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“PASOLINI 40” – una delle lettere di Pasolini a don Giovanni Rossi della “Pro Civitate Christiana

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“PASOLINI 40” – una delle lettere di Pasolini a don Giovanni Rossi della “Pro Civitate Christiana

Tra don Giovanni Rossi fondatore della Pro Civitate Christiana di Assisi nel 1939 e Pier Paolo Pasolini intercorse un carteggio. All’incontro di Pasolini, all’inizio degli anni Sessanta allorquando lo scrittore regista partecipa ad uno dei tradizionali convegni organizzati dalla Pro Civitate Christiana, con don Giovanni Rossi si deve la genesi del “Vangelo secondo Matteo”.
Pochi giorni prima della tragica scomparsa di Pier Paolo Pasolini muore don Giovanni Rossi. Qui sotto riporto una delle lettere che Pasolini scrisse a don Giovanni nel 1964, lo stesso anno in cui esce il suo “Vangelo secondo Matteo”.

“Rocca”, quindicinale della “Pro Civitate Christiana” n.22 del 15/11/75, tra le altre testimonianze in occasione della scomparsa di Don Giovanni Rossi, avvenuta il 27/10/75.

Caro Don Giovani,
La ringrazio tanto per le sue parole della notte di Natale: sono state il segno di una vera e profonda amicizia; non c’è nulla di più generoso che il reale interesse per un’anima altrui. Io non ho nulla da darle per ricompensarla: non ci si può sdebitare di un dono che per sua natura non richiede d’essere ricambiato. Ma io ricorderò sempre il suo cuore di quella notte. Quanto ai miei peccati. il più grande è quello di pensare in fondo soltanto alle mie opere, il che mi rende un po’ mostruoso e non posso farci
nulla; è un egoismo che ha trovato un suo alibi di ferro in una promessa con me stesso e gli altri da cui non mi posso sciogliere, Lei non avrebbe potuto assolvermi di questo peccato, perché io non avrei mai potuto prometterle realmente di avere intenzione di non commetterlo più. Gli altri due peccati che lei ha intuito, sono i miei peccati “pubblici”: ma quanto alla bestemmia, glielo assicuro, non è vero. Ho detto delle parole aspre contro una data Chiesa e un dato Papa: ma quanti credenti, ora, non sono d’accordo con me?

L’altro peccato l’ho ormai tante volte confessato nelle mie poesie,
e con tanta chiarezza e con tanto terrore, che ha finito con l’abitare in me come un fantasma famigliare, a cui mi sono abituato, e di cui non riesco più a vedere la reale, oggettiva entità.
Sono “bloccato”, caro Don Giovanni, in un modo che solo la Grazia potrebbe sciogliere. La mia volontà e l’altrui sono impotenti. E questo posso dirlo solo oggettivandomi, e guardandomi dal suo punto di vista. Forse perché io sono da sempre caduto da cavallo: non sono mai stato spavaldamente in sella (come molti potenti della vita o molti miseri peccatori): sono caduto da sempre, e un mio piede è rimasto impigliato nella staffa, così che la mia corsa non è una cavalcata, ma un essere trascinato via, con il capo che
sbatte sulla polvere e sulle pietre. Non posso né risalire sul cavallo degli Ebrei e dei Gentili, né cascare per sempre sulla terra di Dio.
La ringrazio ancora, con tutto l’affetto, suo
Pier Paolo Pasolini
(27 dicembre 1964)

PASOLINI 40 – una silloge poetica a cura di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave – l’operazione culturale

PASOLINI 40 – una silloge poetica a cura di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave – l’operazione culturale

…questa è una produzione che rimarrà nella “storia”…

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L’operazione culturale che sta dietro la struttura della silloge poetica “PASOLINI 40” parte da lontano, forse da quegli anni Settanta che per me furono incubatori delle mie passioni e delle mie predilezioni. Da allora ad oggi sono passati più di quaranta anni ed il ricordo di Pier Paolo Pasolini è rimasto indelebile e forte nella memoria. Le mie passioni mi hanno portato ad occuparmi di teatro, di cinema, di poesia, di letteratura e poi di politica. Abbandonata la quale sono ritornato alle antiche passioni, con lo sguardo “apolide” di chi non ha una vera e propria patria nè una sua collocazione territoriale precisa. Questa “assenza” mi consente di guardare con occhi “circolari” anche la realtà della Cultura, valicando confini provinciali, regionali e nazionali. Ecco da dove nasce “PASOLINI 40”. Sulla strada ho incontrato un’altra figura di intellettuale “apolide” come Antonello Nave con il quale condivido in modo più ampio e più pieno questo percorso maturo. Insieme a lui ed a quella “picciola compagnia” grande che condivide le nostre passioni e ci coinvolge e si lascia coinvolgere abbiamo realizzato alcuni momenti importanti negli ultimi due anni.
Abbiamo conosciuto tutti insieme giovani promesse (perché faranno molto altro e molto altro, ancora) della Cultura come Melania Petriello, con la quale progettiamo mantenendo attive le nostre antenne da lontano altri eventi e che vogliamo ringraziare per quel che ha scritto nella Prefazione che ci commuove e ci inorgoglisce. Parlando delle celebrazioni “pasoliniane” dice: “…Continuare a scriverne, ad evocarne lo spirito, a suggerire chiavi d’ingresso, come con audacia e affezione riesce questo lavoro collettivo, è superare la “celebrazione” propria degli anniversari e dare forma alla differenza. Quella che fa chi opera, ogni giorno, la scelta di resistere e di sentirsi parte.
Pasolini è comunità. È città nel suo tempo di speculazione e rinascita. È desiderio di abbraccio alle lettere che, per prime, sono la rivoluzione.
Perché la storia senza racconto, semplicemente, non esiste.
Grazie alle penne disseminate tra queste pagine, capaci di suggerimenti e prospettive, e a chi ha dato loro la forza dell’insieme.”

Noi siamo molto contenti di aver messo insieme tante donne (21) e uomini (7) a comporre versi ispirati a Pier Paolo Pasolini. Potevamo affidarci alla realtà locale pratese, fervida incubatrice di poesia (l’Associazione “Il Castello”, il gruppo di “Poecity”, l’esperienza di “Poesia Sostantivo Femminile”), ma ci sembrava limitativa per un tema così universale come la “tragedia pasoliniana” così vicina alla Passione di Cristo (non chiamatemi “blasfemo” e riflettete su come entrambi fossero segnati da una profonda unica “diversità”: chi è in “dissonanza” con il Potere terreno viene discriminato, umiliato, sbeffeggiato!), su cui Pasolini in vita ha più e più volte riflettuto e realizzato opere (poesia, letteratura, teatro, cinema) che testimoniano la sua sensibilità verso gli umili, i poveri, i derelitti e diseredati come nel “Discorso della Montagna”. Ed allora abbiamo guardato al di là della nostra realtà: ciò non limita il valore della piccola “pattuglia” pratese di cui parlerò; anzi la esalta e la proietta al di fuori dei nostri piccoli ristretti “confini”.

CAVALLI Marianna, SALZARULO Mariapina, RAIOLA Marcella, BERTAGGIA Silvia – DAL NORD AL SUD e poi “in alto a sinistra” tra Parigi e Rennes – quattro figure di poete che ci descrivono “il viaggio della parola” – PASOLINI 40 silloge poetica ed azione scenica PRATO 3 novembre 2015 ore 21.00 CIRCOLO MATTEOTTI via Verdi 30

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CAVALLI Marianna, SALZARULO Mariapina, RAIOLA Marcella, BERTAGGIA Silvia – DAL NORD AL SUD e poi “in alto a sinistra” tra Parigi e Rennes – quattro figure di poete che ci descrivono “il viaggio della parola” – PASOLINI 40 silloge poetica ed azione scenica PRATO 3 novembre 2015 ore 21.00 CIRCOLO MATTEOTTI via Verdi 30

La prima “poeta” l’ho incontrata in treno lunedì 7 settembre scorso mentre andavo a Ferrara per partecipare da “co-protagonista di supporto” ad un evento di Altroteatro su “Alfabeto dell’invisibile” di Chiara De Luca. Mi hanno colpito la sua sensibilità, la freschezza e l’entusiasmo e passione con cui tracciava le linee incerte del suo futuro. Era con Andrea, mio ex allievo, appassionato cultore delle arti visive e dello spettacolo.

E’ la più giovane del gruppo; quella che ha più “futuro”!

Marianna CAVALLI
dice di lei:

Sono nata a Brescia il 25 dicembre del 1988. Ho frequentato il liceo classico a Brescia e dopo la maturità sono partita a studiare in Inghilterra. Mi sono laureata alla University of Kent con una laurea a doppio indirizzo in teatro e francese. Dopodiché, per una serie di vicissitudini e incontri, mi sono appassionata alla lingua e alla cultura iraniane. Ho deciso di trasferirmi a Parigi, dove mi sono iscritta all’università Inalco, ed ora sto per laurearmi in lingua, civilizzazione e letteratura dell’Iran.

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La seconda rappresenta a pieno titolo la nostra “storia” di “migranti intellettuali”. L’abbiamo inseguita e ci ha donato dei versi scritti nella lingua con la quale abitualmente si esprime: il francese. Rifiuta di essere catalogata come “paesologa” (su Internet è così!) anche se ha una immensa stima verso il “paesologo” per eccellenza, Franco Arminio.

Mariapina Salzarulo dice di lei:

“Sono del sud Italia, originaria di Zungoli in Irpinia, un villaggio italiano, un luogo dove il silenzio regna su queste pietre e vicoli di un altro tempo. Sono nata il 27 gennaio a Bisaccia, in Irpinia d’Oriente. Era una notte di luna piena dove leggende ancestrali nascono da un altrove. Nel convento del villaggio, le suore stavano pregando al capezzale di mia madre perché passi la mezzanotte. Bisaccia è il villaggio della mia infanzia, dove ho imparato a parlare con il vento. Dopo aver studiato letteratura e legge all’Università della Sorbona di Parigi e con una formazione da ballerina, lavoro attualmente al Centre national de la recherche scientifique (CNRS) presso l’Institut des sciences humaines et sociales (INSHS) per il settore internazionale e antropologia. Per CNRS ho collaborato in diversi gruppi di lavoro sulla internazionalizzazione delle scienze sociali. Frequento workshops su terapie sperimentali di benessere attraverso la danza. Sono un membro della Casa della Paesologia di Trevico, creata da Franco Arminio.”

Raiola Marcella

La terza poeta è legata fortemente alle lotte che caratterizzano gli ultimi anni della nostra storia recente. E’ una delle tante figure di “pasionarie” attive capaci anche di rinunciare ad una stabilizzazione “forzata” in nome delle proprie idee.

Marcella Raiola

è nata a Castellammare di Stabia, uno dei comuni vesuviani, nel 1970. Diplomatasi presso il liceo classico di Torre del Greco nel 1988, si è iscritta alla Facoltà di Lettere Classiche dell’Università Federico II di Napoli. Nello stesso periodo, è stata redattrice presso testate locali, ed è diventata pubblicista nel 1992. Nel 1996 ha pubblicato, con l’editore G. Pironti, la silloge di poesie “I Corimbi”, selezionata dalla Giuria senese del Premio editoriale “Laura Nobile”, organizzato dal Dipartimento di Filologia e critica del testo dell’Università di Siena. Nel 1999 ha conseguito la Laurea in Lettere Classiche. Dopo l’abilitazione, ottenuta nel 2002, ha insegnato, da supplente, Latino e Greco nei Licei Classici della Provincia di Napoli fino ad oggi, conducendo una strenua lotta contro la precarietà strutturale della docenza, artatamente alimentata dagli ultimi governi. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Filologia Classica a Napoli, nel 2007, e frequenta attualmente i corsi di un altro Dottorato in Diritto, Storia ed Economia, presso l’Università Parthenope di Napoli. Considera la Letteratura come un’alta forma di riflessione teoretica ed etico-politica non sistemica. Contrasta l’idea e la pratica, didattica e politica, della neutralizzazione assiologica e ideologica dei saperi.

Silvia Bertaggia

Di lei conosco molto poco; qualcosa di più mi fa sapere Antonello Nave, con il quale mantiene contatti sin dagli anni in cui lui insegnava nella Bassa padana. Ci dice di abitare “in alto a sinistra” forse citando Erri De Luca e ci conferma poi che abita in Bretagna: a Rennes, aggiungendo liricamente “abito dentro i cieli alti di Bretagna”.

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BRIGIDINA GENTILE da Roma per PASOLINI 40 silloge poetica ed azione scenica a cura di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave – PRATO 3 NOVEMBRE 2015 – ore 21.00 presso Circolo Matteotti via Verdi 30

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BRIGIDINA GENTILE da Roma per PASOLINI 40 silloge poetica ed azione scenica a cura di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave – PRATO 3 NOVEMBRE 2015 – ore 21.00 presso Circolo Matteotti via Verdi 30

Qualcosa su di me…

Le cose più salienti sono che:
Ho due lauree. La prima in Lettere, con indirizzo demo-etno-antropologico. Facoltà di Lettere e Filosofia della Università “La Sapienza”, Roma. Titolo della tesi: I Caduvei tra mito e storia. La conservazione di un modello di comportamento da parte di una popolazione del Mato Grosso del Sud, Brasile (1984). La seconda in Lingue e Letterature Straniere Moderne. Facoltà di Lingue della Università della Tuscia, Viterbo. Titolo della tesi: Como agua para chocolate: moderno follétin. Un uso provocatorio del kitsch nella letteratura ispanoamericana del postboom (2000).
Non sono una “accademica”, ma ho collaborato come Cultore della Materia (Lingua e Letteratura Spagnola e Ispanoamericana) con il Professor José Luis Gotor e la Professoressa Loretta Frattale presso la Facoltà di Lingue e Letterature Moderne dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” dal 2003 al 2006, e nel 1986 con il Departamento de Lenguas – Campus III – Universidad Autonoma de Chiapas. Ho tenuto delle lezioni sulla traduzione sia agli alunni del master in traduzione del dipartimento di italianistica della università di Salonicco che agli alunni della Summer School della stessa università (2013 e 2014), e ho partecipato come guest speaker al workshop di scrittura Tinta, Papel, y… café, tenuto alla Mid Manhattan New York Public Library di New York (2013).
In Messico (dove ho svolto nel 1986 una ricerca antropologica sul campo presso i Chamulas, popolazione indigena del Chiapas, per conto del governo messicano e dell’Istituto Nazionale Indigenista), ho perfezionato i miei studi antropologici e iniziato la mia avventura con Penelope.
L’altra Penelope è il mio primo libro ad essere stato pubblicato e nel sito www.leteledipenelope.com si può iniziare un vero e proprio viaggio insieme a Penelope.
Con il video “Lampi dal Messico. Nero su Bianco”, realizzato insieme al giornalista e critico cinematografico Ciro Giorgini, si viaggia invece con le immagini fotografiche di Manuel Alvarez Bravo, Graciela Iturbide, Patricia Mendez Obregón e Tina Modotti e il cinema di Luis Buñuel, Sergei M. Eisenstein, Gabriel Figueroa, John Ford, Auguste e Louis Lumiere, Joseph L. Mankiewicz, Orson Welles.
Ho scritto numerosi articoli e saggi sulla scrittura femminile nonché racconti e poesie pubblicati in riviste specializzate e antologie, alcuni hanno ricevuto una menzione d’onore. Nel 2010 ho vinto il primo premio per la poesia “Ipazia”. Nel 2012 ho vinto il secondo premio per la poesia “Ipazia” e nel 2014 il terzo premio di poesia “Castello di Prata Sannita”. La mia antologia L’Altra Penelope ha ricevuto la menzione d’onore al “New York Book Festival” del 2012.
Quest’anno 2015 ho vinto il premio “Mimosa” con il racconto San Diego, California, e ricevuto un attestato di merito per la silloge poetica presentata nel Memorial “Nicola e Cinzia Di Nezza”.
Il racconto Profumo di Limoni che si può leggere nel libro Notturni à la carte è stato tradotto in molte lingue: greco, macedone, francese, inglese, spagnolo, polacco, russo, albanese, bulgaro etc. in: ITI – Intercultural Translation Intersemiotic e-issn 2241-3863. Vol.2, no.2 (2013).
I miei libri sono anche in formato ebook:
L’altra Penelope, (prima edizione 2008, Oèdipus ed.)
L’altra Penelope, (seconda edizione 2014, Libellula ed.)
La otra Penélope (2011, ArCiBel ed.)
Scrivere Donna (2011, Aracne ed.)
Notturni à la carte/Penelope Misunderstandings (2012, Libellula ed.)
Voces desde el telar y un perchero/Voci dal telaio e un attaccapanni. Testo teatrale di Elisa Constanza Zamora Péres, traduzione e cura di Brigidina Gentile. (2013 Ubuk ed.)
Platero y ella/Platero e lei. Testo teatrale di Elisa Constanza Zamora Péres, traduzione di Brigidina Gentile. (2014, Torremozas ed.)
Cucinati un uomo (2015, Testo teatrale di Carmen Boullosa, Traduzione e cura di Brigidina Gentile, Arcoiris ed.).

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CLAUDIA FOFI in PASOLINI 40 – silloge poetica ed azione scenica a cura di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave – martedì 3 novembre ore 21.00 CIRCOLO MATTEOTTI via Verdi Prato

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CLAUDIA FOFI in PASOLINI 40 – silloge poetica ed azione scenica a cura di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave – martedì 3 novembre ore 21.00 CIRCOLO MATTEOTTI via Verdi Prato

Dall’Umbria arriva Claudia Fofi, “ostetrica della voce”

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Attraverso anni di ricerche ha approfondito lo studio della voce in rapporto al corpo, alla creatività, al teatro come manifestazione delle emozioni e della ricerca di verità, alla fisiologia e all’ascolto, arrivando a una concezione integrata del fenomeno voce in relazione alla crescita della persona sia in ambito artistico che sociale, personale e lavorativo. Ha elaborato una sua prassi di lavoro, la Voce Creativa, che applica in vari ambiti di intervento, dall’insegnamento del canto e della voce artistica, ai progetti sulla creatività in percorsi di terapia, al public speaking.
Studia pianoforte dall’età di 8 anni. Dopo la laurea in lingue inizia una importante carriera come cantautrice. Con le sue canzoni vince numerosi premi, tra cui il Premio Grinzane Cavour nel 1996, la finale di Arezzo Wave nel 1998, ilPremio Ciampi nel 2001. E’ due volte finalista al Premio Musicultura (2003 e 2007), vince il Premio Logic al Mantova Musica Festival (2007). Il Premio Un Canzone di Pace a Napoli (2013), finalista come autrice al Premio Parodi (2014).
Studia canto con il metodo della Voce Naturale (Roy Hart) in Francia e in Italia con Kaya Anderson. Coralità, canto armonico e voce con Bruno de Franceschi. Frequenta la Scuola Donna Olimpia di Roma (Metodo Orff-Schulwerk), la Scuola di Biomusica di Roma, la Scuola Ritmia di Piacenza. Sta completando in Francia il percorso formativo Roy Hart.
E’ docente presso Accademia dell’Arte di Arezzo, dove tiene master per studenti americani su “songwriting e voce artistica”. Tiene laboratori annuali di Voce Creativa presso il Tanz Studio Theatre di Monaco, Germania e in Italia (Milano, Perugia, Gubbio, Cortona,). Tiene Laboratori di scrittura della canzone in collaborazione con Informagiovani Gubbio, collabora come esperta con il progetto “Canta e scrivi la tua canzone” presso Centro Accoglienza Diurno (C.S.M.) di Gubbio. Ha collaborato con il Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza, con il laboratorio-seminario “Lezioni sulla creatività nella scrittura della canzone”.
Ha fondato in collaborazione con la Caritas di Gubbio ilCoro Multietnico “Canto Incontro Canto”, per donne italiane e straniere. E’ promotrice di eventi formativi legati al progetto nazionale “Nati per la Musica” Gubbio, attuato da Biblioteca Sperelliana, Scuola Comunale di Musica e Associazione Amici della Musica. Tiene seminari di formazione per il Circolo Letture ad Alta Voce di Perugia. Da alcuni anni è docente per Confcooperative Umbria in corsi di formazione per operatori sociali (percorsi di approfondimento sull’allestimento di laboratori musicali in comunità di recupero e per la prevenzione e cura del disagio). In collaborazione con la Dott.ssa Nicoletta Sensi, counselor esperto metodo CO.Re.M. Università di Siena tiene docenze di tecniche di comunicazione interpersonale e comunicazione intenzionale verbale e non verbale e seminari in azienda su comunicazione efficace e public speaking con la proposta “Dal cuore della Voce – risorse e strumenti per parlare in pubblico come esito di una trasformazione personale”.
E’ poetessa e autrice di testi e monologhi teatrali, musiche e canzoni per il teatro.

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CHIARA DE LUCA poeta e traduttrice egregia – editore di Kolìbris – luogo di approdo di poete e poeti da tutto il mondo presente nella silloge nella sua doppia veste – “PASOLINI 40” silloge poetica ed azione scenica PRATO 3 novembre ore 21.00 – CIRCOLO MATTEOTTI via Verdi 30

CHIARA DE LUCA poeta e traduttrice egregia – editore di Kolìbris – luogo di approdo di poete e poeti da tutto il mondo
presente nella silloge nella sua doppia veste – “PASOLINI 40” silloge poetica ed azione scenica PRATO 3 novembre ore 21.00 – CIRCOLO MATTEOTTI via Verdi 30

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Chiara De Luca ha studiato Lingue e Letterature straniere all’Università di Pisa, ha frequentato la Scuola europea di traduzione letteraria di Magda Olivetti a Firenze e il master in traduzione letteraria per l’editoria dell’Università di Bologna, dove ha conseguito un dottorato in Letterature europee. Ha insegnato Lingua e Cultura italiana all’Università di Parma e alla John Hopkins University di Bologna ed ha lavorato come insegnante e consulente per il Goethe Institut, la Inlingua ed altre scuole di lingue e italiano per stranieri. È poeta, saggista e traduttrice da inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese. Ha tradotto una sessantina di raccolte poetiche di autori contemporanei. Ha curato l’antologia di giovane poesia contemporanea Nella borsa del viandante (Fara, 2009) e pubblicato A margine dei versi. Appunti di poesia contemporanea (2015), raccolta di saggi, articoli e recensioni su un centinaio di poeti contemporanei italiani e stranieri, già pubblicati in precedenza su rivista, in volume o in antologia. Ha pubblicato con Fara i romanzi La Collezionista (2005) e La mina (stra)vagante (2006), i poemetti La notte salva (2008) e Il soffio del silenzio (2009) e la silloge Il mondo capovolto (2012). Ha pubblicato le raccolte poetiche per custodire l’amore (Bologna, 2004), in parole scarne (Kolibris, 2005), La corolla del ricordo (Kolibris 2009, 2010), The Corolla of Memory (Kolibris, 2010), Animali prima del diluvio. Poesie 2006-2010 (Kolibris, 2010) and Alfabeto dell’invisibile (Samuele Editore, 2015). Come saggista e traduttrice ha collaborato numerose riviste, e-zine e siti internet. Come saggista ha scritto articoli, recensioni e saggi accademici. Nel 2008 ha fondato Edizioni Kolibris, dedicata alla traduzione e diffusione della migliore poesia contemporanea. Nel 2015 ha fondato la rivista internazionale Iris News, dedicata alla poesia da tutto il mondo, alla letteratura della migrazione, al bilinguismo, all’arte e alla fotografia.

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Non so esattamente da dove derivi il mio amore per la poesia, l’urgenza che mi spinge a scriverla e leggerla. Credo che abbia le stesse radici di ciò che secondo me giustifica l’esistenza: la ricerca inesausta. Ricerca di qualcosa di bello, di vero. Non intendo solo la bellezza nel suo senso estetico, ma in un senso che definirei etico. Come diceva Gian Ruggero Manzoni nel suo bellissimo intervento, sarebbe troppo comodo intendere l’etica come qualcosa di fluttuante, variabile e frammentato. L’etica ha in sé un elemento di universalità, dunque assoluto. Etico è ciò che è fatto in osservanza di principi (parola abusata e fuori moda) che dovrebbero legarci l’uno all’altro nel rispetto e nell’amore inteso come slancio vitale che permea il reale, al di là dei suoi orrori, come principio costruttivo e creatore: di legami, di consonanze e dissonanze. I principi sono le leggi interiori che ci diamo in base alla fiera e stupita consapevolezza della nostra umanità, a prescindere da quanto è codificato e imposto dall’esterno. E il rispetto che informa tali principi consiste nella costante valutazione degli effetti che i nostri gesti e le nostre parole possono avere sull’altro, la cui esistenza è altrettanto miracolosa quanto la nostra. Nella consapevolezza che non esiste una verità universale, quello che cerco è l’unico brandello di verità che possiamo afferrare, e che è specchio dell’assoluto. Dove con assoluto non intendo una entità necessariamente connotata di valori metafisici o religiosi. Intendo tutto quanto è puro, alto e incondizionato tutto quanto non è finzione e artificio, e preme per andare oltre. L’assoluto lo cerco negli occhi di mia madre, nel suo amore, nella vicinanza di un amico, in ogni legame vero e raro che sia difficile spezzare. L’oggetto della mia ricerca, poetica e di vita, è dunque la bellezza. La bellezza di un gesto, di uno sguardo che comprende, ma anche quella insita nel cielo, che spesso ci si dimentica di guardare, nello scorrere dell’acqua, nel fatto stesso di esserci, e nella volontà di non esserci banalmente, ma di sentire. A rischio di apparire retorica, dico che ciò che soffro ogni giorno è la facilità. Facilità nel tradire un amico per un tornaconto minimo, facilità nel sostituire le persone in base a considerazioni del momento, facilità nel tradire un amore, un’idea, una fede, facilità nell’uso delle parole, cui si accorda un peso di giorno in giorno minore, e un valore sempre più accessorio e strumentale, facilità della rinuncia: al rischio, al coraggio, alla coerenza… facilità… L’assoluto è ciò che resta, è l’oggetto della ricerca inesausta, tormentosa, difficile. La poesia è strumento di questa ricerca, è occhio ferito che sta nel mondo e vede, spesso tra le lacrime, qualcosa di più, ciò che paradossalmente è marginalizzato. Non perché il poeta sia un veggente o una creatura superiore, ma perché si ferma, perché accetta di sopportare il silenzio, di scavarci dentro, di prendere su di sé il peso del poco di verità che ci è concesso afferrare. Perché prova a non avere paura, ad essere coerente con i fini della sua ricerca, con i principi, intesi come rischiosa apertura all’umano.
La poesia in sé non salva, ma si nutre di bellezza, verità, di assoluto, e questo ha qualcosa di salvifico e consolatorio. Anche se ciò implica anche il rovescio della medaglia. Perché la poesia germina nel silenzio, è qui che rivive il reale, in tutta la sua consistenza e pesantezza schiacciante. La poesia cresce nella solitudine, nel faccia a faccia con se stessi, quando tanto spesso nel quotidiano si cerca di non incontrare mai l’altra parte del Sé, quella oscura, sofferente, ricettiva come un radar. È da quella che nasce la poesia autentica, che è lavoro di scavo impietoso tra le pieghe dell’anima, per riconoscersi (o disconoscersi) nell’altro e nella realtà che vi si imprime a fuoco.
Ho sempre detto che la poesia è ciò che mi salva e mi tiene in vita. Così come respirare, mangiare, correre. È una urgenza, una necessità ineliminabile. Il che non implica che sia una panacea, o che possa salvare il mondo. La poesia non ti offre appiglio negli estremi: di gioia, di disperazione, di estasi, di sconforto, di follia. Nulla ti salva in quei momenti, se non il senso della ricerca e dell’attesa. La poesia è ciò che segue all’attesa, è quella ricerca, è ciò che viene dopo, quando è tornato il silenzio. È ciò che consente di tornare a quel dolore, a quella gioia, a quella follia, di estrarli da un punto dentro, averli davanti, per vederli, per comprendere. È ciò che consente di salvare un brandello di vero dall’assolutezza del sentire. E l’estrazione è dolorosa, ma è ciò che permette di superare, di interiorizzare l’evento dandogli voce, perché non resti solo marchio rovente o macchia indistinta nell’anima. È ciò che permette talvolta di dare voce ad un altro, ad altro, di fare propria quella voce, dunque accrescersi della propria esperienza e dell’esperienza dell’altro.
Per quanto possa essere sbagliato, la poesia è per me l’unico modo possibile per esprimermi davvero, uno stratagemma lungamente cercato per poter parlare. Io sono soltanto lì dentro. La poesia è per me il luogo della libertà assoluta, il luogo dell’incontro, che implica la possibilità di un doloroso mancato incontro, di uno scontro. Ed è un dono tremendo, sia per chi lo fa, che per chi lo riceve. Un dono che può essere accettato o rifiutato con conseguenze incontrollate.
Per questo la poesia non dovrebbe essere costruzione o calcolo, ma verità, quel poco che possiamo dire, e bellezza, nel senso di autenticità, sincerità, coraggio, anche. Così leggere poesia implica prima di tutto curiosità e rispetto. Ed è un’arma potentissima.

CINZIA CAPUTO e MIMMO GRASSO due figure rappresentative della Cultura italiana nel nostro Sud – PASOLINI 40 – silloge poetica – PRATO 3 novembre 2015 ore 21.00 al CIRCOLO MATTEOTTI VIA VERDI 30

Nel ritornare alla ricerca delle mie radici culturali lo scorso anno ho incontrato questi due personaggi straordinari della nostra Cultura – Cinzia CAPUTO è stata insieme a me coinvolta da Angela Schiavone per una parte del Festival della Letteratura dei Campi Flegrei dello scorso anno tra Pozzuoli, Bacoli (l’immagine in evidenza è uno scorcio della splendida baia tra Capo Miseno e Punta Pennata proprio a Bacoli) e Monte di Procida. Di Mimmo GRASSO sapevo che cooperava allo stesso progetto ma l’ho meglio conosciuto solo dopo e ci siamo incrociati intorno al suo progetto “Le isole si accendono” che quest’anno (il 2015) per la prima volta si è svolto anche a Prato.

CINZIA CAPUTO e MIMMO GRASSO due figure rappresentative della Cultura italiana nel nostro Sud – PASOLINI 40 – silloge poetica – PRATO 3 novembre 2015 ore 21.00 al CIRCOLO MATTEOTTI VIA VERDI 30

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CAPUTO Cinzia

Psicologo, Psicologo Analista, membro ordinario dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA), membro dell’International Association of Analyticol Psychology (IAAP).
E’ stata Responsabile per la sezione campana del progetto Itinerari della Psiche.
E’ Socio della Società Italiana di Psiconeuroimmunologia (S.I.P.N.E.I.)
Lavora a Napoli presso un centro di riabilitazione dove svolge attività di psicodiagnosi e di psicoterapia per bambini e adolescenti; attività di supervisione di gruppo per docenti docenti scolastici e operatori sanitari della ASLNA2; attività di psicoterapia, su prescrizione delle ASLdi competenza, per pazienti segnalati dal Tribunale dei Minori.
Collabora con l’equipe del Laboratorio della Fiaba che svolge attività di psicoterapia di gruppo per bambini autistici e psicotici e per i loro genitori.
Da sempre coniuga arte e psicologia analitica, ha pubblicato vari articoli su questo argomento (es: Emily Dickinson, l’arte per l’essere in: Giornale Storico di Psicologia Dinamica, Vol. XVII, Gennaio ’93/ 33, Napoli) e il libro di poesie
Si occupa di fiabe, di poesia e di narrazione, sia nella psicologia dell’infanzia che in ambito gruppale per la formazione nelle istituzioni (ASL, Università, Scuola).
Ha pubblicato il saggio : Relazionale, Transgenerazionale, Archetipico nella formazione dell’identità in La vita psichica ed. Magi e il libro di poesie: Verso (ed. Manni, Lecce 2005), una piccola guida per viaggare tra gli archetipi, dove miti e riti quotidiani, nella sintassi del sogno, sono utilizzati in funzione terapeutica.

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Mimmo Grasso (n. CZ 1949) ha svolto studi filologici e filosofici; si è occupato di management. Poeta, saggista, critico d’arte, è segretario dell’ Istituto Patafisico Partenopeo. Opere di poesia: Per cerchi mobili (Forlì, 1973), L’Amorosa Visione (Altri Termini, NA, 1980), Mercurio (applicazione dei processi matematici al linguaggio, Altri Termini, NA, 1981), Preliminari (Altri Termini, NA, 1995), ad uso interno (Manni, LE, 1998), Quarta Corda (Manni, LE, 2000 – collana La Scrittura e la Storia), Volturnio (edizione arabo-italiana, La Città del Sole, NA, 2006), Camera ardente (I quaderni di Orfeo, MI, 2005), Come la pioggia dopo la pioggia (edizione portoghese-italiana, Il Laboratorio/le edizioni, NA, 2007), Sebeto (di impianto poematico, in lingua napoletana, Il Laboratorio/le edizioni, NA, 2008), Taranterra (sulla possessione e il dionisismo, Ilfilodipartenope, NA, 2009). Dirige la collana “I poeti di Vico Freddo” ed ha pubblicato cartelle a tiratura limitata in tandem con artisti visivi. Come saggista e critico d’arte predilige un metodo funzionalista-cognitivista. Suoi lavori sono stati messi in scena dal collettivo Asylum Anteatro ai Vergini.

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MONIA GAITA e ANTONIETTA GNERRE – due importanti giovani rappresentanti della CULTURA del nostro Sud – PASOLINI 40 – silloge poetica a cura di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave – presentazione a Prato – CIRCOLO MATTEOTTI – via Verdi 30 – martedì 3 novembre ore 21.00

MONIA GAITA e ANTONIETTA GNERRE – due importanti giovani rappresentanti della CULTURA del nostro Sud – PASOLINI 40 – silloge poetica a cura di Giuseppe Maddaluno e Antonello Nave – presentazione a Prato – CIRCOLO MATTEOTTI – via Verdi 30 – martedì 3 novembre ore 21.00

Gaita Monia

Monia Gaita è nata a Imola (BO) il 7-11- 71 ma vive da sempre a Montefredane, paese d’origine in provincia di Avellino. Da svariati anni scrive poesia. Tra le sue pubblicazioni: Rimandi, Ferroluna, Chiave di volta, Puntasecca, Falsomagro, Moniaspina e Madre terra. Giornalista e critico letterario, organizza eventi culturali nella sua Irpinia, tra i quali Primavera in reading. Promuove con la Pro Loco di Montefredane il Premio di Poesia e Giornalismo “Giuseppe Pisano”. Collabora a Gradiva, rivista italo-americana di poesia fondata da Luigi Fontanella. E’ presente in numerose antologie e la sua scrittura si connota per un uso libero della lingua che punta a coniugare lessemi ricercati e parole attinte al quotidiano in felice e originale mescidanza.

Gnerre Antonietta

Antonietta Gnerre è nata ad Avellino nel 1970 e vive a Prata di Principato Ultra. Ha studiato all’Istituto “S.G. Moscati” di Avellino Scienze Religiose e successivamente ha conseguito il Magistero in Scienze Religiose all’Istituto S. Matteo di Salerno (ambedue gli Istituti riconosciuti dalla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale), con una tesi sui Diritti dei Fanciulli. Ha superato presso la Diocesi di Avellino l’Idonietà/Abilitazione all’insegnamento della religione Cattolica per ogni ordine di scuola

Giornalista, poetessa, scrittrice, critico letterario e studiosa, ha pubblicato le sillogi poetiche: Il Silenzio della Luna (Menna,1994); Anime di Foglie (Delta 3, 1996); Fiori di Vetro- Restauri di Solitudine (Fara, 2007); Salici di Seta- Il viaggio del Silenzio nei Poeti irpini (Il Silenzio della Poesia, Fara, 2008); Preghiere di una Poetessa (Lo Spirito della Poesia, Fara, 2008); il Saggio: Meditazione poetica e Teologica in Mario Luzi (Delta 3, 2008); Ultimo sogno- Pianeta Terra (Poeti Profeti, Fara, 2009); PigmenTi (Edizioni L’Arca Felice, 2010); Come un Albero di Gòfer, Strada Statale Ofantina Bis (Salvezza e impegno, Fara, 2010); Cristina Campo – Il viaggio silenzioso e spirituale, Il silenzio del diritto, saggi di Diritto e Letteratura, a cura di Felice Casucci (ESI, Napoli, 2013). È presente in numerosi blog letterari e rivista in rete – con interviste e contributi critici a poeti e scrittori. Collabora con la rivista letteraria: Gradiva (International Journal of Italian Poetry). Dal 2007 è Presidente del premio Prata e dell’Associazione socio-culturale Agorà di Pratola Serra; ha curato le rassegne: Conversando (il mercoledì letterario a Montemiletto), Calici di Parole ( Pratola Serra), Itinerari Culturali (A volte, ieri, domani) per l’associazione Agorà. ). È Presidente del Premio di Poesia “Pratapoesia” e fa parte del Comitato Scientifico del Festival della Poesia dei paesi del Mediterraneo. Cura interviste a poeti e scrittori del Mezzogiorno.
È presente in varie antologie e ha ricevuto numerosi riconoscimenti a concorsi di carattere nazionale.
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ALDO FERRARIS – POETA SCRITTORE – PASOLINI 40 – silloge poetica presentazione il 3 novembre CIRCOLO MATTEOTTI via Verdi 30 – PRATO ore 21.00

ALDO FERRARIS – POETA SCRITTORE – PASOLINI 40 – silloge poetica presentazione il 3 novembre CIRCOLO MATTEOTTI via Verdi 30 – PRATO ore 21.00

Conosco Aldo da appena un anno e la nostra amicizia è forte come se ci conoscessimo sin dai tempi della nostra giovinezza. Di recente ha scritto per Valtrend uno splendido libro per adolescenti, “La musica che vola intorno”, straordinario esempio di operazione che riesce a coinvolgere anche i lettori più grandi con frequenti richiami a musiche sia classiche che “pop” – anche quelle dei tempi verdi della nostra gioventù.
– Qualche mese fa passò per Prato per una iniziativa nelle scuole di Campi Bisenzio organizzata insieme alla libreria “Il Gufo”.

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Aldo Ferraris, è nato il 24 maggio 1951 a Novara.
Ha pubblicato le raccolte di poesia: Miles (Regione Letteraria, Bologna -1972); La cattedrale sommersa (Rebellato, Quarto d’Altino -1978); Polimorfismi (Seledizioni, Bologna -1982); Ventidue mutamenti dell’I KING (TAM TAM, Mulino di Bazzano -1987); Guardiano di stagioni (Tracce, Pescara -1989); Mantiche (Anterem, Verona -1990); Codici (Anterem, Verona -1993); Horus, parola improvvisa (nell’antologia: 7 poeti del Premio Montale -Scheiwiller, Milano -1993) – quale uno dei vincitori del Premio Montale nella sezione inediti; Grande corpo (Anterem, Verona -1997); L’orgoglio dell’assenza (All’antico mercato saraceno, Carbonera -1999); Antichissima figlia (La luna, Cupra Marittima -2000 – con una incisione di Antonio Battistini); Acini di pioggia (Gazebo, Firenze -2002); Nulla sarà perduto (Archivi del ‘900, Milano -2004 – Premio Antonia Pozzi); Danza di nascite (Azimut, Roma -2006); Immensa creatura (Lietocolle, Falloppio -2008); L’ospite sulla soglia (Raffaelli, Rimini -2009); Chi non ha avuto perdono (Kairòs, Napoli -2011).
Ha curato e tradotto il poeta palestinese Kamal Jarbawi (Luce d’epifania, Giuliano Ladolfi Editore, 2011).
Il libro di filastrocche per bambini: Che dono vuoi bambino del mondo? (Fondazione Marazza, Borgomanero -2005 – Premio: La casa della fantasia) e la raccolta di racconti L’invenzione collettiva (Editing Edizioni, 2005). . E’ presente nelle antologie:
Poeti italiani nati dopo il 1950, a cura di A. Spatola (Cervo volante n. 15/16, 1983);
Ante Rem – Scritture di fine novecento (Verona, 1998); Il segreto delle fragole – agenda 2001 – 2002 – 2004 (Lietocollelibri); Così pregano i poeti (San Paolo, 2001); Vent’anni di poesia. 1982-2002 (Passigli, 2000); Il corpo segreto (Lietocolle, 2008); Documenti di viaggio (Torino Poesia, 2008); Pollockiana (Torino Poesia, 2009); Frammenti imprevisti(Kairòs, 2011).
Suoi testi sono apparsi, tra altre, sulle riviste:
Anterem, Atelier, Capoverso, Galleria, Gradiva, Hortus, La clessidra, Le voci della luna, Microprovincia, Niebo, Pagine, Vernice.

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IACCARINO MATILDE e SCHIAVONE ANGELA – “PASOLINI 40” – UNA SILLOGE POETICA – presentazione ufficiale martedì 3 novembre ore 21.00 al CIRCOLO “MATTEOTTI” via Verdi 30 PRATO

IACCARINO MATILDE e SCHIAVONE ANGELA – “PASOLINI 40” – UNA SILLOGE POETICA – presentazione ufficiale martedì 3 novembre ore 21.00 al CIRCOLO “MATTEOTTI” via Verdi 30 PRATO

Nella pattuglia di poete del nostro Sud in questa silloge “PASOLINI 40” sono presenti due donne che rappresentano pienamente la loro essenza flegrea – le ho entrambi conosciute dopo il mio pensionamento, allorquando ho voluto liberamente mettere a disposizione quanto ho acquisito con gli anni di esperienza e lavoro didattico e culturale – soprattutto Angela Schiavone mi ha accolto nella sua Associazione permettendomi di poterla sentire anche mia: “Il Diario del viaggiatore”. Matilde Iaccarino l’ho infatti potuta conoscere durante l’organizzazione e la realizzazione dell’Edizione 2014 del “Festival della letteratura nei Campi Flegrei – Premio “Michele Sovente” – “Libri di mare libri di terra” svoltosi tra Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida.

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Matilde Iaccarino , nata a Pozzuoli 1 maggio 1973, insegna lettere al liceo. E’ giornalista, saggista scrittrice. Si è occupata per molti anni di storia contemporanea, pubblicando, numerosi saggi e il libro Fratelliditalia ( pisano edizioni , 2011 )sul tema dell’unità d’ Italia attraverso la stampa del dopoguerra. Dal 2001 ha lavorato con il gruppo d’avanguardia Culturainmovimento dedicandosi alla ricerca poetica con il libro Attraversamenti, passando poi al racconto breve con gli ultimi due lavori Quattordici ( valtrend, 2012 ) e La teoria della buona forma
( valtrend, 2015 ).

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Angela Schiavone, Pozzuoli (Na). Laureata in lettere classiche presso l’Università Federico II di Napoli. Docente di italiano e latino presso il Liceo scientifico “Ettore Majorana” di Pozzuoli. Socia della SIL, società italiana delle letterate. Fondatrice e presidente dell’Associazione culturale “Il diario del viaggiatore,”organizza il Festival della letteratura nei Campi Flegrei “Libri di mare Libri di terra” e il Premio letterario Michele Sovente. ).Fa parte del team del Festival di Narni “Alchimie e linguaggi di donne” e della Scuola di formazione estiva dell’Istituto Italiano di Studi Filosofici Partecipa, con interventi critico- tematici ,alle attività culturali nei Campi Flegrei e in Campania. Suoi testi lirici sono in L’ospitalità tollerata ( Ed. Ass. J.E.Masslo 2003); Alchimie e linguaggi di donne (Collana a cura di Esther Basile Istituto italiano per gli studi filosofici); Moderne Cantastorie ( Valtrend editore); Terre e moti del cuore ( Valtrend editore ); Una piuma per Alda ( Il LABORATORIO/le edizioni 2013); Poeti e Poesia ( Rivista internazionale n 31. Aprile 2014). E’ stata curatrice della silloge “Canto senza voce “di Claudia Ruggeri ( Ed. la terra degli ulivi). Recentemente ha contribuito , con suoi testi poetici, al percorso “Donne,dee e principesse nel Museo archeologico dei Campi Flegrei”. Fa parte della giuria del premio di poesia “Briciole di emozioni” e di” Città Flegrea” del Comune di Pozzuoli .

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