giugno 2014 – luglio 2016 reloaded Ambiguità delle parole come “rinnovamento”, “conservazione”, “rivoluzione”, “cambiamento” proposte come “positive”

Sono passati due più due (che fanno quattro) anni ma l’analisi che pubblicai è ancora viva ed attuale – per la STORIA

Ambiguità delle parole come “rinnovamento”, “conservazione”, “rivoluzione”, “cambiamento” proposte come “positive”
SONO IN EFFETTI AMBIGUE

Occorre fare “Rete” e deve essere a maglie larghe in nome della Libertà e della Democrazia. Quello che serve è superare il muro di silenzio che i “mass media” ( al di là di qualche “strumentale” dissenso da parte di pochissime testate ) stanno imponendo a tutti coloro che esprimono dissenso nei confronti del “conformismo” dilagante che ha visto accrescere il sostegno all’azione di “rinnovamento” a tappe forzate proposto dall’attuale Segretario del PD.
Non è facile dissentire di fronte ad un sostegno così apparentemente ampio, anche perché si rischia di apparire dei conservatori ideologici arroccati nel mantenere posizioni e rendite. Di certo sembra che questo possa essere l’obiettivo giusto della “critica”, ma sta di fatto che la maggior parte di coloro che quelle rendite e posizioni le vogliono “conservare” sono nel “mucchio” dei sostenitori del “rinnovamento”. Occorre ad ogni modo fare attenzione su quanto è accaduto negli ultimi mesi all’interno del Partito Democratico partendo da quanto noi conosciamo in maniera più diretta, che sono alcune realtà locali. Poniamoci una domanda utilizzando la “matematica”: come si attua un “rinnovamento” quando l’80% della vecchia guardia di un gruppo dirigente si ritrova a sostenere il “vincitore” ed i suoi non sempre “vergini” sodali: se dovessi usare un termine “storico” più che rinnovamento scriverei “restaurazione”. E senz’altro anche la Restaurazione di inizio XIX secolo apparve ad una parte considerevole degli Stati europei una scelta rivoluzionaria! Ecco dunque l’ambiguità della terminologia: chi dissente dal “rinnovamento” fatto in queste modalità viene considerato “ideologico e superato” oltre che conservatore, difensore dello “status quo”. E sono terminologie, se vogliamo esser seri, parimenti incentrate su un significato ideologico che nulla di più e di meglio può aggiungere per contribuire ad un vero positivo cambiamento. Il “cambiamento” non c’è stato e non ci può essere se al mutare delle sembianze (identità ed età) non corrisponde un coerente mutamento delle metodologie di approccio ad i temi che valorizzino la Democrazia. Ed infatti la maggior parte di coloro che hanno affollato con entusiasmo e passione – e con un po’ di sana rabbia – i “gazebo” delle Primarie alzando i toni della contesa “rivoluzionaria” si sono, in nome di un mondo nuovo rispetto al “vecchio” da alcuni militanti d’annata rappresentato, ben guardati dall’assumere un impegno più concreto nei Circoli. L’utilizzo del web sembra la panacea ad alcuni di loro ma non tengono conto dell’invecchiamento della popolazione e del relativo analfabetismo tecnologico diffuso su tutti i territori; accanto a questo va aggiunto che la maggior parte dei cybernauti sono “giovani” e, per ragioni molto serie, sono arrabbiati con chi governa perché lo ritengono (abbiano ragione o meno, in questo momento poco importa) responsabile del “disagio” collegato alla perdita di posti di lavoro ed alla non creazione di nuove e concrete opportunità lavorative. E così corrono dietro la “rabbia” di chi si oppone in modo strumentale: i dati statistici sono chiarissimi riguardo all’attenzione con cui la maggioranza dei “giovani” guarda al M5S, guidato da demagoghi populisti rivoluzionari catastrofisti. Il web dunque è già occupato e lo spazio residuale è scarso. Chi si oppone all’interno del PD ha pochi spazi in questo appiattimento generale sulle posizioni fortemente maggioritarie ed è visto come chi, rimanendo fermo sulla riva di un fiume, attende i passaggi dei cadaveri degli avversari. Non possiamo dare questa impressione, conoscendo il nostro attivismo critico; ed allora ecco che emerge la necessità di mettere in piedi un Gruppo che accolga i “Democratici” convinti che l’attuale Dirigenza non sia idonea a rappresentare in modo coerente i principali valori fondanti del Partito.
Se tuttavia continuiamo solo a dircelo fra di noi e non lo esprimiamo rivelando le contraddizioni che sono all’interno dello stesso percorso piegato ad una “democrazia” di comodo non riusciremo mai a far emergere queste nostre posizioni che, se da una parte non vogliamo siano strumentalizzabili, dall’altra desideriamo non accantonare nemmeno temporaneamente come “per necessità contingente”(non è mai il momento e dobbiamo turarci le narici e procedere malgrado) ci viene richiesto. Non vogliamo e non possiamo confonderci con chi a suo esclusivo vantaggio va sbandierando il vessillo della Democrazia contro l’Oscurantismo oppure quello della Speranza contro la Disperazione o quello del Fare contro il Disfare. Lasciamo a costoro il tempo della loro Propaganda Politica e lavoriamo per il “dopo”! non è mica vero che siamo all’ultima spiaggia; questo è il vero “catastrofismo”! come a dire “o ti mangi questa minestra o ti butti dalla finestra”. Non abbiamo bisogno di balie; sappiamo ragionare e condividiamo molti aspetti della critica alle istituzioni che, negli ultimi mesi, sembra essere unico appannaggio di chi governa. Se si deve mettere mano agli sprechi lo si faccia con una scelta “costituente” che ridisegni nel complesso o non a pizzichi e bocconi il quadro istituzionale con regole nuove e stringenti. Ma lo si faccia partendo dalla base dei Circoli non dai gruppi dirigenti che penserebbero prioritariamente ai propri interessi.

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Eccomi di ritorno!

Eccomi di ritorno!

Sono stato via per alcuni giorni tra Cambridge e Londra.

L’occasione è stata quella di poter partecipare alla cerimonia per il dottorato di ricerca di nostra figlia Lavinia. Non è la prima cerimonia cui partecipiamo in quello splendido spazio che è la “Senate House”.

In un tempo in cui la “Cultura” è disprezzata a favore di rapporti di fiducia senza una identità all’interno di quel percorso pseudo rivoluzionario gattopardesco per cui si annunciano cambiamenti per non cambiare nulla (basta l’annuncio!), la presenza di tante “eccellenze” a livello internazionale è una boccata di ossigeno “amaro”.

 

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A Cambridge (e a Londra) il “mondo” passa davanti a te, che fermo stai; ed è l’immagine di un’Italia che rischia ancor più di sprofondare, dopo il ventennio e passa di Berlusconi e Renzi,  in una posizione di retroguardia “culturale” tra ignoranti e buzzurri che  credono di essere Churchill e Chamberlain, Roosevelt ed Obama.

Ne parleremo nei prossimi giorni.

 

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BREVI

Il “nuovo” Governo, quello del “cambiamento” a dirla con l’ineffabile Vice Premier Di Maio “Giggino”, non perde tempo… nel confermare che non farà nulla di nuovo e rivoluzionario rispetto agli altri. Assume in modo diretto una persona a dirigere la Segreteria del Mise, affermando che si tratta di una ragazza “onesta che più onesta non si può…” . Difficile metterlo in dubbio, ma ci si aspettava di più… di un cambiamento rispetto al “nepotismo” al “clientelismo” “dei vecchi governi. A proposito dei quali, suggerisco ai loro sostenitori di starsene buoni: non possono essere loro ad alzare la voce!

PASSEGGIATE FLEGREE giugno 2018 – parte 4

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PASSEGGIATE FLEGREE giugno 2018 – parte 4

Girata la balaustra che affacciava sul salottino collegato ad ambienti che noi, per memoria, presupponevamo essere collegati alle vecchie terme ed ai locali di un Cinema che da giovani avevamo frequentato da artisti filodrammatici e e da spettatori molto attenti alle opera dei grandi registi europei ed americani, ci eravamo così diretti verso le “voci”.

Un ufficio dove sedevano tre persone, due donne giovani ed un signore attempato ma di un’eleganza professionale indubbia, mentre di spalle sulla soglia dell’ufficio un altro signore altrettanto elegante in piedi questionava intorno a temi probabilmente organizzativi.

Al nostro saluto doveroso, si girò verso di noi; e fu allora che lo riconobbi. Quando ero all’Università, lo conoscevo appena, essendo solo il fratello di un altro mio coetaneo, che partecipava in modo costante alle nostre organizzazioni culturali, oltre che ricreative. Sapevo che poi aveva fatto carriera nella Democrazia Cristiana, arrivando a ricoprire incarichi prestigiosi fino a quello di primo cittadino puteolano.

“Ciao” con reciproca cordialità. Una stretta di mano vigorosa. “Sei te che ti occupi di questo spazio?” “Sì, da alcuni anni…” “Ma eravamo passati e sembrava tutto in perfetto ordine, ma non in attività!” “Sì, certo, da qualche mese ci siamo dati da fare. C’è l’albergo, il ristorante, la beauty farm con le terme e poi delle iniziative culturali…”. Procedemmo nella visita, ora accompagnati da uno chaperon esclusivo che ci spinge verso la terrazza panoramica, dalla quale si gode nel pieno del calore già estivo uno splendido panorama sul golfo, a partire dal Serapeo sottostante. L’ambiente è però algido, indistinto; manca un vero e proprio tocco artistico che non sarebbe male: la terra flegrea è per sua natura semantica vulcanica, calda impetuosa ed in quella realtà invece ci si trova di fronte ad un luogo che, pur nella sua indubbia eleganza, potrebbe essere tra le fredde valli delle Alpi.

Ovviamente il nostro amico vantava professionalità di ottimo livello come collaboratori e collaboratrici e su questo non potevamo che assentire. Lasciammo che decantasse anche quelli che erano importanti collegamenti con bagni esclusivi raggiungibili con facilità dalla Ferrovia sottostante, la Cumana, esempio di fatiscenza ormai consolidata e disperata. Non riuscimmo a visitare gli altri ambienti; volevamo accedere a qualche camera per saggiarne le caratteristiche, ma non fu possibile. Andammo via insesauditi. Perplessi sul futuro di un’attività nella quale la passione è sovrastata da un’indolenza caratteristica di una parte della mentalità meridionale, che sembra affidarsi più nelle mani della dea “fortuna” piuttosto che nell’attivismo umano. “Dio gliela mandi buona. Dio perchè non altri!” pensammo all’unisono.

Scendemmo le scale del vicoletto sempre lurido di residui corporali ed acque indistinte che cascano da tubature pendenti, quella stretta viuzza che conduce verso il piccolo passaggio a livello della Cumana che si affaccia sul lato interno del Tempio di Serapide. Giusto allora dei rintocchi segnalavano l’arrivo del treno impedendo l’attraversamento pedonale. Di lì a poco un treno reso cadente anche dall’impeto graffittaro di anonimi artisti, che ne avevano letteralmente coperto tutti i finestrini, abbuiando gli interni, sopraggiunse fischiando forse semplicemente per salutare gli addetti del casello che corrisposero con un cenno delle loro mani.

 

J.M.

 

…fine parte 4….continua

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Bannatemi pure…io no, non vi banno!

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Bannatemi pure…io no, non vi banno!

Il vento sembra essere cambiato…e tante tra le persone con cui interloquisco, alcune delle quali conosco da anni, e non dai tempi di Facebook, ma da anni e anni, e con le quali non sono sempre stato d’accordo, alcune appartengono a storie politiche comuni, altre a percorsi politici assai diversi, in questo tempo cambiato difendono in modo spesso inatteso storie lontane anni miglia dalla mia cultura.

Negli ultimi giorni leggo che molti fanno a gara a bannare coloro con i quali non sono d’accordo. Lo trovo assurdo, soprattutto in quanto la dialettica combatte differenti pensieri tutti collegati ad una specifica coerenza ispirata a percorsi di vita ed esperienze distinte. Io non lo farò, anche se, come ho già fatto, orgoglioso del mio pensiero, suggerirò a coloro che non sono d’accordo con quello che esprimo, di uscire dal mio account; in modo particolare da quello  spazio dove propongo quotidianamente i miei post, la mia Pagina Pubblica.

Coloro che lamentano espressioni offensive oggettivamente riconoscibili fanno bene invece a mostrarle, poste così a disposizione pubblica. E’ bene anche “copiarle” e datarle, pronte nell’eventualità di doverle utilizzare per querele o denunce, civili e penali. Perché non dare la possibilità a queste persone di poter vedere utilizzati su se stessi gli aspetti rieducativi di una “pena” a norma del terzo comma dell’art.27 della nostra Carta costituzionale?

 

Joshua Madalon

p.s.: Sono stato un “professionista” dell’Educazione! Lo sono tuttora! Non dispenso giudizi “tanto all’ora”! Sono oltre che tollerante! Non banno nessuno: se qualcuno lo vuole fare lo faccia pure nei miei confronti!

 

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L’ECO DEL VAFFA La sacrosanta pratica del “vaffa”

 

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L’ECO DEL VAFFA

La sacrosanta pratica del “vaffa”

Chi lo avrebbe mai detto che avremmo potuto ripagare della stessa identica “moneta” liberatoria il Movimento 5 Stelle che, complice il suo insigne fondatore, l’aveva utilizzata. Parlo di quel “vaffa” con seguito delle parti posteriori adoperato “ad libitum” come se fosse un brindisi conclusivo festoso.

Se lo meritano a gloria, anche perché stanno utilizzando la loro primitività abbinandola ad una spropositata dabbenaggine, sottovalutazione, a mo’ di novello “Candide” volteriano, al quale tutto va bene. Ovviamente non si può non riconoscere che dabbenaggine e spudoratezza, irrisione e presunzione, arroganza e protervia non siano state già utilizzate a piene mani da quell’epigono berlusconiano, che è stato Matteo Renzi.

Ma ancora ancora tra quelle figure che hanno tenuto bordone ai precedenti governi vi si trovavano personalità di livello medio-alto, che in questo nuovo andranno ricercate con il lumicino, temo con scarsi risultati. Ma tant’è: mi si risponderà che i tempi sono cambiati e che io – in compagnia di molti altri – sono innegabilmente (confesso di esserne anche convinto) “retrò”.

Perchè mai un vecchio rimbambito come me dovrebbe allora mandare a quel paese i rappresentanti di questo Governo ed in modo principale i pentastellati?

E’ presto detto: costoro “governano” in modo molto originale (eh già! Sono i paladini del cambiamento); quando alcuni di loro (per esempio, e che esempio!, il Presidente della Camera, terza carica dello Stato) aprono la bocca distinguendosi da una linea peraltro inesistente (il contratto di Governo è quanto di più aleatorio possa immaginarsi) ci si appresta a dichiarare che “parlano a titolo personale”. Anche lo stesso Presidente del Consiglio parla più o meno a titolo personale e agisce nello stesso modo quando, sollecitato dal Presidente della Repubblica, forse sgomento davanti a tale “brancaleonata”, ha dovuto dare ordine di far sbarcare i 67 della motovedetta Diciotti. Ed a titolo personale parla, a sentire Di Maio, l’altro vice-premier Salvini, quando brontola in modo sconnesso, perché non gli si è consentito fare quel che caspita vuole fregandosene delle regole: lui che ne dovrebbe essere garante e tutore, come Ministro degli Interni.

Quindi s’è capito? “un sonoro  infinito “VAFFA” con annessi e connessi al Governo, al Movimento 5 Stelle e ai suoi sostenitori ovunque essi siano. Andate pure!

 

Joshua Madalon

 

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Ancora sui vitalizi aboliti(!?) e l’immigrazione

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Ancora sui vitalizi aboliti(!?) e l’immigrazione

L’intervento sui vitalizi è un ignobile stratagemma per soddisfare il desiderio insano, vendicativo di presunti soprusi,  di una parte della popolazione, forse anche maggioritaria (!), che ritiene in toto che chi si è impegnato nel lavoro politico lo abbia da sempre fatto in modo indegno, valorizzando i propri interessi e sottovalutando quelli del popolo da cui aveva attinto fiducia. Ovviamente, come è ormai riconoscibile in ogni azione umana di gruppo, ci sono stati casi molto limitati di indegnità conclamata e per molti la responsabilità non può essere assegnata all’individuo, dal momento in cui questo rispondeva ad una gestione politica centralistica, tipo – per fare un solo esempio – quella dell’attuale M5S. Ma la stragrande maggioranza dei parlamentari ha agito in modo straordinariamente corretto; ma, lo si sa, a far notizia e scandalo sono quei pochi che hanno puntato sulla loro carriera personale perseguendo vantaggi limitati a se stessi ed ai loro diretti protetti (ed in questo caso nessuno dei Partiti e dei movimenti può vantare primazie positive).

Sarebbe certo opportuno apportare modifiche come quelle sulla reversibilità, che non ha senso dal momento in cui i meriti di un impegno non possono essere, al pari dei demeriti, travasati sui congiunti e gli eredi. Ma interventi simili non avrebbero attratto tanti consensi: il “popolo” aveva bisogno di vedere scorrere il sangue, intendendo solo pur macabramente ciò un simbolo.

Sarà probabilmente lo stesso popolo come accade sempre nella Storia a ricredersi, allorquando concretizzerà la realtà dei fatti verificando che simili interventi non producono effetti sostanzaili: anzi!

Il rischio è che invece che vantaggi su un recupero di quegli emolumenti alle casse dello Stato si otterranno svantaggi per un esborso successivo di gran lunga maggiore. La protervia e la caparbietà hanno già dato i loro frutti con la vicenda del referendum istituzionale del 4 dicembre 2016. E non fa bene ignorare tutto questo.

Oltretutto un altro aspetto è quello degli interventi sui temi dell’immigrazione. Qui l’Italia si è infilata in un vicolo cieco, raccogliendo soltanto il sostegno dei paesi “sovranisti” che, ovviamente, sono ciascuno per la chiusura dei propri confini. Con queste prospettive è a rischio la Sicurezza. Creando ghetti in patria e chiudendo le frontiere in modo indiscriminato sarà più facile per chi ha progetti terroristici infiltrarsi, cooptando gente sempre più arrabbiata perché esclusa da un Paese che nega l’accoglienza e l’integrazione, rinchiuso sempre più in se stesso a difesa di valori che vanno sbiadendosi progressivamente a vantaggio di altri meno positivi con uno sguardo vetero-nazionalistico.

Anche la Chiesa sta facendo sentire la sua voce, attraverso figure simbolo. Svolga un ruolo civile rispondendo in particolare alle mistificazioni portate avanti da alcuni protagonisti, allorché si dicono ispirati dal Vangelo. Si sottolineino, come se si trattasse di un’eresia, queste affermazioni ignobili proprio perchè non rispondenti al vero. Cristo si apre agli ultimi, agli umili, ai poveri, ai diseredati, agli emarginati e tra questi vi sono molti di nostri connazionali ma vi è un mondo intero che bussa alle porte dell’Occidente. Per ora bussa, certo, bussa con pudore. Domani chissa!

Non facciamo prevalere l’egoismo: se ogni paese con ordine avesse aperto le porte a questa gente in proporzione agli spazi di cui dispone, avremmo avuto meno problemi e molte risorse attive legali a disposizione. Si è preferito lucrare sulle paure irrazionali, riferendosi a pochi casi, piuttosto che corrispondere a criteri logici realisticamente possibili.

C’è chi, come il Sindaco di Riace, ha mostrato la strada, prendendosi gli improperi beffardi del leader della Lega, che fondamentalmente ha agito come un “piccolo cane” di fronte ad un presunto pericolo: abbaiando.

 

Joshua Madalon

 

 

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Un novello Capitan Fracassa e…il suo servo sciocco (una reinterpretazione della “commedia dell’arte”)

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Un novello Capitan Fracassa…e il suo servo sciocco (una reinterpretazione della “commedia dell’arte”)

Ma chi crede di essere, quel rude individuo degno di rappresentare la barbarie veteroleghista,  che attenua  ipocritamente con un eloquio che ricerca di rassicurare utilizzando bonarie terminologie (“Papà”), allorquando in modo guascone digrigna i denti e mostra il volto rabbioso da novello Capitan Fracassa?

La sua ambizione è quella di essere l’unico depositario del Potere; è per questa ragione uno dei personaggi paradossali che ci tocca incontrare più pericolosi per la diffusione di un cattivo esempio che ha già generato momenti di “ordinaria follia” come quelli di Macerata (cari italiani, la “memoria” di fatti anche recenti non va sotterrata) , a Caserta poco meno di un mese fa e di Latina (11 luglio scorso).

Anche per questo occorre un pieno sostegno alla decisione del Presidente della Repubblica di telefonare al Premier (!) Conte per chiedergli di intervenire nella soluzione della vicenda della nave della Guardia costiera Diciotti. Fa bene, molto bene, a stupirsi Salvini; fa parte della sua (in)cultura ed il suo livello di (non)rispetto dei valori trascritti nella Carta costituzionale. E’ pericoloso questo atteggiamento, questo comportamento, questo modo di agire che parte da una precisa volontà di derogare da quelle che sono le basi delle regole costituzionali, a partire dallla divisione dei poteri (il potere giudiziario è autonomo e non può rispondere nè direttamente nè indirettamente a diktat).

Tra le altre cose è proprio il Governo nella sua interezza a fare una pessima figura. Certo che c’è da stupirsi: abbiamo un Presidente del Consiglio a servizio ridotto (a prescindere dalla sua qualità umana e accademica) che è del tutto incapace di gestire la squadra. E’ del tutto evidente che, andando avanti, se continua la Storia di questo Governo, ci saranno più disastri fallimentari che successi.

 

 

 

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Un altro esemplare momento di festa è stato quello intorno all’approvazione del taglio dei vitalizi. Agli italiani smemorati stanno raccontando fandonie: i vitalizi per quel che è necessario in “tempi di vacche magre e di giustizia sociale” sono stati già aboliti. Con l’Ordine del giorno approvato in Commissione alla Camera sono stati ricalcolati retroattivamente alcuni vitalizi di ex parlamentari. Questa operazione puramente mediatica approvata anche dal PD avrà esiti disastrosi anche in relazione  a quel ventilato maxi(!)risparmio, e pagheremo con gli interessi questa aberrazione.

Io sono a favore di una riduzione, anche ulteriore, dei benefit in modo complessivo ma considero un’altra forma “giacobina” contornata da acredini odiose questa battaglia retroattiva.

Ecco, siamo appena agli inizi di questa XVIII legislatura. Non c’è nulla di buono da festeggiare: anche quell’annuncio di superamento del Job’s Act è una falsità. Ci sono degli aggiustamenti molto limitati tanto da non avere alcun effetto positivo nè per i lavoratori nè per i datori di lavoro.

 

Joshua Madalon

 

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Una Maddalena del Terzo Millennio – parte terza

 

Foto di Agnese Morganti

 

Una Maddalena del Terzo Millennio – parte terza

E’ sera tardi. Claudio è al computer nel suo studio, tranquillo. Scrive. Ha riacceso il cellulare privato inserendo la modalità silente. Ed ha provato anche a ricomporre il numero di Laura. Lo fa lanciando soltanto due squilli.

Mentre prepara un documento lo ha sotto gli occhi davanti al monitor. Ed è così che ad un certo punto nel semibuio della stanza il piccolo schermo si illumina: c’è un messaggio. “Ci sono”, breve ma chiaro.  “Ci sono” e’ quasi mezzanotte. Tutto tace e l’ambiente è molto lontano dallo spazio notte della famiglia. Claudio tuttavia ha una forte titubanza a chiamare a quell’ora. E, poi, davvero non sa cosa dire; forse non sa come dirlo: la sua è una curiosità senile, non c’è un ardore maschile irrefrenabile e insoddisfatto. Di quella donna, peraltro, non sa nulla e si rifiuta di pensare a lei come ad una comune squillo.  Quando l’ha sentita, in quelle brevi battute, l’ha percepita come fosse una sua amica con la quale avviare un rapporto di complicità. Non più di tanto. Di lei conosce la voce molto diversa da quella di “altre” che nei contatti si sono proposte; e conosce le sue cosce (almeno lui crede siano le sue), unica parte in vendita sui banchi del sito che ha visitato.

Claudio pensa che, forse, proprio a quell’ora nel silenzio della notte in quella parte riservata della casa sia sia il tempo migliore per rompere gli indugi; anche per capire meglio chi sia Laura.

“Ciao.  Penso sia difficile che tu ti ricordi di me. Ci siamo sentiti qualche giorno fa. Eri a casa di amici”

“Sì, mi ricordo, ma…”

“Non ho potuto richiamarti prima, sono stato via alcuni giorni”

“Ah…ma allora?”

“Non ho avuto modo di pensare ad incontrarti, immagino che tu abbia inserito l’annuncio per questo, no?”

“Certamente…”

“Beh, diciamo la verità, sono molto curioso di conoscerti. Dove stai?”

“Io abito ad Agliana, ma ho un posto riservato a Lamporecchio. Quando vuoi venire?”.

Claudio, a quel punto, rompe gli indugi, aiutato anche dalla leggerezza della conversazione telefonica

“Va bene anche domattina, intorno alle 10. Sono a Prato, ci impiegherò un’ oretta, non sono un Nuvolari”

“Magnifico! Tu vieni su e quando sei a Lamporecchio mi richiami e ti do le ultime indicazioni per arrivare fino a casa mia. Hai il navigatore?”

“Sì, dai. A domattina, allora!”

Una di quelle casette a schiera utilizzate dal turismo estivo; Claudio ha ricevuto tutto in dettaglio.

Quella mattina si è alzato come sempre intorno alle 8. Ha detto alla moglie che usciva per uno dei soliti appuntamenti al Circolo e si è diretto verso Pistoia salendo sulle strade che si inerpicano lievemente sul Montalbano Ovest.

Laura così come aveva detto la notte prima, non appena lui aveva superato il cartello che indicava l’ingresso al paese, gli aveva fornito telefonicamente l’indirizzo, provando anche a descrivere bene le caratteristiche del luogo.  Claudio aveva mostrato di sapersi districare sui meccanismi tecnologici che gli davano precise indicazioni ed aveva visto su Google maps il cancello corrispondente al numero civico.

“Quando sarò fuori parcheggerò e poi ti chiamo”. Poi impostò il navigatore e gli si affidò.

fine parte terza….

 

J.M.

 

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