioni dei Codici dei Beni culturali e del Paesaggio, tutelato peraltro dalla Costituzione italiana con l’art. 9 “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”) è il capitolo 5 che si occupa per l’appunto de “Lo sguardo della giustizia”. Riconducile all’approccio umanistico è anche il capitolo 6 (Lo sguardo dei filosofi e degli artisti. Repertori fotografici istituzionali, amatoriali, pubblicitari degli spazi dismessi) aperto da un brano dallo “Zibaldone” leopardiano. Nei successivi capitoli gli autori suddividendosi i compiti così come riportato a pag. 149 nell’ Avvertenza si occupano della rinaturalizzazione spontanea riferendosi all’analisi scientifica di Gilles Clement e del suo cosiddetto “Terzo paesaggio” (il primo è quello forestale, il secondo quello agricolo). In Appendice il lettore troverà un “Questionario – Scheda di rilevazione sulla percezione del paesaggio toscano”.
A presentare il libro alla Libreria Mondodaristore di Prato ho voluto chiamare, oltre – ovviamente – ad uno degli autori, Paolo Degli Antoni (Sandro Angiolini essendo temporaneamente in Birmania), il curatore della collana , Stefano Berni, docente di Filosofia al Rodari-Cicognini di Prato ed autore di testi fondamentali su Foucault, Nietsche, Heidegger, Legendre e Deleuze; e Luca Mori, presidente dell’Ordine dei Dottirui agronomi e forestali della Provincia di Prato. Il libro è disponibile presso la Libreria Mondadoristore – Opificio Jim di Piazza San Marco a Prato ed è possibile ordinarlo attraverso l’IBS.

Paolo Degli Antoni e Sandro Angiolini, “Cambiamenti nel paesaggio rurale toscano dal 1954 al 2014” edito da Pagnini

NUOVO DISTRETTO SANITARIO A SAN PAOLO – si attende il Bando che l’ASL emanerà!

Sanità pubblica
Circolo

Ripropongo un testo che ho pubblicato già qualche giorno fa per ribadire i concetti espressi: in sintesi – se le Amministrazioni (ASL – Regione Toscana – Comune di Prato) vogliono davvero il bene dei cittadini dovranno dimostrarlo con il Bando che sarà pubblicato ad horas nel quale siano inserite con chiarezza le modalità per il reperimento degli immobili da utilizzare come sede del Distretto Sanitario a Prato-San Paolo. Noi tutti attendiamo di sapere: personalmente non ho il minimo dubbio che mi ricrederò davanti a clausole che consentano ai proprietari degli immobili di poter progettare ristrutturare e mettere a norma gli spazi con l’aiuto economico degli Enti preposti.

CI SONO O CI FANNO O CREDONO CHE I CITTADINI PRATESI SIANO DAVVERO – come ha detto il “governatore” della Toscana – DEI TROGLODITI?

In un mio recente post dedicato alla “questione sanitaria” ed alla scelta di far pagare le nefandezze della “Politica” italiana ai cittadini soprattutto quelli con medio e basso reddito sottolineavo la scarsa chiarezza di alcuni personaggi politici locali che, evidentemente avvezzi alla pratica dell’ipocrisia e della “presa per i fondelli”, erano approdati ad un incontro “riservato” nel quale volevano convincere le “teste pensanti” di aver trovato la soluzione giusta alle loro richieste. L’ambiguità del “dono” che in quell’occasione in modo pomposo essi portavano è confermata dalle parole del Direttore generale dell’ASL area vasta (Firenze, Prato e Pistoia) che qui sotto allego, così come evidenziato dall’articolo de “Il Tirreno”.

Riporto da “Il Tirreno” on line del 4 febbraio u.s.: “Ma siccome l’obiettivo primario è fornire il territorio di servizi – una corsa contro il tempo per correggere i problemi creati dal “peccato originale”: aver costruito un ospedale per acuti prima di aver attrezzato il territorio con le strutture per i pazienti dimessi ma non ancora guariti o per quelli che non necessitano di ricovero in ospedale – l’investimento “forte” riguarderà due nuovi distretti sanitari: uno a San Paolo e l’altro a Vernio.
“Per il primo – prosegue il direttore generale – l’Asl pubblicherà presto un bando pubblico con il quale cercherà una struttura privata da trasformare in distretto”. La volontà è quella di risistemare un edificio già esistente attraverso una convenzione particolare con il privato: “Che dovrà provvedere ai lavori di trasformazione che saranno a suo carico – spiega Morello – investimento che però troverà compensazione con gli affitti che l’Asl pagherà”. Se l’immobile non verrà trovato l’Asl è comunque intenzionata a costruire un distretto nuovo. “Ovvio che in questo caso – precisa Morello – i tre milioni e mezzo non basteranno e l’Asl si farà carico degli ulteriori costi”.

Ora, diciamocelo di nuovo con la massima chiarezza: come si può pensare che un “privato” nella prospettiva di incassare un affitto previsto per un 6 + 6 investa di tasca propria su una proprietà che già di per sé ha un “valore” con una ristrutturazione “ad hoc” ed una messa a norma i cui costi non potrebbero nella maniera più assoluta essere recuperati?

Il bando che sta per essere pubblicato dovrebbe contenere ben diversi incentivi a favore del “proprietario” che si propone, anche perché, laddove nessuno si faccia avanti, nell’ipotesi alternativa – quella “B” per intenderci – ASL e Regione Toscana dovrebbero impegnare cifre ben diverse e ben più sostanziose.

Ma il dubbio che noi cittadini abbiamo è che questo “giochino” serva a procrastinare le scelte (tra l’altro i cittadini di San Paolo non gradiscono l’ipotesi “B” anche per la collocazione che giudicano inappropriata e che è stata ventilata) tutto a vantaggio di realtà “private” che manterrebbero il loro “dominio” avverso a quelle “pubbliche”.
Non si attendono “smentite” ma si attendono scelte chiare ed assunzioni di responsabilità nette di tipo “politico”!

I MALI DEL CENTRO STORICO E L’INCURIA DELLA CULTURA

I MALI DEL CENTRO STORICO E L’INCURIA DELLA CULTURA

Suvvia, facciamo tre esempi: “Recuperiamoci” – “Il Gufo” e “Equi-libri”; ma ne potremmo fare anche altri, come “Spazio AUT” o “Spazio polivalente di via Firenzuola” e forse me ne sfuggono altri ancora.
Un’Amministrazione che abbia voglia di operare per la valorizzazione del centro storico di una città come Prato si sarebbe chiesto da tempo come mai la microcriminalità assedi i centri nevralgici del territorio ( a due passi c’è la Curia ed il Duomo, ad altri tre passi il Comune e quel che era la Provincia e comunque la stessa Prefettura non è lontana e postazioni di Polizia e dell’Esercito sono proprio lì in Piazza Duomo ) ma invece applica la pratica dello scaricabarile e difetta di “programmazione” sia di tipo culturale che di tipo civile.
Non si creda che persone come me, con una storia alle spalle nella Sinistra, siano molto contente di dover ammettere di aver visto “giusto” ma purtroppo i fatti per ora mi danno ragione e questa Amministrazione non ha ancora dimostrato di essere “diversa” da quella che vituperavamo perché di Centrodestra.
La sparizione di due importanti librerie, che agivano in settori specifici di tipo “civile” (“Il Gufo” orientata all’editoria per bambini e ragazzi ed “Equi-libri” libreria generalista ma con particolare attenzione ad un’editoria più di “nicchia”) e la difficoltà di uno spazio “sociale” come quello di “Recuperiamoci” (gestito da Paolo Massenzi con sempre maggiori difficoltà anche perché non sostenuto come peraltro lo era nella fase pre-elettorale: c’era un viavai di politici del PD visto con i “nostri” occhi) avrebbero dovuto far sorgere qualche domanda e far assumere qualche “impegno”. Ma non è stato così! ed anche lo Spazio di via Firenzuola, che è ancora in attività ma evidenzia la stanchezza di chi sta disarmando, si sta arrendendo all’insensibilità dell’Amministrazione che ha annunciato senza peraltro fornire date certe la sua chiusura per farci una ristrutturazione per inserirci “uffici”. Ora, diciamocela tutta: non basta intervenire sul piano dei “luoghi” dedicati al confronto ed alla cultura per arginare il fenomeno della microcriminalità (occorrono azioni di “intelligence” che portino alla scoperta ed all’arresto dei “corrieri” e dei “pusher”, e mi sembra strano davvero che non siano “noti” alle forse dell’ordine) ma di certo una città senza quei luoghi “attivi e funzionanti” è più facilmente preda dei malviventi.
E allora, per favore, smettiamola di blaterare in modo sconnesso (anche io farei volentieri a meno di scrivere e mi porrei al servizio di questa collettività orientando il mio impegno) e diamoci da fare per valorizzare tutto il “buono” che questa realtà offre, al di là della Sinistra della Destra e del Centro politico. Smentiamo ancora una volta i detrattori e facciamolo con i “fatti” concreti; in giro Prato è conosciuta anche per la sua Cultura…

CI SONO O CI FANNO O CREDONO CHE I CITTADINI PRATESI SIANO DAVVERO – come ha detto il “governatore” della Toscana – DEI TROGLODITI?

CI SONO O CI FANNO O CREDONO CHE I CITTADINI PRATESI SIANO DAVVERO – come ha detto il “governatore” della Toscana – DEI TROGLODITI?

In un mio recente post dedicato alla “questione sanitaria” ed alla scelta di far pagare le nefandezze della “Politica” italiana ai cittadini soprattutto quelli con medio e basso reddito sottolineavo la scarsa chiarezza di alcuni personaggi politici locali che, evidentemente avvezzi alla pratica dell’ipocrisia e della “presa per i fondelli”, erano approdati ad un incontro “riservato” nel quale volevano convincere le “teste pensanti” di aver trovato la soluzione giusta alle loro richieste. L’ambiguità del “dono” che in quell’occasione in modo pomposo essi portavano è confermata dalle parole del Direttore generale dell’ASL area vasta (Firenze, Prato e Pistoia) che qui sotto allego, così come evidenziato dall’articolo de “Il Tirreno”.

Riporto da “Il Tirreno” on line del 4 febbraio u.s.: “Ma siccome l’obiettivo primario è fornire il territorio di servizi – una corsa contro il tempo per correggere i problemi creati dal “peccato originale”: aver costruito un ospedale per acuti prima di aver attrezzato il territorio con le strutture per i pazienti dimessi ma non ancora guariti o per quelli che non necessitano di ricovero in ospedale – l’investimento “forte” riguarderà due nuovi distretti sanitari: uno a San Paolo e l’altro a Vernio.
“Per il primo – prosegue il direttore generale – l’Asl pubblicherà presto un bando pubblico con il quale cercherà una struttura privata da trasformare in distretto”. La volontà è quella di risistemare un edificio già esistente attraverso una convenzione particolare con il privato: “Che dovrà provvedere ai lavori di trasformazione che saranno a suo carico – spiega Morello – investimento che però troverà compensazione con gli affitti che l’Asl pagherà”. Se l’immobile non verrà trovato l’Asl è comunque intenzionata a costruire un distretto nuovo. “Ovvio che in questo caso – precisa Morello – i tre milioni e mezzo non basteranno e l’Asl si farà carico degli ulteriori costi”.

Ora, diciamocelo di nuovo con la massima chiarezza: come si può pensare che un “privato” nella prospettiva di incassare un affitto previsto per un 6 + 6 investa di tasca propria su una proprietà che già di per sé ha un “valore” con una ristrutturazione “ad hoc” ed una messa a norma i cui costi non potrebbero nella maniera più assoluta essere recuperati?

Il bando che sta per essere pubblicato dovrebbe contenere ben diversi incentivi a favore del “proprietario” che si propone, anche perché, laddove nessuno si faccia avanti, nell’ipotesi alternativa – quella “B” per intenderci – ASL e Regione Toscana dovrebbero impegnare cifre ben diverse e ben più sostanziose.

Ma il dubbio che noi cittadini abbiamo è che questo “giochino” serva a procrastinare le scelte (tra l’altro i cittadini di San Paolo non gradiscono l’ipotesi “B” anche per la collocazione che giudicano inappropriata e che è stata ventilata) tutto a vantaggio di realtà “private” che manterrebbero il loro “dominio” avverso a quelle “pubbliche”.
Non si attendono “smentite” ma si attendono scelte chiare ed assunzioni di responsabilità nette di tipo “politico”!

LA QUESTIONE SANITARIA A PRATO: UN (forse maldestro)TENTATIVO DI ALLEGGERIMENTO DELLA TENSIONE NELLA FRAZIONE SAN PAOLO DI PRATO

LA QUESTIONE SANITARIA A PRATO: UN (forse maldestro)TENTATIVO DI ALLEGGERIMENTO DELLA TENSIONE NELLA FRAZIONE SAN PAOLO DI PRATO

Lo si sa: quando i cittadini a ragione si agitano il “potere” politico/amministrativo tenta di imbonirli inviando degli autentici “azzeccagarbugli” esperti del gioco delle tre carte allo scopo di alleggerire la tensione contando sulla dabbenaggine e la credulonità degli astanti. A costoro suggerisco di capire il senso partenopeo della frase “ccà nisciuno è fesso” e di un’altra forma verbale anch’essa napoletana “avite sbagliato palazzo”.
E, visto che forse dobbiamo raccontarla, cerchiamo di essere sintetici e chiari!
Da un anno nella frazione San Paolo, una delle più popolose, delle più anziane, delle più povere, delle più multietniche (ma l’ambito territoriale è assai “più” ampio), è stato chiuso il Distretto sanitario. I cittadini prima che lo si chiudesse hanno rappresentato le loro “doleances” chiedendo che non si procedesse prima di reperire alternative, ma il “potere” regionale, sanitario pubblico e privato – ma ben più privato! – ha disatteso tali richieste, promettendo di fronte a vibranti ma civili (e forse è un limite? Vorrei che non lo fosse) proteste soluzioni solo provvisorie in attesa di urgenti soluzioni definitive. Gli impegni anche allora giocati in modo ipocrita e cinico ci sono stati ma dopo un anno non si intravedono altro che “chiacchiere, chiacchiere, chiacchiere….”. Fino a quando, poi, alcuni cittadini, Fernando Mascello uber alles, si sono organizzati ed hanno deciso di agire, indicendo una Conferenza Stampa ed accusando ASL, Regione Toscana e Comune di Prato di essere inadempienti, soprattutto di fronte a proposte concrete (nel frattempo è stata addirittura trovata la soluzione con una struttura nel cuore di San Paolo ed è stato approntato da tecnici privati un progetto; al quale il Sindaco, che abdica al suo ruolo di “garante” per tutti – pubblico e privato, intendo dire, ha risposto che non può impegnarsi su materie che riguardano l’ASL).
L’altra sera sono apparsi al Circolo ARCI San Paolo, che continua ad essere avamposto a difesa degli interessi comuni, il Direttore della Società della Salute Michele Mezzacappa (Presidente è l’Assessore alla Salute ed alle Politiche sociali dell’attuale Giunta, “ma anche” preposto della Misericordia in palese “conflitto di interesse”, ma in quest’epoca “renziana” chissenefrega!) e il consigliere regionale PD Nicola Ciolini. Mai più come in quest’occasione vale “Timeo Danaos et dona ferentis”, frase di virgiliana scolastica memoria. Gentiluomini pronti ad ascoltare ed a proporre: ho parlato di gioco delle tre carte, ovverosia dell’ambiguità del “parlare politico”. Infatti la proposta allettante è “siamo disponibili, non solo, siamo “disponibilissimi!”; “abbiamo pronto il bando e siamo aperti a due opzioni, una che contrassegniamo con la “A” ed un’altra con la “B”. Che bello! Direste! Che bello, sì, ma… Prima opzione (“A”): reperimento a breve – sei o dodici mesi – di un fabbricato che sia pronto ed a norma; seconda opzione (“B”): utilizzo di uno spazio comunale per costruirvi una struttura “ex novo” con tempi burocratici amministrativi di certo più lunghi. Intanto il “privato” gongola ed accresce i suoi introiti.
In effetti va spiegato che qualsiasi fabbricato preesistente per poter poi essere utilizzato come sede del Distretto avrebbe bisogno di ristrutturazioni e messa a norma onerose – a carico del proprietario, il quale poi lo potrebbe mettere a reddito affittandolo all’ASL lo spazio. Tuttavia tra l’esborso di centinaia di migliaia di euro in pochi mesi ed il rientro con la retta di affitto non vi è alcun guadagno – anzi si tratterebbe di “perdita secca”. Indubbiamente una soluzione ci sarebbe! Basterebbe che gran parte dei lavori di ristrutturazione e messa a norma fossero già a carico dell’ASL; il vantaggio evidente per il pubblico sarebbe che in pochi mesi il territorio avrebbe un Distretto “pubblico” funzionale (prelievi, consultori, guardia medica). L’ipotesi “B” non va bene anche perché è stata ventilata l’ipotesi che il terreno pubblico forse disponibile (ma non esiste ancora neanche la certezza) è al di là della Stazione ferroviaria di Borgonuovo, zona dalla difficile viabilità ed assolutamente fuori mano per la popolazione di San Paolo.
I cittadini di San Paolo non sono dei “polli” e nemmeno dei “trogloditi”. Vi sono molte teste pensanti che non si lasciano turlupinare ed attendono risposte concrete, efficaci e veloci. E non si meraviglino i nostri politici che il Circolo PD sia chiuso per mancanza di adesioni! A proposito, di quale Prato ha parlato il Segretario provinciale PD Bosi a Parma?

Il Sindaco di tutti e le “buone” scelte – quando si dice che al Circolo San Paolo non si fa più politica si dice il falso!

Il Sindaco di tutti e le “buone” scelte – quando si dice che al Circolo San Paolo non si fa più politica si dice il falso!Presidio sanitariocENA DEI POVERICircolo

Quando un Sindaco viene eletto, subito dopo il suo insediamento si affretta ad affermare che lo sarà “di tutti”. Se questa non è vuota retorica vuol dire che, di fronte a legittime richieste, il Sindaco si adopererà, riconoscendole come utili urgenti e necessarie, per realizzarle laddove siano di sua diretta competenza pur nelle modalità e nei giusti tempi amministrativi; allo stesso modo – se ci crede davvero – farà di tutto (anche battendo simbolicamente i pugni sui tavoli) perché altri cui competono quelle scelte si impegnino a prenderle seriamente in considerazione e si incarichino di realizzarle, semmai a loro volta chiedendo ed ottenendo la cooperazione dell’Amministrazione comunale. Il Sindaco può anche, per ragioni che attendono alle sue scelte legittime, abdicare a questo ruolo e questa funzione, rinunciando ovviamente ad essere il “garante” per tutti i suoi cittadini.

Il caso di Prato è significativo in tal senso.

Matteo Biffoni, Sindaco di tutti, può di certo rinunciare ad occuparsi delle richieste che sono venute ( e stanno continuando a venire ) dai cittadini di San Paolo in relazione al Distretto Sanitario, ma deve anche sapere che, rispondendo semplicemente che tali scelte non sono di sua comptenza, mette in evidenza lo stato di subalternità cui sottomette il territorio di fronte ad interessi – chiaramente “prevalenti” – che tendono ad acuire in modo esponenziale le differenze sociali. Si finisce per sospettare che vi siano, nella stessa amministrazione locale ed in quella regionale, ragioni che mirino a valorizzare l’iniziativa privata o ad essa assimilabile a scapito del pubblico; quel che poi è ancor più inaccettabile è questo scaricabarile ipocrita di responsabilità che perennemente rimanda il tempo delle scelte.

Trogloditi, forse sì, ma non di certo stupidi, i cittadini (femmine, e maschi, anziani e bambini) di San Paolo hanno tra l’altro una buona memoria!

Il Sindaco di tutti e le “buone” scelte – quando si dice che al Circolo San Paolo non si fa più politica si dice il falso!

Il Sindaco di tutti e le “buone” scelte – quando si dice che al Circolo San Paolo non si fa più politica si dice il falso!Presidio sanitariocENA DEI POVERICircolo

Quando un Sindaco viene eletto, subito dopo il suo insediamento si affretta ad affermare che lo sarà “di tutti”. Se questa non è vuota retorica vuol dire che, di fronte a legittime richieste, il Sindaco si adopererà, riconoscendole come utili urgenti e necessarie, per realizzarle laddove siano di sua diretta competenza pur nelle modalità e nei giusti tempi amministrativi; allo stesso modo – se ci crede davvero – farà di tutto (anche battendo simbolicamente i pugni sui tavoli) perché altri cui competono quelle scelte si impegnino a prenderle seriamente in considerazione e si incarichino di realizzarle, semmai a loro volta chiedendo ed ottenendo la cooperazione dell’Amministrazione comunale. Il Sindaco può anche, per ragioni che attendono alle sue scelte legittime, abdicare a questo ruolo e questa funzione, rinunciando ovviamente ad essere il “garante” per tutti i suoi cittadini.

Il caso di Prato è significativo in tal senso.

Matteo Biffoni, Sindaco di tutti, può di certo rinunciare ad occuparsi delle richieste che sono venute ( e stanno continuando a venire ) dai cittadini di San Paolo in relazione al Distretto Sanitario, ma deve anche sapere che, rispondendo semplicemente che tali scelte non sono di sua comptenza, mette in evidenza lo stato di subalternità cui sottomette il territorio di fronte ad interessi – chiaramente “prevalenti” – che tendono ad acuire in modo esponenziale le differenze sociali. Si finisce per sospettare che vi siano, nella stessa amministrazione locale ed in quella regionale, ragioni che mirino a valorizzare l’iniziativa privata o ad essa assimilabile a scapito del pubblico; quel che poi è ancor più inaccettabile è questo scaricabarile ipocrita di responsabilità che perennemente rimanda il tempo delle scelte.

Trogloditi, forse sì, ma non di certo stupidi, i cittadini (femmine, e maschi, anziani e bambini) di San Paolo hanno tra l’altro una buona memoria!

Proseguiamo a trattar di POLITICA, quella vera non quella da salotto borghese!

 

 

Proseguiamo a trattar di POLITICA, quella vera non quella da salotto borghese!

2487,0,1,0,256,292,644,1,0,36,51,0,0,100,0,1979,1968,2177,630061
2487,0,1,0,256,292,644,1,0,36,51,0,0,100,0,1979,1968,2177,630061

 

 

Le parole sono importanti, ma soltanto quando ad esse precedono o seguono fatti concreti; diversamente sono esercizi stilistici ed ipocriti.

Circa un anno fa i cittadini di San Paolo a Prato in Toscana si mobilitarono per opporsi “con dati di fatto ben circostanziati” alla chiusura del Distretto sanitario. Qui di seguito trovate un articolo di “Notizie di Prato” che ne parla:

 

Domani, lunedì 22 dicembre alle ore 21, al circolo di Borgonuovo (via L. Da Prato, 17), si terrà un’assemblea pubblica organizzata dal circolo PD di Borgonuovo – San Paolo per dire no alla chiusura del distretto socio-sanitario Ovest di via Clementi. 
All’assemblea parteciperanno l’assessore alla Sanità del Comune di Prato, Luigi Biancalani, il presidente della commissione alle Politiche Sociali Gabriele Alberti e un dirigente della Società della Salute.
“Sono oltre 17mila i cittadini che si appoggiano a questo distaccamento, un numero pari a quello degli abitanti di Montemurlo – spiega Dino Minervino, segretario del circolo PD di Borgonuovo – e sono circa 350 le persone, per lo più anziani con difficoltà a spostarsi, che ogni giorno accedono ai servizi di questo distretto socio-sanitario. Inoltre da San Paolo non esistono al momento collegamenti diretti né verso il centro Giovannini né verso gli altri distretti del territorio né addirittura verso l’ospedale Santo Stefano – aggiunge Minervino – Fino ad oggi ci era stato garantito che con il nuovo ospedale sarebbero stati potenziati i servizi intermedi sul territorio, ma questa decisione di chiudere il distretto di San Paolo va nella direzione opposta. Pertanto chiediamo alla Società della Salute quali sono al momento le alternative alla chiusura del distretto socio-sanitario di San Paolo, tenendo conto delle esigenze dei cittadini”.
“Siamo contenti dell’iniziativa che si svolgerà presso il Circolo di Borgonuovo – dice Umberto Valdambrini  a nome dell’associazione di promozione sociale San Paolo Viva – giacché una volta venuti a conoscenza della chiusura del distretto sanitario di via Clementi siamo stati i primi a sollecitare una risposta da parte delle Istituzioni e a promuovere una petizione per dare una risposta a tutti quei cittadini che usufruiscono dei molteplici servizi erogati dal distretto ovest e che avrebbero difficoltà a muoversi per raggiungere sedi più lontane. Abbiamo raccolto 1360 firme che sono già state depositate in consiglio comunale. Saremo senz’altro presenti all’assemblea pubblica a Borgonuovo e ascolteremo con interesse le spiegazioni e le soluzioni che ci verranno prospettate dai dirigenti Asl, dall’assessore Biancalani, e dal Presidente della V Commissione Gabriele Alberti ed invitiamo tutti i cittadini del quartiere e gli utenti del distretto Ovest a partecipare.”

 

Stamattina (sabato 16 gennaio 2016) alcuni cittadini di San Paolo, tra i quali Fernando Mascello, Fabrizio Bocchicchio e Livio Santini hanno tenuto una Conferenza stampa al Circolo ARCI di via Cilea 3 per denunciare lo stato di inerzia dell’Amministrazione comunale e dell’ASL, anche in relazione alle “promesse” fatte nel corso dei mesi passati. L’Amministrazione comunale attraverso il Sindaco Matteo Biffoni el’Assessore all’Urbanistica Valerio Barberis si era impegnata, laddove fossero stati reperiti spazi adeguati, a promuoverne la realizzazione. I cittadini di San Paolo hanno reperito alcuni spazi ed hanno presentato proposte “concrete” all’Amministrazione ma non hanno ancora ottenuto risposte. La Conferenza Stampa si è resa utile proprio per denunciare tutto questo all’opinione pubblica per far sì che chi ha le responsabilità di questa situazione se le assuma pienamente.

 

San Paolo è una realtà periferica della città di Prato, con una popolazione multietnica con bassissimo livello culturale. Prevalgono numericamente sempre più gli anziani con un reddito molto basso ed una presenza giovanile del tutto insoddisfatta sia per quel che riguarda il lavoro che per il tempo libero. A questa realtà aveva mostrato interesse anche Fabrizio Barca che si è poi eclissato. Era stato invitato da un Circolo del Partito Democratico molto battagliero che poteva vantarsi di puntare davvero al rinnovamento dei metodi e degli amministratori; ma il PD renziano ha preferito le “parole” ai “fatti”, lasciando spazio ai furbi ed alle consorterie che li sostengono.

Gli attivisti del Circolo ex PD (ora Aggregazione libera) conservano storicamente la stessa energia che aveva animato, prima che qualcun altro pensasse di utilizzarne “a proprio specifico vantaggio” tali dizioni, la “Palestra delle Idee” (mi riferisco concretamente a  quel “Partito palestra” di cui parlava Fabrizio Barca nei suoi “rivoluzionari” documenti) e continuano ad operare sul territorio per denunciare le ambiguità, le manchevolezze, le bugie, le contraddizioni ed in particolare gli interessi personali che, a volte “combinati” tra loro, mettono a dura prova la pazienza dei cittadini.

I tagli ai Servizi Sociali colpiscono i più deboli ed arricchiscono i più ricchi ed i più forti: forze politiche che si vantano di essere al servizio dei cittadini hanno l’occasione di poterlo fare. Mettere da parte i propri immediati interessi significa privilegiare gli interessi futuri: in una società impoverita sempre più con redditi bassi e pensioni da fame (e purtroppo questi finora sono termini concreti e non in discussione) o lo Stato Sociale trova una sua forte valorizzazione o è la stessa idea di Stato che salterebbe e con essa le “teste” di moltissimi tra coloro che oggi festeggiano la vittoria del “privato” sul “pubblico”.

Gil o dell’amore e passione (solo un avvio di racconto….)

Gil o dell’amore e passione (solo un avvio di racconto….)

 

 

Sognava un amore, Gilberto. Un amore vero, solido, corrisposto. Sorriso timido, rispettoso, guardingo, aveva molte qualità per amare ed essere riamato ma non aveva avuto esperienze; o meglio le avrebbe anche potuto avere ma non le aveva voluto cogliere in un rincorrere ed uno sfuggire tipicamente epico. Si sa, i tempi – a sentir narrare le imprese dei maschi sia colti che rozzamente incolti che aveva fin là praticato – andavano cambiando e Gil, come lo chiamavano per abbreviarne comodamente il nome i suoi amici, aveva rincorso ragazze che non ne volevano sapere ed era sfuggito alle insidie di altre che lo avrebbero scelto volentieri, e lo mostravano in diverse occasioni. Non era certamente tra quelli che si rinchiudono in casa lontano dai luoghi sociali, aveva partecipato alla costruzione di alcuni circoli culturali e li aveva animati con la sua forza naturalmente organizzatrice: era sin da ragazzino un punto di riferimento robusto per tanti altri, più grandi o più giovani non vi era differenza alcuna. Aveva da sempre scelto la pratica dell’”insieme” preferendola a quella della “solitudine” aristocratica ed in quei campi sentiva di poter essere vincente. Quell’attivismo frenetico gli aveva permesso di superare l’handicap del figlio unico compresso e represso dall’affetto materno, anche se dentro di sé avvertiva di tanto in tanto un sottile senso di colpa ogni qualvolta abbandonava i suoi non più giovani genitori per seguire le sue predilezioni naturali. Seguiva i corsi universitari di Lettere Moderne ed era appassionato cultore del cinema di Robbe Grillet, Godard e Resnais, preferendo questi autori di Avanguardia e ricerca a quelli più narrativi dello stesso periodo come Truffaut e Rohmer: il cinema francese era in quegli anni fucina preziosa per gli intellettuali di prima e dopo il Sessantotto……