giovedì 23 aprile – ore 17 a Pozzuoli – presso il Gozzetto – Largo san Paolo co Darsena – Angela Schiavone e Giuseppe Maddaluno de “Il Diario del viaggiatore” in collaborazione con il Festival delle Idee Politiche presentano il libro “In pasto al capitale” di Luigi Russi – sarà presente l’autore

giovedì 23 aprile – ore 17 a Pozzuoli – presso il Gozzetto – Largo san Paolo co Darsena – Angela Schiavone e Giuseppe Maddaluno de “Il Diario del viaggiatore” in collaborazione con il Festival delle Idee Politiche 2015 presentano il libro “In pasto al capitale” di Luigi Russi – sarà presente l’autore

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Un invito ai miei amici campani – al PAN di Napoli – mercoledì 15 aprile ore 17.30 – TODO CAMBIA di Gennaro Carotenuto

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Un invito ai miei amici campani – al PAN di Napoli – mercoledì 15 aprile ore 17.30 – TODO CAMBIA di Gennaro Carotenuto

Interverranno il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, il prof. Marco Meriggi e la prof.ssa Gabriella Gribaudi dell’Università Federico II, la prof.ssa Raffaela Nocera dell’Università Orientale

 

 

Todo cambia. Figli di desaparecidos e fine dell’impunità in Argentina, Cile e Uruguay, Le Monnier, 2015

Cosa hanno in comune Sofia Prats, figlia di un alto ufficiale dell’Esercito cileno, e Jessica Tapia, figlia di un minatore comunista? Entrambi i loro padri furono assassinati da Augusto Pinochet e dal Terrorismo di Stato delle dittature latinoamericane. Attraverso la storia orale, la metodologia che aiuta a capire come le persone comuni abbiano affrontato i grandi passaggi delle loro epoche, leggiamo le testimonianze originali, a volte drammatiche, a volte serene, su come i figli dei desaparecidos in Argentina, Cile e Uruguay abbiano preso in mano le loro vite. La storiografia serve così a sciogliere stereotipi consolidati sul Continente. “Todo cambia”, come canta Mercedes Sosa. Decenni di lotte per la verità e la giustizia fanno sì che oggi molti dei torturatori e assassini che negli anni Settanta aprirono le vene dell’America latina, dopo processi esemplari, qui studiati attraverso fonti giudiziarie inedite, stiano pagando per i loro crimini suturando le ferite di una società intera.
“Quella che con questa ricerca voglio contribuire a raccontare – scrive l’autore nella sua introduzione – è una storia successiva, un postumo, una conseguenza di quella lotta al calor bianco dell’epoca delle dittature. È una storia figlia delle dittature, che ha a che vedere con i sopravvissuti, con i percorsi dell’impunità e della giustizia, e con l’esperienza di vita dei figli dei desaparecidos, segnata sovente dalla ricerca, prima di genitori scomparsi, quindi dall’impegno per coronare una trentennale ricerca di verità e giustizia che è sia individuale sia collettiva e che nell’ultimo decennio ha permesso a una parte rilevante della regione di uscire dal cono d’ombra dell’impunità e dell’oblio nel quale era stata relegata nei vent’anni precedenti”.

Introduzione

«Rispetto al desaparecido, finché sta come sta, è un’incognita il desaparecido. Se apparisse avrebbe un trattamento ‘X’. Se l’apparizione si convertisse in certezza del suo decesso, avrebbe un trattamento ‘Z’. Però finché è desaparecido, non può avere un trattamento speciale. È un desaparecido, non ha entità. Non è né morto né vivo, è desaparecido. Di fronte a ciò non possiamo fare nulla».

Jorge Rafael Videla

Coloro che non sarebbero stati né morti né vivi, evaporati fino a non avere più uno stato giuridico, li ritrovo in un appartamento del centro di Buenos Aires. È una comune civile abitazione di un condominio dell’Avenida Rivadavia. Vi tocco con mano il fior di conio più cruento che la lingua spagnola abbia consegnato al mondo nel Novecento: desaparecido. In una stanza che potrebbe essere un soggiorno familiare mi accoglie una sequenza di scaffalature di metallo, che copre per intero le quattro pareti. Lungo i ripiani, dove regna un ordine pulcro, sono allineate 340 scatole di cartone: «Mele del Rio Negro, Produzione Argentina». Ognuna di esse contiene i resti di un essere umano.

Eccoli i desaparecidos, o almeno una centesima parte di questi; aspettano in quelle scatole di mele che sia loro restituita un’identità.

Molti di questi resti provengono da una grande fossa comune di un cimitero alle porte della capitale. È stato risparmiato loro «il volo della morte» descritto nel saggio omonimo di Horacio Verbitsky, che a metà anni Novanta illuminò il mondo sulle pratiche del Terrorismo di Stato in America Latina. Classificati come NN, il silenzio dei seppellitori all’inumazione era stato comprato con la moneta della paura. Al momento dell’incontro con il direttore dell’EAAF (l’équipe argentina di antropologi forensi), da quell’appartamento era uscita, per essere sepolta degnamente, appena una dozzina di desaparecidos ai quali era stata restituita l’identità e sono poche centinaia il totale degli identificati a oggi. Dario Olmo, il direttore, è un uomo dalla sensibilità rara che, partendo dall’Argentina, ha dedicato la vita a dare un nome alle vittime senza nome, dal Guatemala al Ruanda, dal Kurdistan all’ex Jugoslavia. L’esperienza degli antropologi forensi argentini, che hanno operato in 45 Paesi di tutti i continenti, coniuga metodologie di ricerca che vanno ben oltre il lascito di James Watson e Francis Crick, i due scienziati che rivoluzionarono anche gli studi penalistici, mettendo a disposizione l’elemento dell’analisi del DNA. Fin dal 1987, un’epoca precocissima per tali idee, in Argentina fu creata una banca dati genetica. Serviva per identificare i morti, ma soprattutto per cercare i vivi, quelle centinaia di bambini ai quali la dittatura aveva tolto l’identità, appropriandosene e affidandoli a terzi, in genere complici del regime, dopo averne ucciso i genitori.

…continua….

 

invito alla partecipazione – MELANIA PETRIELLO a Prato – venerdì 17 ore 18.00 Circolo Matteotti Via Verdi 30 – Anticipazione di “MANIPOLATI”

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MELANIA PETRIELLO a Prato – venerdì 17 ore 18.00 Circolo Matteotti Via Verdi 30 – Anticipazione di “MANIPOLATI”

Ci sono donne e uomini che fanno un mestiere complicato: costruiscono parole.
Assistono ogni giorno al miracolo del foglio bianco che prende a macchiarsi, si contamina, scalpita, grida, dissente, riempie di senso.
Le parole non sono segni ma percorsi: indicano, chiara, la direzione. E detengono il potere assoluto: avere torto o essere nella ragione. Ma è come nella commedia dell’arte: i figuranti prendono a moltiplicarsi, il gioco si fa duro, ha diritto la finzione, perdura il mascheramento, fluttua l’inganno.
Chi dice la verità? Sono i fatti a costruire il torto e la ragione, o le parole a dare ai fatti il beneficio del vero e il fardello della bugia? In un Paese preso, o perso, a rammendare brandelli di necessità sono utili entrambi.
Il dubbio fortifica, la giustizia cementa.
Sono tanti i punti interrogativi che la storia affigge. Come cemento cadono gli interrogativi, ma non restano i punti.
Chi ha ucciso Pasolini il primo novembre del ’75, cosa di fatto si è dissolto a Capaci, quante parole buone c’erano nell’agenda rossa di Borsellino e su quale comodino questa si trovi dal ’92, a chi ha fatto comodo la stagione delle stragi, quale meccanismo si sia innescato nella palestra Diaz di Genova, cosa abbiano ordito le sacche estremiste lente a svuotarsi, chi ha segnato gli 81 morti di Ustica e perché era troppo facile uccidere Mino Pecorelli o Giancarlo Siani, se la massoneria è morta o ha solo completato il disegno, in quanti stiano guadagnando dal crac del 2009.
L’Italia è quel paese nel quel si moltiplicano le commissioni d’inchiesta senza la conseguente moltiplicazione di riposte.
I costruttori di parole hanno la grande responsabilità di scegliere se mettersi a spolverare le storie sospese o ritenere la sospensione una imperdonabile, ma imprescindibile, matrice delle cose.
Non siamo noi ad interrogare il passato, è lui in carne e ossa che, quando ancora insoluto, ritorna su nuove gambe e con occhi nuovi.
Cambia nome e si mimetizza nella modernità.
Più stiamo zitti, più aumenta la sua capacità polmonare.
La radiografia di quello che siamo porta in sé i segni della lotta alla quale siamo sopravvissuti.
Le mafie, come le dittature, hanno più paura delle parole che della bomba atomica o del 41 bis. Perché le parole liberano dalla manipolazioni o stringono al collo come la corda del suicida.
Sono maldestri e a volte ingannano, ingenui o impazienti, ma i costruttori di parole ci servono più del pane. Perché le persone, anche a pancia vuota, possono scegliere da che parte stare.

TRAME DI QUARTIERE – “Proiettando visioni di città – Riflessioni sulla città in mutamento” con Roberto Vezzosi al Circolo Curiel via Filzi

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TRAME DI QUARTIERE – “Proiettando visioni di città – Riflessioni sulla città in mutamento” con Roberto Vezzosi al Circolo Curiel via Filzi

Tratterò di un’iniziativa già svolta per fare solo un esempio su quel che significa il progetto “TRAMEDIQUARTIERE” che prosegue con la sua programmazione dentro al territorio di San Paolo e Macrolotto Zero di Prato. Vi operano competenze diversificate e trasversali: nel caso che tratto (“Proiettando visioni di città – Riflessioni sulla città in mutamento” con Roberto Vezzosi al Circolo Curiel via Filzi) accanto all’urbanista Vezzosi abbiamo il sociologo Andrea Valzania, il sociologo urbano Massimo Tofanelli, Marco Brizzi e Claudia Ricco, urbanisti fondatori e curatori di Image Archive, Alessandro Coppola, esperto di trasformazioni urbane, autore di “Apocalypse Town” e Maria Rita Ceccarini presidente di Legambiente Prato. Era presente il Presidente di IRIS Toscana l’antropologo Massimo Bressan. Assente per influenza tardo-primaverile l’antropologa Sara Iacopini.
Sono stati presentati e commentati alcuni filmati che trattano di “trasformazioni urbane di riqualificazione operate dal basso, scelte cioè dalla gente che abita in quei luoghi”.
L’iniziativa di Tramediquartiere proseguirà nei prossimi giorni con il ritorno “graditissimo” di Michela Pasquali, paesaggista e botanica. Il 23 e 24 aprile al Circolo “Aurora” di via Ciardi 20 a San Paolo.

In questo post troverete accanto a dei video collegati all’iniziativa riportata nel titolo anche un link che vi conduce all’attività prioritaria della prof.ssa Pasquali.

http://www.linariarete.org/wp/?tag=michela-pasquali

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MELANIA PETRIELLO A PRATO venerdì 17 ore 18.00 Circolo Matteotti via Verdi 30 a Prato – perché l’ho invitata

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MELANIA PETRIELLO A PRATO – perché l’ho invitata

Innanzitutto perché ha un approccio con il mondo che è assolutamente “INCLUSIVO”; perché tratta argomenti IMPORTANTI di tipo UNIVERSALE anche se ispirati a vicende italiane; perché sa parlare cogliendo nella SINTESI il CUORE dei temi che decide di trattare; è COINVOLGENTE senza essere presuntuosa ed arrogante; sa motivare e sensibilizzare i suoi interlocutori facendone emergere le potenzialità; e, quel che non guasta mai ma che è il naturale logico risultato di quanto ho finora scritto, è SIMPATICA.

Vi aspettiamo in modo “attivo” e propositivo venerdì 17 ore 18.00 al CIRCOLO Matteotti via Verdi 30 a PRATO

Ho conosciuto Melania Petriello al Festival della letteratura nei Campi Flegrei (settembre 2014) e ne ho recensito il libro che presenterò insieme ad altri il prossimo 17 aprile. “Al mio Paese…” è un libro collettivo che poggia la sua “forza” la sua “potenza” sulla PAROLA e sulla CULTURA, identificate entrambe come “salvatrici” della nostra umanità. E’ un libro composito redatto a più mani ma coordinato e diretto da una giovane giornalista, abile nell’uso della PAROLA, determinata negli obiettivi da raggiungere, assertrice convinta della necessità di imprimere una svolta all’appiattimento, alla omologazione, all’ipocrisia dilagante nella realtà quotidiana con la quale dobbiamo continuare a confrontarci. LA CULTURA CI SALVERA’! è uno dei motti più frequentemente ripetuti al quale non potevo essere insensibile.
La struttura di “Al mio Paese. Sette vizi una sola Italia” si è prestata, si presta, ad un utilizzo di tipo teatrale; ed è così che la Melania Petriello ha vissuto gli ultimi mesi di vita dell’Eliseo di Roma adoperando il “canovaccio” de “Al mio Paese…” per continuare in modi nuovi e diversi ma sempre con il piglio forte e combattivo le battaglie civili per denunciare i nostri vizi atavici.
Negli ultimi mesi si è posta a costruire un nuovo Progetto che si avvale dello stesso “format”. Il suo titolo è “Manipolati” e lavora sui temi della violenza declinata in diversi modi.
A telefono la Melania, forse anche accorta osservatrice delle nostre iniziative, ha detto che il prossimo impegno sarà quello delle “periferie”. Ritengo si riferisca in particolare a quelle “urbane” delle grandi metropoli. Melania opera a Roma e di certo le periferie romane sono una vera e propria palestra per chi voglia addentrarsi nei meccanismi socio-antropologici dell’umanità costretta a vivere ai margini delle metropoli.

Cosa vorrei proporre? Beh, io l’ho già scritto e soprattutto detto a qualcuno di voi!
Vorrei con l’ausilio della Melania riprodurre a Prato, adattandole alle nostre realtà, le elaborazioni che ella ha curato a Roma. Mi piacerebbe, ad esempio, avere un gruppo di persone (professionisti, studenti, operai, artisti, politici, giornalisti, amministratori etc etc etc) che prendendo spunto dagli input dei due libri (quello pubblicato, “Al mio Paese…” e quello da pubblicare, “Manipolati”) ne costruisca, semmai guidato oltre che dalla Petriello da un regista di teatro (io ho già una proposta a tale scopo), un nuovo lavoro fatto di “testimonianze” (essenzialmente trasposte) con accompagnamento di testi musicati e cantati.
Vi allego la mia recensione settembrina
http://www.maddaluno.eu/?p=932
e altro.
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Per quel che riguarda il 17 ed il 18 aprile, se l’idea ha una sua condivisione, non mi dispiacerebbe farvi incontrare la Petriello; Marzio ed io la porteremo in ogni caso a visitare la nostra “periferia”.

UNO SPLENDIDO POMERIGGIO DI PRIMAVERA – L’ORTO A CASA TUA – MIRACOLI DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE A SAN PAOLO DI PRATO in fondo a Via Donizetti

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UNO SPLENDIDO POMERIGGIO DI PRIMAVERA – L’ORTO A CASA TUA – MIRACOLI DI ORDINARIA AMMINISTRAZIONE A SAN PAOLO DI PRATO in fondo a Via Donizetti

A Prato succede anche questo! Tre giovani, Niccolò Fiaschi, Daniele Leonetti e Pietro Battaglia aiutati dalle famiglie e da un appezzamento di terra (due ettari) – parte di un frutteto preesistente ma non accudito regolarmente di proprietà dei nonni di Niccolò – lo hanno adibito ad orto.
Ieri pomeriggio abbiamo festeggiato questo avvio di impresa! C’erano tantissimi giovani allegri e pieni di energie positive, determinati nei loro obiettivi. Ottimi, eccellenti, gli assaggi proposti.
Chi legge dal pieghevole riportato in cima ed in fondo a questo post può mettersi in contatto per informazioni notizie precisazioni.

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anticipazione di un evento – TERZO INCONTRO del DOMINO LETTERARIO – I VETRI SUI MURI di Fabio Panerai MERCOLEDI’ 29 APRILE – circolo arci san paolo via cilea 3 Prato – UN’INIZIATIVA DI ADSP – CIRCOLO DELLE IDEE

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anticipazione di un evento – TERZO INCONTRO del DOMINO LETTERARIO – I VETRI SUI MURI di Fabio Panerai MERCOLEDI’ 29 APRILE – circolo arci san paolo via cilea 3 Prato – UN’INIZIATIVA DI ADSP – CIRCOLO DELLE IDEE

Venerdì scorso (10 aprile) si è svolto l’incontro con Riccardo Cammelli, autore de “Tra i panni di rosso tinti – Appunti di storia pratese 1970-1992” nell’ambito del DOMINO LETTERARIO organizzato da ADSP – CIRCOLO DELLE IDEE che agisce all’interno del Circolo ARCI San Paolo di via Cilea 3. Il libro edito da ATTUCCI Editrice è stato presentato da Giuseppe Maddaluno e Manuele Marigolli.
Sono state trattate storie della nostra gente, di carattere economico, urbanistico, politico. Si è voluto scorrere la parte di Storia che maggiormente ha riguardato il nostro territorio (le battaglie per un ambiente migliore, la presenza della comunità cinese) con uno sguardo anche alle problematiche che si riferiscono alla vicenda “Aeroporto di Peretola”. Il pubblico presente è intervenuto con passione.

Al termine dell’incontro come di consueto Riccardo Cammelli ha indicato libro ed autore che saranno presentati nel prossimo incontro che si svolgerà mercoledì 29 aprile p.v. sempre al Circolo ARCI San Paolo di via Cilea 3 ore 21.00. Il libro è “I vetri sui muri” di Fabio Panerai edito da Sarnus.

Gli organizzatori stanno verificando la possibilità di costruire un’Appendice al “DOMINO” per consentire la presentazione di altri autori ed altre opere.