UTILE PROMEMORIA /3
Ho trovato queste note, le prime potrebbero essere di Eleonora Ciardi, anche se non ne sono sicuro; le seconde appartengono ad un Comunicato stampa di incerta attribuzione; il terzo passo è invece “firmato” Mario ed è di Mario Bettocchi; il quarto è redazionale, in linea di massima mi appartiene come “sintesi” di uno dei dibattiti organizzati nell’ambito della “PALESTRA DELLE IDEE” proposta dal Circolo (allora PD) San Paolo di via Cilea.
Anche “queste note” servano a far comprendere la distanza siderale tra quel che noi facevamo e le “trame oscure” che si tessevano nelle conventicole politiche che andavano aprendo la strada al reazionario nuovo raggruppamento intorno alla figura di Renzi. Chi dice che non vi sia altra strada per il futuro della SINISTRA se non quella di un accordo con il PD, non sa – forse ma non ne sono sicuro – quale profondo errore stia facendo.
Joshua Madalon
1) Basta guardare le cifre per capire che Prato attirava in percentuale un numero molto alto di emigranti: la media annuale dal 1951 al 1971 è di 4500 immigrati; la crescita della popolazione in quegli anni in seguito al fenomeno immigrazione, è stata dell’84%,mentre altre città comeTorino e Milano, la cui attrazione sugli emigranti era comunque forte, non andavano oltre il 62 e il 48%. Quella di Ciasullo è statacomunque un’esperienza positiva:grazie alla mentalità commerciale tipica dei pratesi, tutta volta all’apertura verso l’esterno – come sottolineato da Franco Martini nella prefazione al libro -, l’inserimentodegli immigrati è stato molto rapido ed ha trovato nel lavoro e nel sindacato due importanti momenti di aggregazione. Alessandro Lucarini, che ha scritto un saggio,che completa il libro, parla non di una storia dell’emigrazione a Prato, ma di una vera e propria storia della nostra città vissuta attraverso il racconto vivo, vissuto e commovente di Ciasullo. Si tratta diuna storia emblematica che trova facilmente la sua attualità nei problemi dell’attuale immigrazione extracomunitaria. Nel mio saggio tento un’utopistica proiezione verso un futuro che, più che di tolleranza, intesa come mera `sopportazione’, deve essere fatto di `condivisione’. L’ideale sarebbe una sintesi di diverse civiltà che porti ad una crescita globale, pur nel rispetto delle singole identità. Le considerazioni finali sono spettate a Giuseppe Gregori, segretario della Camera del Lavoro, il quale ha individuato nel dato “lavoro” la grande differenza tra l’immigrazione `interna’ degli anni’60-’70 e l’attuale immigrazione extracomunitaria, sta nella diversa possibilità di impiego: “Abbiamo detto che il lavoro è stato in passato un grosso elemento di integrazione; oggi invece il mercato purtroppo è saturo echi arriva a Prato è destinato a vivere per lungo tempo ai margini della società. Inoltre, mentre chi proveniva dal sud era abituato a battersi a fianco dei sindacati per ottenere maggiori diritti sul lavoro e si è subito avvicinato alle organizzazioni sindacali, gli extracomunitari sono su questo punto molto diffidenti e rischiano di trasformarsi in possibile concorrenza `sleale’,malvisti quindi dagli altri lavoratori”. Nell’anno dell’integrazione razziale questo libro darà sicuramente un valido aiuto alla comprensione delle esigenze dei nuovi immigrati.
2) «Una figura del popolo, uno dei tanti immigrati arrivati a Prato, che hanno contribuito col loro impegno, a difesa dei lavoratori, allo sviluppo civile della nostra comunità. Mi piace ricordare così Luigi Ciasullo, una di quelle figure che con la loro abnegazione, la loro passione, il loro alto senso della vita pubblica e sociale, hanno determinato il progresso delle nostre genti e il diritto ad una vita migliore». E’ questo il ricordo del sindaco Marco Romagnoli di Luigi Ciasullo, scomparso oggi. Una vita spesa per il sindacato e dalla parte dei lavoratori, Ciasullo fu infatti segretario degli operai tessili della Cgil da metà degli anni Settanta del secolo scorso fino all’iniziò degli anni anni ’80, per poi passare nella segreteria regionale della Filtea Cgil. Comunista, per il Pci ricoprì il ruolo di assessore comunale all’economato dal 1965 per l’intero arco della legislatura. Dopo lo scioglimento del Pci aderì al Pds e negli ultimi anni è stato attivo nella Federconsumatori della Cgil. Il sindaco ha scritto un telegramma di condoglianze alla moglie Maria Concetta e alle figlie Anna e Michela. Il Gonfalone del Comune sarà presente fin dal mattino di domani alla camera ardente allestita presso le cappelle del commiato della Pubblica assistenza e alla cerimonia funbebre che si terrà alle 18,00 in p.zza Mercatale alla Camera del lavoro.
3) Grazie per l’interessamento, ma non sono in grado di produrre un’abstract del mio intervento. Ho letto il documento “Un’altra idea di integrazione” appena prima di prendere la parola. La cosa che tuttavia mi è balzata agli occhi è che negli obiettivi del patto (fogli 9-10) manca l’idea di un maggior sostegno alla scuola nel suo ruolo do costruttrice di correlazioni interculturali (Massimo ne ha comunque parlato). I luoghi di gran lunga principi sono infatti lavoro e scuola, (il lavoro più per gli uomini, la scuola più per le famiglie e i bambini). Nel caso della comunità cinese il lavoro come luogo di correlazione interculturale è andato via via a sfumarsi con il superamento del primo approccio con il distretto che li vedeva come terzisti e che li vede ora più indipendenti. Rispetto a questa comunità, quindi, la scuola rischia quasi di essere isolata. Per questo sarebbe importante a livello locale e territoriale creare altre forme di interscambio culturale.
Credo inoltre che se è vero che la legge deve essere uguale per tutti, non credo che le varie comunità abbiano gli stessi problemi. Alcune associazioni solidaristiche sono molto utilizzate dalle comunità di immigrati è possono rappresentare un nostro segno di accoglienza, ma non è così per tutte. Ad esempio per la comunità più fedele all’islam, e a quella cinese. Probabilmente bisognerebbe studiare insieme ai sindacati qualche altra forma di testimoniare umana solidarietà.
Ho trovato molto stimolante il termine introdotto da un partecipante: “welfare-fai-da-te” (che, nel breve periodo, funziona rimandando al futuro tutti i costi sociali). Vi segnalo più di un caso dove un ex-artigiano affitta (in parte a nero) il suo stanzoncino per pagare, a nero, la sua badante. Non ho dati scientifici per valutare la numerosità di situazioni simili, ma se consideriamo che nello stesso periodo che i cinesi sono passati da 1 a 15.000, gli artigiani tessili sono passati da più di 13.000 a meno di 1.000, dovrebbe risultare chiara la probabile destinazione d’uso dei 13.000 stanzoncini liberati.
Quello che segue è un fuori tema che il mio prof. Giuseppe Maddaluno non mancherà di rimarcare: sono rimasto colpito, ma non meravigliato, dal fatto che l’unica presenza cinese nel circolo fosse impegnata al videopoker. Vi prego di non leggere questa banale osservazione come critica, capisco le difficoltà economiche del circolo, la mia osservazione vuole solo essere una prima misura sul lavoro da fare; anzi mi suggerisce un possibile problema a comune con la comunità cinese. Dato che Prato è la quarta provincia italiana per somme giocate pro-capite potrebbe essere questo un terreno comune di lotta contro la peggiore delle tassazioni.
Lasciatemi sognare: sarebbe bellissima una richiesta pratese italo-cinese, contro la pubblicità del gioco d’azzardo. Sono convinto che molti cinesi, genitori, comunità buddista, parteciperebbero volentieri ad un dibattito sul gioco d’azzardo e su come creare alternative. Noi ne avremmo bisogno, loro ne avrebbero bisogno.
Scusate il fuori tema e davvero buon lavoro, Mario
4) LA PALESTRA DELLE IDEE – IMMIGRAZIONE\INTEGRAZIONE – LA SCUOLA PRATESE
VENERDI’ 24 MAGGIO 2013 – ORE 21.00 CIRCOLO PD SEZIONE NUOVA SAN PAOLO VIA CILEA 7
A Prato le “Politiche di integrazione” soprattutto nel periodo degli anni Sessanta\Settanta del secolo scorso sono state orientate nei confronti della immigrazione interna ed hanno visto impegnarsi le Amministrazioni comunali di Sinistra per costruire le giuste opportunità nei confronti dei nuovi arrivati (asili nido – scuole elementari – abitazioni – servizi sociali e sanitari): in questo ambito si sono infatti distinte figure di valenti e sensibili amministratrici come Liliana Rossi, Eliana Monarca, Morena Pagliai e Ivana Marcocci, coadiuvate da Sindaci altrettanto attenti e preparati come Roberto Giovannini, Giorgio Vestri e Goffredo Lohengrin Landini. Nell’ultima parte del Novecento sono arrivati a Prato, spinti da diverse particolari motivazioni altri “immigrati” anche extraeuropei meno disposti all’integrazione e la città ha vissuto, nella contemporaneità di nuove cicliche e progressive emergenze, dovute alle crisi economiche che si sono succedute, momenti di difficoltà che sono stati fronteggiati non senza incomprensioni e difficoltà con interventi strutturali soprattutto sul piano dell’alfabetizzazione e dei servizi sociali (Centro di ricerca e servizi per l’immigrazione diretto dalla prof.ssa Antonella Ceccagno senza dimenticare il contributo di Renzo Rastrelli e Maria Omodeo). Grande attenzione è stata rivolta alle problematiche economiche con tentativi sempre parziali e tendenti alla “repressione” dell’Illegalità più che alla “Cultura della Legalità”. Ovvia la riflessione che in un Paese dove l’Illegalità fiscale e contributiva risulta elevatissima sia più complicato pretendere il rispetto delle regole solo dagli “stranieri” (negli altri Paesi europei, “civili”, non è consentito a chicchessia di evadere). La critica verso le scelte amministrative in tale direzione non è rivolta soltanto all’ultimo sciagurato periodo.
Nell’ambito scolastico vi è stato un impegno notevole da parte di Dirigenti ed operatori che si sono preparati quasi sempre “sul campo” di fronte alle “emergenze” ed alle difficoltà; questo è avvenuto in modo prioritario nella Scuola primaria, laddove, partendo da sensibilità specifiche, si è prodotto un personale molto attento alle problematiche e preparato a fronteggiarle. Vogliamo ricordare a questo proposito fra gli altri il maestro Riccardo Consorti. Vogliamo ricordare gli impegni sempre in materia di Alfabetizzazione da parte di gruppi locali come ALP(soprattutto rivolto ai giovani adolescenti) e i Gruppi di Volontariato Vincenziano (genericamente rivolto a persone adulte straniere). Nella nostra realtà di San Paolo è presente un Gruppo di frati francescani che si impegna nell’alfabetizzazione di bambini soprattutto cinesi. Grande difficoltà si evidenzia invece nella scuola secondaria sia di primo che di secondo grado, soprattutto perché molto spesso, dopo un periodo di formazione primaria i giovani stranieri – soprattutto quelli appartenenti alla comunità cinese – tendono a rapportarsi al loro interno cercando di ottenere un’alfabetizzazione parallela vanificando in parte il lavoro della Scuola italiana (ovviamente non si chiede di impedire questa attività ma di tenerne conto nell’analisi dei temi); allo stesso tempo accade che molto spesso i giovani in età scolastica ritornino per diversi motivi al loro Paese di origine per mesi ed anni, dimenticando quasi totalmente quanto appreso in materia linguistica negli anni precedenti in Italia. Ritornano a scuola in età da dover essere inseriti nelle “superiori” di secondo grado insieme anche a quanti per la prima volta – avendo la stessa età – arrivano nel nostro Paese. Su questi vari e complessi problemi vogliamo interrogarci per capire cosa si è prodotto, cosa si produce e cosa sia necessario e possibile fare nei prossimi anni.