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EN ATTENDANT… controrisposta a LUCIO D’ISANTO

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di Giuseppe Maddaluno

Caro Lucio, tutto quello che tu dici è “vero” e lo condivido; ma è parzialmente riferibile ad uno sguardo “esterno” che è poi lo sguardo populistico che va per la maggiore. Utilizzo il termine “populistico” in senso di concretezza non come elemento negativo in assoluto. E’ chiaro che dopo una discussione si debba decidere (a parte il fatto che tu richiami le “urgenze” di tipo economico che abbisognano di interventi rapidi; e quanti ne abbiamo subiti senza fiatare?); io pongo un “nuovo” (!) quesito relativo al superamento di qualsiasi discussione nei luoghi periferici, che sono poi il cuore pulsante di un Partito democratico di nome e di fatto. Di questo se ne può rendere conto chi quei “luoghi” li ha vissuti, costruendoli non chi ha osservato dall’esterno la vita politica dei Circoli. Eh già, anche questo! sai quanti Circoli del PD ci sono a Prato? sono 41. A Pozzuoli ce n’è uno. Ecco!

LUCIO D’ISANTO RISPONDE A “EN ATTENDANT – MA NON GODOT”

 Grazie, Lucio!

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Ma dove sta scritto che la democrazia è necessariamente il sistema delle discussioni eterne senza decidere mai? Altrove i disegni di legge si presentano, si discutono e poi si approvano o si respingono. Da noi si discute sempre senza decidere mai. Cosa abbastanza grave in un mondo che cambia rapidamente e ha bisogno di rapide decisioni. Da quanto tempo si parla del bicameralismo perfetto (unico al mondo)? Da quanto tempo ci si lamenta che i disegni di legge, prima di essere approvati, fanno “la navetta” tra camera e senato fino a che siano approvati nel medesimo testo da due camere perfettamente eguali … e questo se ci si riesce prima della fine della legislatura … sennò tutto daccapo! Di questo i costituzionalisti si lamentavano sui testi fin da quando (anno accademico 1969/70) studiavo Diritto Costituzionale! Oggi una crisi economico-finanziaria scoppia all’improvviso e ha bisogno di risposte celeri, come sono state date in paesi non proprio autoritari come gli USA (di Obama) o il Giappone, dove gli effetti della crisi sono stati almeno attenuati. Ma chi ha detto che una democrazia debba essere inefficiente, inconcludente e parolaia per forza? E un sistema così è sicuro che sia veramente democratico? E sei sicuro che sia “demagogico” volere con decisione qualcosa e poi presentarsi all’elettorato (le elezioni ancora nessuno, pare, le abbia abolite) che approverà o meno? E’ semplicemente quello che succede in tutte le democrazie normali. Nella Francia della III e IV Repubblica le cose andavano come oggi in Italia, si è cambiata la costituzione in senso più decisionista con la V Repubblica e oggi la lotta politica (con qualche eccezione) avviene tra una coalizione di destra e una di sinistra, chi vince governa e chi perde si oppone e controlla. E’ poco democratico questo? E’ demagogico? Allora dovunque in occidente regna la demagogia che invece non regnava nell’Italia felice dei Bersani, D’Alema, Finocchiaro, Prodi, Ciampi. Allora sì che si discuteva! Su tutto! Ma nessuno sapeva che nel 1992 (governo del Padre della Patria Ciampi) la Banca d’Italia veniva privatizzata (non ci vuole un economista per capire che si tratta di una decisione che riguarda la vita di tutti i cittadini) e diveniva di proprietà di altre banche (chi deve controllare è di proprietà dei controllati) senza tralasciare che la più delicata funzione pubblica veniva lasciata, da allora, in mano a dei privati! (E QUESTO E’ SOLO UN ESEMPIO TRA I TANTI). Ti sarò grato se mi trovi un solo articolo in prima pagina o una riunione di un qualche organo del PdS poi DS poi PD che abbia trattato l’argomento o lo abbia spiegato agli elettori (ti pago una pizza se me lo trovi). E sai che una cosa così importante la sapevano in pochissimi (oggi qualche trasmissione ritenuta “sbracata” ne comincia a parlare). Sai quei pochissimi perchè la sapevano? Perchè vivendo nel mondo giudiziario sapevano che era stata posta la questione legale del “signoraggio” cioè del compenso (sia pur minimo) che il “Signore” prendeva come compenso/tassa dalla collettività per aver battuto moneta nell’interesse pubblico. Ora che la banca centrale è privata, e quindi la moneta viene coniata da un ente che fa profitto, tale compenso, che non dovrebbe più essere dovuto, viene illegittimamente trattenuto. Voglio dire che, per mero caso, pochi cittadini sono venuti a conoscere, indirettamente, un problema (quello della privatizzazione della Banca Centrale) importantissimo per la sovranità popolare e la vita di una nazione. Era di un paese democratico discuterne in trasparenza o sarebbe stata demagogia? Prima “discutevi”, ma su cosa ti facevano discutere? Hai discusso sulla trasformazione delle banche, non più divise tra banche o sezioni che si occupano di finanza da quelle che si occupano dell’economia reale? Tale divisione è avvenuta con la “deregulation” Reaganiano-thatcheriana poi diffusa al resto dell’occidente. Hai discusso sul perchè la sinistra che prima aveva (giustamente) avversato ciò, poi lo ha entusiasticamente appoggiato? Hai partecipato a discussioni sul perchè, dopo la caduta del muro di Berlino, non ci si è identificati – a sinistra – più nemmeno con lo stato socialdemocratico rappresentato dal “welfare state” ma lo stato liberista (e non liberale che, come ben sai, è altra cosa) è stato additato come unica soluzione politica possibile? Ma nelle sezioni si discuteva, si discuteva, si discuteva … ma, capisco, queste sono le considerazioni di un demagogo come me, la democrazia è altra cosa! Scusa la logorrea e – nella consapevolezza che la discussione, almeno tra noi due, sia un arricchimento – ti invio i più cari saluti!

EN ATTENDANT

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Eh sì, aspetto qualcosa di nuovo, anche se non ci sono margini per  delle novità… Non ci sono margini perché non è più possibile dialogare quando le distanze diventano incolmabili. Impossibile nemmeno pensare che coloro che si sentono superiori per intelligenza e capacità ed avvertono il vento favorevole che li sostiene possano comprendere quanto sia  deleteria la dispersione e la perdita di risorse intellettuali. Si sbaglia in tal senso ciclicamente e poi, ma solo poi e dopo lungo e drammatico tempo, qualcuno di quelli che verrà dopo forse riconoscerà gli errori in un tempo che può essere lunghissimo e dal quale nessuno potrà fare ritorno. E gli errori si accumulano e si annacquano in un brodo di giuggiole ravvivato da successi concatenati e progressivi ma basati su fondamenta fragili d’argilla. I margini inesistenti sono collegati alla profonda incapacità politica di coloro che avvertono su di sè semplicemente l’aria fresca della navicella veloce le cui vele si gonfiano per i venti e per l’orgoglio. Cielo stellato

JOSHUA MADALON – QUESTO BLOG

 

Cielo stellato

QUESTO BLOG APPARTIENE A GIUSEPPE MADDALUNO ED OGNI SCRITTO E’ DI SUO PUGNO (E LA RESPONSABILITA’ DI QUANTO SCRIVE E PUBBLICA E’ SUA) A MENO CHE NON VI SIA CHIARAMENTE SCRITTO IL COGNOME ED IL NOME DEL PROVVISORIO COLLABORATORE O LA FONTE DA CUI LO SCRITTO DERIVI

 

Cara amica e caro amico questo BLOG può essere anche “tuo”! Si occuperà di CULTURA in tutte le sue declinazioni: CULTURA scientifica, CULTURA ambientale, CULTURA economica, CULTURA sociale, CULTURA letteraria, CULTURA storica, teatrale, cinematografica… CULTURA in ogni senso. L’Italia, il nostro Paese ha vissuto e sta vivendo una profonda crisi per mancanza di CULTURA, per l’incapacità e la rapacità di una classe dirigente politica ed imprenditoriale che ha generato i populismi di Berlusconi, Grillo e Renzi che sono stati e sono i profondi persuasori di un popolo che non riesce più a decifrare i processi storici e politici per una profonda mancanza di riferimenti culturali.E’ chiaro che non posso nascondere la profonda delusione che provo nel conoscere la caratteristica di una parte dei “riciclati” e degli “imbucati” nelle diverse “squadre” che sostengono a livelli diversissimi il nuovo leader del Partito Democratico. Ed è anche per questo che non mi ci riconosco più! Punto

Questo Blog è dunque uno dei tentativi di fare “resistenza” a questo appiattimento generalizzato che si va diffondendo all’interno di una mutazione antropologica peggiore di quella di cui parlava Pasolini. Passi indietro in un baratro di ignoranza.

 

 

 

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LA MUTAZIONE ANTROPOLOGICA

E’ in atto una formidabile ed inarrestabile “mutazione antropologica” nella nostra società. Il “ventennio” (chissà perché i cicli devono durare tanto) berlusconiano ha compromesso in maniera definitiva il percorso “democratico” nel nostro Paese. Si è avvertita sempre più, grazie (!) all’assordante grancassa dei mezzi di comunicazione di massa sempre più asserviti ai Poteri finanziari ed economici internazionali, l’esigenza di avere “decisioni” piuttosto che “discussioni”. In effetti, queste ultime sono state sempre più aborrite perché improduttive per la maggior parte degli interessi della “gente comune” e sempre più utili a rimpinguare le tasche di quei pochi plutocrati e magnati della Politica e della Finanza, creando un clima di odio montante in una fase acuta di crisi economica. “Si chiacchiera troppo e non si decide” sembra una giusta critica in un tempo di vacche magre ma si aprono varchi di autoritarismo e di populismo che somigliano vagamente a periodi della storia nazionale ed internazionale che non hanno prodotto effetti positivi. In tutto questo dilaga perlomeno negli ambienti che noi conosciamo meglio la sensazione che si stia andando, comunque, anche pagando il prezzo di un decisionismo elevato, verso soluzioni positive. C’è la “speranza” che si riesca ad uscire da un periodo buio della nostra Economia; ma ci si dimentica degli orizzonti globalizzati, dei problemi del Terzo Mondo, delle tragedie del Medio Oriente che non da ora ci coinvolgono in modo molto diretto. Abbiamo vista e memoria corta; e l’incultura contribuisce a renderle ancora più “ridotte”. Lo diceva Pier Paolo Pasolini

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LA “FORMA” E’ “SOSTANZA”

di Giuseppe Maddaluno

 

Quando nel 1994 venni eletto al Consiglio Comunale di Prato, nell’ entrare nella fastosa ed augusta Sala del Consiglio andavo vivendo uno dei momenti più belli e solenni della mia esistenza. Un luogo magico e storicamente composito diventava parte della mia vita: in poche altre parti del nostro Paese c’è un luogo come questo. Ed è per la sua Cultura e per la sua simbologia che merita di essere punto di orgoglio dei pratesi che – forse ancora in tanti, in troppi – ignorano di possedere questo scrigno di tesori e di Storia. E fa davvero male sentire da parte di una neofita – che dovrebbe essere orgogliosa di essere fra gli “eletti” – come la signorina Silvia La Vita – avviare polemiche inutili e pretestuose (tirare in ballo “indagati” e “poteri forti”) per giustificare la sua “mise” inopportuna ed irriguardosa. Questo suo argomentare è purtroppo sinonimo dello scarso rispetto nei confronti delle Istituzioni mascherato da giustizialismo improduttivo in una fase nella quale la “campagna elettorale” è finita e bisogna prendere le misure per partecipare al Governo della città sia nella Maggioranza e tanto più nell’Opposizione. Bisogna lavorare sui territori insieme alla gente sia quella che ti ha votato così come quella che non ti ha votato e non addentrarsi in sterili inutili polemiche. Nella Sala del Consiglio si entra con rispetto come in un Santuario laico e ci si abbiglia in modo decoroso. Ovviamente, occorre avere la sensibilità adatta per comprendere questo invito e, temo, in questo caso sarà difficile essere compresi.

http://iltirreno.gelocal.it/prato/cronaca/2014/06/19/news/prime-schermaglie-in-consiglio-coi-grillini-colpa-dei-pantaloni-corti-1.9452748