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Alcuni documenti sulla “storia” del Circolo PD Sezione Nuova San Paolo di via Cilea nella città di Prato – terza parte (verso il Congresso)

PD San Paolo

Alcuni documenti sulla “storia” del Circolo PD Sezione Nuova San Paolo di via Cilea nella città di Prato – terza parte (verso il Congresso)

Quello che segue è il testo di alcune mie riflessioni che spero possano essere ancora utili per coloro che aspirano ad un reale rinnovamento della pratica e dei metodi della Politica.
Voglio sottolineare, e lo farò ancora nelle prossime occasioni, che “noi” credevamo in quel che dicevamo: non era “aria fritta” per attirare il consenso di persone sincere. E, forse, l’apparato “politico” se ne avvide e ci contrastò ulteriormente negli anni successivi. Di certo “noi” non facevamo sconti: ci hanno “illusi” – alcune compagne e compagni che aspiravano a conquistare posti di prestigio; ci siamo “illusi” ma poi ci siamo ritirati sdegnati da tali comportamenti opportunistici, che sono la vera piaga della Politica. Noi credevamo in quel che dicevamo. Non era “aria fritta”!

Perché un Circolo “nuovo”

Ce lo chiedono, ce lo siamo chiesto più volte anche noi! In fondo la voglia e la capacità di lottare, di fare gruppo, di proporre, discutere non ci mancava, non ci manca e dunque avremmo pur potuto operare come minoranza in crescita all’interno del Circolo territoriale che fino a pochi mesi fa – potremmo dire fino ad oggi – esisteva come unico punto di riferimento ufficiale del Partito Democratico: cioè Borgonuovo-San Paolo.
Il fatto è che noi – anche se con diverse sfumature – pensavamo e pensiamo ad un Partito Democratico “nuovo” ben diverso da quello che vediamo muoversi sul piano pratico (i valori, gli ideali, i contenuti sono punti di partenza base per ciascuno di noi) nella maggior parte delle realtà territoriali. A noi sembra che anche il nostro Partito fatto da italiane e italiani dimentichi troppo presto le ragioni vere che ci hanno condotto a costituire questa nuova formazione, aggregando – sulla stessa base di valori ed ideali – forze provenienti da esperienze diverse, in primo luogo quelle cattoliche democratiche e quelle della sinistra democratica e liberale, senza trascurare quelle afferenti al comunitarismo, all’ambientalismo ed al criticismo radicale democratico. Eppure non sono passati che cinque anni (non mi sembra un secolo!) da quell’ottobre del 2007 in cui si svolsero le elezioni dei membri dell’Assemblea Costituente e vorrei ricordare, accanto alle esperienze che tanti di noi possono vantare quel che aveva detto presentando al Congresso dei DS un anno prima Piero Fassino su cosa avrebbe dovuto essere il futuro Partito Democratico:

« Diamo vita al Partito Democratico non per un’esigenza dei DS o della Margherita o di un ceto politico. No. Il Partito Democratico è una necessità del Paese, serve all’Italia. Vogliamo dare vita ad un soggetto politico non moderato o centrista, bensì progressista, riformista e riformatore. Un partito che faccia incontrare i valori storici per cui la sinistra è nata e vive – libertà, democrazia, giustizia, uguaglianza, solidarietà, lavoro – con l’alfabeto del nuovo secolo: cittadinanza, diritti, laicità, innovazione, integrazione, merito, multi-culturalità, pari opportunità, sicurezza, sostenibilità, sopranazionalità. E per questo dovrà essere un partito del lavoro, dello sviluppo sostenibile, della cittadinanza e dei diritti, dell’innovazione e del merito, del sapere e della conoscenza, della persona e della laicità, della democrazia e dell’autogoverno locale, dell’Europa e dell’integrazione sopranazionale, della pace e della sicurezza….”

Quella fase l’ho vissuta in primo piano per convinzione profonda ed un po’ in modo defilato per carattere personale: ho molti documenti che attestano la mia convinzione ed anche la certificazione che non molti fra i Dirigenti di allora ,che sono mescolati ora fra coloro che attendono il passaggio di eventuali cadaveri per riprendere vigore, erano convinti della necessità, a prescindere dal loro specifico collocamento, di andare verso l’imprescindibile rinnovamento della mentalità (o del personale – in alternativa) politica. Di certo potrei raccontare quei giorni, quelle settimane, quei mesi a dialogare con sordi; e forse prima o poi lo farò!
E’ assurdo, oggi, dopo quello sforzo sentirci dire che “tutti” i Partiti sono da rottamare, che “tutta” la Politica fa schifo, che siamo “vecchi”. Vi sono stati degli errori, dei pressappochismi e soprattutto si è davvero pensato molto a mantenere i propri vantaggi, piccolissimi piccoli o grandi che fossero, a scapito del necessario e doveroso preannunciato rinnovamento.
Soprattutto ed al di là di quel che si vuole e si deve proporre e fare penso al metodo. Ed è questo l’aspetto prioritario che abbiamo voluto introdurre in questo nostro Circolo.

J.M.

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MEDIATECA DELLA MEMORIA – un’ iniziativa della Circoscrizione Est del Comune di Prato nel maggio 2001 (LA GIORNATA DELLA MEMORIA FU ISTITUITA NEL NOVEMBRE DEL 2005)

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Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’Olocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria.

Così si legge su Wikipedia. Ma il recupero della “memoria” è stato uno degli obiettivi che, durante la mia permanenza amministrativa nella Circoscrizione Est come Presidente della Commissione Scuola e Cultura, insieme ad altri componenti come la Presidente Fulvia Bendotti ed il segretario amministraivo della Circoscrizione, Gianfranco Ravenni, ci ponemmo.

Non intendo accreditarmi come anticipatore, essendo ben consapevole che tante altre iniziative consimili si attuavano sia nella sfera pubblica che in quella privata.

Fummo stimolati e fortunati, in quanto – all’interno di un percorso programmato dall’Amministrazione che festeggiava le cittadine ed i cittadini che compivano 100 anni – incontrammo Eugenio Tinti.
A lui nel maggio 2001 dedicammo il primo opuscolo della “Mediateca della Memoria”. Il titolo ha un riferimento fantasy “E.T. (Eugenio Tinti)” – il sottotitolo indica la particolarità del contesto, “Tre secoli”.
A pagina 25 c’è una mia postfazione.

“La Circoscrizione Est del Comune di Prato, sin dall’inizio di questa legislatura (1999-2004) ha inserito nel suo Programma un impegno specifico di recupero della memoria collettiva attraverso la ricerca diretta sul territorio con il coinvolgimento della nostra gente. Questo Progetto porta il titolo di “Mediateca della Memoria” ed ha lo scopo attraverso tutta una serie di interventi (raccolta materiali, raccolta testimonianze, riprese in video e registrazioni audio, lavori svolti dalle istituzioni scolastiche con i giovani) di ordinare questi materiali e metterli a disposizione di quanti li vogliano studiare. La Circoscrizione poi con i mezzi e le risorse che riuscirà a convogliare su questo Progetto produrrà in proprio delle elaborazioni, come questa piccola e limitata monografia su Eugenio Tinti, che peraltro ringraziamo per questa collaborazione prestataci.”

A precisare il senso dell’iniziativa della Circoscrizione ecco le parole della Prefazione scritta dalla prof.ssa Fulvia Bendotti, presidente della Circoscrizione Est dal 1996.

“Càpita sempre più spesso ascoltare personaggi di grande prestigio (studiosi, politici, scrittori, uomini genericamente di cultura) formulare delle affermazioni sul secolo che si è appena concluso che tendono a rivalutare alcuni movimenti a scapito di altri, senza nessun apparente tipo di approfondimento analitico. Noi non intendiamo in questa sede supplire a questa carenza; vogliamo invece avviare una riflessione più profonda su alcuni aspetti del secolo scorso che, basandosi su documenti e testimonianze, chiarisca il più possibile le questioni. Sembra quasi, negli ultimi anni, che si vogliano dimenticare le ragioni diverse che nel Novecento hanno visto nascere e poi morire alcune ideologie di tipo totalitario per creare poi nella confusione generale una corte fumogena che offuschi la “memoria collettiva”: La Circoscrizione Est, nell’attuare il programma di questa legislatura, avvia dunque quella che ha chiamato “MEDIATECA della Memoria”: la raccolta di materiali più vari (lettere, fotografie, testimonianze, diari, nastri magnetici in audio e in video, ecc…) che supportino poi un lavoro di rielaborazione critica che, tenendo conto delle diverse idee e posizioni, contribuisca a mantenere la memoria sul secolo scorso. Queste riflessioni, frutto degli incontri con un nostro concittadino, Eugenio Tinti, costituiscono dunque il primo elemento di questa “Mediateca”.

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Alcuni documenti sulla “storia” del Circolo PD Sezione Nuova San Paolo di via Cilea nella città di Prato – seconda parte (dopo il Preambolo)

Alcuni documenti sulla “storia” del Circolo PD Sezione Nuova San Paolo di via Cilea nella città di Prato – seconda parte (dopo il Preambolo)

Un Blog ha un senso sia quando chi lo conduce esprime le sue caratteristiche, produce testi originali narrativi o pre-narrativi o ancora metanarrativi, sia quando ci si inoltra in riflessioni sociopolitiche legate al tempo che si vive sia quando ci si affida alle onde della memoria soprattutto quella locale e personale, intendendo riferirsi ad esperienze vissute nel corso degli anni, allo scopo di non ridurle nel grande buglione dell’oblio.

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La vicenda “San Paolo” porta il segno di tali scontri e divisioni. Non fu per niente facile avviare il procedimento per la nascita del nuovo Circolo, anche per il fatto che la stragrande maggioranza, la totalità assoluta dei proponenti aveva sostenuto convintamente Massimo Carlesi, candidato “popolare” alla carica di Sindaco nelle Primarie del Partito Democratico, mentre sul territorio agiva un altro Circolo PD che aveva sostenuto il candidato dell’apparato, Paolo Abati. Noi dunque eravamo stati “eretici” e lo rimanevamo anche dopo la sconfitta del 2009, forse anche a noi addebitata in quota parte, minima. Si assisteva ad un’anomalia, che oggi sono portato a considerare “congenita” (anche in questo tempo, come allora dopo una sonora sconfessione dell’apparato, dopo la vittoria “popolare” nelle Primarie aperte ad elettrici ed elettori non solo iscritte/i, della nuova linea Zingaretti, la Segreteria “renziana” ha voluto mantenere una maggioranza illegittima), con la Segreteria sonoramente sconfitta che tuttavia non si schiodava da via Carbonaia. Chiaramente chi decideva non era favorevole alla nostra richiesta.
Trascorsero alcuni mesi durante i quali l’apparato fece melina, frapponendo ostacoli inimmaginabili in un consesso democratico.
Nel 2010 ci fu però un Congresso e noi di via Cilea sostenemmo in maggioranza Ilaria Bugetti preferendola al candidato che aveva i favori del gruppo più forte, Stefano Ciuoffo. Anche in questo caso la nostra candidata prevalse e divenne Segretaria provinciale.
Il percorso per il nostro riconoscimento fu facilitato anche se le difficoltà non furono poche. A fine aprile del 2011 potemmo così annunciare in un Comunicato stampa l’avvio del procedimento fondativo del nuovo Circolo.

COMUNICATO STAMPA

PRATO 04.05.2011 (c.b.) Un nuovo circolo del Partito democratico a San Paolo: tutti d’accordo per l’avvio del percorso costituente. La decisione è stata presentata ieri dalla Segreteria Provinciale del PD al coordinamento del circolo Borgonuovo-San Paolo, ed è stata messa a punto una road-map finalizzata alla nascita del nuovo Circolo.
Si tratterà di un “percorso costituente” che vuole essere nelle intenzioni dei proponenti del nuovo Circolo “un vero valore aggiunto nel quartiere, capace anche di coprire una più vasta area territoriale e di lavorare anche al recupero di iscritti oltre a nuove adesioni al Partito in tutto il territorio”.
Per l’apertura del nuovo circolo di San Paolo in via Cilea presso il Circolo ARCI, i “promotori” in questa fase costituiranno un Coordinamento pro-tempore nominando un responsabile (portavoce).
La fase transitoria sarà chiusa in ottobre con il voto formale dell’Assemblea provinciale del Pd. Da quel momento in poi sarà attiva una nuova suddivisione territoriale sulla quale incidere con la propria attività politica in netta autonomia dei due Circoli.

«Sono molto soddisfatta per l’accordo raggiunto – commenta la segretaria provinciale Ilaria Bugetti – perché si sono messe le basi per crescere ed allargarsi, non per dividere l’esistente. Sono sicura che i promotori faranno un buon lavoro, in uno spirito di collaborazione con il circolo esistente e, per quanto mi sarà possibile, darò il mio contributo al successo dell’iniziativa, che significa nuovo circolo ma anche consolidamento di quello di Borgonuovo».

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PAROLE : DISUGUAGLIANZE

PAROLE : DISUGUAGLIANZE di J.M.

Non può essere considerato un vezzo, nè tanto meno una modalità ipocrita da parte della Sinistra, quella con la “S” maiuscola non quella snob che tanto spesso si mette in mostra e finisce prima o poi per cadere in contraddizione. Mi riferisco alle argomentazioni umanitarie, “umanistiche”, che spingono a sentirsi tutti “uguali”, a lavorare per abbattere le disuguaglianze sempre crescenti; temi che vengono discussi nei consessi partitici e sindacali ma che poi rimangono lì e finiscono per aggravare piuttosto che portare a soluzione la realtà economica delle classi più deboli. Ma, lo ripeto, affinché queste mie parole non appaiano altro “esercizio retorico”, non credo sia un vezzo o un puro lavacro delle coscienze la volontà di discutere; in realtà poi ci si ferma di fronte a muri insormontabili che spingono alla rinuncia nel procedere. Era già enormemente difficile affrontare le disuguaglianze nella metà del secolo scorso, quando ero ragazzo e l’economia si muoveva in ambiti poco più che nazionali; lo è oggi in modo drammatico di fronte ad un’economia globalizzata, fluida, liquida, sfuggente, oleosa. Tornare indietro è assolutamente improponibile; d’altra parte non dipende dalla volontà né individuale né collettiva politica e tutto potrebbe per qualche anno accadere all’interno di uno sconvolgimento apocalittico catastrofico che nessuno, proprio nessuno a partire dai più deboli, ha mai pensato di innescare.
A parte questi ultimi ragionamenti ipocondriaci di un ultrasettantenne mi piace ricordare l’impegno di Fabrizio Barca
Andate su questo sito sbilanciamoci.info o copiate questo link

http://sbilanciamoci.info/abbattere-le-diseguaglianze-la-ricetta-di-barca/

Il sito ha un sottotitolo che è

L’economia com’è e come può essere
Per un’Italia capace di futuro

Ci trovate un’articolo

Diseguaglianze, la ricetta di Barca
Rachele Gonnelli

Fabrizio Barca ha trattato da anni questi temi, partendo dalla sua esperienza di Ministro al tempo del Ministero per la coesione territoriale nel Governo Monti. Ha continuato a farlo con un Progetto di cui ho trattato in altri post.
Qui di seguito

“Ecco la triplice disuguaglianza che l’Europa deve combattere”

per il Research Magazine della LUISS (LUISS Open)

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https://open.luiss.it/2017/12/01/ecco-la-triplice-disuguaglianza-che-leuropa-deve-combattere-appunti-di-fabrizio-barca-per-una-nuova-politica-di-coesione/

Segnalo anche un’intervista al quotidiano “Avvenire” del 15 dicembre 2019 dal titolo “Aggredire le disuguaglianze”.

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Pur tuttavia in realtà periferiche come possono essere quelle in cui noi viviamo (Prato, ad esser precisi) abbiamo la possibilità – non dico il dovere, ma l’occasione – per poter dare dei segnali in controtendenza. E invece càpita proprio il contrario: nella corsa a mantenere posti di leadership – che sono, lo ricordo agli smemorati a-storici, provvisori e traballanti – si rischia di innalzare altri poderosi muri ed aumentare la distanza tra indigenti e garantiti. Ne abbiamo avuto la prova nella recente contesa tra l’Amministrazione comunale insieme al principale Sindacato confederale contro l’organizzazione sindacale di base Si Cobas. Anche su questo ho detto quel che pensavo: in un tempo come questo, che ci è dato di vivere, le divisioni nuocciono proprio ai più deboli. Tra gruppi, istituzioni, organizzazioni varie devono essere proprio le più forti e sensibili, sensibili e forti concordemente, a fare passi in avanti di apertura. I più deboli non possono essere ulteriormente mortificati, umiliati; devono essere sorretti – cristianamente e laicamente – ed aiutati a sollevarsi.

….a seguire: Rifondazione…..

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una documentazione su un Progetto complesso di Educazione degli Adulti realizzato a Prato negli anni Ottanta -parte 6 ed ultima (vedi post del 12, 15, 17 e 19 gennaio u.s)

Il Seminario si svolse dal 18 al 22 maggio 1988 nei locali della Biblioteca Roncioniana di Prato

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una documentazione su un Progetto complesso di Educazione degli Adulti realizzato a Prato negli anni Ottanta -parte 6 ed ultima (vedi post del 12, 15, 17 e 19 gennaio u.s)

L’ uso delle nuove tecnologie deve penetrare, a mio parere, integralmente dentro i progetti di “educazione degli adulti”: il largo uso che nella società si va facendo (a proposito ed a sproposito, in positivo e in negativo) della cultura dei mezzi di comunicazione di massa deve essere correttamente riportato all’ interno della programmazione educativa riservata agli adulti. Questo soprattutto allo scopo di rendere più agile ed usufruibile l’ apprendimento: ad esempio vanno considerati i turni di lavoro ed i ritmi della vita moderna che non sempre permettono di seguire i corsi con assiduità e che risultano sovente essere il motivo predominante di rinuncia da parte degli adulti occupati. Questa flessibilità può essere ottenuta con le nuove tecnologie, sia attraverso l’ uso di materiale già preparato ed usufruibile direttamente, sia attraverso le riprese in video delle lezioni così dette cattedratiche, ma anche con la costruzione di lezioni preregistrate o la progettazione di interventi specifici sull’immagine che preveda di passare attraverso tutte le fasi per la realizzazione di filmati di vario genere. Tutto questo permetterebbe agevolmente ai frequentatori dei corsi di poter usufruire degli interventi culturali nel settore da loro scelto anche ventiquattro ore su ventiquattro: è chiaro che occorre strutturare diversamente tutti i corsi e che si rende necessario un periodo di sperimentazione che preluda alla costruzione anche di una Banca Comunale (o Intercomunale) degli audiovisivi culturali, didattici e di servizio, la quale deve essere a disposizione degli utenti, la caratteristica dei quali dovrà essere meglio delineata, per il prestito o l’ utilizzazione in loco del materiale audiovisivo. Risulta altresì importante, soprattutto per gli adulti, il poter disporre di tecnologie avanzate e di materiale meno dispersivo possibile, come spesso accade con i libri di testo, il poter scegliere sempre e comunque su ampi, molteplici e diversi percorsi per l’ ampliamento e l’affinamento della propria cultura.
Per un intervento di tale portata sono disponibile sia personalmente sia a nome dell’Associazione che rappresento a rimboccarmi le maniche, ad operare praticamente. Alcuni sono abili teorizzatori ma preferiscono non cimentarsi, attendendo gli errori dei più coraggiosi molto spesso per denigrarli, per mortificarli: scusate se considero me stesso ed i miei amici dei coraggiosi ma di certo ci vogliono caparbietà ed ostinazione per ottenere gli obiettivi che ci si prefigge.
Oggi occorre anche che chi possiede i mezzi economici, chi controlla i processi produttivi a tutti i livelli, chi detiene e gestisce il potere politico, chi istituzionalmente possiede le tecnologie vecchie e nuove e si va ponendo quale interlocutore privilegiato per le nuovissime, a partire da chi ha organizzato questo Seminario, chi vi partecipa non negando di certo belle frasi di apprezzamento, asserzioni convinte e pareri positivamente concordi con l’ampliamento di questo settore dell’ educazione, siano tutti poi coerentemente disposti a mettere in pratica tutto quel che di positivo sarà qui emerso. Diversamente queste giornate, questi incontri, questi discorsi rimarrebbero un vuoto esercizio retorico, così come ce ne sono stati tanti altri, si aggiungerebbero, questi, agli altri dispendi inutili di risorse pubbliche: ed anche questo nostro sincero desiderio di impegno sarebbe reso vano ed in ultima analisi risulterebbe fortemente frustrante, con il risultato che un progetto che tende al futuro finirebbe con il provocare un forte arretramento o un blocco dei processi tecnologici applicati al settore educativo e didattico, ed in particolare a quello degli adulti.

Joshua Madalon

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sotto forma di lettera un commento a quel che – in parte – sta accadendo in questo Paese

Prato 18 gennaio 2020

sotto forma di lettera un commento a quel che – in parte – sta accadendo in questo Paese

Quel che scrivo vale per tutte/i coloro che hanno anteposto le proprie appartenenze alla difesa della dignità degli sfruttati.

Non la chiamate “coerenza”: è solo “opportunismo” (tutt’al più si può trattare di “senso di appartenenza” ad una “casta”)

Carissima,

ho interloquito rispondendo ad una tua legittima sollecitazione gradita per l’informazione che mi passi ma non condivisa pienamente, in quanto ritengo da sempre che non ci si possa esimere dal tentativo di essere (non sempre si riesce ad esserlo del tutto) obiettivi, equidistanti, mantenendo dritta la barra dell’interesse per coloro che sono i più bisognosi, cioè i poveri senza lavoro o sfruttati come schiavi sia utilizzando alcune forme di regolazione del mercato del lavoro sia agendo nella piena illegalità.
Va annotato che per le prime grande è la responsabilità di chi prioritariamente ha un ruolo di difesa dei lavoratori ma non ha fatto quasi nulla affinché queste scelte non venissero approvate da Governi diversi per posizione politica nel corso dei decenni.
Per quanto invece concerne la “illegalità” al di là di tante belle parole espresse anche con intensità verbale, con passione teatrale, non c’è stato molto di più. Eppure basterebbe guardarsi intorno per comprendere che si avvertono queste mancanze, questa debolezza, che a volte appare come connivenza da parte di chi dovrebbe essere paladino dei lavoratori (a prescindere dall’adesione: è solo in questo modo che si conquista la stima) con quanti gestiscono le attività imprenditoriali.
Tu, carissima, dici che “tutti i giorni in Camera del Lavoro” c’è una fila di “disperati e operai sfruttati” e che “cercate di tutelarli” con strumenti, lo ribadisci con orgoglio (almeno così a me sembra), “che non sono gli stessi dei Si Cobas”. Sarebbe opportuno sottolineare che, dal momento in cui “io” (ma chissà quanti altri come me) penso alle vicende che si sono susseguite nel 2019 a Prato (ma non solo a Prato) non ho alcuna idea in merito alla “differenza” che ci sarebbe tra un operaio “sfruttato” che si rivolge ad un Sindacato confederale ed un altro che invece si rivolge ad un Sindacato di Base.
Racconti che i Si Cobas considerano la CGIL (credo anche CISL e UIL, ma “tu” appartieni alla prima) un nemico di classe ed è per questo motivo che non si può aderire ad una manifestazione. Lo comprendo ma credo che sia stato fatto molto poco per cercare di raggiungere un punto di equilibrio comune che prendesse in considerazione le ragioni che hanno condotto a queste manifestazioni, che in definitiva dovrebbero essere condivise al massimo per arrivare uniti nella lotta per il raggiungimento degli obiettivi necessari ad una conquista di dignità e di rispetto reciproco.
Dalla sua parte l’Amministrazione comunale è in forte evidente difficoltà, con il primo cittadino che si sofferma a parlare di rispetto delle regole pur sapendo che è proprio a causa di una diffusa illegalità, espressa a più riprese da imprenditori disonesti, che nasce la protesta. In casi come questi in un “paese normale” un Sindaco dovrebbe mettersi a capo di tali proteste; ma il nostro non è un “Paese normale”, anche perché non si riesce più a comprendere la differenza tra Amministrazioni e Governi di segni opposti e ci si inoltra sempre più in un tunnel buio, anche grazie a queste forme di subordinazione da parte delle forze sindacali confederali a gruppi politici camaleontici che si appoggiano a poteri economici e finanziari per proteggere i propri interessi.
Personalmente, al di là di quanto già ho detto, credo fermamente nel potere della Ragione e della Cultura e sono davvero felice di non avere legami partitici che condizionino la mia Libertà di espressione, quella spesso contrabbandata come coerenza da chi, dietro le belle parole, nasconde propri obiettivi per raggiungere interessi poco più che personali.

Joshua Madalon

una documentazione su un Progetto complesso di Educazione degli Adulti realizzato a Prato negli anni Ottanta -parte 4 (vedi post del 12 e 15 gennaio u.s)

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una documentazione su un Progetto complesso di Educazione degli Adulti realizzato a Prato negli anni Ottanta -parte 4 (vedi post del 12 e 15 gennaio u.s)

Sono a ricordarvi che il documento, contenuto nel volume “Strategie per uno sviluppo generale dell’educazione degli adulti – Verso un 2000 educativo” è stato pubblicato nel 1990 per conto del Comune di Prato ed è riferito ad un seminario che si svolse in quella città dal 18 al 22 maggio 1988. E’ molto importante rammentarlo perché si comprendono alcuni tratti del mio intervento: siamo in un periodo nel quale utilizzavamo cineproiettori con pellicole 16mm e videocassette VHS. Per produrre si utilizzavano le U-matic e Betamax. Il computer aveva un uso pressochè esclusivamente amministrativo: serviva ai docenti per sostituire la macchina da scrivere.

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Oggi (1988), fra le altre opportunità, abbiamo anche un nuovo organismo che raccoglie operatori ed esperti del settore videocinematografico indipendente: si tratta dell’Associazione Film Video Makers, la cui presenza a Prato potrebbe essere importante all’interno della costruzione e realizzazione di un progetto di attività didattico-educativa che possa coinvolgere la più ampia gamma di presenze sociali: infatti ritengo che il ruolo delle Associazioni nell’ambito ricreativo culturale sia determinante se è qualificato il loro intervento, se esso è pienamente rispondente da una parte di una competenza accertata di settore, dall’altra a una effettiva – non importa se minima – richiesta di base. Troppo spesso si è verificato diversamente che interventi, anche dispendiosi, non fossero tutelati da questa doppia garanzia: e questo non dovrebbe assolutamente accadere! Altrettanto frequentemente non ci si è preoccupati di costruire interventi che andassero al di là della mera sussistenza provvisoria, allestiti più per ottenere contributi che per vero e proprio interesse con il risultato che, prima di nascere, erano già morti. Sono queste le linee d’intervento culturale che dovrebbero divenire fondamentali per tutti gli Enti pubblici. Il Comune di Prato, così come tanti altri Comuni, appare come uno dei sostenitori di questa linea di intervento culturale, anche se obiettivamente non è sempre facile tenervi fede, con una serie di iniziative che cercano di lasciare il segno e che, anche se non producono ricchezza economica, producono un arricchimento culturale. Fra queste vanno incluse quelle relative all’educazione degli adulti, il cui meccanismo assicura la piena rispondenza fra progetto e realizzazione pratica di esso.
Ritornando alle nuove tecnologie, relativamente alla loro introduzione ed uso all’interno dell’ordinamento scolastico, si deve affermare che siamo ancora all’anno “zero”. Intorno a noi si parla di telematica, di trasmissioni televisive senza frontiere, di strumentazioni e progetti sofisticatissimi, ma la cultura su cui si formano i nostri allievi, giovani o adulti, è ancora fortemente collegata al “libro di testo”: c’è dunque una “forbice” sempre più divaricata fra la società reale ed il sistema educativo ufficiale. Si aggiunga che nella scuola vige una situazione di forte incertezza, di elevata ambiguità e che le resistenze al “nuovo” sono molto spesso ammantate con alibi rivoluzionari “anti-istituzionali” chiaramente mistificatori. Mi spiego meglio: nella scuola è sempre più frequente l’uso “ludico” degli audiovisivi, pur essendo esso inserito all’interno di una programmazione didattica dei docenti; gli allievi vengono lasciati alla mercé del mezzo, oserei dire “parcheggiati” di fronte al monitor o al telone senza alcuna preparazione né a monte né a valle e solo in alcuni casi la “propedeucità” si basa su forme esclusivamente contenutistiche, anche perché – vale la pena sottolinearlo – i docenti sono complessivamente impreparati a percorrere strade di lettura più appropriata ed approfondita sul piano tecnico-formale. Non è che i docenti siano convinti che quel tipo di approccio vada bene, è semplicemente che si adagiano, scaricando poi la loro inevitabile frustrazione sull’istituzione, sulle problematiche dell’aggiornamento, sui regolamenti interni degli istituti, su tutto quello che giuridicamente sovrintende al funzionamento della scuola.

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una documentazione su un Progetto complesso di Educazione degli Adulti realizzato a Prato negli anni Ottanta – parte 3

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una documentazione su un Progetto complesso di Educazione degli Adulti realizzato a Prato negli anni Ottanta -parte 3 (vedi post del 12 gennaio u.s.)

Il 3 ottobre dello scorso anno (1987), si è svolto a Prato un Convegno sulle nuove tecnologie in rapporto ai processi didattico-educativi, ma senza tener in alcun conto il settore dell’educazione degli adulti. Pur tuttavia sono anch’io (organizzatore di quel Convegno) dell’opinione che quest’ultimo settore non possa essere scisso dalla problematica didattica complessiva e che la creazione di uno scambio permanente delle reciproche esperienze possa servire anche ai settori primari e secondari dell’istruzione, addirittura in misura maggiore che allo stesso ristretto settore dell’educazione degli adulti; per questo ritengo che i presupposti e gli esiti di quel Convegno possano essere utilissimi per una riflessione che riguardi l’educazione nel suo complesso, anche per quel concerne più da vicino le problematiche educative connesse alle arti e allo spettacolo.
L’apprendimento e l’uso delle nuove tecnologie avviene ancora oggi all’interno di due canali che in nessun modo però dovrebbero essere separati: la fruizione “attiva” e la produzione diretta. Il primo è rivolto a tutte le sfere ed i settori educativi e riguarda la visione di materiali già prodotti: questo non può essere considerato, come ancora troppo spesso accade, un facile e comodo dolce diversivo rispetto alla lezione orale e, se non vuole proprio essere un’integrazione ad essa, deve essere sempre sostenuta (la fruizione attiva) da una scheda programmatica non solo contenutistica ma anche tecnica. E’ a questo tipo di lavoro cui mi riferisco quando parlo di una nuova professionalità dell’insegnante (vedi introduzione nel post del 12 gennaio 2020). In questo primo canale possono essere utilmente comprese anche la registrazione in video delle lezioni cattedratiche o meno che i docenti di norma debbono svolgere; questo aspetto prelude al secondo canale, che va riferito alla possibilità di utilizzare praticamente le conoscenze tecniche e teoriche sulla realizzazione di prodotti audiovisivi: se l’intervento primario sarà svolto in modo coinvolgente e seguito con attenzione gli allievi potranno cimentarsi nella scrittura e nella messa in opera di uno o più audiovisivi, la cui valenza sarà chiaramente di tipo educativo. Non si pensa affatto di far diventare gli studenti tutti operatori e tecnici cinetelevisivi, ma l’obiettivo rimane quello educativo riferito alla conoscenza approfondita delle nuove tecnologie e del loro uso più appropriato per narrare in modo diverso i propri mondi. E’ evidente che un progetto “particolare” riservato all’apprendimento delle nuove tecnologie trova qualche difficoltà e resistenza ad essere inserito nella scuola, dove esistono programmi, in qualche caso “ferrei” a favore dei quali soprattutto le vecchie guardie tra i docenti oppongono nella loro difesa strenua resistenza; ma parlando di “educazione degli adulti” mi torna facile prospettare per questo settore la realizzazione di un Laboratorio dell’Immagine, costruito tenendo conto del palinsesto di quello creato per gli allievi della scuola media superiore ed orientato, come quello, a misura dei fruitori “adulti”. L’esperienza di cui parlo è ancora in corso e risente delle problematiche di cui sopra, anche se la risposta a tale proposta è stata, e continua ad essere, molto elevata sia da parte dei docenti che degli studenti che vi hanno aderito. Questo va detto allo scopo di evitare sia i facili ottimismi sia l’altrettanto generico pessimismo: proprio in qualità di coordinatore di quel laboratorio l’idea di un suo sviluppo rivolto agli adulti mi stimola molto, mi interessa.

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11 gennaio 2020 – LEONE GINZBURG un evento a Prato (vedi locandina) Prato in Comune aderisce

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11 gennaio 2020 – LEONE GINZBURG un evento a Prato (vedi locandina) Prato in Comune aderisce

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Oggi pomeriggio al Circolo “La Libertà” di Viaccia in quel di Prato un pool di soggetti politici e culturali organizza un incontro su “Leone Ginzburg” con la presentazione dell’ultimo libro di Angelo d’Orsi “L’intellettuale antifascista” edito da Neri Pozza.

Siete tutte/i invitate/i a partecipare

Il libro parte dalla necessità di approfondire la nostra storia attraverso una delle figure un po’ defilate ma sostanzialmente fondamentali per conoscere meglio la storia dell’antifascismo partendo dalla formazione familiare e scolastica di un gruppo di intellettuali.

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Angelo d’Orsi nella sua premessa al libro (che la casa editrice ci offre) ci fa comprendere con molta chiarezza la genesi della ricerca che ha condotto.

con un copia/incolla di questa striscia potete leggerla

https://tolinoreader.ibs.it/reader/index.html#/epub?epuburl=https:%2F%2Fcdp.pageplace.de%2Fcdp%2Fpublic%2Fpublications%2FDT0245%2F9788854520158%2FPREVIEW%2Fleseprobe-9788854520158.epub&lang=it_IT

Mi sono sempre chiesto da dove il male….. Pino Petruzzelli recita Bonhoeffer

Mi sono sempre chiesto da dove il male….. Pino Petruzzelli recita Bonhoeffer

Un utile promemoria per chi ha poca memoria o non conosce la storia; anche questo è un recupero di memoria in qualche modo personale, anche se afferente ad un Progetto che con Stefano Gruni abbiamo promosso (ne accenno in quella lettera a Mattia Diletti riportata l’altro ieri, 8 gennaio, in questo Blog) nella frazione San Paolo di Prato

Il video è stato registrato dal nostro amico e compagno Luca Bravi. All’inizio del Progetto che poi non ebbe un seguito dopo il naufragio della nostra partecipazione a “Luoghi (idea)li” in un incontro nella stanzetta del Circolo San Paolo avemmo l’opportunità di incontrare Pino Petruzzelli, anche se nessuno di noi ne conosceva le qualità.

Oggi vogliamo intanto solo in minima parte riparare a quella ignoranza. Se volete sapere di più andate pure sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/teatroipotesi/

https://www.wuz.it/biografia/407/Petruzzelli-Pino.html

Ad ogni modo ascoltate le parole di Dietrich Bonhoeffer perchè sono molto utili ad evitare facili entusiasmi legati a discutibili proposte.

Joshua Madalon