I CONTI NON TORNA(VA)NO parte 24
Proseguo con la pubblicazione di alcuni documenti relativi ai temi del “dimensionamento” degli Istituti scolastici superiori della città di Prato – in questo post c’è un Documento accluso ad un “Comunicato Stampa” inviato il 17 dicembre del 1998 quattro giorni prima della prevista seduta del Consiglio nella quale si sarebbe dovuto discutere su questo argomento
Nell’andare ad un
dimensionamento ottimale degli istituti scolastici della Provincia di Prato,
per quel che riguarda le scuole medie superiori, occorreva risolvere
prioritariamente il problema del Liceo “Copernico”, la cui attuale sede di Via
Costantini costa alla Provincia per il suo canone di affitto un miliardo e
duecento milioni l’anno.
E quel problema rimane
comunque politicamente, finanziariamente ed umanamente al primo punto nell’
agenda di noi tutti.
Al Liceo
“Copernico” è stata offerta la possibilità di trasferirsi in quel di Via
Reggiana, occupando l’attuale sede dell’ITG “Gramsci” e la nuova struttura del
Terzo Lotto.-
Il rifiuto da parte del “Copernico” di attuare tale
ipotesi si basa su un duplice aspetto: innanzitutto si esprime un concetto
aristocratico dell’istruzione secondo il quale i Licei dovrebbero essere nel
Centro Storico e gli Istituti Tecnici in periferia, a costituire il cosiddetto
“Polo Tecnico”; in secondo luogo la impossibilità di accettare la divisione in
due sedi che distano meno di 300 metri l’una dall’altra.
A questo punto, si badi bene, e solo a questo
punto, viene approntata una soluzione alternativa, che è poi più o meno
l’attuale, che prevede lo spostamento dell’ITG “Gramsci” nel Terzo Lotto, dove
a fronte di una necessità di 18 aule normali (per classi) e 15 speciali, troverà 26 aule normali, 4 leggermente più
piccole e 8 grandissimi spazi per Laboratori. L’ITC “Dagomari” dovrebbe spostarsi da
Viale Borgovalsugana 63 per collocarsi nei locali dell’ITG “Gramsci”, dove, a
fronte di un bisogno di 35 aule normali (per classi) e di 25 aule Speciali (per
Laboratori di vario tipo) si avrebbero a disposizione soltanto 31 aule normali
e 15 aule speciali, ivi compresa la ristrutturazione delle attuali 4 aule
disegno. Mancherebbero in ogni caso all’appello un’Aula Magna e lo spazio per
la Biblioteca. Si fa presente che,
mentre il “Gramsci” ha avuto nell’ultimo anno 452 iscritti, il “Dagomari” ne ha
avuti 887 (quasi il doppio): gli spazi vitali (uffici, aule docenti, magazzini)
, devono essere pensati anche in quest’ottica.
Risulta
evidente che quella sede è inadeguata per ospitare l’ITC “Dagomari”.
Al posto dell’ITC “Dagomari” dovrebbe essere
collocato il “Copernico”.
L’altra questione che si va evidenziando è
l’accorpamento “Classico Cicognini – Magistrale Rodari”. La polemica garbata ma
decisa del Preside Nannicini avrebbe bisogno di maggiore solidarietà: il
rischio di perdere i suoi prestigiosi connotati sono molto forti per il Classico
di Via Baldanzi. Forse anche in quella
direzione occorrerebbe maggiore coraggio e più forza nei confronti di chi
attualmente dirige la sede di Piazza del Collegio, che si va caratterizzando
per una certa insensibilità verso i problemi della città.
Comunicato stampa
Nella partita del dimensionamento, resa complessa da tutta una serie di
problematiche chiare ed altre poco chiare assume grande rilevanza la struttura
del Convitto “Cicognini” di Piazza del Collegio. Alcuni problemi infatti potrebbero essere
risolti se il Liceo Classico di Via Baldanzi fosse ospitato nella sede
storicamente prestigiosa dalla quale peraltro proviene.
A parer mio questo dovrebbe risolvere la questione, più volte
richiamata all’attenzione della città in questi ultimi giorni, del mantenimento
dell’identità da parte del Liceo Classico, anche se avvenisse l’accorpamento
amministrativo con il futuro Liceo Pedagogico (l’attuale “Rodari”).
Faccio un appello alla città, ai massimi dirigenti scolastici, alle
forze politiche, ai parlamentari, ed in particolare a chi attualmente dirige il
Convitto Nazionale “Cicognini” perché ascolti con attenzione i bisogni di
questa città, chiamata a risolvere in pochi giorni, in pochi mesi, problemi che
da anni erano urgenti e che ora sono divenuti urgentissimi.
E’ vero, gli attuali amministratori e dirigenti non ne
hanno colpa.
Grande tuttavia potrebbe essere la loro responsabilità, andando ad
operare delle scelte che in questa situazione comporterebbero comunque da qui a
qualche anno (già nella prossima legislatura) una nuova serie di problemi;
problemi non tanto diversi da quelli che oggi rendono difficoltoso il cammino
agli attuali amministratori e dirigenti, e danno alla città angustie e
preoccupazioni.
Prato, 17\12\1998 Giuseppe Maddaluno
Consigliere Comunale Gruppo Dem.
Sin.