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GIUSEPPE MARIO GAUDINO E “Per amor vostro” – un invito ad andare al CINEMA – grande CINEMA

 

 

 

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GIUSEPPE MARIO GAUDINO E “Per amor vostro” – un invito ad andare al CINEMA – grande CINEMA

Sono una delle persone meno adatte a parlare con obiettività di Giuseppe Mario Gaudino, essendone amico da circa trenta anni ed avendone seguito con interesse e stima tutta la sua evoluzione, anche se da lontano e non sempre in modo assiduo. A metà degli anni Ottanta venne da me a Prato a parlarmi di “Giro di lune tra terra e mare” portandomi una copia della sceneggiatura che ancora gelosamente conservo a portata di mano. Quel film venne poi girato e lavorato tra il 1995 e il 1997 ottenendo importanti riconoscimenti soprattutto dalla critica; ricco di rimandi culturali, antropologici ed ancestrali, non avendo avuto una adeguata distribuzione, è stato visto molto poco e distrattamente dal pubblico, a cominciare da quello flegreo cui Gaudino si ispirava in modo completo. Ho ripreso i contatti con Beppe subito dopo la mia “andata in pensione”, essendo maggiormente libero di muovermi: e così lo scorso anno il 21 marzo grazie ai favori del Comune di Pozzuoli l’ho invitato a partecipare ad una delle sessioni de “La prima cosa bella” organizzata insieme a Maria Teresa Moccia Di Fraia e Giuseppe Borrone. In quella prima giornata di primavera 2014 abbiamo ricordato gli esordi di Beppe (l’idea di fondo era l’analisi della genesi artistica dei vari registi che incontravamo) e poi ci siamo soffermati su uno dei suoi, anch’esso pensato costruito e realizzato insieme alla sua compagna Isabella Sandri, ultimi lavori, lo splendido “Per questi stretti morire” una docu-fiction capace di farci conoscere in modo artistico la vita e l’azione di un missionario, Alberto Maria De Agostini, in Patagonia.

 

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In “Per amor vostro” Gaudino riesce a combinare in modo magistrale le sue radici culturali ed artistiche con le esigenze dello “spettacolo”. Mi veniva da dire “finalmente” ma sento di essere troppo ingiusto e severo, comprendendo che nella evoluzione delle nostre storie vi è un “prima” ed un “dopo” e la sintesi difficilmente anticipa la fase preparatoria. Non sono l’unico, e quindi non sono il primo a rilevare che Gaudino ha prodotto un film in piena regola per essere presentato in modo diffuso, mescolando le sue forti origini artistiche con quelle di abile narratore. Lo sguardo di Beppe è da sempre rivolto al mondo dei diseredati, degli umili, a partire dai giovanissimi di “Calcinacci” e dai pescatori del Rione Terra e della Marina puteolana sino ai ragazzi di strada a Kabul o ai profughi palestinesi in Libano, agli operai delle fabbriche di frontiera in Messico o ai manifestanti di Cancùn nel 2008, per finire (ma sono solo alcuni esempi) agli indios della Terra del Fuoco. Non può essere compreso del tutto quest’ultimo film, che da solo ha tuttavia una solida struttura narrativa, supportata da forme artistiche peculiari del background di Gaudino, di notevole spessore, senza conoscere la sua filmografia che dalla fine degli anni Ottanta è andata di pari passo con quella di Isabella Sandri, con la quale ha costituito anche una società di produzione, la Gaundri.

 

 

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In “Per amor vostro” importante è stato anche il felice incontro con la straordinaria leggerezza artistica di Valeria Golino, la cui recitazione risulta così naturale da far credere che Anna e Valeria siano la stessa donna, una figura semplice e complessa allo stesso tempo che riesce a trasmettere il dolore e la rabbia, la tristezza e la malinconia di una vita perduta dietro gli obblighi dei rapporti parentali; ad iniziare dalla vicenda che da bambina condiziona Anna a vivere un periodo di riformatorio a Nisida sino alla presa di coscienza della propria identità che la porterà lentamente a ribellarsi, attraversando fasi che ricordano i tempi della tragedia greca, accompagnata da un vero e proprio “coro” interpretato dal fedele gruppo musicale Epsilon Indi. Non mancano figure di riferimento classico come Ciro che appare a dettare i tempi del dramma sin dalle prime scene e non mancano elementi simbolici come l’acqua che ripulisce e rinnova la stessa anima della città che appare per lo più un “Inferno” al quale accedono la maggior parte dei napoletani sino alla parte conclusiva che si configura come una vera e propria “catarsi”, una purificazione ricca finalmente di elementi variamente colorati. Vaste sono le figurazioni simboliche al di là di quanto ho descritto: la maggior parte di esse è compresa in alcuni stacchi apparenti nei quali il bianco e nero viene sostituito da colori e disegni sgargianti sia a contrassegnare il dolore e la rabbia, l’intima tempesta che scuote l’esistenza di Anna sia a rappresentare i momenti felici della ritrovata libertà e serenità. A fare da sfondo il paesaggio partenopeo contraffatto da un disegno che lo rende a tratti minaccioso e che si riferisce ad una realtà molto complessa e difficile che ha tuttavia, come Anna la capacità di riemergere e di salvarsi. Un messaggio, quest’ultimo, che la Napoli dei nostri giorni dovrebbe poter saper cogliere.

 

 

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COME CONOSCO GIUSEPPE MARIO GAUDINO – antefatti

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ripubblico questo mio post per onorare Giuseppe che con “Per amor vostro” ha ottenuto un meritato successo alla 72a Mostra del Cinema di Venezia 2015

 

L’ANTEFATTO dell’incontro con Giuseppe Mario Gaudino

“Professore, c’è qui un giovane che la cerca” la segretaria dell’Assessore aveva un tono ilare insolito e lo esplicitò subito dopo. “Ha chiesto di essere ricevuto dall’Assessore Maddaluno”. Ora, a parte la perplessità generica e lo sbandamento relativo al fatto che avrei potuto supporre che l’equivoco fosse stato generato da una mia bugia, mi venne da sorridere. In effetti non ero Assessore e non conoscevo in maniera diretta questo giovane anche se ne avevo sentito parlare negli ambienti culturali e cinematografici come “promessa” della produzione di ricerca: in quegli anni (la metà degli anni Ottanta) più di ora mi occupavo di Cinema seguendo in particolare le giovani generazioni ed ero in contatto con molti fra i rappresentanti dell’arte cinematografica sia nei settori della produzione che in quelli della realizzazione. Avevo già progettato “Film Video Makers toscani” e di questo giovane avevo visto “Aldis”, che mi aveva colpito particolarmente per la fotografia ed il montaggio, oltre che per la scelta di girare la maggior parte del video sul Lago Fusaro e nella Casina vanvitelliana che è collocata su quel Lago dei Campi Flegrei e vi si accede attraverso un pontile. Era chiaro che Giuseppe arrivasse da Roma con un’informazione ricevuta da amici comuni di Pozzuoli che gli avevano segnalato la mia presenza a Prato come “collaboratore” esterno dell’Assessorato alla Cultura e nel passaggio comunicativo si era prodotta una distorsione del tutto evidente. Conoscevo, dunque, alcuni elementi della sua storia e sapevo di avere amici tra i suoi parenti che non sentivo né vedevo da alcuni anni. Avevo lasciato Pozzuoli nel 1975 ed i fratelli Tegazzini (Silvio e Giancarlo), cugini di Giuseppe, erano stati fra i migliori amici che avessi frequentato in modo continuativo. Alla Segretaria (non ricordo se fosse Dori, Carla o Enrica) dissi di farlo attendere, scusandomi per l’equivoco che era stato creato e che – lo ribadii – non dipendeva di certo da me, anche se non saprò mai se fossi stato convincente. In una mezzora fui in via Cairoli (l’Assessorato alla Cultura del Comune era nel Palazzo Buonamici poco prima dell’Hotel Flora); Giuseppe mi aspettava nell’ingresso del Palazzo e, dopo una breve presentazione, mi disse che non poteva trattenersi e mi consegnò un pacchetto che, prima di salutarlo, aprii: c’era la sceneggiatura di un suo film che andava preparando. “Giro di lune tra terra e mare”; già dalle prime pagine che mi apparvero, accompagnate da fotocopie in bianco e nero di fotografie “di scena”, notai che, in continuità con “Aldis”, permaneva lo stile, visionario ed onirico, basato su ricerca ambientale collegata ad un mondo per me “comune” di esperienze vissute. Le immagini descritte per circa trenta pagine appartenevano agli ambienti naturali che ben conoscevo e rievocavano in me sensazioni riposte abbandonate da circa un decennio. Salutai Giuseppe Gaudino e mi ripromisi di ricontattarlo (c’era un indirizzo sul frontespizio, ed un numero di telefono). A dire il vero ho sempre avuto con me quella sceneggiatura ed ho sempre pensato con piacere a Giuseppe ma per molti anni, troppi, non ero riuscito ad incontrarlo; quando scendevo a Pozzuoli i miei impegni erano quelli “di famiglia”: anche gli amici “comuni” e quelli che per me avevano avuto un significato fortissimo nella mia formazione non venivano da me contattati. E non so di certo dire perché mai mi comportassi così; c’era un muro che non riuscivo a valicare, anche perché sapevo di non poter condividere percorsi comuni, dato che il mio lavoro non mi consentiva di spostarmi a piacimento. So bene di ricercare una giustificazione al mio atteggiamento a dir poco superificiale ma i miei impegni professionali, culturali e politici – che erano un tutt’uno con quelli familiari – mi impedivano davvero di poter pensare a costruire qualcosaltro, anche se nel mio luogo di crescita esistenziale. Dal 2013, pur essendo più vecchio, qualcosa è cambiato; con l’età della pensione ho scelto di ritornare a Pozzuoli – non stabilmente ma con maggiore assiduità. In effetti sono stanco della vita politica; è diventata insopportabile! La Cultura per me rimane l’unica ancora di salvezza; e gli antichi amori e le amicizie sono per me elemento di recupero di una dimensione umana necessaria per poter sopravvivere a questo disastro. Ed è venuto dunque il tempo per riprendere contatti. E così, dopo poco meno di trenta anni da quell’incontro, mi lancio alla ricerca del tempo perduto e dei passi smarriti. I recapiti sul frontespizio della sceneggiatura non sono più utili; il tempo anche per Giuseppe Gaudino è passato. Ma sono determinato ad incontrarlo di nuovo, stavolta possibilmente più a lungo. Ho bisogno di sapere quello che non so. Gaudino ha realizzato ovviamente in tutti questi anni non solo “Giro di lune…”, ha lavorato come scenografo, ha costituito una casa di produzione (la Gaundri) con Isabella Sandri, sua compagna di vita e di lavoro, ed il mio desiderio di recuperare parte, anche minima, di quanto avremmo potuto fare è fortissimo.

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PASOLINI 40 – in preparazione due eventi…

PASOLINI 40 – in preparazione due eventi…

Il prossimo 2 novembre ricorrono 40 anni dalla morte tragica di uno dei personaggi riconosciuti della Letteratura e della Cultura come grande ed universale, alla pari di Dante, di Petrarca, di Boccaccio, e di Joyce, di Proust e pochi altri. Cosa si intenda per “universale” è abbastanza presto – nella sintesi – detto. Quando un autore riletto per intero o per brani all’interno di opere complesse di poesia, teatro, letteratura, cinema, saggistica, filosofia, socio-antropologia culturale appare con il passare degli anni sempre più attuale; quando egli riesce a parlare ad intere e progressive generazioni alcune delle quali nate e cresciute “dopo” quel novembre del 1975, facendosi intendere per la straordinaria chiarezza dei suoi contenuti, ricchi di profondità, mai banali; quando le sue denunce, nonostante l’impegno di generazioni a lui contemporanee a produrre sostanziali migliorativi nel tessuto socio-politico, appaiono ancora necessarie ed attuali: ecco, allora bisogna dire che, pur riconoscendone aspetti utopici tipici di un “illuso idealista sognatore”, ci troviamo di fronte ad una personalità di primissima grandezza.
La sua poesia è nel complesso della sua opera: abbiamo ancora bisogno di lui.
Il prossimo novembre – forse il 3 – un collettivo di Associazioni e singoli cittadini presenterà una silloge di poesie dedicate a Pasolini.
Il libretto, prodotto da Dicearchia 2008 ed Altroteatro avrà un formato mini 10 x 5 e volutamente conterrà un massimo di 15 poesie – non vi sarà selezione ma le autrici e gli autori (tutte\i di prima grandezza) sono state\i già invitate\i e stanno inviando il loro contributo.
Il libretto, che avrà anche una prefazione importante, sarà autoprodotto e verrà ceduto al costo di tipografia maggiorato solo per eccesso (es.: 0,66\ 1,0 euro).
Il libro avrà come titolo
“…e furono dieci
poi venti
trenta quaranta, oggi….”

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Nella stessa giornata della presentazione del libretto l’Associazione culturale Altroteatro metterà in scena un “reading” aperto dedicato alla figura di Pasolini.
Poichè ho ragione di credere che l’evento sarà estremamente interessante sarà opportuno e doveroso “invitare” le autorità cittadine a partecipare.

ALFABETO DELL’INVISIBILE – Chiara De Luca – Reading di poesie a Ferrara – Biblioteca Ariostea – lunedì 7 ore ore 17.30

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Settembre – si riprende a lavorare su quello che più ci piace
Poesia – letteratura – arte – teatro – cinema
Sarà un settembre intenso e preparatorio ad altre imprese – seguiteci – con Associazioni e Gruppi lavoreremo

Quello che oggi rapidamente vi presento attraverso il Comunicato ufficiale è un reading di poesie lette, recitate, commentate e cantate a partire dal bellissimo libro di Chiara De Luca “Alfabeto dell’invisibile” Samuele Editore – saranno presentati anche altri poeti come il messicano Michael Schmidt, l’irlandese Pat Boran, l’argentina Tamara Kamenszain, il portoghese Nuno Judice e la messicana Coral Bracho

04-09-2015
BIBLIOTECA ARIOSTEA – Lunedì 7 settembre alle 17 reading in sala Agnelli
L’ ‘Alfabeto dell’invisibile’ di Chiara De Luca

Racchiudono continui richiami a Ferrara le poesie di Chiara De Luca che si trovano raccolte nel libro l’‘Alfabeto dell’invisibile’ e che lunedì 7 settembre alle 17 saranno recitate, cantate e musicate a cura di Altroteatro nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea.
Assieme all’autrice, interverranno all’incontro, aperto a tutti gli interessati, Alessandro Canzian (editore), Antonello Nave (presidente di Altroteatro), Giuseppe Maddaluno (Altroteatro), Antonio Lombardi e Vincenzo Santaniello (musicisti) e Benedetta Tosi (attrice e cantante).

LA SCHEDA a cura degli organizzatori
Per tutto il libro Chiara e Ferrara si rispecchiano, si cercano, si nascondono, si perdono, si ritrovano. Chiara ripercorre i suoi vicoli e sembra auscultare ogni pietra. Camminando tocca le pietre come quando da bambina ci saltellava a far campane. C’é nebbia in Ferrara, ma c’é nebbia anche in Chiara. Chiara non vuole tanto ricordare, ritrovare, nominare. Certe cose ce le fa vedere, altre no. C’è stato qualcosa di molto doloroso nell’infanzia, ma resta sfumato. Anche le persone, e ce ne sono tante nel libro, non hanno contorni precisi, ma non per questo sono meno vive, e vere. Mi viene in mente quella meravigliosa poesia di Pascoli (e restiamo comunque in Romagna) intitolata Nebbia, spesso antologizzata anche nei libri scolastici, che molti lettori forse ricorderanno: ”Nascondi le cose lontane / nascondimi quello che è morto”. Ecco, proprio nascondendo la presenza, la nebbia può anche nascondere, e contenere, l’assenza. Può conservarla. La nebbia è questa possibilità che presente e assente, visibile e invisibile siano ancora insieme. (Dalla prefazione di Claudio Damiani)

Chiara De Luca. Poetessa, narratrice e traduttrice in lingua inglese, francese, tedesca, spagnola e portoghese. Laureata in Lingue e Letterature straniere a Pisa. Nel 2008 ha creato Edizioni Kolibris, casa editrice indipendente consacrata alla traduzione e diffusione della poesia straniera contemporanea. Cura il blog “A margine dei versi”, dedicato alla critica del testo poetico, e il sito internazionale Iris di Kolibris, dedicato alla traduzione poetica, al bilinguismo e alla letteratura della migrazione.

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AGOSTO TEMPO DI RIFLESSIONI E DI SCELTE –parte 5

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AGOSTO TEMPO DI RIFLESSIONI E DI SCELTE –parte 5

Ho già parlato di Letteratura e di Cinema e certamente saranno temi ed argomenti molto importanti quelli che affronteremo nei prossimi mesi.
Occorre chiarirsi: personalmente aborro la Cultura pomposa, retorica e che sa di “costruita”, rifuggo dall’erudizione spicciola e noiosa (“pallosa”), mi piace la “leggerezza” non quella che è molto più vicina alla “cialtroneria” ma quella che si impegni a rendere semplici anche le questioni complesse (una persona vale di più se accanto alla conoscenza riesce ad abbinare la chiarezza). Chi segue le mie recensioni sa molto bene che da ogni lettura ricavo semplici riflessioni per avvicinare altri lettori a quei testi; non mi dilungo in approfondimenti dotti e filosofici, non mi dedico a richiami e riferimenti letterari o storici ma quasi sempre utilizzo quelle letture per inserire nelle recensioni esperienze personali di vita che mi sono state riportate in superficie dal profondo della mia coscienza.

NON MI DIRE
NULLA
LASCIATI CULLARE
DALLA POESIA
QUELLA CHE
TI FA COMPAGNIA
NELLE INSONNI
LUNGHE NOTTI
NESSUNO E’ MAI
SOLO

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AGOSTO – TEMPO DI RIFLESSIONI E PROGETTUALITA’ – parte 4

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AGOSTO – TEMPO DI RIFLESSIONI E PROGETTUALITA’ – parte 4

…e poi verrà il tempo della POESIA
Ne approfitto per lanciare dal mio Blog l’interessante iniziativa di POECITY a Prato già indetta con un evento su Facebook. La sua curatrice Stefania Zampiga ed un gruppo di amiche ed amici poete e poeti da qualche tempo organizzano percorsi di Poesia nella città di Prato. Noi con ALTROTEATRO abbiamo aderito presentando nei primi giorni di luglio “Fulmini rondini e colibrì” negli stessi Giardini del “Fabbrichino” dove il prossimo 27 agosto sul far della sera si svolgerà “POECITY Azioni urbane di poesia con clessidra sulla parola “MENTRE” (vi linko l’evento https://www.facebook.com/events/918107684923093/).

Ma poi ci saranno altri eventi e progetti di cui parlerò con questi amici pratesi, coinvolgendo però anche quelle poete e poeti che ho fin qui incontrato “mentre” viaggiavo per l’Italia…..

3. continua….

ALTRA PARTENZA un magnifico dono di Ida Di Ianni – poeta

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ALTRA PARTENZA un magnifico dono di Ida Di Ianni – poeta

Forse Ida Di Ianni sa già che ho da sempre una enorme difficoltà a confrontarmi con la poesia, essendo essa una (forse la più importante) delle forme più complesse dell’espressione artistica promanando dal profondo delle vite di coloro che la praticano. I poeti , io, li ho sempre invidiati anche se fin da bambino ed ancora ora provo a confrontarmi con loro. Per questi motivi, e per quella forza di sfida eterna che mi sostiene e muove, sono stato molto lieto per i doni che Ida, in occasione di “A sud dell’Expo” a Castel di Sangro, ha voluto concedermi: prima di tutto la sua amicizia e poi alcune delle sue “poesie” raccolte in “Altra partenza” edito da Volturnia. La poesia di Ida ha evocato in me molte delle sensazioni colte nella lettura di quella splendida antologia delle poete arabe contemporanee tradotte e commentate da Valentina Colombo, “Non ho peccato abbastanza”. La poesia e l’amore che essa in primo luogo tratta e canta assumono una funzione liberatoria da tutti i vincoli moralistici in modo limpido elegante diretto. Oltre ad essere donna si è anche madre: e nei testi ritroviamo quel filo sottile che lega queste due essenze e che non potrà mai essere posto in discussione da certe ideologie “femministe” che interpretano la parità di sesso come mero e freddo livellamento di generi. Altrove emerge una malinconia struggente del ricordo, dei passi perduti, delle occasioni lasciate e prevale il timore di non essere più in grado nemmeno di riportarle a galla della coscienza: è l’inespresso non ancora espresso che tenta di farsi strada. Ed ancora in altri versi affiorano alcuni elementi di insicurezza nel mondo che ci circonda attenuati però dalla vicinanza di una persona amata che riesce a rassicurarci. E su tutto domina l’Amore.

AGOSTO TEMPO DI PROGETTI E DI SCELTE – parte 3 (di TRAMEDIQUARTIERE ed altro, molto altro)

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AGOSTO TEMPO DI PROGETTI E DI SCELTE – parte 3 (di TRAMEDIQUARTIERE ed altro, molto altro)

L’azione culturale (nel senso ampio del termine) deve essere in grado di apportare positive benefiche trasformazioni sui territori, creando terreno fertile a progressivi mutamenti nei costumi e nelle abitudini dei cittadini che vi risiedono. Troppe volte, per esperienza personale, non è stato così, non è così; su questo punto sono diventato critico ed intransigente nei confronti sia degli operatori culturali di eventi “usa e getta” sia di amministratori che si circondano in modo prevalentemente clientelare di tali figure per accrescere il proprio consenso personale.
“Tramediquartiere” (è scritto proprio così tutto attaccato ad evidenziare la ricerca di coesione e condivisione assoluta) nella sua complessità è la dimostrazione già adesso di come si possano spendere risorse pubbliche per costruire sinergie collettive virtuose che migliorino la qualità della vita nelle periferie di una città. Altro che quell’uso dell’ “io” corretto strumentalmente con un “noi” o del “mio” corretto allo stesso modo da un “nostro”: nessuno è “solo”, da soli non si va avanti.
A Prato procederemo con altri due progetti: uno già avviato rodato e funzionante, “IL DOMINO LETTERARIO”; l’altro – nuovo di zecca – “IL DOMINO CINEMATOGRAFICO”, il cui taglio si rivolgerà a tematiche sociali e civili, prettamente documentaristiche. Ad occuparsi di questo progetto sarà una nuova “sub-Associazione” facente parte di “DICEARCHIA2008” e di “ADSP Circolo delle Idee”: ci si riferisce ad “UNITA’ CINEFILE – Prato”.

3. continua….

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AGOSTO TEMPO DI PROGETTI E DI SCELTE – 2

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AGOSTO TEMPO DI PROGETTI E DI SCELTE – 2
2. E, poi, c’è ancora da cucire con “Tramediquartiere” cui sovraintende IRIS Toscana con la cooperazione di tante altre grandi e piccole, ma tutte necessarie ed importanti, realtà dai singoli che hanno contribuito a costruire l’identità dei Quartieri San Paolo e Macrolotto Zero alle diverse Associazioni presenti sui territori a gruppi di cittadinanza attiva sul piano sociale, culturale, economico ed antropologico. Le interviste proseguiranno tra fine agosto e settembre a costruire un quadro ricchissimo e variopinto nella sua multietnicità e multiculturalità (San Paolo e Macrolotto Zero sono i Quartieri dove si sono susseguite ondate migratorie prima “interne” – Nord Centro e Sud indistintamente – poi “esterne” – soprattutto ma non solo Cina- ). E su questi temi ho alcune idee delle quali ho parlato con Massimo Tofanelli e Marzio Gruni (due importanti protagonisti che rappresentano – il primo l’IRIS ed il secondo l’ADSP San Paolo Circolo delle Idee); queste idee messe accanto ad altre potrebbero essere discusse, vagliate e portate alla realizzazione a partire proprio dal prossimo settembre, che – dunque – si annuncia quanto mai intenso. Anche perché le date di Ferrara sono diventate nel frattempo due (oltre a quella del 7 si lavora già al 19) e se ne annuncia una nuova per novembre.

…continua

AGOSTO 2015 – si avviano nuovi progetti e si affinano quelli già in essere

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AGOSTO 2015 – si avviano nuovi progetti e si affinano quelli già in essere

Agosto è il mese dei progetti. Per confermare quelli in corso ed avviarne di nuovi; ma in ogni caso occorre puntare alle più ampie condivisioni. Chi mi conosce sa che lavoro per ottenere il massimo con le minime risorse; ma queste sono comunque necessarie e non si può sempre e soltanto frugarsi nelle proprie tasche, anche se ho trovato alcuni partner che hanno “condiviso e compartecipato”. Mancano all’appello gli Enti e le Istituzioni ma non ci arrendiamo. Non si costruisce nulla da soli, anche se a volte si può essere soli ritenendosi in buona compagnia. La realtà di Prato, quella che dalla città toscana riusciamo a volte ad esportare (ma quanta fatica in ambienti ormai incancreniti da preclusioni e distinzioni provinciali) è fatta da un lavoro che, anche quando parte da singoli, si avvale di un “collettivo” potente ed attivo. Altrove troviamo uno sgomitare di monadi autoreferenziali che si temono a vicenda e diventano essenzialmente improduttive o, ad esser buoni, scarsamente produttive ad uso personale o di pochissimi.
Agosto è dunque, come dicevo, il mese dei progetti (e questo del 2015 ancor di più), delle riflessioni e delle scelte. Ci attendono importanti appuntamenti anche di respiro internazionale; all’inizio di settembre sarò con Altroteatro a Ferrara. La poesia di Chiara De Luca e quella di tantissime altre personalità ed identità poetiche mondiali saranno argomento di “Alfabeto dell’invisibile”, titolo fortemente evocativo dell’affascinante mondo della “poesia”, scelto da Chiara per la raccolta delle “sue” straordinarie poesie nelle quali si respirano atmosfere pasoliniane e caproniane. E per questo evento sono qui a scrivere alcune delle “interconnessioni” necessarie. E sarò in gran bella compagnia con Alessandro Canzian (Samuele editore), Chiara De Luca (Kolìbris edizioni), Antonello Nave (Altroteatro), Antonio Lombardi (musicista), Vincenzo Santaniello (musicista), Benedetta Tosi (cantante ed attrice). Dove? Nella Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea venerdì 7 settembre ore 17.30. Segnatevi la data!