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reloaded “EPIFANIE – Pasolini e Bach a Bergamo alta” di Giuseppe Maddaluno

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EPIFANIE – Pasolini e Bach a Bergamo alta” di Giuseppe Maddaluno

Una camera spartana; era quello che aveva trovato a due passi dal Centro storico di Bergamo bassa, in via Pignolo. La proprietaria, una signora sui sessanta, aveva richiesto l’ anticipo dell’affitto settimanale; non si fidava dei meridionali. Troppe fregature aveva avuto e non le bastava che Fulvio le fosse presentato da un pigionale d’annata, anche lui era meridionale! Una stanza spoglia con pochi mobili e nessuna possibilità nemmeno di utilizzare la cucina; per fortuna Fulvio conosceva molto bene uno dei suoi amici terroni che lavorava alle Ferrovie dello Stato e che, ancora celibe, utilizzava a pranzo ed a cena la Mensa del Dopolavoro Ferroviario. Così, introdotto come amico fraterno, Fulvio ne poteva utilizzare i servizi pagando come “esterno” un prezzo molto conveniente. A Bergamo c’era anche un altro suo amico, Fausto, che abitava in via Novelli. Lo aveva conosciuto durante il servizio militare, Fausto. Era un ragazzo molto attento alle trasformazioni sociali ed era politicamente impegnato senza appartenenza ad alcun Partito; un “cane sciolto” attento alle attività dei “centri sociali”. Gli telefonò ed andò anche a trovarlo una domenica mattina; lavorava in una fabbrica nell’hinterland milanese e tornava a casa solo il fine settimana. Sembrò sfuggente, un po’ vago e superficiale nei rapporti che mostrava, in contrasto con la serenità dei giorni della “naia”, freddino! Era la fine di ottobre del 1975; il cielo era limpido e si respirava una buona aria. Bergamo non era inquinata come Milano e le giornate, mattina e pomeriggio, erano libere per Fulvio, che aveva ricevuto una supplenza ad un corso serale all’Istituto Tecnico e Commerciale “Vittorio Emanuele II”. Il lavoro era impegnativo ed occorreva prepararsi in modo adeguato: gli “studenti”, tutti adulti, erano desiderosi di apprendere e spesso, essendo coetanei o più anziani, sapevano molto di più dei loro docenti; se non altro, possedevano loro competenze specifiche di cui non celavano le conoscenze. Di giorno, Fulvio studiava, prevalentemente la mattina e poi andava ad esplorare la città; al pomeriggio frequentava il cineclub “Giovanni XXIII” sul viale omonimo. Oppure andava in giro per le scuole del territorio per capire se vi fosse bisogno di lui al termine della supplenza; di solito, ci andava di mattina. E quel giorno nel quale si recò a Pontida, una Scuola Media, sceso dal treno lesse sulla locandina de “l’Unità” che era morto Pier Paolo Pasolini. Si precipitò ad acquistarla e divorò le pagine con rapidità. Che grande, bella persona era Pier Paolo Pasolini; odiato dalla Destra e rinnegato dalla Sinistra aveva messo a nudo le contraddizioni della società del suo tempo, rivelandone la metastasi in atto nella “mutazione antropologica”. Che grande perdita per il nostro Paese; la sua lucidità analitica aveva accompagnato alcuni dei giovani di allora nella conquista della consapevolezza che fosse necessario un profondo radicale cambiamento. Misteriosa quella sua avventura nella notte allo Scalo di Ostia, quel mattino occupò per intero la mente ed il cuore di Fulvio. Era il 3 novembre 1975; Pasolini era stato ucciso in circostanze di difficile lettura nella notte fra il 1° novembre, giorno dei Santi, ed il 2 novembre, Giorno dei Morti. Ed i commenti erano perfidi, irridenti la sua omosessualità che dava fastidio ai fascisti maschilisti ed ai perbenisti di Centro e di Sinistra. Fulvio, continuando a leggere le pagine del suo giornale preferito, fece ritorno a Bergamo subito dopo essere stato informato che una supplenza ci sarebbe stata dalla settimana seguente ed aver lasciato il suo recapito domiciliare provvisorio. Quel pomeriggio al cineclub proiettavano “I tulipani di Harleem” un film di Franco Brusati, regista di culto in quegli anni. Vi si recò e si innamorò, di Carole André (la Lady Marianna di “Sandokan” televisivo, per intenderci).
Con gli studenti quella sera poi avviò a trattare la difficile fase delle “Guerre di successione”; alcuni però vollero sapere di Pier Paolo Pasolini e così fu che si avviò una discussione fra chi lo etichettava come un immorale frocio e chi lo riconosceva come poeta assoluto. Fulvio parlò della sua spietata lucida analisi della società condotta su quotidiani come “Il Corriere della Sera” e “Il Tempo” e sul settimanale “Il Mondo” e su riviste vicine al Partito Comunista come “Vie Nuove” e “Rinascita”. Ne sottolineò gli aspetti analitici e critici ed in particolare toccò il tema del “genocidio culturale” e della metamorfosi antropologica in atto. Parlò del suo cinema ed in modo attento alle prime prove, “Accattone” e “Mamma Roma”, che senza alcun dubbio erano collegabili ai romanzi più famosi come “Una vita violenta” e “Ragazzi di vita”. Accadeva così, nel corso serale: erano gli studenti, quelli più attenti (qualcuno sonnecchiava), a proporre la linea della serata. E Fulvio si adattava.
Era un novembre climaticamente accettabile e Fulvio ne aveva utilizzati alcuni fine settimana, quando le scuole erano chiuse, per visitare altre parti di Bergamo. Bergamo alta (la città antica medievale romanica) è un piccolo gioiello inatteso per chi viaggia soltanto nella “bassa”, dove si sono invece sviluppate le caratteristiche moderne economiche ed industriali. Vi si accede attraverso un servizio di funicolare (a piedi è molto più faticoso arrivarci) e la percezione storica del mondo bergamasco cambia totalmente. Quel 4 novembre di festa Fulvio prese la Funicolare e attraverso stradine strette giunse nella splendida Piazza Vecchia, un vero e proprio capolavoro nel suo insieme. Vi fu girato “Il cavaliere del sogno” film dedicato alla vita di un grande bergamasco, Donizetti. Vi si trovano tutti insieme il Palazzo del Podestà, il Palazzo della Ragione e la Torre medievale del Comune. Andando avanti si trovano poi la Cappella Colleoni che celebra altro illustre figlio bergamasco, il Duomo romanico e la Basilica di Santa Maria Maggiore. Fulvio notò affisse delle locandine in alcuni dei locali che annunciavano per la sera del 4 novembre un grande Concerto all’interno del Duomo. Un’ orchestra tedesca con un Coro internazionale avrebbe proposto la “Passione secondo Matteo” di Bach. Non poteva mancare. Fulvio risalì di nuovo a Bergamo alta quella sera; non aveva mai sentito la “Passione” per intero ma ne aveva ascoltato brani proprio nei film di Pasolini e gli sembrò un “segno” straordinario quella concomitanza di eventi. Il Duomo alle sei e mezza di quel pomeriggio era gremito all’inverosimile; vi erano delle transenne che limitavano il passaggio fra il pubblico “comune” e le autorità cui era stata riservata la parte più ravvicinata all’orchestra su comode poltrone. Su una di queste vi era anche il Vescovo, figura possente per altezza e larghezza. Fulvio non si scoraggiò e superando il varco si posizionò in forma asiatica intrecciando le gambe. Non vi era alcun servizio d’ordine e l’esempio fu seguito da altri giovani, incoraggiando anche qualche meno giovane a fare la stessa scelta.
Alle sette in punto di quel pomeriggio gli orchestrali, circa 25 elementi, fecero il loro ingresso davanti al pubblico, sistemarono i loro spartiti sui leggii ed avviarono la loro azione per provare gli accordi. Dopo circa cinque minuti entrò il Coro formato da circa 20 elementi maschili e femminili e poi entrarono e si posero a sedere davanti ai lati dell’Orchestra tre donne e tre uomini (2 soprani, 1 contralto, 1 tenore e due bassi). Subito dopo, accompagnato dagli applausi del pubblico, fece il suo ingresso il Direttore e dopo due inchini al pubblico ed agli orchestrali che furono invitati ad alzarsi, salì sul suo podio e dopo aver impartito alcune indicazioni avviò il Concerto. L’avvio, musicale e corale, è immediatamente solenne e Fulvio, colpito da un brivido di emozione e di piacere, venne trasportato su una “nuvola” lieve ed eterea; voci angeliche pietose accompagnano l’Uomo con la sua Croce verso il suo estremo sacrificio. A tanta ieraticità non resse la stanchezza del Vescovo che scrollava la testa sonnacchioso. Al Corale ampio n.10 (“Son io che dovrei espiare Legato mani e piedi Dannato all’inferno Gli insulti e le catene E i tuoi patimenti Tutto ha meritato l’anima mia”) l’Alto prelato crollò in un sonno profondo ed in esso permase cullato dal Corale n.15 e da quello più tranquillo del n.17. A nulla servì il Tenore ed il Coro dell’Aria n.20 né la Corale n.20 che mantennero invece Fulvio ad un’altezza costante sulla sua “nuvola”, dalla quale fu costretto a scendere dopo il Corale conclusivo della prima parte, causa breve intervallo. Anche il Vescovo si scosse, disturbato da un addetto che gli chiese se aveva bisogno di bere qualcosa. Il concerto riprese e nulla cambiò: il vescovo riprese anch’egli il suo sonnellino e Fulvio il suo viaggio estatico. Non aveva mai sentito nulla di simile nei suoi giovani anni; il mondo gli sembrò più accettabile e comprese anche quanto la morte di Pasolini avesse proiettato quel grande nell’eternità, accomunandola a quella del Cristo. Quella sera uscì dal Duomo sorretto da due angeli che lo mantenevano al di sopra di tutte le altre persone accompagnato dalle note della “Passione” e dai suoi cantori.
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Mamma! mamma! mamma! sto a mmorì de’ freddo!

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INVITO a partecipare – PASOLINI 40 – poesie ed evento scenico MARTEDI’ 3 NOVEMBRE ORE 21.00 Circolo “Matteotti” via Verdi 30 Prato

INVITO

PASOLINI 40 – poesie ed evento scenico incentrato sulle poesie dedicate a Pasolini e sulle sue opere
MARTEDI’ 3 NOVEMBRE ORE 21.00 Circolo “Matteotti” via Verdi 30 Prato

Immagini e protagonisti (solo alcuni tra quelli di cui ho trovato immagini sono in fotografia)

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Antonello Nave – regista

 

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Benedetta Tosi – attrice e cantante

 

 

 

 

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Roberto Caccamo – attore

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Francesca Vannucci – cantante insieme a da sin. Giuseppe Maddaluno – Giancarlo Rossi musicista – Antonio Lombardi – musicista e cantante – Maria Chiara Carotenuto attrice – Gennaro Raggio musicista e cantante – Vincenzo Santaniello musicista – Anita Scianò attrice

 

 

 

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Eugenio Nocciolini – attore

 

 

 

 

 

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I musicisti Giancarlo Rossi, Antonio Lombardi, Gennaro Raggio e Vincenzo Santaniello

 

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Roberto Caccamo – Giancarlo Rossi – Giulia Risaliti e Antonio Lombardi

 

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Matilde Michelozzi – violoncellista e new entry nel Gruppo

 

SIETE TUTTE\I INVITATE\I

PASOLINI 40 – SILLOGE POETICA – UN PRATESE – un quasi pratese GIEMME ed un GRANDE NON PRATESE – VALERIO MAGRELLI – MARTEDì 3 NOVEMBRE CIRCOLO MATTEOTTI VIA VERDI 30 ore 21.00

PASOLINI 40 – SILLOGE POETICA – UN PRATESE – un quasi pratese GIEMME ed un GRANDE NON PRATESE – VALERIO MAGRELLI – MARTEDì 3 NOVEMBRE CIRCOLO MATTEOTTI VIA VERDI 30 ore 21.00

PASOLINI 40 – silloge poetica
Ho accennato alla “pattuglia” pratese ed ho parlato delle donne poete “pratesi”. Mancava “il” poeta. Eccolo: è Attilio Maltinti, conosciuto da me soprattutto per la sua passione “vera” verso la Cultura e l’Arte contemporanea.
Lo inserisco in un picciol gruppo di “poeti”, insieme allo sconosciuto “Giemme” ed al più noto, a livello nazionale e non solo, Valerio Magrelli, che ha consentito che noi pubblicassimo in questa silloge una poesia da “Didascalie per la lettura di un giornale” Einaudi 1999

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ATTILIO MALTINTI

Autore di testi di lettura per ragazzi. Ha collaborato con la rivista “LiBeR” (edita Regione Toscana per Biblioteca Pubblica di Campi B). Caporedattore della “Rivista APARTE” su cui scrive articoli di riflessione critica su opere e artisti contemporanei. Segue la propria passione artistica e letteraria specie se collegata alla cognizione ed espressione della condizione umana. Ne accoglie i linguaggi con cui è possibile raffigurarla e amarla. (anche nelle loro multiformi sfaccettature sperimentali).
Nel sociale opera nel volontariato (carcere, scuola per migranti), e, attraverso associazioni che ha fondato, si attiva nella diffusione dell’impegno civile e nella sensibilizzazione a stimoli culturali, a produzione di esperienze, idee, consapevolezze.
Ha insegnato filosofia nei licei, prendendola come campo di azione per la produzione di senso, di ricerca, di indagine critica in relazione all’essere , al vivere con gli altri e col mondo , tenendo come compagne di strada, ove possibile, felicità e bellezza; e nella misura in cui uno ci riesce, umiltà e amore.

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VALERIO MAGRELLI
Laureato in Filosofia all’Università di Roma, insegna Lingua e letteratura francese all’Università di Cassino. È autore di molte traduzioni di autori francesi come Mallarmé, Valéry, Jarry, Char, Ponge. Socio fondatore del Sindacato italiano autori letterari. Il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro gli conferì il Premio nazionale per la traduzione (1996) e il Presidente Carlo Azeglio Ciampi lo nominò Cavaliere ufficiale (2005). Ha vinto il Premio opera italiana 2013 con Geologia di un padre. Collabora con il quotidiano La Repubblica. È sposato con un’avvocato, ha due figli.

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GIEMME
… CHE DIRE? ….

PASOLINI 40 silloge poetica ed evento scenico – PRATO al CIRCOLO MATTEOTTI in via Verdi 30 – martedì 3 novembre ore 21.00 – INVITO

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PASOLINI 40 silloge poetica ed evento scenico – PRATO al CIRCOLO MATTEOTTI in via Verdi 30 – martedì 3 novembre ore 21.00 – INVITO

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COMUNICATO STAMPA

Le Associazioni DICEARCHIA2008 – ALTROTEATRO – CIRCOLO MATTEOTTI – ADSP CIRCOLO DELLE IDEE – LABORATORIO DI VIA DEL CITTADINO – SUCCEDE A PRATO –ZAPPA! – LEFTLAB – VIAGGI E SCOPERTE
Vi invitano ad intervenire alla Conferenza Stampa indetta per il giorno 31 ottobre alle ore 11.00 presso il Circolo “Matteotti” in via Verdi 30 a Prato
Vi ringraziamo anticipatamente per il rilievo che vorrete assegnare alle nostre iniziative
p. le Ass.ni
prof. Giuseppe Maddaluno

Il libro verrà presentato a Prato la sera – ore 21.00 – del 3 novembre presso il Circolo “Matteotti” in via Verdi 30 e verrà accompagnato anche da un evento teatrale a cura sempre di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave.

E’ UN’INIZIATIVA DI
DICEARCHIA2008 – ALTROTEATRO – CIRCOLO MATTEOTTI – ADSP CIRCOLO DELLE IDEE – LABORATORIO DI VIA DEL CITTADINO – SUCCEDE A PRATO –ZAPPA! – LEFTLAB – VIAGGI E SCOPERTE

“PASOLINI 40 … il dialogo non finisce … versi di-versi” è una silloge poetica voluta da Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave, due intellettuali ed operatori culturali attivi nell’area fiorentina-pratese da circa venti (per Antonello) trenta-quaranta (per Giuseppe). Entrambi già dieci anni fa furono protagonisti a vario titolo e livello di un Programma dedicato al ricordo di Pier Paolo Pasolini sul territorio pratese.
Quest’anno Maddaluno e Nave hanno voluto far tesoro degli incontri “culturali” che negli ultimi mesi li hanno visti cooperare in modo assiduo e propositivo. E li hanno raccolti in un libretto di 64 pagine autoprodotte (il libro sarà distribuito in cambio solo del rimborso come contributo delle spese vive). Giuseppe Maddaluno ha portato le sue esperienze costruite a partire dalla sua collaborazione con l’Associazione “Il diario del viaggiatore” di Angela Schiavone soprattutto in relazione al “Festival della Letteratura nei Campi Flegrei – Premio Michele Sovente”. Antonello Nave, presidente di Altroteatro, ha contribuito con il suo bagaglio culturale acquisito nel corso degli anni in giro per l’Italia.
Nel libro sono contributi anche di grandi personalità del mondo letterario poetico, come Valerio Magrelli e Michael Schmidt, ma anche figure giovani già ormai accreditate come Chiara De Luca, Melania Petriello e Gilda Policastro. Forte è la presenza del Mezzogiorno, a partire da quella di Gaetano Calabrese, il poeta errante dell’Irpinia; molte voci derivano dal Festival della Paesologia di Aliano diretto da Franco Arminio (Eliana Petrizzi, artista che, oltre ai suoi versi, ha donato al libro la riproduzione in copertina di una sua opera; Mariapina Salzarulo, che operando nell’area parigina ha scritto dei versi in francese; Claudia Fofi che si definisce “ostetrica della voce” che utilizza per esprimere le sue emozioni e la sua creatività); altre provengono dall’area partenopea flegrea: Cinzia Caputo, Mimmo Grasso, Matilde Iaccarino, Marcella Raiola, Angela Schiavone, Stefania Tarantino; altre ancora dall’area irpino-sannita (Monia Gaita, Antonietta Gnerre) o da quella abbruzzese (Ida Di Ianni e Maria Santucci). Da Roma, Brigidina Gentile; da Brescia, Marianna Cavalli; e poi c’è Silvia Bertaggia, che dice di essere “in alto, a sinistra” abitando “dentro i cieli alti di Bretagna” a Rennes; da Novara, Aldo Ferraris; da Prato, Attilio Maltinti, Anna Pandico, Chiara Recchia e Stefania Zampiga.

Il libro verrà presentato a Prato la sera – ore 21.00 – del 3 novembre presso il Circolo “Matteotti” in via Verdi 30 e verrà accompagnato anche da un evento teatrale a cura sempre di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave.

PASOLINI 40 – silloge poetica – il contributo di GAETANO CALABRESE – poeta errante dell’Irpinia

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GAETANO CALABRESE – poeta errante dell’Irpinia è una delle figure più straordinarie presenti non solo in questa minima silloge ma in tutto il nostro Paese – poeta vero, costantemente vero e naturale si impone con la sua creatività linguistica privilegiando la forma dialettale ma non escludendo mai la lingua nazionale, capace anche di improvvisare senza che ciò appaia improvvisato. Ci siamo conosciuti soltanto telefonicamente ma ne ho ricevuto e ne ricevo un arricchimento inenarrabile per persone come me che hanno bisogno di scrivere e rileggere per poter poi esternare. Pubblica quasi sempre in modo autonomo affidando i suoi versi a fogli volanti, che chiama “plaquettes”, arricchiti con disegni personali, che distribuisce in luoghi pubblici o in piazze.
Vive a Lioni in provincia di Avellino.

Mi ha scritto una lettera autografa che è la dimostrazione piena di un’autentica amicizia che non è possibile trascurare e che va in maniera assoluta ricambiata. Dopo poche linee del suo curriculum, difficilmente sintetizzabile una prova della sua efficace poetica.

per AUTOS EDIZIONI:
_ “NUVOLE LONTANE”- RACCONTI – (2002),
donato alla Lega Nazionale per la Lotta Contro i
Tumori, Sezione di Avellino;
_ “LO SCRITTORE, IL RACCONTO, IL ROMANZO –
APPUNTI PER RIFLETTERE-” (2003) un saggio che
tratta dei problemi dell’editoria in Italia, della
dinamica narrativa, della critica letteraria contemporanea,
con un’originalissima riflessione su “CHI È IL
POETA”;
_ “41 FOGLI SPARSI – RACCOLTA DI SCRITTI VARI”-
(2004) spaziando dalla poesia, al racconto, alla relazione letteraria.
È Autore / Editore.
Scrive in lingua e in dialetto. È noto come “IL POETA ERRANTE DELL’IRPINIA” in quanto dona in rassegne ed incontri suoi versi (spesso inediti) in fogli ‘recto/verso’ o ‘libriccini’, ma sempre autografati e illustrati.
Alcune sue poesie e racconti sono stati e vengono antologizzati in riviste letterarie ed estranee pubblicazioni.
Collabora a varie associazioni culturali.
Partecipa come relatore ad eventi letterari e come ‘performer’ a ‘readings’ di poesia nazionali, ma, per pigrizia, non partecipa ai premi letterari.
È un cultore del dialetto lionese.

HA IN PROSSIMA PUBBLICAZIONE DUE LIBRI: RACCONTI E POESIA.

I POETI DA RE PARTI MIE… *-*
Li poeti da re parti mie fanno
tanta fatìe e po’ ogni gghiuorno
girano attuorno a tanti “pecché”
senza paura d’ogni “ma” e de “se”.
Co’ lo penziero scarcegddano ogni
cosa a cunto e raggione e fanno
‘na canzone iusto ‘n funn’a lo core
ca pòte parla’ pe’ anni, misi e ore.
Lassano a gdd’urdeme pedate ‘mpegni
pe’ filastrocche ‘mprovisate, pazzìe,
a vote cuntarielli o pazzielle
‘mbirloccate, meschkate a mattammuoglio
ma bbone pe’ capi’ ogni ‘ngrauoglio.
Artetecusi come so’, mò, senza
paura, afferrano Capocifero
pe’ re corna e lo mmoccano ‘n terra
fino a quanno no’ loro torna la verità
chiara e stesa, accossì no’ rest’appesa
la ‘ngiustizia umana: sempe lontana.
Cchiù d’àuti sanno ca la bucìa
resiste poco e sulo a la scurìa,
e prèano re stelle e la luna
de no’ li fa’ ave’ fortuna manco
pe’ ’na nottata, accossì, a l’assuta
de lo sole, ponno ‘ngnova’ co’ toste
parole chi ogni male volesse
accova’ pe’ farla franca qua e gddà.
Li poeti da re parti mie, puro
si ‘ndossecati de malinconie,
non se lèvano coppole o cappiegddi
nì pe’ oro, nì pe’ cavatiegddi,
e, quanno pare ca perdono tiempo,
vann’appriess’a re lape come viento
a trova’ tr’adduri li meglio fiuri
pe’ fa’ e da’ tanto mèle colato
e ‘n’arcobaleno capovotato
a l’anime ‘nnocenti e ‘ncantano
la mente de li gruossi facènnoli
criaturi: pe’ natura sicuri.
Li poeti da re parti mie sanno
buono totte re litanie de certi
soprastanti malenati, pe’ quesso
so’ nemici giurati de quigddi ca,
chiamannoli “spostati”, *l’oléssero
tutti ‘nfanfalùti, anzi ‘nfatuàti,
pecché, accossì, loro – come mastri
d’ogni festa – ponno meglio arrobba’
a mano lesta: suonni, umanità,
vita, convinti de chiude partita
‘n terra e ‘n cielo, addò però non se
pòte mette ‘no velo a re stelle,
a la luna, a lo sole, nì se pònno
confonne totte re parole ditte,
probbio scritte ‘ndrezzate, a calenne
cantate: quegdde ca po’ sole sole
pigliano la via a farse poesia,
senza trova’ nì morte e nì taùto,
pecché lo canto quann’ è assuto
ha già lassato dint’a l’aria suoni
e memoria, anzi probbio l’ànema
de ‘no core ca spàsema, sparpetéia
‘n facci’a lo dolore, contanno prima,
doppo, fatti, posti, anni e ore.
Li poeti da re parti mie puro
tra re nuvole trovano re vie;
campano onesti co’ tanta ‘ndréssìe
e scrivono ogni notte co’ mano
de criature peccerelle, a l’albi
assucano re làcreme non belle,
so’ capaci de lassa’ miezzo core
sempe a chi è stato ammeserùto
e ‘na carezza de perdono a chi
s’è ‘ncattevùto; vénciono li guai
co’ li penzieri pecché sanno lo
munno già d’aiéri, so’ la speranza
ca no’ more mai, lo iato stipato
pe’ ‘no secolo, già oi pe’ crai.

 

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PANDICO – RECCHIA – ZAMPIGA tre donne da Prato in “PASOLINI 40” silloge poetica a cura di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave presentazione martedì 3 novembre ore 21.00 presso il Circolo Matteotti in via Verdi 30 PRATO

PANDICO – RECCHIA – ZAMPIGA tre donne da Prato in “PASOLINI 40” silloge poetica a cura di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave presentazione martedì 3 novembre ore 21.00 presso il Circolo Matteotti in via Verdi 30 PRATO

Accennavo ieri alla piccola pattuglia pratese; è formata da tre donne e due uomini
Oggi parliamo delle donne.

Pandico Anna

PANDICO Anna

Laurea in Lettere Classiche presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” – Tesi in storia della filosofia antica, sull’interpretazione del mito di Narciso dall’antichità ai nostri giorni, in particolare sull’analisi del parallelo tra Plotino e Andrè Gidè. – Insegnante a tempo indeterminato di materie letterarie e latino, attualmente in servizio presso il Liceo Socio-psico-pedagogico G. Rodari di Prato.

Da anni si occupa di teatro, come attrice e di scrittura creativa. Ha frequentato vari corsi di recitazione e laboratori di scrittura creativa. Per la scrittura teatrale ha frequentato la Scuola di Drammaturgia di Dacia Maraini, Teatro delle Donne, Calenzano, con seguenti docenti: Dacia Maraini, Giuseppe Manfridi, Ugo Chiti, Stefano Massini, Carlina Torta, Silvia Calamai, Letizia Russo.
Partecipa come attrice a vari stages e seminari con: Salvino Raco – Marcello Bartoli – Elena Turchi e Alessandro Mantechi – Claudio Morganti – Remondi e Caporossi – Maria Cassi e Leonardo Brizzi .
Frequenta il Corso di Cinema “Sull’analisi comparata tra testo scritto e la messa in scena cinematografica ” promosso dalla Regione Toscana c/o Istituto I.T.I. diretto dal regista Gabriele Lecconi. –

Attrice in “Le Confessioni di Sant’Agostino” – liberamente tratto dalle Confessioni diSant’Agostino – Regia di Salvino Raco – Attrice in “I monologhi della vagina” di Eve Enslerc/o Associazione Culturale “Nuova Colmena” – Regia: Lorella Paola Betti – Attrice in “Giardini Incantati” c/o Associazione Culturale “Nuova Colmena” – Testo e regia di Lorella Paola Betti – Partecipa come attrice allo spettacolo di Caporossi intitolato “Il passaggio degli angeli” – Teatro Fabbricone – c/o Teatro Metastasio di Prato.

Recchia Chiara

RECCHIA Chiara

Nata a Casalvieri (FR) il 1° aprile 1946, ha conseguito la Maturità Classica nel 1964 presso il Liceo “Vittorio Simoncelli” di Sora.
Laureata in Lettere Classiche all’Università La Sapienza di Roma nel 1969, è stata docente di ruolo negli istituti superiori dal 1973.
Vive a Prato dal 1984 dove ha insegnato prima nell’Istituto Datini e poi nel Liceo Copernico.
Ha fondato la sezione pratese dell’associazione Proteo Fare Sapere della quale è stata presidente, prima provinciale e poi regionale. Ha svolto ricerche e scritto numerosi articoli nel campo della didattica, oltre ad avere organizzato numerosi convegni e seminari di formazione.
In pensione dall’anno scolastico 1995-96, svolge ricerche di storia locale. Attualmente è Presidente dell’associazione culturale pratese “Il Castello”
Ha tre figli e due nipotine.

Zampiga Stefania

Zampiga Stefania

ama le parole di poesia ed il loro mondo. Insegna inglese in un Liceo a Prato. Scrive suoi testi e studia danza contemporanea. Ha scritto i testi poetici di diversi lavori per la compagnia teatrale Tpo e per la compagnia Company Blu. Ha scritto e realizzato performance per la Società italiana delle Letterate sul tema del rapporto fra genere e poesia. Ha scritto e realizzato un ciclo di performance per la scena degli appartamenti. È pubblicata in alcune antologie come Nei Boschi, ed Sui. Coordina un progetto di azioni urbane di poesia a Prato, dal titolo Poecity.

MICHAEL SCHMIDT – PASOLINI 40 – PRATO 3 novembre 2015 ore 21.00 Circolo Matteotti

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MICHAEL SCHMIDT – PASOLINI 40 – PRATO 3 novembre 2015 ore 21.00 Circolo Matteotti

La partecipazione di Michael Schmidt avviene attraverso la nostra (mia e di Antonello, compreso tutto il gruppo di Altroteatro) amicizia con Chiara De Luca. A lui, tradotto da Chiara in “Una parola che il vento ci ha passato Poesie 1972 – 2015” Edizioni Kolìbris, abbiamo dedicato spazi nel corso dei nostri reading poetici a Prato ed a Ferrara. Chiara ci ha inviato una poesia che Michael Schmidt ha dedicato proprio a Pasolini con il quale si incontrò “a un ricevimento a Londra / tenuto in una stanza bassa presso il fiume” “at a reception in London / Held in a low-ceilinged room by the river”…..

Michael Schmidt è nato in Messico nel 1947. Ha studiato al Wadham College di Oxford. È Professore di Poesia alla Glasgow University, dove è Responsabile del Programma di Scrittura Creativa. Nel 1969 è uno dei fondatori della casa editrice Carcanet Press Limited, di cui è direttore editoriale. Nel 1972 ha fondato la “PN Review”, una delle più importanti e autorevoli riviste letterarie nel panorama della letteratura di lingua inglese. Poeta, narrtore, curatore di antologie, traduttore, critico e storico letterario, è membro della Royal Society of Literature. Nel 2006 gli è stato assegnato un O.B.E. (Officer of the Order of the British Empire) per il servizio reso alla poesia. Di Michael Schmidt è già uscita in Italia l’edizione bilingue di The Stories of My Life (Le storie della mia vita, Kolibris 2015, traduzione di Chiara De Luca).

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“PASOLINI 40” – una delle lettere di Pasolini a don Giovanni Rossi della “Pro Civitate Christiana

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“PASOLINI 40” – una delle lettere di Pasolini a don Giovanni Rossi della “Pro Civitate Christiana

Tra don Giovanni Rossi fondatore della Pro Civitate Christiana di Assisi nel 1939 e Pier Paolo Pasolini intercorse un carteggio. All’incontro di Pasolini, all’inizio degli anni Sessanta allorquando lo scrittore regista partecipa ad uno dei tradizionali convegni organizzati dalla Pro Civitate Christiana, con don Giovanni Rossi si deve la genesi del “Vangelo secondo Matteo”.
Pochi giorni prima della tragica scomparsa di Pier Paolo Pasolini muore don Giovanni Rossi. Qui sotto riporto una delle lettere che Pasolini scrisse a don Giovanni nel 1964, lo stesso anno in cui esce il suo “Vangelo secondo Matteo”.

“Rocca”, quindicinale della “Pro Civitate Christiana” n.22 del 15/11/75, tra le altre testimonianze in occasione della scomparsa di Don Giovanni Rossi, avvenuta il 27/10/75.

Caro Don Giovani,
La ringrazio tanto per le sue parole della notte di Natale: sono state il segno di una vera e profonda amicizia; non c’è nulla di più generoso che il reale interesse per un’anima altrui. Io non ho nulla da darle per ricompensarla: non ci si può sdebitare di un dono che per sua natura non richiede d’essere ricambiato. Ma io ricorderò sempre il suo cuore di quella notte. Quanto ai miei peccati. il più grande è quello di pensare in fondo soltanto alle mie opere, il che mi rende un po’ mostruoso e non posso farci
nulla; è un egoismo che ha trovato un suo alibi di ferro in una promessa con me stesso e gli altri da cui non mi posso sciogliere, Lei non avrebbe potuto assolvermi di questo peccato, perché io non avrei mai potuto prometterle realmente di avere intenzione di non commetterlo più. Gli altri due peccati che lei ha intuito, sono i miei peccati “pubblici”: ma quanto alla bestemmia, glielo assicuro, non è vero. Ho detto delle parole aspre contro una data Chiesa e un dato Papa: ma quanti credenti, ora, non sono d’accordo con me?

L’altro peccato l’ho ormai tante volte confessato nelle mie poesie,
e con tanta chiarezza e con tanto terrore, che ha finito con l’abitare in me come un fantasma famigliare, a cui mi sono abituato, e di cui non riesco più a vedere la reale, oggettiva entità.
Sono “bloccato”, caro Don Giovanni, in un modo che solo la Grazia potrebbe sciogliere. La mia volontà e l’altrui sono impotenti. E questo posso dirlo solo oggettivandomi, e guardandomi dal suo punto di vista. Forse perché io sono da sempre caduto da cavallo: non sono mai stato spavaldamente in sella (come molti potenti della vita o molti miseri peccatori): sono caduto da sempre, e un mio piede è rimasto impigliato nella staffa, così che la mia corsa non è una cavalcata, ma un essere trascinato via, con il capo che
sbatte sulla polvere e sulle pietre. Non posso né risalire sul cavallo degli Ebrei e dei Gentili, né cascare per sempre sulla terra di Dio.
La ringrazio ancora, con tutto l’affetto, suo
Pier Paolo Pasolini
(27 dicembre 1964)

PASOLINI 40 – una silloge poetica a cura di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave – l’operazione culturale

PASOLINI 40 – una silloge poetica a cura di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave – l’operazione culturale

…questa è una produzione che rimarrà nella “storia”…

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L’operazione culturale che sta dietro la struttura della silloge poetica “PASOLINI 40” parte da lontano, forse da quegli anni Settanta che per me furono incubatori delle mie passioni e delle mie predilezioni. Da allora ad oggi sono passati più di quaranta anni ed il ricordo di Pier Paolo Pasolini è rimasto indelebile e forte nella memoria. Le mie passioni mi hanno portato ad occuparmi di teatro, di cinema, di poesia, di letteratura e poi di politica. Abbandonata la quale sono ritornato alle antiche passioni, con lo sguardo “apolide” di chi non ha una vera e propria patria nè una sua collocazione territoriale precisa. Questa “assenza” mi consente di guardare con occhi “circolari” anche la realtà della Cultura, valicando confini provinciali, regionali e nazionali. Ecco da dove nasce “PASOLINI 40”. Sulla strada ho incontrato un’altra figura di intellettuale “apolide” come Antonello Nave con il quale condivido in modo più ampio e più pieno questo percorso maturo. Insieme a lui ed a quella “picciola compagnia” grande che condivide le nostre passioni e ci coinvolge e si lascia coinvolgere abbiamo realizzato alcuni momenti importanti negli ultimi due anni.
Abbiamo conosciuto tutti insieme giovani promesse (perché faranno molto altro e molto altro, ancora) della Cultura come Melania Petriello, con la quale progettiamo mantenendo attive le nostre antenne da lontano altri eventi e che vogliamo ringraziare per quel che ha scritto nella Prefazione che ci commuove e ci inorgoglisce. Parlando delle celebrazioni “pasoliniane” dice: “…Continuare a scriverne, ad evocarne lo spirito, a suggerire chiavi d’ingresso, come con audacia e affezione riesce questo lavoro collettivo, è superare la “celebrazione” propria degli anniversari e dare forma alla differenza. Quella che fa chi opera, ogni giorno, la scelta di resistere e di sentirsi parte.
Pasolini è comunità. È città nel suo tempo di speculazione e rinascita. È desiderio di abbraccio alle lettere che, per prime, sono la rivoluzione.
Perché la storia senza racconto, semplicemente, non esiste.
Grazie alle penne disseminate tra queste pagine, capaci di suggerimenti e prospettive, e a chi ha dato loro la forza dell’insieme.”

Noi siamo molto contenti di aver messo insieme tante donne (21) e uomini (7) a comporre versi ispirati a Pier Paolo Pasolini. Potevamo affidarci alla realtà locale pratese, fervida incubatrice di poesia (l’Associazione “Il Castello”, il gruppo di “Poecity”, l’esperienza di “Poesia Sostantivo Femminile”), ma ci sembrava limitativa per un tema così universale come la “tragedia pasoliniana” così vicina alla Passione di Cristo (non chiamatemi “blasfemo” e riflettete su come entrambi fossero segnati da una profonda unica “diversità”: chi è in “dissonanza” con il Potere terreno viene discriminato, umiliato, sbeffeggiato!), su cui Pasolini in vita ha più e più volte riflettuto e realizzato opere (poesia, letteratura, teatro, cinema) che testimoniano la sua sensibilità verso gli umili, i poveri, i derelitti e diseredati come nel “Discorso della Montagna”. Ed allora abbiamo guardato al di là della nostra realtà: ciò non limita il valore della piccola “pattuglia” pratese di cui parlerò; anzi la esalta e la proietta al di fuori dei nostri piccoli ristretti “confini”.

CAVALLI Marianna, SALZARULO Mariapina, RAIOLA Marcella, BERTAGGIA Silvia – DAL NORD AL SUD e poi “in alto a sinistra” tra Parigi e Rennes – quattro figure di poete che ci descrivono “il viaggio della parola” – PASOLINI 40 silloge poetica ed azione scenica PRATO 3 novembre 2015 ore 21.00 CIRCOLO MATTEOTTI via Verdi 30

Cavalli Marianna

CAVALLI Marianna, SALZARULO Mariapina, RAIOLA Marcella, BERTAGGIA Silvia – DAL NORD AL SUD e poi “in alto a sinistra” tra Parigi e Rennes – quattro figure di poete che ci descrivono “il viaggio della parola” – PASOLINI 40 silloge poetica ed azione scenica PRATO 3 novembre 2015 ore 21.00 CIRCOLO MATTEOTTI via Verdi 30

La prima “poeta” l’ho incontrata in treno lunedì 7 settembre scorso mentre andavo a Ferrara per partecipare da “co-protagonista di supporto” ad un evento di Altroteatro su “Alfabeto dell’invisibile” di Chiara De Luca. Mi hanno colpito la sua sensibilità, la freschezza e l’entusiasmo e passione con cui tracciava le linee incerte del suo futuro. Era con Andrea, mio ex allievo, appassionato cultore delle arti visive e dello spettacolo.

E’ la più giovane del gruppo; quella che ha più “futuro”!

Marianna CAVALLI
dice di lei:

Sono nata a Brescia il 25 dicembre del 1988. Ho frequentato il liceo classico a Brescia e dopo la maturità sono partita a studiare in Inghilterra. Mi sono laureata alla University of Kent con una laurea a doppio indirizzo in teatro e francese. Dopodiché, per una serie di vicissitudini e incontri, mi sono appassionata alla lingua e alla cultura iraniane. Ho deciso di trasferirmi a Parigi, dove mi sono iscritta all’università Inalco, ed ora sto per laurearmi in lingua, civilizzazione e letteratura dell’Iran.

Salzarulo Mariapina

La seconda rappresenta a pieno titolo la nostra “storia” di “migranti intellettuali”. L’abbiamo inseguita e ci ha donato dei versi scritti nella lingua con la quale abitualmente si esprime: il francese. Rifiuta di essere catalogata come “paesologa” (su Internet è così!) anche se ha una immensa stima verso il “paesologo” per eccellenza, Franco Arminio.

Mariapina Salzarulo dice di lei:

“Sono del sud Italia, originaria di Zungoli in Irpinia, un villaggio italiano, un luogo dove il silenzio regna su queste pietre e vicoli di un altro tempo. Sono nata il 27 gennaio a Bisaccia, in Irpinia d’Oriente. Era una notte di luna piena dove leggende ancestrali nascono da un altrove. Nel convento del villaggio, le suore stavano pregando al capezzale di mia madre perché passi la mezzanotte. Bisaccia è il villaggio della mia infanzia, dove ho imparato a parlare con il vento. Dopo aver studiato letteratura e legge all’Università della Sorbona di Parigi e con una formazione da ballerina, lavoro attualmente al Centre national de la recherche scientifique (CNRS) presso l’Institut des sciences humaines et sociales (INSHS) per il settore internazionale e antropologia. Per CNRS ho collaborato in diversi gruppi di lavoro sulla internazionalizzazione delle scienze sociali. Frequento workshops su terapie sperimentali di benessere attraverso la danza. Sono un membro della Casa della Paesologia di Trevico, creata da Franco Arminio.”

Raiola Marcella

La terza poeta è legata fortemente alle lotte che caratterizzano gli ultimi anni della nostra storia recente. E’ una delle tante figure di “pasionarie” attive capaci anche di rinunciare ad una stabilizzazione “forzata” in nome delle proprie idee.

Marcella Raiola

è nata a Castellammare di Stabia, uno dei comuni vesuviani, nel 1970. Diplomatasi presso il liceo classico di Torre del Greco nel 1988, si è iscritta alla Facoltà di Lettere Classiche dell’Università Federico II di Napoli. Nello stesso periodo, è stata redattrice presso testate locali, ed è diventata pubblicista nel 1992. Nel 1996 ha pubblicato, con l’editore G. Pironti, la silloge di poesie “I Corimbi”, selezionata dalla Giuria senese del Premio editoriale “Laura Nobile”, organizzato dal Dipartimento di Filologia e critica del testo dell’Università di Siena. Nel 1999 ha conseguito la Laurea in Lettere Classiche. Dopo l’abilitazione, ottenuta nel 2002, ha insegnato, da supplente, Latino e Greco nei Licei Classici della Provincia di Napoli fino ad oggi, conducendo una strenua lotta contro la precarietà strutturale della docenza, artatamente alimentata dagli ultimi governi. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Filologia Classica a Napoli, nel 2007, e frequenta attualmente i corsi di un altro Dottorato in Diritto, Storia ed Economia, presso l’Università Parthenope di Napoli. Considera la Letteratura come un’alta forma di riflessione teoretica ed etico-politica non sistemica. Contrasta l’idea e la pratica, didattica e politica, della neutralizzazione assiologica e ideologica dei saperi.

Silvia Bertaggia

Di lei conosco molto poco; qualcosa di più mi fa sapere Antonello Nave, con il quale mantiene contatti sin dagli anni in cui lui insegnava nella Bassa padana. Ci dice di abitare “in alto a sinistra” forse citando Erri De Luca e ci conferma poi che abita in Bretagna: a Rennes, aggiungendo liricamente “abito dentro i cieli alti di Bretagna”.

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