GLI ISCRITTI CALANO? I CIRCOLI CHIUDONO? PER IL PD E’ NATURALE E FISIOLOGICO….

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GLI ISCRITTI CALANO? I CIRCOLI CHIUDONO? PER IL PD E’ NATURALE E FISIOLOGICO…. meno rompicoglioni in giro e tanti affari…
In verità sono ancora troppi sia gli iscritti che i voti accreditati al PD dai sondaggi, a meno che non si voglia tener conto di tantissimi delusi dal “vecchio” Centrodestra e che ora simpatizzano per il “nuovo”.
Quel che scrivo deriva da una verifica realizzata in diretta sul terreno del luogo dove risiedo; grandi simpatie sin dall’inizio della folgorante carriera di Renzi gli sono arrise da parte di personaggi della Destra, anche estrema, con i quali non avevo mai avuto a che fare e con i quali, ancor di più oggi, non ho intenzione di cooperare in alcun modo. Qualcuno non se ne è ancora accorto, qualche altro è ancora lì ad illudersi che stia in un Partito di Centrosinistra.
Io no, ma – come ben sapete – non demordo e mi occupo di “Politiche culturali”, rammaricandomi di non avere scelto prima altre soluzioni politiche.

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LIBRI DI MARE LIBRI DI TERRA a Bacoli – 20 dicembre 2015

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LIBRI DI MARE LIBRI DI TERRA a Bacoli – 20 dicembre 2015

Premio Michele Sovente IV edizione, concorso di poesia, narrativa ed illustrazioni, e under 30, organizzato dall’associazione Il Diario del Viaggiatore con il patrocinio del Comune di Bacoli all’interno della rassegna letteraria: festival libri di mare libri di terra nei Campi Flegrei 2015 VIII edizione.

Quest’anno, sperimentalmente, sono state coinvolte, per tutte le sezioni alcune scuole secondarie dei Campi Flegrei ed i giovani under 30.
Oltre 120 gli elaborati giunti da tutta Italia, la premiazione si svolgerà nella scenografica e storica Real casina borbonica al lago Fusaro, domenica 20 dicembre dalle ore 17,30 e con intermezzi musicali a cura di Angela Luongo.
La mattina in collaborazione con l’associazione Michele Sovente alle 10.30 ci sarà alla spiaggia di Torrefumo MontediProcida, una visita guidata e narrata, un omaggio al poeta flegreo tra i maggiori contemporanei della poesia neodialettale.

In questo fine settimana si svolgerà a BACOLI ( Casina vanvitelliana – Complesso borbonico del Lago Fusaro ) l’VIII Edizione di “Libri di mare libri di terra” e la iV Edizione del Premio “Michele Sovente”. Sono tra gli organizzatori degli eventi, collaborando con “Il Diario del viaggiatore” di cui è Presidente Angela Schiavone. Già lo scorso anno abbiamo cooperato per l’Edizione 2014.
Quest’anno siamo in grande ritardo (l’anno scorso gli eventi – molteplici – si svolsero a fine settembre in un periodo ancora tardo-estivo) soprattutto per le incertezze degli ambienti amministrativi. A dire il vero, non è che, al di là della partecipazione verbale, le Amministrazioni locali siano state attente nelle passate edizioni; forse occorrerà meglio chiarire che, se non vi è compartecipazione, non ha alcun senso riferirsi nemmeno nominalmente (aggiungendo i loghi) alle Amministrazioni locali che fino a questo momento (e mi riferisco in particolar modo all’Amministrazione puteolana) hanno continuato a sostenere con contributi fin troppo generosi (ben superiori alle reali necessità) sempre gli stessi soggetti, alcuni dei quali hanno continuato a vantare “chiacchiere” su “ritorni di immagine” che non si sono affatto verificati, visto che dopo anni ed anni poco o nulla si muove sul piano turistico in quella parte dei Campi Flegrei. Da questo punto di vista perlomeno l’Amministrazione di Bacoli può vantare una propria “verginità”, essendo formata da amministrazioni giovani appartenenti a gruppi civici, e dunque può essere posta alle prove. Personalmente ringrazio sia il neo-Sindaco Josi Della Ragione sia il neo Assessore alla Cultura Gennaro Di Fraia che hanno dimostrato di apprezzare il lavoro “volontario” ma di eccellente levatura qualitativa che “Il Diario del viaggiatore” ha posto in campo.

MADDALUNO IN TRENO

IL SILENZIO SUGLI INNOCENTI di Luca Mariani – incontro al CIRCOLO MATTEOTTI giovedì 10 dicembre 2015 ore 21.00

IL SILENZIO SUGLI INNOCENTI di Luca Mariani – incontro al CIRCOLO MATTEOTTI giovedì 10 dicembre 2015 ore 21.00

incontro organizzato da un pool ampio di Associazioni culturali pratesi

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Ho sfogliato, leggendo, le pagine de “Il silenzio sugli innocenti” di Luca Mariani – Edizioni Ediesse e l’ho considerato un “puzzle” completato. Ciascuno di noi, di coloro che nel luglio 2011 avevano sia un’età che un metodo analitico sufficiente a comprendere osservandola la realtà, leggendo e seguendo i servizi giornalistici televisivi e le varie rassegne stampa seppure attraverso Internet, ciascuno di noi – scrivevo – ha potuto conoscere in larga parte – pur se incomprensibile ad un genere che vuole dirsi “umano” – questa vicenda, così tragica e assurda da apparire incredibile anche per alcuni “osservatori” non sempre distratti o malevolmente disposti a favore di analisi oggettive separate dalle proprie barriere ideologiche.
Forse il tema principale che aleggia su tutto il vasto reportage è proprio quello dell’obiettività giornalistica; argomento davvero fondamentale, utilissimo per quanti vogliano accostarsi sia per mera curiosità che per studio alla pratica del cronista e del commentatore.
La lettura di alcune pagine serve infatti a far comprendere come la massa di pregiudizi sia personali che collettivi allontani troppo spesso l’analisi giornalistica dalla realtà, dalla verità.
La costruzione dell’impianto del libro procede come un reportage giornalistico di ampio respiro (Luca Mariani è infatti soprattutto un giornalista dell’AGI – Agenzia Giornalistica Italia) che elenca in primo luogo le vicende “umane” del protagonista – Anders Behring Brejvik, dal 17 febbraio 1979, data della sua nascita, accompagnandone la crescita e lo sviluppo fino ad oggi, da figura anonima ed indistinta a genio del male.
Larga parte dell’analisi è dedicata a comprendere come mai in tutta la vicenda sembra quasi che sia il solo Brejvik a conoscere la vera comune identità dei giovani “socialisti” che, come tutti gli anni, si recavano nell’isola di Utoya, in uno dei maggiori laghi norvegesi ad alcuni chilometri da Oslo, per il loro tradizionale appuntamento estivo. Ed è ovvio che anche questa “amnesia” peraltro molto diffusa ha una sua specifica valenza politica ed ideologica. Ed è certo anche per questo che l’autore ha voluto proporre un sottotitolo al suo lavoro, “Verità, bugie e omissioni su un massacro di socialisti”. Per la cronaca in quel duplice atto criminale morirono 77 persone (69 giovani a Utoya e 8 ad Oslo) e vi furono centinaia di feriti alcuni dei quali gravissimi.
Dall’indifferenza di larga parte del mondo politico e giornalistico poi si passa all’odio e l’autore vi dedica largo spazio, soffermandosi soprattutto sulle dichiarazioni allucinanti di Mario Borghezio, che saranno abbastanza prontamente condannate da esponenti importanti del suo stesso Partito, la Lega, in quel periodo al Governo del nostro Paese.
La completezza dell’analisi è fornita dall’autore con due capitoli nei quali si dedica alle interviste di Roberto Fiore, leader indiscusso di Forza Nuova (capitolo settimo “Fiore: “Io e Brejvik siamo diversi”) e Riccardo Nencini, segretario del Partito Socialista Italiano (capitolo ottavo “Nencini: i socialisti le buscano dai fascisti e dai comunisti”).
Il libro si legge in modo piacevole (anche se i temi trattati sono tragici) ed è molto utile alle nostre riflessioni soprattutto in relazione ai tragici fatti recentemente avvenuti in Francia ed altrove. Da esso è stato tratto con ampia libertà di trattamento un evento teatrale che è andato in scena al Teatro “Magnolfi” di Prato lo scorso ottobre. Non ho avuto la possibilità di vederlo e quindi non ne parlo diffusamente. Ho rilevato dai riscontri amichevoli ricevuti che si tratta di un ottimo lavoro “ispirato” al testo ed alle vicende trattate “giornalisticamente” da Luca Mariani.

Nel corso della presentazione ALTROTEATRO Associazione culturale coordinata da Antonello Nave attraverso Matilde Michelozzi, Edoardo Michelozzi,Francesco Canfailla, Maria Chiara Carotenuto, Evita Milone, Giuseppe Maddaluno svolgerà momenti musicali e di letture.

reloaded – LA MUSICA CHE VOLA INTORNO di Aldo FERRARIS – lo presento insieme ad Angela Schiavone all’IPERCOOP di Quarto (Na) ore 17.30

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Aldo Ferraris. Ne avevo sentito parlare nelle mie incursioni flegree. Avevo letto i suoi versi per lui “profetici” di “Dopo un lungo viaggio”, con cui aveva partecipato al Premio Michele Sovente prima edizione 2012 ed avevo scorso il suo curriculum, così per farmene un’idea mentre preparavo l’incontro di fine dicembre 2014. Il curriculum di un poeta, di uno scrittore, autore di libri riservati al mondo dei lettori più giovani, giovanissimi. A quell’incontro alla Casina vanvitelliana sul Lago Fusaro non ci si incontrò, lui non venne; però abbiamo avviato una corrispondenza su Facebook, complici le amicizie comuni così come le passioni comuni per le iniziative culturali. Poi Aldo è arrivato da queste parti per presentare in una delle scuole elementari di Campi Bisenzio alle periferie di Prato e di Firenze, invitato da una libreria specializzata nel settore dell’editoria dedicata all’infanzia, “Il Gufo”, uno dei suoi libri (“Eugenia storia di una lavagna” – vedi immagine in evidenza) e me lo ha comunicato. Felicissimo di incontrarlo ma dispiaciuto per la concomitanza di un altro “oneroso” impegno (il workshop di “Digital storytelling”) mi sono però precipitato la sera al ristorante in coda alla cena. Aria di famiglia sin dalle poche parole che ci siamo scambiate dal “Soldano”; la serata era climaticamente tiepida ed abbiamo deciso di percorrere lentamente le stradine del Centro della città tra il Duomo ed il Palazzo Pretorio, tra San Francesco e Santa Maria in Castello con la “Bella sognatrice” di Fabrizio Corneli, tra le Carceri ed i bastioni di Federico II, tra il Metastasio e Piazza Mercatale, tra il Bisenzio ed il Cantiere. Aria di famiglia con il reciproco impegno a rivederci con maggiore tranquillità a Prato e/o a Miseno. Aldo in quell’occasione mi ha donato l’ultima sua creatura, fresca di stampa (sembra che sia tra le prime persone ad averlo); si tratta de “LA MUSICA CHE VOLA INTORNO”.

Colgo l’onore ed accolgo l’onere con curiosità. “Lo leggerò con attenzione” gli dico “Ma non subito, dato che ho impegni “urgenti” da assolvere…….”

….parte 1…. continua

“LA MUSICA CHE VOLA INTORNO” di Aldo Ferraris – Valtrend Editore – parte 2

E’ sabato 30 maggio. Sono in treno al ritorno da Pozzuoli. Domattina si vota per le Regionali in Toscana ed io abito a Prato. Ora posso leggere con calma (riesco ad astrarmi dal contesto turbolento di un vagone Smart-Italo) il libro che Aldo Ferraris mi ha cortesemente portato fino a Prato, “La musica che vola intorno”. Il formato tascabile è comodo. Compatto e graficamente curato, affascinante a prima vista. So già che la storia ha dei riferimenti con il mondo musicale; se non me ne avessero già parlato sia Aldo sia Mario Marotta, che con Mara Iovene dirige la casa Editrice Valtrend (è un suggestivo ed azzeccato acronimo di “Valorizzazione e Tutela delle Risorse Endogene”), lo avrei scoperto leggendo il sottotitolo “Una canzone per piangere, una canzone per ballare”. Sia Aldo che Mario mi hanno detto anche di più: vi è un contatto in corso con la Direzione del Conservatorio di San Pietro a Maiella di Napoli per attivare un concorso riservato a giovani musicisti e collegato al suo libro. Che è un ottimo compagno del mio viaggio di ritorno. Aldo Ferraris è in possesso di una scrittura finemente sintetica, straordinariamente poetica semplice ma originalissima, collegata sia alle sue abilità poetiche sia alla elaborazione narrativa che egli rivolge soprattutto ai più giovani da molti anni a questa parte. La semplicità con cui procede nel “racconto” è efficacemente arricchita da una straordinaria profondità di contenuti riferiti ai più alti valori morali rappresentati da alcuni dei personaggi della storia che egli ha deciso di raccontarci. L’incipit è fulminante (“La donna ballava”), proprio a dettare il ritmo della narrazione, e scevro da inutili e spesso vuote retoriche. Le immagini si snodano in un “mattino d’inverno napoletano” e la “storia” prende vita. Non siamo in un film anche se Hitchcock ed Ozpetek potrebbero essere punti di riferimento alle loro rispettive “finestre”. Le mie note di viaggio riportano termini come “raffinata”, “gentile”, “elegante”, “fluida”, “di elevatissima sensibilità” e sono tutte riferite alla prosa spesso poetica Di Aldo Ferraris. Nei primi capitoli dove la vicenda prende vita impariamo a conoscere i due giovani protagonisti allievi del Conservatorio (Roberto frequenta lezioni di pianoforte e Chiara quelle di flauto) e li seguiamo nei loro tragitti quotidiani lungo le stradine che si snodano e si intersecano nella Napoli antica tra la loro scuola e San Pietro a Maiella, attraverso Piazza Dante, Port’Alba, Piazza Bellini. La musica con le contaminazioni e le commistioni tra classico e moderno, tra reggae, pop e blues, tra indie rock ed heavy metal, tra Pergolesi e gli Almanegretta, tra Carl Reinecke e Bob Marley, tra Skrjarbin e la musica americana della West Coast, è indiscussa protagonista. Ma il libro non è solo incentrato su questi aspetti: è un classico romanzo di formazione che segue il percorso di crescita dei due protagonisti adolescenti, che sono dotati di un carattere che li rappresenta già maturi ed adulti, così come sono entrambi consapevoli delle proprie responsabilità, al contrario di alcuni adulti.

“La musica che vola intorno” è anche un “giallo” con incursioni efficaci nel “mistero” e nell’esoterico “napoletano” assolutamente però credibili. Molto importante ed attuale è anche tutta la materia dell’integrazione e della multiculturalità in risposta alla xenofobia. E poi ci sono le canzoni una delle quali ispirata a Napoli, città di cui Aldo ha imparato ad amare, grazie all’amore, “le bellezze ed i misteri”. E l’ha imparato così bene da riuscire a coglierne nel profondo l’umanità e la cultura. L’altra canzone, ispirata dallo “Stabat Mater” di Pergolesi si collega con grande sensibilità alla “storia” narrata. Di entrambe abbiamo i versi che attendono di essere musicati. Ed è questo il senso del Concorso che si sta preparando insieme al Conservatorio di San Pietro a Maiella di Napoli e di chiunque vorrà parteciparvi.

Caro Presidente della Repubblica – in quale Paese siamo? dov’è la “giustizia fiscale”?

Caro Presidente della Repubblica – in quale Paese siamo? dov’è la “giustizia fiscale”?

Andando a questo link il contribuente può essere informato su quanto versare quando ha sbagliato a fare i calcoli (a svantaggio dello Stato) oppure è in ritardo per i pagamenti.

http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/Nsilib/Nsi/Home/
CosaDeviFare/InCasoDi/Ravvedimento+operoso/
SchedaI_RavvedimentoOperoso
/Come+regolarizzare+versimpo/

Non riesco altresì a trovare un link nel quale sia lo Stato – attraverso l’Agenzia delle Entrate – a corrispondere con gli interessi pagamenti ritardati.
Mi chiedo: è o no un’ingiustizia da sanare? In che modo, caro Presidente della Repubblica, si intende intervenire?
In effetti quando è lo Stato a tardare – e non di poco – non vi sono sanzioni; mentre se è il contribuente a tardare esistono – e come se esistono! – sanzioni pecuniarie anche rilevanti.
In quale Paese siamo?

Al Presidente della Repubblica – massimo rappresentante del nostro Paese e garante dei diritti – è giusto che alcuni docenti in servizio non vengano retribuiti?

Caro Presidente della Repubblica troppe volte le ho sentito dire ( anche altri suoi illustri predecessori ed altre eccellenti rappresentanti della nostra “società” ) che i docenti nel nostro Paese sono malpagati. Ed ovviamente, essendo stato – ed essendo – partecipe delle vicissitudini degli insegnanti in modo diretto, conosco molto bene quel mondo. In breve, tuttavia, per chiarezza sono a chiederle se ritiene giusto che una parte del personale “docente” in servizio possa svolgerlo senza “alcuna” (dico e ribadisco “alcuna”) retribuzione per mesi e mesi. Spesso si tratta di persone che non hanno alcuna possibilità economica alternativa e, se non foraggiati dalle famiglie, sono costrette ad indebitarsi. E’ “incivile”, questo comportamento da parte dello Stato, del quale Ella è il massimo rappresentante e garante dei diritti.

DIFFIDA a chicchessia si permetta di inserire l’ex CIRCOLO PD Sezione Nuova San Paolo tra quelli che “verrebbero tagliati” per razionalizzare i costi e mettere ordine dopo gli scandali.

DIFFIDA a chicchessia si permetta di inserire l’ex CIRCOLO PD Sezione Nuova San Paolo tra quelli che “verrebbero tagliati” per razionalizzare i costi e mettere ordine dopo gli scandali.

 

 

Riprendo da Repubblica.it  di oggi 28 novembre 2015 –

 

ROMA. Calano gli iscritti, si riducono i circoli: ecco come si prosciuga la militanza nel Pd. Quella tradizionale, almeno. Si svuotano storiche sezioni in Toscana. Chiudono i battenti sedi “rosse” dell’Emilia Romagna. E nel 2015 i tesserati resteranno sotto la soglia dell’anno precedente. Semi della disaffezione, certo, ma c’è dell’altro, visto che in alcuni casi è stata la segreteria a tagliare i circoli per razionalizzare i costi e mettere ordine dopo gli scandali. È il Pd che cambia pelle, insomma. Smarrita la presa sul territorio, si  si punta tutto su una struttura light. Anche a prezzo di impoverire il “vivaio” dem, anche a costo di guardare alla società civile per colmare il buco in occasione delle amministrative…..”

Sono a diffidare chicchessia ad inserire l’ex CIRCOLO PD Sezione Nuova San Paolo di via Cilea 1 a PRATO tra quelli che “verrebbero tagliati” per razionalizzare i costi e mettere ordine dopo gli scandali.

 

E’ una vera e propria “vergogna” la giustificazione che eminenti esponenti della DIREZIONE nazionale vogliono portare ( Dirigenti locali non sono peraltro da meno ) a ragione del calo vertiginoso di iscritti al PD.
Se qualcuno si permette di proseguire in tale direzione non ci penserei due volte a denunciarlo!
Il calo è essenzialmente dovuto alla demotivazione “voluta” dalla leadership. Non hanno più senso le “militanze” (la parola può apparire obsoleta, ma il lavoro di centinaia e centinaia di iscritti, a titolo volontaristico, è stato quello che ha consentito a tante\i di quelli che oggi amministrano e governano di costruirsi carriere “a prescindere” dalle loro qualità intellettuali, professionali ed, a volte, anche morali).
Occorrerebbe azzerare tutte le cariche, a partire da quella del Segretario/Presidente del Consiglio, assurto a tale ruolo con il contributo di migliaia di iscritti ed elettori che, se fosse vero ciò che “oggi” si afferma, avrebbero “inquinato” il voto.

NOI del Circolo ex PD Sezione Nuova San Paolo non abbiamo tuttavia abbandonato l’impegno sul territorio ed operiamo con un taglio politico-culturale partendo dal basso e sviluppando l’azione sulla città.

Abbiamo documenti che attestano le buone ragioni di coloro che non si riconoscono più in questo “attuale” PD e ne denunciano le ambiguità, le contraddizioni; attraverso questi documenti tracceremo la STORIA della deriva del PD, dalla sua nascita ad oggi.
firmato
GIUSEPPE MADDALUNO

LA BRIGANTA E LO SPARVIERO – Incontro con Licia GIAQUINTO – conducono Giuseppe Maddaluno e Chiara Recchia per “Oltre il Domino letterario” a GIUNTI al Punto di Corso Mazzoni a PRATO – sabato 28 novembre – ore 21.00

 

La briganta

 

Giaquinto

Lo scrittore è in fondo colui che regge le redini del “destino” dei suoi personaggi; e ciò accade anche quando, come in questo romanzo, gli argomenti che vengono trattati hanno dei solidi riferimenti “storici”. Licia Giaquinto ritorna alle sue radici dopo altre incursioni nella terra d’Irpinia (si ricordi l’altro romanzo “La ianara” del 2010 edito da Adelphi), decidendo di raccontare le vicende di due giovani coetanei, Filomena Pennacchio e Giuseppe Schiavone, lei una ragazza “selvaggia” “primitiva” ma dai buoni sentimenti, lui un giovane bello e buono vittima dei processi innescati dai percorsi unitari nella prima parte della seconda metà dell’Ottocento. La Giaquinto costruisce un doppio percorso partendo più o meno dalla fine, cioè dal momento drammatico della fucilazione del brigante Schiavone (lo Sparviero) ed il parto di Filomena a casa della levatrice Angela Battista. Da qui vengono seguite le “vite” prima di Filomena, sopravvissuta  per miracolo (la donna che eviterà la sua morte, appena nata, Reginella – che sarà poi per Filomena la vera madre, riuscirà a farlo per una provvidenziale dimenticanza) e poi di Giuseppe. Se qualcuno di voi che legge pensasse minimamente che io vada glissando sulla narrazione degli eventi per motivi come “non ha letto il libro!” o “vuole fare un favore all’autrice ed all’editore” sappia che si sta sbagliando alla grande. Non è possibile ridurre il romanzo in poche parole al di là di quel che riusciremo a dire: in effetti vi ho raccontato la fine e l’inizio. La “fine” è scritta sui libri di Storia, ovviamente non quelli in adozione nelle nostre scuole ma di certo in saggi specialistici come quello di Franco Molfese “Storia del brigantaggio dopo l’Unità”, Feltrinelli, Milano 1994 o quello di Salvatore Scarpino “La guerra «cafona». Il brigantaggio meridionale contro lo Stato unitario” 2005 BE Editori . La Giaquinto dunque torna alle sue radici “territoriali” (non si tratta di una “moderna briganta”) e si inoltra, utilizzando i dati storici ed attingendo quasi certamente alla cultura popolare della sua gente, sui sentieri della Storia del Mezzogiorno, delle sue tradizioni, dei suoi costumi, mostrandoci un mondo contadino in gran parte sparito ma che ritorna a galla con i suoi detti popolari, le sue superstizioni magiche e pagane, i miracoli, gli incantesimi, le fatture, i misticismi ancestrali. E da tutto questo ricco bagaglio etnografico ed antropologico l’autrice confeziona un romanzo nel quale evidenzia la sua grande capacità di utilizzare forme narrative che riprendano la mentalità di uomini e donne (soprattutto donne: il romanzo è incentrato sul loro ruolo di vero traino della “vita” per le famiglie; gli “uomini” a partire da “San Giuseppe” Pennacchio davvero servono a poco o poco più di “poco”) a metà Ottocento in una realtà dura come quella delle campagne, dei boschi e delle montagne fra Irpinia e Lucania. Il romanzo delinea anche un’interpretazione storica (pur non avendo in nessun momento questa presunzione) delle “ragioni” del brigantaggio meridionale, andando a cogliere un elemento fondamentale che tenta di dare una risposta alla domanda: “Come può accadere che un ragazzo tanto buono ed incapace di “’mmazzà ‘na pitta” (uccidere una gallina in dialetto feltrino bellunese) diventi un così feroce brigante?” A questo dilemma nessuno è in grado di fornire delle risposte seno che è la forza del destino, contrassegnato da “broccoli dimenticati” e “vipere”. Non ci sono intellettualismi ideologici né ammiccanti concessioni che appesantiscano la lettura, che è stata per me molto piacevole e lo sarà anche per tutti coloro che vorranno leggere non solo per conoscere alcuni aspetti para-storici della nostra Storia ma anche per rilassarsi facendosi condurre dai toni favolistici popolari epici ed avventurosi tipici, in qualche caso, della grande tradizione ariostesca (FilomenaAngelica e GiuseppeMedoro, RosaOrlando). Buona lettura!

Licia Giaquinto “La briganta e lo sparviero” 2014 Marsilio Editori

 

 

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E DOPO LA CHIUSURA DI TRAMEDIQUARTIERE – IL VIAGGIATORE riprende il cammino (mai interrotto, perché le soste sono sempre produttive!)….

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IL VIAGGIATORE riprende il cammino (mai interrotto, perché le soste sono sempre produttive!)….

Da quando non sono presente sul Blog? Dal 9 novembre e la sosta è stata imposta da una mia personale scelta, essendo straimpegnato in questo periodo sul piano culturale; sono stati giorni di acquisizione e rilancio.

Ho presentato almeno un paio di libri ed ho progettato; domani vi sarà un’altra presentazione e domenica e lunedì interventi scenici; martedì (siamo al 1° dicembre)  partirò per Napoli insieme a Nino Ceccatelli e presenterò, prima della sua Mostra “AMERIKA”, un libro di Aldo Ferraris. Venerdì 4 presenterò la Silloge pasoliniana. IL 10, ritornato a Prato, parteciperò alla presentazione de “Il silenzio sugli innocenti” di Luca Mariani; il 12 saremo con lo spettacolo pasoliniano al No Cage di Prato; il 16 siamo al Circolo San Paolo con Alessio Cesarani e tutta la combriccola de “IL Domino letterario” ed il 18 si replica “Pasolini” in uno spazio di Via del Serraglio – anche se avrò qualche problema ad esserci, dovendo scendere giù a Bacoli per Libri di Mare libri di terra – IV edizione del Premio Sovente (18-20 dicembre)  per il quale sono in giuria.

Questa è una road map per le prossime settimane ma in verità volevo svolgere una riflessione su TRAMEDIQUARTIERE che in questi giorni sta correndo il rischio di chiudere il suo percorso. I timori che avevamo, noi del Circolo ARCI San Paolo di via Cilea 3 qui a Prato, non sono stati fugati. Anche le parole “rassicuranti” ma in perfetto stile politichese di Massimo Bressan (IRIS) e Valerio Barberis (Assessore Urbanistica Comune di Prato) non ci convincono.

Non volevo intervenire l’altra sera, 25 novembre, perché quel che mi passava per la mente era vera e propria “polemica” verso alcune apparenti “concessioni” al nostro desiderio di operatività; e non avevo intenzione di rovinare un’atmosfera idilliaca ricca di falsità e ipocrisia. Diciamocelo: se questa fosse solo una mia impressione, accetto volentieri di essere rimproverato e smentito. E poi, sì, sono stato al gioco ed anche io ho partecipato al festival limitandomi con bonomia a ringraziare ed a chiedere che questo percorso appena avviato non si concluda “a tarallucci e vino”.

Il documento che avevamo preparato lo posto qui; contiene, al di là delle convenzioni, la richiesta di proseguire; contiene anche una “minaccia” che è quella di continuare in modo autonomo con chi voglia collaborare il lavoro che non è mai “finito” del tutto.

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Permettetemi di avviare con la prima persona singolare: “Mi presento. Sono un “narratore”, un modesto “narratore” dei miei tempi e della contemporaneità, un narratore di parte, di una parte infinitesimale di realtà,  quella di una “parte” di questo Quartiere, che ha tuttavia valenza di cartina di tornasole di una variegata umanità,  di una diffusa universalità.

Non sono solo! Appartengo ad un Gruppo che in questa realtà ha operato, opera e vuole continuare a farlo.

E’ su questo terreno di operatività che ci siamo reciprocamente incontrati noi e Trame, noi e IRIS in primo luogo, in un contesto di reciproche ricerche, caratterizzate dall’idea che, per progettare futuri migliori, occorra conoscere il passato e comprendere il presente.

Abbiamo lavorato insieme finora e ci siamo scambiate idee costruendo linee di prospettive. Soprattutto abbiamo condiviso il metodo e ci siamo impegnati a valutarlo discuterlo, criticarlo e poi ad applicarlo.

Di questo Progetto abbiamo apprezzato la ricerca dell’inclusione vs l’esclusione e l’esclusività che troppe volte vediamo emergere e riemergere nei processi pseudo-culturali autoreferenziali ad uso e consumo di elites.

Siamo consapevoli di aver partecipato con ruoli non secondari ad un progetto che, naturalmente, ha avuto un suo avvio e prevede una sua conclusione. Ma come accade nei percorsi dell’istruzione anche la fine cela dentro di sé un nuovo inizio che, per noi, come nel gioco dell’oca,  può prevedere qualche passo indietro per raggiungere una “linea” verso la quale però ci dirigiamo carichi di conoscenze nuove ed insperate rispetto a due anni fa, quando l’incontro con Bressan e Trame era collegato per noi ad un Progetto politico ben preciso, “politico” nel senso più alto ed ampio del termine.

Infatti noi di San Paolo ripartiamo da lì con una nuova elaborazione puntando soprattutto sulla condivisione di una forma di sperimentalismo democratico che vogliamo utilizzare come metodo. E, per far questo, chiediamo la collaborazione di Associazioni, gruppi, semplici cittadini che abbiano a cuore la pratica della Politica al servizio di tutti e non per fini personali, a partire dal nostro territorio che, se ulteriormente trascurato, rappresenta un problema per tutti mentre se è meglio curato si propone a tutti come una ricchezza.

La nostra sete non è appagata e la nostra fame di Conoscenza non è soddisfatta.

In queste poche righe sono del tutto sottintesi i profondi e sinceri ringraziamenti per Enti, Istituzioni, Associazioni e per i loro rappresentanti che hanno reso possibile la realizzazione del Progetto, così come evidenti appaiono le richieste di non considerare del tutto chiuse queste esperienze, richieste che partono in primo luogo dal territorio nel quale esse sono state calate e dal quale provengono appelli a non essere abbandonato.

Grazie!

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nuovo COMUNICATO STAMPA – Convegno internazionale della Società Italiana delle Letterate. Conflitti e rivoluzioni: scritture della complessità Firenze, 13-15 novembre 2015

NUOVO COMUNICATO STAMPA che sostituisce quello precedente

Convegno internazionale della Società Italiana delle Letterate. Conflitti e rivoluzioni: scritture della complessità Firenze, 13-15 novembre 2015

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COMUNICATO STAMPA
Convegno internazionale della Società Italiana delle Letterate.
Conflitti e rivoluzioni: scritture della complessità
Firenze, 13-15 novembre 2015
con il sostegno dell’Università di Firenze e la collaborazione della Wake Forest University di Venezia, della Biblioteca delle Oblate e del Giardino dei Ciliegi di Firenze

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La Società Italiana delle Letterate festeggia i suoi venti anni di vita e attività con un convegno internazionale, intitolato “Conflitti e rivoluzioni: scritture della complessità”, che si svolgerà dal 13 al 15 novembre a Firenze, la città dove nel 1995 fu proposta, sempre all’interno di un convegno, l’idea dalla quale, qualche mese dopo, sarebbe nata formalmente l’associazione.
Un brindisi augurale accoglierà le partecipanti al convegno per la registrazione a partire dalle 12 di venerdì fino alle 14, nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Firenze in piazza San Marco 4. Dopo i saluti del rettore Luigi Dei, la Presidente della SIL Giuliana Misserville e la direttrice del Dipartimento di Lingue, Letteratura e Studi Interculturali dell’Università, Rita Svandrlik introdurranno il convegno passando poi la parola alle protagoniste del dialogo su “Conflitti” con Clotilde Barabulli e Laura Marzi e sulle “Rivoluzioni” con Laura Fortini e Alessandra Pigliaru, coordinate da Liana Borghi. Seguirà l’intervento dell’artista visiva Giusy Calia e Giuliana Misserville che dialogheranno sul tema “Riscritture asimmetriche”.

Cuore del convegno saranno gli 11 workshop che si svolgeranno venerdì pomeriggio al termine degli interventi, dalle 17 alle 20 presso il Dipartimento di Lingue e Letterature e Studi interculturali in via Santa Reparata 93, e sabato mattina dalle 9 alle 12 presso la scuola di Studi Umanistici e di Formazione in via Laura 48. Ciascun workshop è stato proposto, e sarà condotto, da diverse coordinatrici. Molti i temi in cui si declineranno le scritture della complessità: Non normale, non rassicurante. Laboratorio sul teatro di Caryl Churchill di Paola Bono e Giorgina Pilozzi; Narrazioni non lineari: esplorazione di conflittualità e scansioni rivoluzionarie nella letteratura, le arti visive e altre forme di narrazione delle donne di Liana Borghi e Roberta Mazzanti; Che genere di conflitto: scritture ed esperienze di donne tra spostamenti, ricomposizioni e rotture di Gisella Modica e Federica Castelli; Alba de Céspedes. Poesia e rivoluzione di Chiara Cremaschi e Sara Filippelli; Annie Ernaux e “La Scrittura come un coltello” di Valeria Lo Forte, Conflitti globali, cinema e personagge. Le figure femminili nella rappresentazione filmica dei traumi collettivi contemporanei di Antonella Buonauro; Terra di Palestina di Maria Vittoria Tessitore e Nadia Setti, con la presenza di Valérie Pouzol (Paris 8) e Areen Abu Hlal (Università di Poitiers) Dell’impresa di raccontare i lavori del vivere, per vivere di Cristina Bracchi e Laura Fortini; Raccontare la politica, ovvero l’arte della guerra con altri mezzi di Bia Sarasini; La cecità di Maria Inversi; E se…? Rivoluzioni poetiche imperfette, relazioni meravigliose, sguardi ironici, trasgressioni dissonanti di Lisa Marchi, Cristiana Pagliarusco, Giovanna Covi, Francesca Berguecio e Rosa Edith Tapia Pena.

Sabato alle 17 alla Biblioteca delle Oblate in via dell’Oriuolo 26 la scrittrice e giornalista libanese che dal 1989 vive e lavora a Parigi, Hoda Barakat dialogherà con Laura Graziano sul tema “Abbiamo tanto amato la rivoluzione”. La giornata si concluderà con la performance della scrittrice e regista poliedrica italo-etiope Gabriella Ghermandi “Regina di fiori e di perle”.

Sarà il Giardino dei Ciliegi, in via dell’Agnolo 5 ad accogliere la sessione finale del convegno domenica alle 9.30 con una discussione coordinata da Roberta Mazzanti e Giuliana Misserville sul tema “SIL/labario: dalle parole del convegno al futuro della SIL”. Interverranno Anna Maria Crispino, Liliana Rampello, Stefania Tarantino e tutte le partecipanti al convegno. Dalle 12.30 alle 13.30 la festa finale insieme ad “Ardesiaband” con Stefania Tarantino (voce e tastiera), Pina Valentino (percussione), su parole di Emily Dickinson, Carla Lonzi e altre.

“Nell’oggi così difficile – si legge nel testo introduttivo al convegno – ci sembra importante interrogarci sulle modalità di conflitto che l’arte e la letteratura esprimono rispetto alla violenza epistemica delle architetture disciplinari e sulle rivoluzioni, simboliche, possibili, reali, a partire dalle loro rappresentazioni e modalità di invenzioni altre e diverse. La stessa storia delle donne è stata una storia di conflitti e rivoluzioni, agite con modalità varie e implicate sempre nelle dialettiche di interventismo e pacifismo, giustizia e libertà, ecologia, sussistenza, lavoro”.
E dunque, quali parole, quali narrazioni, quale performatività troviamo nelle scritture e nelle arti delle donne? Quali esempi di pratiche antagoniste, dissonanti e dissenzienti rispetto all’egemonia patriarcale? Il pensiero, la scrittura e le pratiche delle donne, come affrontano conflitto e rivoluzioni? Che forma assumono nella narrativa e nelle arti moderne e post-moderne? E dove si incontra la loro rappresentazione con la teoria femminista? Queste e altre le domande sulle quali le partecipanti al convegno potranno confrontarsi.

Per altre informazioni si può consultare il sito www.societadelleletterate.it o la pagina facebook Conflitti e rivoluzioni:scritture della complessità. Firenze 13-15 nov 2015

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