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LE CIRCOSCRIZIONI A PRATO ED IL LAVORO DI COMPARTECIPAZIONE CHE CURAVANO (DA UN’ESPERIENZA DIRETTA) – UN NUOVO DOCUMENTO- PARTE 8

LE CIRCOSCRIZIONI A PRATO ED IL LAVORO DI COMPARTECIPAZIONE CHE CURAVANO (DA UN’ESPERIENZA DIRETTA) – UN NUOVO DOCUMENTO- PARTE 8

….vorrei ricordare che il documento è datato 5 ottobre 2004………..

8.

Abbiamo accennato al contatto con le due grandi Istituzioni culturali pubbliche cittadine; con il Teatro Stabile c’è un rapporto di ottimo livello: al Metastasio diamo collaborazione nel periodo della campagna abbonamenti sia con un front office in Circoscrizione sia con iniziative di promozione culturale sul Cartellone. Nel corso dell’anno poi di tanto in tanto ma sempre con una precisa programmazione prepariamo incontri con le compagnie, ospitandole in luoghi della Circoscrizione (di solito Scuole o Circoli), a volte offrendo ai nostri cittadini delle vere e proprie performances. Nel corso degli ultimi mesi, insieme alle altre Circoscrizioni, abbiamo avviato un percorso di primissimo livello culturale, che prevede un lavoro di ricognizione, seguito da un tutor, collegato al tema della memoria da farsi in cinque diverse realtà (ogni Circoscrizione dovrà cercarne una all’interno del proprio territorio) e poi la rielaborazione dei risultati operata da un esperto di scrittura teatrale e la messinscena finale realizzata con il contributo diretto dei cittadini protagonisti. Il tutto dovrebbe svolgersi in una biennalità suddivisa in parti uguali nelle due fasi prima descritte.
La nostra Circoscrizione, avendo svolto già un lavoro di ricognizione sulla interessantissima ed unica nel suo genere realtà del Cantiere, aveva avuto la possibilità di saltare il primo anno e diventare punto di riferimento delle altre Circoscrizioni per le modalità già attivate, preparandosi subito alla realizzazione finale. Il progetto ha ricevuto uno stop comprensibilissimo, connesso alle fasi pre elettorali che sono state, come tutti sanno, piuttosto lunghe e difficoltose. Nel corso di questi prossimi anni l’idea va ripresa soprattutto all’interno del Coordinamento delle Commissioni Cultura.

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Si è già svolto un incontro fra i Presidenti delle Commissioni Cultura e la neo-Presidente del Teatro Metastasio, durante il quale si è stabilito di continuare la collaborazione fornendo spazio per un front-office una volta alla settimana nel mese di ottobre per la vendita di biglietti ed abbonamenti e per informazioni generali sulle attività del Teatro; inoltre si è anche progettato un incontro pubblico con il Teatro Metastasio da svolgersi presumibilmente presso questa sede o in altro luogo della Circoscrizione, nel quale presentare in modo semispettacolare il Cartellone 2004\2005.

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Collegato al Metastasio è l’altro elemento importante nella cultura teatrale di cui la nostra Circoscrizione può andar fiera: il Teatro ed il complesso “Magnolfi”. La nostra Circoscrizione è chiamata a collaborare, con un ruolo prioritario, nella gestione culturale di questo spazio. Abbiamo già chiesto che le scuole, non solo (ma di certo “in primis”) quelle del nostro territorio, abbiano la possibilità di mettere in scena nello spazio teatrale del “Magnolfi” le loro realizzazioni teatrali e musicali. Altri spazi potranno essere fruiti temporaneamente da artisti vari, pensiamo soprattutto ai giovani; mentre soltanto con l’apertura di quello che comunemente viene chiamato il terzo lotto potremo pensare ad uno spazio all’aperto anche per la musica contemporanea. L’idea che lo spazio sia poi riservato anche alla Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” per stages e seminari, oppure ai grandi artisti internazionali qui di passaggio che vogliano progettare momenti di approfondimento culturale di grande rilevanza è assolutamente da appoggiare. Non possiamo pensare che la Cultura sia ripartita fra “bassa” ed “alta”: esiste solo una Cultura ed è quella che stimola, forma e per questi motivi diverte. Al di fuori di questa esiste l’intrattenimento ameno, che non ha altri obiettivi: occorrerebbe seguire semplicemente quell’invito che molto spesso i nostri genitori ci facevano e che, se fosse necessario, rivolgerei anch’io ai miei figli, che è quello di avere sempre come punto di riferimento per migliorare se stessi chi è più bravo, più intelligente, più capace.

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LE CIRCOSCRIZIONI A PRATO ED IL LAVORO DI COMPARTECIPAZIONE CHE CURAVANO (DA UN’ESPERIENZA DIRETTA) – UN NUOVO DOCUMENTO- PARTE 7

LE CIRCOSCRIZIONI A PRATO ED IL LAVORO DI COMPARTECIPAZIONE CHE CURAVANO (DA UN’ESPERIENZA DIRETTA) – UN NUOVO DOCUMENTO- PARTE 7

7.
Durante la legislatura 1999\2004 la sede della Circoscrizione è stata spostata dalla sede de La Querce in via Firenze ai “Lecci” in Viale De Gasperi. Collegato alla sede anagrafico – istituzionale è lo spazio che abbiamo voluto dedicare a “don Lorenzo Milani”. La scelta di intitolarlo al priore di Barbiana è da mettere in relazione proprio alla volontà di fare di quello spazio un luogo per la formazione delle giovani generazioni, possibilmente al di fuori dei soliti vincoli, sia burocratici che ideologici, e schematismi. Era ed è ancora una vera e propria sfida, difficile da realizzarsi, ma possibile umanamente con l’impegno di noi tutti, e soprattutto dei giovani amministratori che in questa legislatura si sono affacciati alla ribalta.

Alle giovani generazioni, nel complesso di questo termine, la Circoscrizione ha voluto dare molta attenzione: non è stato facile, anche perché la differenza generazionale fra noi e loro è notevole.
Importante in questa prossima legislatura, che per fortuna si prospetta meglio rispetto a quella precedente, è unire le forze giovanili presenti per costruire un progetto strategico che, partendo dalle magre risorse a nostra disposizione, ma puntando nel contempo ad utilizzare tutto quanto sia possibile a costo zero (si pensi a tutta l’esperienza di Officina Giovani, si pensi alla disponibilità di spazi cui la Circoscrizione può accedere), ponga le basi per una politica culturale a misura dei giovani. Molto importante è il confronto con realtà, come ad esempio quella del Centro “Michele Ventrone” a S.Giusto (circoscrizione Centro), dove le politiche giovanili hanno trovato, pur tra difficoltà e contrasti, terreno fertile per esprimersi.
Anche se in piccolo si potrebbe partire dalla sede civica istituzionale del Centro “don Milani” organizzando qualche iniziativa che punti ad aggregare con elementi di propositività in primo luogo i giovani che gravitano intorno a noi, quelli che abbiamo incontrato durante la campagna elettorale e che hanno dimostrato interesse ad operare su questo territorio.

Si potrebbe mettere in piedi un gruppo di lavoro “volontario” composto da consiglieri per proporre interventi culturali che puntino sui giovani.

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Post scriptum: Al termine della legislatura 2004-2009 la città ed alcune Circoscrizioni come quella Est passarono al Centrodestra e tra i primi atti decisero di cambiare l’intitolazione del Centro civico “don Milani”. Il Priore di Barbiana continuava ad essere scomodo. Fu un atto simbolico che è rimasto come onta ed offesa indelebile, segno distinto delle differenze non solo “ideologiche” ma soprattutto antropologiche ed etiche tra una Destra aggressiva ed una Sinistra accogliente.
Qualche tempo fa scrissi un post su questa vicenda. Ve lo ripropongo in coda

http://www.maddaluno.eu/?p=6149

QUANDO “sfrattarono” DON MILANI DALLA CIRCOSCRIZIONE EST DEL COMUNE DI PRATO (era il 2009)

Il post, nella sua forma variegata (un’introduzione, una lettera-invito, un Comunicato stampa, un’Agenzia ANSA), è un po’ lungo ma non me la sento di ridurlo o di spezzettarlo.

La nuova Amministrazione di Centrodestra, la prima nella Storia della città di Prato dopo la Liberazione, si era appena insediata e nella Circoscrizione Est, tradizionale serbatoio della Destra che per alcune legislature era stata strappata a quella parte, non si lasciarono scappare l’occasione di dare un “segnale” di cambiamento e si distinsero in un’operazione apparentemente paradossale ma che proseguiva di fatto la persecuzione verso il pensiero libero che era stata riservata già in vita al Priore di Barbiana.

Nel 2002 allorquando ero Presidente della Commissione Istruzione e Cultura in quella Circoscrizione un altro membro della Giunta, Luigi Palombo, ci propose di dedicare la Sala del Consiglio nella nuova sede de “I Lecci” a don Lorenzo Milani. Luigi, che ora purtroppo non è più con noi, aveva conosciuto il viceparroco di Calenzano in modo diretto essendo il fratello minore di don Ezio che era stato molto vicino a don Lorenzo ed aveva intrattenuto con lui un’intensa corrispondenza. La proposta fu accolta con grande entusiasmo.

Il comunicato invito è a mia firma ed è del Natale 2009 (25/12/2009).
A quel tempo insieme ad un gruppo di compagne e compagni che avevano operato su quel territorio avevo già contribuito in prima persona a costituire un’Associazione di Cultura e Politica Democratica, denominandola Dicearchia 2008.

Care amiche e cari amici

Buon Natale e felice anno nuovo!

Vi informo che l’Associazione Dicearchia 2008 insieme al Gruppo PD alla Circoscrizione Est del Comune di Prato organizzerà per venerdì 15 gennaio 2010 ore 21.00 presso il Circolo “I Risorti” a La Querce via Firenze 323 una

SERATA DON MILANI

nella quale parleremo del Prevosto di S.Donato (Calenzano) e Priore di Barbiana dopo la decisione presa con l’approvazione di una Mozione dalla maggioranza di Centrodestra della Circoscrizione Est di annullare l’intitolazione della Sala polivalente (Sala consiliare ed attigue) dedicata dalla precedente Amministrazione di Centrosinistra a don Lorenzo Milani dedicandola a don Luigi Sturzo.

Utilizzando Facebook abbiamo aperto un Gruppo “DON LORENZO MILANI vs. DON LUIGI STURZO – CONTRAPPOSIZIONE RIDICOLA” – Chi possiede un account Facebook può aderire ed inserire propri commenti.
Allo stesso tempo potete aderire all’evento SERATA DON MILANI.

Chi è interessata\o può considerarsi automaticamente invitata\o.

Rinnovo i miei AUGURI e vi allego alcuni documenti (un Comunicato Stampa del Gruppo PD in Circ.ne Est ed un dispaccio ANSA) in relazione all’oggetto.
Aggiungo che abbiamo richiesto l’adesione dei Gruppi PD in Comune ed in Provincia e siamo in attesa di una risposta (il Presidente del Consiglio Provinciale Maroso ha già data la sua disponibilità annunciando a voce che c’è certamente l’adesione del Gruppo).

1) ARTICOLO

“DON MILANI, ULTIMO COME I SUOI ULTIMI”
La propaganda come priorità del centro destra

Tra i vari problemi della Circoscrizione di Prato Est, esposti con varie interrogazioni e mozioni presentate dal gruppo del Partito Democratico, il centro destra ha scelto di dare la precedenza, per la discussione nel Consiglio Circoscrizionale del 9 dicembre, alle mozioni sui crocifissi nelle scuole e alla rimozione dell’intitolazione della Sala Polivalente della Circoscrizione stessa.

Non sembra che per le scuole sia priorità urgente discutere sulla presenza o meno dei crocifissi nelle aule: i tagli inferti così drasticamente alla pubblica istruzione da parte del ministro Gelmini stanno mettendo a dura prova la qualità della proposta educativa nei confronti degli alunni della scuola stessa.

Tuttavia si continua da parte del centrodestra locale, come di quello nazionale, a preferire le azioni di sola facciata e propaganda, come quello tenuto dall’assessore Milone a La Tenda di Mezzana il 10 dicembre sulla “razza cinese”, così come è stata definita da Tosoni, Presidente della Commissione Consiliare Sicurezza Urbana del Comune di Prato.

Per non essere da meno, visto che si hanno da sfruttare i numeri e si vogliono far vedere i muscoli di chi comanda, la maggioranza del centrodestra ha approvato di togliere l’intitolazione della Sala Polivalente della Circoscrizione Est a Don Milani e di intitolarla a Don Luigi Sturzo, relegando al primo una saletta attigua di minore importanza, quasi si volesse misurare l’importanza degli stessi in base alle dimensioni dei locali a loro intitolati.

Non ci ha guadagnato il nuovo intestatario, illustre personaggio storico, trascinato in una così inopportuna e squallida contrapposizione politica.
Non ci fa una bella figura la maggioranza che ha imposto questa scelta, ridimensionando Don Milani, la sua opera e la sua memoria. Proprio il grande Sacerdote, che ha operato a poca distanza dal territorio della Circoscrizione Est stessa, a S. Donato di Calenzano dove lavorò per una scuola di operai, è stato trattato da ultimo, come gli ultimi, di cui tanto si occupò nella scuola di Barbiana.

I consiglieri della maggioranza parlano di un affiancamento dei due grandi personaggi, di una titolazione ugualmente importante per Don Milani. Ma ci si chiede perchè non intitolare qualcosa di nuovo a Don Luigi Sturzo, anziché TOGLIERE, perché così è stato, qualcosa al prete di Barbiana? Questa soluzione era stata suggerita nell’ambito della discussione avvenuta in Consiglio di Circoscrizione, ma non è stata considerata possibile dall’attuale maggioranza.

La realtà è che l’intenzione di questa maggioranza di centrodestra pare essere più lo sfogo di una prova di forza che il dare risalto ad un personaggio storico illustre come Don Sturzo, di cui nessuno discute i meriti.

Prato, 17-12-2009
Gruppo dei Consiglieri del Partito Democratico
Consiglio Circoscrizionale Prato Est

Enrico Aiazzi, Giulia Ciampi, Giuseppe Francesco Gori, Carla Guerrini, Roberta Lombardi, Francesco Ricciarelli, Marco Sapia, Simone Tripodi

2) SALA DON MILANI ‘RIBATTEZZATA’ DON STURZO, POLEMICA A PRATO

(ANSA) – PRATO, 18 DIC – Le prossime riunioni del consiglio della circoscrizione est di Prato si svolgeranno nella sala don Luigi Sturzo e non più nella sala don Lorenzo Milani. Non un cambio di locale, ma un cambio di nome, voluto dalla nuova maggioranza di centrodestra con conseguente polemica con il centrosinistra, in minoranza. La sala infatti è sempre la stessa, solo che ora porta il nome del fondatore del Partito popolare mentre prima era intitolata al priore di Barbiana al quale adesso è stata dedicata la biblioteca circoscrizionale, finora mai ‘battezzata’. La decisione è stata presa a maggioranza nella riunione del consiglio di circoscrizione tenutasi nove giorni fa – nel corso del quale c’é stata anche una lunghissima discussione sulla presenza dei crocifissi nei luoghi pubblici – grazie a una mozione presentata da due consiglieri di maggioranza, Giulio Mencattini dell’Udc e Andrea Antonio Bonacchi del Pdl. Un cambio di nome che già campeggia negli atti di convocazione della circoscrizione, anche se nessuna targa è stata apposta alla sala: del resto non c’era neanche prima per don Milani. Il centrosinistra, che ‘battezzo” per primo la sala con il nome di don Milani, non ha però gradito. Già nel corso della riunione di nove giorni fa la giovane consigliera Giulia Ciampi (credente e del Pd) aveva posto l’accento sul fatto che “Sturzo e Milani avrebbero forse litigato sull’opportunità o meno di votare democristiano ma questi due uomini di grande levatura non si sarebbero mai sognati di litigarsi il nome di una sala, di una scuola o di una strada”. Insomma don Milani continua, a pochi chilometri dalla parrocchia di san Donato a Calenzano dove scrisse ‘Esperienze pastorali’, a far discutere. L’unica differenza è che, anziché a Barbiana, stavolta è stato mandato in biblioteca. (ANSA).

Joshua Madalon

DA GIOVANE: LA SENSIBILITÀ AMBIENTALISTA, STORICA E CULTURALE – OTTAVA PARTE – 4

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DA GIOVANE: LA SENSIBILITÀ AMBIENTALISTA, STORICA E CULTURALE – OTTAVA PARTE – 4

Il cinema ungherese è stato il protagonista assoluto dell’edizione di quest’anno alla Mostra di Pesaro. Chi ha avuto la possibilità di seguire le proiezioni sin dal primo giorno, sarà stato colpito favorevolmente da un’antologia di cortometraggi, “A piacere” di Zoltàn Huszàrik. Non lo conoscevamo questo autore e abbiamo saputo molto su di lui in quel di Pesaro. Disegnatore e pittore, membro fondatore dello Studio Béla Balàzs, aiuto regista e scenografo, Huszàrik è morto prematuramente l’anno scorso, lasciando diverse opere, alcuni cortometraggi e due lungometraggi, “Szindbàd” (1971) e “Csontvàry” (1979). I cinque cortometraggi presentati ci offrono un assaggio molto squisito della capacità del loro autore nel costruire “arte filmica”. Dice Huszàrik: “L’essenza del cinema…è “pictografia” scrittura con immagini. Questa scrittura non rinuncia alla verbalità, ma fa un uso economico dei dialoghi. La pictografia è ancora al livello della formazione dell’alfabeto”. A dire il vero, le immagini che appaiono susseguirsi sullo schermo, anche nella loro sequenza, non hanno bisogno di un commento verbale, si esprimono così come sono: è il loro ritmo, la durata, il movimento e la staticità naturale di cose, uomini ed animali, a rendere il senso voluto dal suo autore. Così “Elègia” (1965), con i suoi bei cavalli in libertà, simbolo dell’angoscia e della sofferenza di chi, amando e vivendo la vita liberamente, è destinato invece alla sconfitta del compromesso e della morte, in particolare quella civile, non ha bisogno di parole: è sufficiente il martellio incalzante degli strumenti e delle immagini a palesare, esprimere, trasmettere pensieri, anche astratti come questi. Stupendo, anche nel suo silenzio ovattato è “Capriccio” (1969), una fantasmagorica coreografia di pupazzi di neve e paesaggi, fotografati con rara ed elegante padronanza del mezzo da Jànos Tòth, un altro eccellente autore del cinema ungherese dei nostri giorni. Più sul tono documentaristico è invece il terzo, “Amerigo Tot” (1969), che è dedicato a un maestro scultore di origine ungherese, il quale viene ripreso nel pieno della sua attività a Roma, in via Margutta. E, dopo “Angelus” (1972), interessante e calligrafica prova di bravura sugli angeli, più estetizzante nel senso puro che pregno di significati reali, c’è il bellissimo “A piacere” (1974) che dà il titolo all’Antologia; è un film documentario sui pericoli che ha corso l’umanità e che incombono tuttora su di essa: la guerra, la morte, la perdita della libertà. Abbiamo parlato di questi cortometraggi e scriveremo fra poco anche di “Szindbàd”, perchè siamo abbastanza sicuri che il pubblico bellunese potrà vedere questo e quelli grazie all’impegno del Circolo di Cultura Cinematografica “La Grande Bouffe” che li presenterà quest’anno all’interno di un corposo ciclo sul cinema ungherese.
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Nota dell’autore: In un prossimo post riporterò la seconda parte dell’articolo datato 28 giugno 1982. Aggiungo tuttavia una nota intorno al Circolo “La Grande Bouffe” che fondai a Feltre insieme a Francesco Padovani. Molte furono le iniziative che proponemmo, anche se quella sul “Cinema ungherese” non fu realizzata a Feltre ma un paio di anni dopo a Prato dove ero arrivato in modo provvisorio alla fine del 1982 e stanziale dall’anno successivo. A Prato contribuii in modo diretto e corposo alla fondazione del Cinema “TERMINALE Movies” tra via Frascati e via Carbonaia. E fu lì che la vedova di Zoltàn Uszàrik ci inviò tutti i materiali filmici del coniuge per una personale che ebbe grande successo.

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DA GIOVANE: LA SENSIBILITÀ AMBIENTALISTA, STORICA E CULTURALE – OTTAVA PARTE – 3

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DA GIOVANE: LA SENSIBILITÀ AMBIENTALISTA, STORICA E CULTURALE – OTTAVA PARTE – 3

Così come annunciavo nel post di mercoledì 16 ottobre u.s. riprendo a postare alcuni miei articoli
Questo è la terza parte di una mia “comunicazione” relativa alla XVIII edizione della Mostra Internazionale del Cinema Nuovo di Pesaro che nel 1982 (dal 12 al 20 giugno) era dedicata al cinema jugoslavo ed a quello magiaro (ungherese).

…E questo è in fondo una grave colpa che i “compagni” addebitano a Tomislav: da tutto ciò nasce un aspro e duro conflitto che porterà il film alla sua conclusione, che per correttezza non vi anticipiamo. Il cinema jugoslavo con opere come questa si interroga ancora sul passato più recente della sua storia. Ma, come si è detto, non lo fa più con opere che esaltano uomini e princìpi; anzi ne mette in discussione a vari livelli l’incapacità di concepire un equilibrio fra impegno politico e vita sentimentale: infatti al compagno che lotta sul fronte sociale e politico sarebbe negata una corretta e giusta vita privata, in particolare poi con una partner di origini sociali “non rivoluzionarie”.
Vogliamo concludere questo primo intervento sulla Mostra di Pesaro nella parte dedicata al cinema jugoslavo (torneremo con altri interventi sulla sezione “magiara”) con una valutazione fortemente negativa suscitata in alcuni di noi dall’articolo che Sauro Borrelli ha firmato su “l’Unità” di lunedì 21 giugno (1982). Non ci trova per niente d’accordo e ci chiediamo se effettivamente abbia visto o meno i film di cui intende parlare o ha posto in atto la pratica del “quarto d’ora”, allontanandosi dalla sala alle prime difficoltà (non tutti i film decollano e si mantengono ad un livello di coinvolgimento attivo). In definitiva, e comunque, non ci pare serio fare critica cinematografica, andando in modo esclusivo a rilevare le brutture, le violenze e le attitudini animalesche che appaiono qua e là e che sono in fondo realistiche, in particolare nel cinema jugoslavo, tralasciando le sequenze che sarebbero giustamente da considerare più importanti: quei, pur sottili, fili di speranza che sono presenti e che animano, illuminano le parti conclusive di questi racconti cinematografici.

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In un numero successivo di AREA NORD in data 28 giugno ho pubblicato un nuovo articolo dedicato al cinema ungherese. Diversamente da quanto annunciato avvierò la riproposizione di quanto scrissi ad un nuovo post.

LE CIRCOSCRIZIONI A PRATO ED IL LAVORO DI COMPARTECIPAZIONE CHE CURAVANO (DA UN’ESPERIENZA DIRETTA) – UN NUOVO DOCUMENTO- PARTE 5

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LE CIRCOSCRIZIONI A PRATO ED IL LAVORO DI COMPARTECIPAZIONE CHE CURAVANO (DA UN’ESPERIENZA DIRETTA) – UN NUOVO DOCUMENTO- PARTE 5

5.

La Cultura

– introduzione –

In questo settore all’avvio della scorsa legislatura poco era stato realizzato: ci si era per lo più limitati a riempire i contenitori normali (il Natale e l’Estate) più qualche piccolo intervento (ad esempio il primo autarchico librettino “prezioso” sul Magnolfi).
Anche se a rilento (immaginate di essere voi, adesso, a dover presiedere questa Commissione e a dover prevedere delle scelte) sia per il fatto che era stato già programmato tutto fino ad ottobre sia per il fatto che, come ora (ma di certo un po’ meglio), c’erano scarsissime risorse a disposizione, cominciai ad orientarmi, tenendo ben presente sia il programma di Governo dell’Ulivo sia quello dell’Asinello, che avevo redatto personalmente per questa Circoscrizione.
Forte dei contatti, tanti, costruiti nel corso degli anni (dal 1982 ad allora) nell’attività politica e culturale a Prato ed in Toscana (sono stato nella Direzione nazionale dell’Unione Circoli Cinematografici dell’ARCI – UCCA, socio fondatore del Cinema “Terminale” e responsabile per alcuni anni prima nel PCI poi nel PDS e nei DS sia della Commissione Cultura sia di quella che si occupava di Formazione e, poi, membro della Commissione Cultura del Comune di Prato dal 1994 al 1998 e nel 1999 Presidente di essa; ho collaborato con la CGIL di Prato nel realizzare alcuni documentari – fra i quali quello su “Giovanna” – ed ho realizzato con diverse scuole medie superiori film e documentari) avviai immediatamente un contatto con le più importanti Istituzioni culturali pratesi – il “Pecci” ed il “Metastasio” – per chiederne ed offrir loro la massima collaborazione.
Fra i primi Consigli Circoscrizionali ne organizzai uno proprio sull’importanza della politica culturale svolgendolo in una delle sale del Centro “Pecci”.

– le realizzazioni –

Nei cinque anni che sono alle nostre spalle la Circoscrizione Est ha svolto un ruolo di capofila, essendo stato a noi affidato il Coordinamento dei Presidenti delle Commissioni Cultura delle cinque Circoscrizioni.

Va ricordato che nel novembre del 1998, sotto la spinta di molti amministratori attenti alle politiche del decentramento, soprattutto nell’ambito delle scelte culturali, si svolse a Villa Fiorelli un Convegno – Seminario dal titolo “La Cultura nelle Circoscrizioni: un’occasione per la città”.
Da quel convegno emerse, fra le altre cose, la necessità di creare un Coordinamento delle Commissioni Cultura il più ampio possibile. Il lavoro di Coordinamento non è stato facile, soprattutto per il fatto che non è contemplato ancora all’interno del regolamento per il Decentramento ed invece a nostro parere andrebbe addirittura allargato anche agli altri settori principali (Sociale, Urbanistica, Sport, Ambiente, Lavori pubblici).

Occorre dire tuttavia che, nel lavoro di Coordinamento, chi ha raccolto maggiori opportunità è stata proprio la nostra Circoscrizione, sia in qualche modo per il ruolo propositivo che abbiamo avuto e che ci è stato più volte riconosciuto, sia perché sul nostro territorio insiste il Centro per l’Arte Contemporanea “Luigi Pecci” dove alcune iniziative “comuni” si sono svolte. Si pensi al lavoro “straordinario” che le Circoscrizioni hanno svolto per la Festa della Toscana sin dal 30 novembre 2000, allorquando fu istituita per la prima volta: il programma di quella giornata si inserì come momento principale di conoscenza, per le scuole medie superiori e per la città, delle tematiche su cui la stessa scelta del 30 novembre era stata incardinata (l’abolizione della pena di morte voluta dal Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo, con la promulgazione, il 30 novembre del 1786, del nuovo Codice Criminale): ne è parziale testimonianza la Raccolta degli Atti del Convegno che si svolse al “Pecci”.
Da quell’anno il 30 novembre è rimasta una delle date fondamentali in cui le Circoscrizioni, ma soprattutto la nostra, preparano delle iniziative: quest’anno l’argomento, molto interessante come sempre, è “Bambini in guerra ed in pace”.

PACE E DIRITTI UMANI

Insieme agli altri Presidenti delle Commissioni Cultura stiamo già avviando un confronto con la Provincia su queste tematiche.

…5……

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Ritornare per conoscere e (ri)conoscere parte 6

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Ritornare per conoscere e (ri)conoscere parte 6

Le strade sono vuote…sarà il caldo e l’ora certamente non del tutto adatta a muoversi. Anche le case appaiono inanimate…solo di tanto in tanto si incontra qualche anima. Uscendo da uno di quegli androni che portano verso panorami inattesi anche se sperati incrociamo due giovani, una coppia che a tutta evidenza dovrebbe abitare proprio là, da dove noi usciamo. Apprezziamo la bellezza tralasciando tutto quello che di vetusto, anche se non trascurato, appare in modo diffuso.
Poco dopo incrociamo una strada che porta verso la Marina; non c’è traffico…crediamo insolitamente, immaginando il viavai dei giorni normali. Ancora un po’ d’ombra c’è sotto le file dei palazzi e si va in fila indiana fino all’incrocio principale della via che conduce al mitico Mercato di Pugliano, dove nel dopoguerra molti di noi riuscivamo a trovare i primi jeans americani oltre a tanti altri materiali di seconda mano. Resìna o Pugliano erano mete ambìte: trovavamo di tutto e gli stracci di Prato non li conoscevamo ancora o, meglio, nemmeno Prato li conosceva ancora.
Siamo entrati nel Parco archeologico brulicante di visitatori; un luogo anche gradevole, ordinato, ben diverso dal più gettonato Pompei. Là una grande confusione in una sorta di suk polveroso ricolmo di paccottiglie di cattivo gusto; qui un giardino amèno che prende il via subito dopo un ingresso austero in puro stile neoclassico. Prendiamo i biglietti e scendiamo verso l’ingresso vero e proprio dove troviamo spazi di inattesa eleganza e pulizia. Scendendo non abbiamo incrociato pseudo venditori di oggetti di scarso buon gusto; dentro c’è molta folla ma la qualità appare essere ben superiore di quella che, in altre occasioni abbiamo incrociato nella città principale. Pompei vive grazie ad una propaganda immeritata, ma costruita nel tempo lungo, un ruolo di primo piano, anche grazie alla complessità degli spazi. Ercolano è ben più concentrata e consente una migliore fruibilità al visitatore colto; Pompei la raffronto ad un moderno centro commerciale mentre Ercolano somiglia a quello che può essere oggi un “centro storico” di una città mediamente importante come può essere Prato, città che a tutta evidenza ben conosco.
Oltrepassiamo i tornelli e ci rechiamo in uno spazio chiuso con la speranza che sia ben fresco. C’è una mostra sulla storia di Ercolano con l’esposizione di pezzi rari e preziosi. “Splendori ad Ercolano” è infatti il titolo dove gli “……ori” risplendono dentro teche ben protette. Non c’è fila e noi entriamo, anche se poi dentro si sgomita per poterci affacciare su alcuni di quegli scrigni. Non è solo per il fresco che si gode, ci sono anche comode panchine per riposare le membra stanche, ma è tutto il contesto che ci rende raggianti e felici per avere fatto questa scelta, oggi che è il 15 agosto. Continuano ad entrare intanto frotte di visitatori che rendono più difficile la fruizione. Ci sediamo prima di riprendere il cammino sempre all’interno dell’exhibition ed ecco che appare una figura elegante e statuaria vestita con giacca e cravatta, fa un cenno ad alcune giovani la cui divisa ci fa capire essere provvisorie custodi degli spazi.

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…continua….

dove eravamo rimasti? – Ritornare per conoscere e (ri)conoscere

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…dove eravamo rimasti?……………………………………………….

Ritornare per conoscere e (ri)conoscere

L’ampia scelta del viaggiatore consapevole, quello che usa piedi e gambe ancora buoni a sostenere le menti, consente di poter variare in corso d’opera il percorso. E così Mary ed io in un Ferragosto bollente insieme ad una pletora di turisti, badanti ed accompagnatori vari – il 15 di agosto è un giovedì e, dunque, doppia festa – abbiamo deciso di visitare il Museo di Pietrarsa dedicato alla storia delle Ferrovie italiane, straordinariamente rappresentata da quella prima tratta che da Napoli portava a Portici inaugurata dai Borboni il 3 ottobre 1839, quel prototronco ferroviario costruito più per mera vanità dei regnanti che si spostavano da una reggia all’altra.
Internet ci aiuta con una delle sue applicazioni a controllare orari e costi. E quel che sorprende è proprio la voce di questi ultimi simile a quella di una corsa normale che dalla capitale flegrea porta alla Stazione di Piazza Garibaldi-Napoli centrale. Non ci importa molto dei costi che sono alla nostra portata ma scoprire che – tutto sommato – non avremo un aggravio ci incoraggia ad organizzarci.
Alla stazione faccio il biglietto sia per l’andata che per il ritorno. Per disabitudine ma forse anche per cultura chiedo all’edicolante di andare a Casarsa. E no, non siamo in Friuli ed il luogo si chiama Pietrarsa e non vi ha avuto dimora Pier Paolo Pasolini.
Siamo obbligati seguendo il consiglio dell’app inspiegabilmente poi a trasbordare a Mergellina: è strano perché il treno su cui dovremo salire proviene dalla stessa linea, parte da Campi Flegrei e transita fino a San Giovanni Barra. Per questo motivo non ci sarebbe niente di strano se il trasbordo avvenisse a Campi Flegrei, Piazza Leopardi, Mergellina, Piazza Amedeo, Montesanto, Piazza Cavour, Piazza Garibaldi, Gianturco o in estremo S. Giovanni Barra, dove termina la corsa: ma a quel punto si potrebbe scendere e salire sul treno che va verso Salerno o Sapri. Noi tra un dubbio e l’altro scendiamo a Campi Flegrei pensando che in questo modo non abbiamo problemi di trovare un posto comodo: il treno nasce proprio da qui.
Saliti a bordo in carrozze praticamente vuote Mary esprime tuttavia una sua perplessità: alla fin fine non le piace l’idea di visitare il Museo di Pietrarsa. Perchè mai non me lo ha detto prima? Ma tant’è. Il 15 agosto di quest’anno c’è anche una ulteriore possibilità da sperimentare, incoraggiata dalla gratuità. C’è tutto il complesso degli scavi di Ercolano ai quali oggi si accede senza pagare. Google Maps ci aiuta a capire come poterne approfIttare: in fondo possiamo visitare Pietrarsa e poi riprendere il treno: c’è soltanto una stazione dopo ed è quella di Portici Ercolano. Pietrarsa è già frazione del comune di Portici; ci vogliono meno di cinque minuti.
Arrivati a Piazza Garibaldi mentre i vagoni si riempiono di centinania di turisti finisce la parte sotterranea del tratto metropolitano che da Pozzuoli porta a Napoli centro. Nè Mary nè io siamo andati oltre in tanti anni di utilizzo del “metrò” e ci sorprende il panorama misto tra postmodernismo, archeologia industriale e degrado urbano. Passiamo a pochi metri dal quartiere Luzzati, sede delle vicende prodotte dalla penna fertile di Elena Ferrante. Dall’altro lato migliaia di container sovrapposti e accatastati come contemporanee artistiche installazioni disegnano un paesaggio che gareggia con lo skyline dei grattacieli del nuovo Centro Direzionale e la sagoma per niente rassicurante del Vesuvio. Strutture industriali vetuste e abbandonate sono inframezzate da boscaglie intricate vincenti mentre grovigli di strutture viarie mettono in evidenza l’incessante, malgrado il giorno di festa, lavorio umano. Il treno procede con paziente lentezza.

Ritornare per conoscere e (ri)conoscere parte 2

Poco prima di arrivare a Pietrarsa si decide di compiere un illecito: non scendere e proseguire in deroga al biglietto di viaggio. Una sola unica stazione, meno di un chilometro. Al controllore laddove fosse apparso possiamo dire che ci eravamo distratti guardando il paesaggio. In verità il treno sosta qualche minuto ed il conduttore è là a pochi metri da noi per far ripartire il convoglio. Partito il quale, Mary ed io ci alziamo per andare in un’altra carrozza contromano rispetto alla direzione del treno. La prossima fermata è quella di Portici Ercolano. Abbamo deciso di andare a visitare il complesso archeologico della città vesuviana. Ciascuno di noi c’è stato nei tempi passati ma ci fa piacere ritornarci e, poi, oggi 15 agosto l’ingresso è libero e ci sono nuovi ritrovamenti rispetto a prima e nuove exhibition da seguire e gustare.
Pietrarsa si allontana anche se la struttura del Museo composta di alti hangar che si protendono verso il mare rimane sempre a vista mentre il porto di Portici con alcuni pescherecci alla fonda per la giornata festiva si avvicina mentre pochi bagnanti sostano sugli scogli e sulle rene sottili e qualche barca da diporto va fuori o entra.
E come previsto pochissimi minuti, meno di cinque trascorrono ed il treno si ferma nuovamente e noi scendiamo in modo furtivo. Ad essere giusti, non abbiamo commesso un vero e proprio illecito, dato che al ritorno dovendo riprendere quel treno a quella stessa stazione ci toccherà acquistare un biglietto di viaggio molto più costoso: una sorta di multa morale, una forma di contrappasso minimo. Il viaggiatore “fai da te” ha indubbiamente questi limiti.
Ad Ercolano ci eravamo stati, sì, ma arrivandoci in auto più o meno direttamente: nella cittadina eravamo già venuti da giovani per acquistare vestiario usato in un mercato molto rinomato ben prima di quello “pratese” chiamato Pugliano e Resìna dove arrivavano balle di panni usati dagli States.
Non conosciamo però quel luogo, è del tutto nuovo per noi, appena usciti fuori dalla stazione. Una chiesina marina con delle brevi scalinate sulla sinistra, a destra invece un piccolo bar e pochi avventori. Mi rivolgo ad uno di questi, un signore che mi appare vispo e attento, e gi chiedo quale direzione prendere per arrivare agli scavi. Con uno sguardo pietoso ci fa comprendere preventivamente che la distanza da percorrere è abbastanza lunga; lo fa in contemporanea con un rapido consiglio ad un gruppetto di giovani che chiedono quale supermercato sia aperto: di Ferragosto in un paesetto della cinta vesuviana è abbastanza difficile trovarne. Indica in una direzione confusa ed icerta per tutti noi un negozio cinese, mentre il gruppo bofonchia parole in un dialetto volgare indistinto. A noi, invece, il signore riserva un trattamento diverso con gesti abbastanza chiari: salire verso una piazza, girare a destra. Procedere per circa un chilometro fino ad un semaforo; a quel punto svoltare a sinistra e trovarsi proprio all’ingresso del complesso archeologico. Di solito in questi casi dopo il primo consiglio ne sortisce un altro: una sorta di “passaggio a pagamento”, una forma di taxi abusivo: non sarebbe una vera e propria sorpresa. Ma non accade. E noi procediamo, sfruttando una linea d’ombra che ci aiuta a sopportare il caldo che già si fa sentire.

Ritornare per conoscere e (ri)conoscere parte 3

Il viaggiatore consapevole in possesso di buoni piedi e di vigile mente scopre molto più di quanti invece si affidano ad altri occhi, altri piedi, altri mezzi, altre menti. Su questo Blog ho costruito narrazioni, ad uso poco più che personale, basate sempre sulla conoscenza e la scoperta diretta. Anche nei viaggi da fermo, ospite temporaneo di mezzi pubblici o privati, ho raccontato degli incontri e delle “visioni” in cui mi è stata data l’occasione di imbattermi.

3.

La strada è in leggera salita. La carreggiata abbastanza ampia appare però ridotta a poco più di metà per le auto parcheggiate da ambo i sensi di marcia. Procediamo in modo previdentemente lento in fila indiana rispettosa io avanti Mary dietro. Sull’altro lato della strada un Parco giochi peraltro inaccessibile perché evidentemente chiuso; si intravedono le strutture dei giochi e quelle di un Giardino pubblico. Un cartello lo indica come Parco pubblico comunale o Parco della Reggia. E’ il 15 agosto.
Ma la “sorpresa” che ci incuriosisce di più è sulla nostra destra, laddove spunta una rientranza dimessa in modo non dissimile dai marciapiedi a tratti sconnessi con una cancellata semiaperta da indurre a chiedersi se sia possibile varcarla. Abbiamo notato di aver costeggiato un muretto sormontato da una inferriata oltre la quale si nota una vegetazione boschiva violentata da una presenza umana indiscreta e irrispettosa dell’ambiente. I commenti sono severi ma ci spingiamo a varcare l’ingresso percorrendo una via sterrata non adatta a piedi e gambe malferme. Siamo nel Bosco di Portici, il Boscoreale; non si pensava di visitarlo ma siamo all’inizio del viaggio, la curiosità è di gran lunga più forte della stanchezza che più in là potrebbe coglierci, e ci inoltriamo. Una indicazione suggerisce di andare verso una Prateria: non ne comprendiamo il senso, ma consapevoli del fatto che ci tocca percorrere un paio di chilometri chiediamo ad una ragazza che è a chiacchiera su una delle panchine intorno ad una peschiera secca se proseguendo in su si riesca ad arrivare ad un’uscita più vicina ad Ercolano. Ci dice di no, che c’è un’uscita dalla Reggia ma che è di sicuro chiusa e ci invita, però, ad andare verso la “Prateria” aggiungendo che ne vale la pena. I modi gentili della giovane donna e la nostra curiosità innata aiutano: arriviamo su un grande prato dove impunemente pascolano cani di stazza diversa in deroga alla prescrizione affissa al lato destro del varco tra le siepi che delimitano il luogo. Ecco dunque “la prateria” molto curata ed abbondantemente annaffiata di fresco. Procediamo verso il mezzo di essa: sugli sfondi a sinistra c’è il mare, a destra la struttura architettonica, discreta ed imponente allo stesso tempo, della Reggia.
Alcuni anziani siedono su panchine addossate al limitare dello spazio verde: converso con uno di loro. La Reggia è vuota, è stata saccheggiata degli arredi; c’è il rammarico dell’orgoglio tradito e lo sciovinismo tipico dei neoborbonici, osannanti il livello di civiltà di quei regnanti e del tempo che fu. C’è un attacco veemente al massone Garibaldi reo di aver consegnato il Regno delle due Sicilie ai Savoia.

Ritornare per conoscere e (ri)conoscere parte 4

Mary si infervora e argomenta sui limiti dei Borboni e sulla inconsistenza storica della loro potenza industriale ed economica pari o addirittura superiore ad altre contemporanee. Il signore cambia il tema e dopo aver chiesto di dove noi si sia, saputo che si viene dalla Toscana si dilunga in una storia romantica di cui era protagonista una sua zia, una di quelle storie che circolano e sono credibili perchè i percorsi del destino sono imperscrutabili e sorprendenti, una di quelle storie cui la narrativa letteraria rosa, o i fotoromanzi e la cinematografia ci ha fatto appassionare. Un amore a prima vista in un contesto borghese zeffirelliano.
Ritorniamo verso l’uscita insieme a lui che, abbandonando la parte apologetica e melò, si improvvisa guida. Ci descrive, contornate da una tipica aneddotica popolare, le vicende della Reggia dalla sua costruzione nella prima parte del Settecento fino ai giorni nostri, caratterizzati da un progressivo depauperamento. Si tratta di un abbandono storicamente decretato peraltro in primo luogo dal processo storico e contemporaneamente dalla scelta di privilegiare il sito omologo di Caserta, ispirato volutamente allo splendore di Versailles. Non ininfluente è stata certamente la vicinanza con le altre due sedi di Napoli ben più rappresentative della “grandeur” borbonica e ben più congeniali al potere aristocratico e baronale.
All’uscita il signore ci accompagna per un pezzo verso la parte più alta del corso che abbiamo percorso prima di entrare nel Bosco. Gli argomenti sono altri, molto più coinvolgenti dal punto di vista sociale ed antropologico. Il tema è quello dell’invasione degli extra e l’ispirazione è tuttavia un povero disgraziato forse più anziano di noi che parla tra sè e sè in un linguaggio locale incomprensibile che percorre quel tratto di strada chiedendo elemosina mentre sporco e lacero fuma un mezzo spinello. Extraterrestre comunitario autoctono. E’ in ogni caso un argomento che ricorre sempre più nel dibattito pubblico: è rivelatore della incapacità che le classi politiche governative hanno mostrato in campo sociale a favore di coloro che più hanno bisogno ed in quello dell’accoglienza dei migranti non economici. E si scopre che sempre più persone non sono in grado di accettare tali inadempienze: essenzialmente è una guerra tra poveri.
Poco più in su sempre sulla nostra sinistra un’insegna indica l’ingresso al Teatro comunale dedicato a i De Filippo. Deve essere uno spazio piccolo commisurato alla larghezza ed al luogo: ma molto spesso spazi piccoli riservano grandi sorprese e sono il trampolino di lancio di tante professionalità nell’ambito artistico.
Sulla sommità del corso c’è una Piazza con una rotatoria; di fronte una Chiesa, quella dell’Arciconfraternita del Ss.Sacramento a sinistra si ritorna, percorrendo la Strada statale 18 Tirrena Inferiore, verso Napoli. Noi dobbiamo procedere a destra su via Università. Salutiamo il nostro provvisorio amico e mantenendoci sulla linea d’ombra ormai molto più sottile ci avviamo. La strada è più stretta del Corso Umberto. Ma ci sembra più ampia perchè è ad una sola linea di marcia ed è dotata a tratti di dissuasori che consentono ai pedoni di essere protetti ed alle auto di non poter parcheggiare.

Ritornare per conoscere e (ri)conoscere parte 5

E’ il 15 agosto. Sono le 12.00 e forse anche per questo non c’è nè traffico pedonale nè traffico di auto. Le strutture abitative sono caratterizzate da un misto tra imponenza e degrado suddiviso in egual misura tra sedi nobili e abitazioni popolari: non mancano gli esempi di “bassi” abitati e di strutture che un tempo forse conobbero fasti di ori, di glorie e di Storia. E’ il 15 agosto e davanti a noi c’è una città che sembra morta, invecchiata.
Procediamo lentamente sia per il caldo sia perché da un lato e dall’altro si aprono varchi profondi: sulla sinistra verso la collina vulcanica ci si addentra in quartieri che ci invitano ad essere esplorati, sulla destra lo sguardo si allunga verso la marina. Per un primo tratto la schiera di abitazioni mostra antiche vestigia aristocratiche mescolate a popolari magioni: il nostro obiettivo essenziale è procedere verso gli scavi della città romana. Percorse poche decine di metri appare l’imponente struttura della Reggia: incredibile ma è attraversata dalla via dell’Università che entra ed esce dai portici laterali. E già “Portici”, siamo a Portici. Poco prima di arrivarci c’è una Chiesa dedicata a Sant’Antonio. C’è una piccola cappella votiva esterna; l’interno cui si accedde attraverso una breve scalinata non è particolarmente interessante. Ne usciamo ed approfittiamo di una fontanella per rinfrescarci e bere. Ci inoltriamo nel cortile interno percorso da qualche sparuta auto e ci dirigiamo verso l’ampia trittica cancellata inaccessibile oltre la quale però si intravede in fondo il mare. La direzione è comunque quella della “prateria” che abbiamo già percorso. La struttura ora sede dell’Università di Agraria merita un nostro ritorno; l’Orto Botanico subito dopo l’uscita dal cortile sembra aperto ma è un’illusione, visto che un signore, forse un custode, ci dice che riaprirà solo a fine agosto.
Si vanno accumulando uno dopo l’altro buoni motivi per ritornare, sempre “rigorosamente” a piedi, forse in giorni meno caldi. Non amiamo il turismo da “giapponesi”, preferiamo il turismo “fai da te” semmai con l’uso di qualche mezzo per spostarsi da un centro all’altro…ma poi occorre procedere lentamente, osservando tutti gli angoli nascosti e, avendo tempo e forze, perlustrarli. C’è sempre tanto da scoprire, c’è sempre tanto da imparare. Poco prima di superare il portico di uscita verso Ercolano c’è una targa che ricorda come in quel luogo il 19 giugno del 1758 fosse nato Raffaello Morghen, incisore sopraffino delle vestigia ercolanensi.
Di fronte all’ingresso dell’Orto botanico c’è villa Maltese, ben tenuta almeno nell’aspetto esterno. Un viaggiatore già consapevole come noi può assegnare un giudizio così positivo ben conoscendo lo stato di un pur austero degrado degli altri spazi. Alcuni di questi rimandano a suggestioni riferibili al famoso Palazzo dello Spagnolo al quartiere Sanità di Napoli con quella scala a doppi rampanti pur con un ridotto numero di fornìci.
Ad ogni modo in uno di questi casi non c’è alcuna limitazione e noi ci addentriamo fino in fondo superando l’arco della costruzione ed affacciandoci ad un non previsto “belvedere” da cui la vista spazia spingendosi verso lo skyline di Capri.

…continua….

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LE CIRCOSCRIZIONI a Prato ed il lavoro di compartecipazione che curavano (da un’esperienza diretta) – Un nuovo documento- seconda parte

LE CIRCOSCRIZIONI a Prato ed il lavoro di compartecipazione che curavano (da un’esperienza diretta) – Un nuovo documento- seconda parte

Proseguo a riportare il testo del documento la cui prima parte ho pubblicato lo scorso 2 settembre

CIRCOSCRIZIONE EST DEL COMUNE DI PRATO
Commissione Formazione e Cultura
MARTEDI 5 ottobre 2004

Centro Polivalente don Lorenzo Milani – ore 21.00

La Formazione

Il lavoro nel settore della Formazione è stato caratterizzato da un’essenziale continuità rispetto alla legislatura precedente (1994\1999), tranne che per qualche aspetto di cui ora si parlerà.

L’impegno della Circoscrizione nel settore della Scuola si è configurato fino a tre anni fa in un intervento diretto su alcuni progetti condivisi: la nostra struttura amministrativa seguiva passo passo (soprattutto dal punto di vista finanziario) i progetti approvati. In pratica si operava così: la Circoscrizione (il Comitato Esecutivo, la Commissione e poi il Consiglio) stabiliva in sede di Piano Programma i macro argomenti su cui far confluire l’intervento finanziario. Di norma, in tutti questi anni i macro argomenti sono stati: l’ambiente, la multicultura, la memoria, la musica, la lettura.

Da tre anni in qua, con l’avvento dell’autonomia scolastica (autonomia soprattutto finanziaria, anche se le risorse poi le dovevamo mettere anche noi), abbiamo modificato di poco la modalità di intervento, lasciando alle scuole tutta la parte amministrativa con esclusione del preventivo e del resoconto finale, anche se alla Circoscrizione interessa soltanto questo ultimo (infatti noi spesso abbiamo coperto solo parte dei progetti, laddove il preventivo particolarmente “sostanzioso” si riferiva a progetti che ritenevamo interessanti, lasciando alle scuole il compito di reperire altrove le rimanenti risorse necessarie).

In pratica funziona così: le diverse realtà scolastiche presenti sul nostro territorio (due Circoli Didattici, il secondo ed il settimo; una Scuola Media Statale, la “Pier Cironi”; due istituti Medi Superiori, il “Buzzi” ed il “Copernico”; alcune scuole private), attraverso dei referenti, a volte supportati dai Dirigenti Scolastici stessi, vengono invitati a presentare – di norma all’inizio dell’anno scolastico – i loro progetti riferiti in particolare agli obiettivi istituzionali sopra espressi.
Nel corso degli ultimi anni, considerando questo settore fra le priorità da mantenere intatte nel limite delle possibilità, la Circoscrizione ha fatto di tutto per confermare i budget assegnati alle diverse realtà scolastiche del territorio, senza distinguere fra pubbliche e private, anche se per la caratteristica e la mole dei progetti proposti e realizzati la maggior parte degli interventi finanziari è stata appannaggio delle scuole pubbliche.

Nel prossimo futuro speriamo di poter mantenere questo nostro impegno, anche se i segnali già da qualche anno non ci aiutano in tal senso.

La Circoscrizione inoltre segue con incontri periodici sia di tipo collegiale sia individuale il percorso degli interventi con incontri con i referenti e gli operatori interni ed esterni chiamati ad operare, fin quando, di norma nelle ultime settimane di scuola, non si perviene alla realizzazione del progetto con mostre dei lavori svolti, relazioni aperte anche al pubblico esterno, performance dei gruppi degli studenti coinvolti. Molto interessante è stata in questo anno 2004 tutta la serie di interventi formativi e culturali, in parte finanziati dalla Circoscrizione, che hanno visto coinvolto il VII Circolo ed in particolare la Scuola della Castellina, che è stata intitolata a Fabrizio De Andrè.

Un quadro sintetico degli interventi realizzati, quest’anno, con le scuole della Circoscrizione è a vostra disposizione. Da quest’anno, al posto dell’unico primo incontro collegiale ho avviato già dalla scorsa settimana incontri riservati con ciascuna delle Istituzioni scolastiche del nostro territorio (pubbliche e private) nelle loro sedi per programmare i futuri interventi, verosimilmente quelli da realizzare nel 2005.

…2…

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Considerazioni in “zona Cesarini” ed un appello

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Considerazioni in “zona Cesarini” ed un appello

Siamo a pochi minuti, circa un’ora dal termine delle votazioni sulla piattaforma Rousseau per approvare o meno la partecipazione del M5S al nuovo Governo. Anche tutti i peana che i social e le persone stanno elevando a sostegno della formazione del nuovo Esecutivo partono da un dato incontrovertibile ma semplicemente contingente: aver isolato la Lega e soprattutto il suo Capitano. “Contingente” e condivisibile, ma transeunte. I supporters del Partito Democratico di fede renziana assegnano al loro leader i meriti di aver voluto con forza l’apertura di questa collaborazione con i pentastellati, stendendo la spugna sulle fasi del dopo 4 marzo, allorquando non si è voluto (e protagonista assoluto era lo stesso Renzi) nemmeno avviare una prova di dialogo, anzi si sono lasciate portoni aperti alla cooperazione tra M5S e Lega, con tutto quel che ne è conseguito. Ad un cittadino malizioso potrà apparire che questo ravvedimento sia collegato in modo essenziale, più che ad una volontà di recuperare spazi di democrazia, al desiderio di mantenere ben strette le chiappe dei propri fedelissimi sugli scranni del Parlamento.
Ho già rilevato e ne esprimo conferma che sarebbe meglio andare non rapidamente ma nemmeno troppo lentamente al voto anticipato. Ovviamente allestendo nel contempo una coalizione che metta insieme tutta la Sinistra compresa quella parte del PD che ancora guarda con vera attenzione e sensibilità alle ragioni dei meno protetti.
E’ certamente un “sogno” e forse un’utopia, ma non c’è altra strada per sconfiggere davvero le posizioni retrive e volgari della Destra, violente e repressive delle libertà.

Joshua Madalon

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LE CIRCOSCRIZIONI a Prato ed il lavoro di compartecipazione che curavano (da un’esperienza diretta) – Un nuovo documento- prima parte

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LE CIRCOSCRIZIONI a Prato ed il lavoro di compartecipazione che curavano (da un’esperienza diretta) – Un nuovo documento- prima parte

Come avevo già scritto l’altro giorno, molti sono stati i documenti che attestano quanto fosse importante il lavoro nelle Circoscrizioni. Utilizzo materiale di prima mano – la mia. Il Blog ovviamente è aperto alla partecipazione di chi volesse ampliare tale documentazione.

Quello che segue è la conseguenza dell’intervento precedentemente pubblicato riferito ad un incontro di maggioranza di Centrosinistra nella Circoscrizione Est in apertura della legislatura 2004-2009. In questo caso relaziono ai membri della Commissione.

CIRCOSCRIZIONE EST DEL COMUNE DI PRATO
Commissione Formazione e Cultura
MARTEDI 5 ottobre 2004

Centro Polivalente don Lorenzo Milani – ore 21.00

Introduzione

Una delle prime frasi che un Presidente di una commissione dovrebbe rivolgere ai membri di essa è certamente: “Buon lavoro!”. Ancor di più, un augurio di buon lavoro, è importante per me che nei precedenti cinque anni ho avuto la fortuna di presiedere questa stessa Commissione e ritengo di aver ben lavorato insieme a tutti i membri sia di maggioranza che di opposizione, che in questo momento di ripresa dei lavori in una nuova legislatura ( e penso soprattutto a quelli che, per diversi motivi, hanno lasciato questo impegno ) voglio particolarmente ringraziare per la collaborazione anche critica che hanno fornito a questo territorio nell’arco degli ultimi cinque anni. Di quel gruppo qualcuno è ancora presente e potrà essere testimone del clima con il quale abbiamo operato pur nella diversità ideologica: è pur vero che il lavoro nelle Circoscrizioni ha una caratterizzazione tale da essere fortemente pragmatico ed operativo, e questo in particolare nel lavoro della nostra Commissione non ha mai comportato lacerazioni.

La nostra Commissione si occupa di due settori creativi, la Formazione e la Cultura, che consentono a tutti noi anche di esprimere le proprie caratteristiche peculiarità. Inoltre, proprio per il “turn over” che si è prodotto con queste nuove elezioni, vi è la possibilità di rinnovare il nostro impegno in questa Circoscrizione contando su nuove energie.

Ad essere precisi e schietti vorrei in primo luogo sottolineare il mio pieno convincimento che, pur essendo all’inizio di un nuovo periodo legislativo, in questo territorio per tutta una serie di interventi significativi realizzati, in particolare, nella scorsa legislatura, nei diversi settori di nostra competenza non si possa minimamente pensare che si parta dal cosiddetto “anno zero”.
Occorrerà dunque, nel ripartire, valutare, fra i diversi progetti, quel che ha funzionato pienamente, quello che bisognerà migliorare assieme a quello che necessariamente potrà essere accantonato definitivamente. Ad ogni modo, bisognerebbe riconoscere “in primis” la validità dell’intero impianto adottato nella scorsa legislatura, anche e soprattutto perché, nel costruire il programma di governo per questa legislatura, forte è stata la presenza della progettazione sia formativa che culturale. Il Programma al quale si fa riferimento, essendo anche il Programma della coalizione che ha vinto le elezioni, non potrà essere eluso, ma varrà la pena sostenerlo e con il contributo di tutti migliorarlo. Pensiamo, infatti, che anche l’opposizione non voglia lasciarsi sfuggire, nel proseguire il lavoro svolto nella passata legislatura, l’occasione di poter cooperare anche con i suoi spunti critici alla realizzazione di obiettivi che servono in particolare a tutti i cittadini del nostro territorio, a prescindere dalla loro collocazione politica.

Per quel che mi riguarda, nei settori della Formazione e della Cultura, ritengo opportuno aprire la più ampia riflessione sul lavoro già svolto perché è necessario che i consiglieri (eletti ed esterni) sappiano, e possano valutare il punto di partenza dal quale prendiamo le mosse per apportare adeguamenti e miglioramenti all’azione di governo amministrativo su questo territorio.

Ora affrontiamo in modo sintetico ma preciso quel che nei cinque anni (1999\2004) abbiamo realizzato nei settori della Formazione e della Cultura in questa Circoscrizione.

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Joshua Madalon