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A SUD DELL’EXPO – SAPERE E SAPORI – manifestazione a Castel di Sangro 24-25 e 26 luglio

Locandina

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A SUD DELL’EXPO – SAPERE E SAPORI – manifestazione a Castel di Sangro 24-25 e 26 luglio

Il prossimo 24 – 25 e 26 luglio a Castel di Sangro (AQ) negli ambienti della Biblioteca Comunale V. Balzano si svolgerà “A SUD DELL’EXPO – Sapere e Sapori”. La manifestazione è organizzata dall’associazione culturale e sociale La Chimera, sotto l’alto patronato dell’Europarlamento, con il patrocinio della Regione Abruzzo, della Provincia dell’Aquila e del Comune di Castel di Sangro, nonché con la fattiva collaborazione della Pro Loco sangrina, ed è inserita a pieno titolo nell’ambito del progetto Abruzzo Expo 2015. Essa sarà un’opportunità per confrontarsi sulla storia dell’uomo e sulla alimentazione nella sua doppia accezione di valorizzazione delle tradizioni culturali, agroalimentari e gastronomiche del nostro paese. Agli incontri parteciperanno docenti, archeologi, scrittori, chef, poeti e giornalisti e saranno animati da momenti di recitazione, eventi artistici e pause conviviali. In occasione dell’esposizione universale di Milano, in svolgimento fino al prossimo ottobre presso l’area fieristica di Rho, l’incantevole borgo abruzzese adagiato sulla destra del fiume Sangro dal 24 al 26 luglio ospiterà negli spazi della biblioteca comunale intitolata allo studioso locale Vincenzo Balzano un interessante ciclo di dibattiti sulle tematiche connesse a quel Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita che – almeno sulla carta – dovrebbe rappresentare il filo logico che tiene insieme tutto l’impianto dell’imponente kermesse milanese, fino ad oggi rimasta impressa nella memoria dei suoi visitatori sicuramente più per la forma dei suoi scintillanti padiglioni che per la sostanza dei contenuti.
Per informazioni è possibile contattare la biblioteca di Castel di Sangro all’indirizzo mail: biblioteca@comune.casteldisangro.aq.it
Di seguito il programma dell’iniziativa.
VENERDÌ 24 LUGLIO – ORE 17
Relazione introduttiva sui problemi dell’alimentazione nel mondo. L’importanza storica nella tradizione della genuinità dei cibi
Interventi
Matilde Iaccarino
Il cibo nella letteratura italiana nel ‘900
Angela Schiavone
L’archeogastronomia
Angela Caruso / Franco Coccopalmeri
Il pranzo del matrimonio ed il regalo alla sposa nell’Abruzzo del 700
SABATO 25 LUGLIO – ORE 10
Interventi
Brigidina Gentile
I cibi nella poesia
Ida Di Ianni
Il girone dei golosi di Dante Alighieri
Giuseppe Maddaluno
Il cibo e il cinema. Pubblicità d’autore e produzione di corti. Il caso Garofalo
Mimmo Grasso
Totò Expò
Erika Iacobucci
Il cibo del popolo dei Sanniti
Sessione pomeridiana – ore 16.30
Ersilia Caporale
Londra/Milano/Castel di Sangro 1851-2015. Fame e riso a sud dell’Expo
Melania Petriello
Lo scenario dell’Expo
Luigi Russi
In pasto al capitale
Maria Domenica Santucci
La sacralità e la tradizione nel cibo abruzzese
Niko Romito
Alimentazione e scuola di formazione gastronomica
Franco Cercone
La dieta mediterranea e l’uso delle erbe di campo in cucina
Wanda Marasco
Letture tratte dalle sue opere
DOMENICA 26 LUGLIO – ORE 11.30
Interventi
Andrea Del Castello
Le musiche ed il cibo nel grande cinema

Nel prossimo post qualche indicazione sul mio intervento collegato a “Cibo e Cinema – La pubblicità – Il caso Garofalo”

“C’è chi è più rapido e chi più lento”

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SCHERZI A PARTE….

Non è la “prima volta” che andando in giro per commissioni abbia modo di incontrare qualche “vecchio” compagno deluso. Stamattina me ne è capitato uno che, a dire il vero, compagno non lo è mai stato, provenendo da compagine “centrista” e area cattolica; ma che aveva plaudito in modo osannante al “rinnovamento” che ne sarebbe sortito dall’avvento dell’Infante. Non era “deluso”: era semplicemente “depresso”. Ecco, questo è lo “stato d’animo” di moltissime persone che solo ora, a poco a poco, stanno comprendendo il “disastro”. A me dispiace – “davvero”! – dover riconoscere che avevo ragione, ma allo stesso tempo sono orgoglioso della mia capacità razionale ed autonoma. Bene: non sono tra quelli che piegano la loro “coerenza” al servizio del potente di turno. Non sono affidabile; e me ne vanto.
Cosa ho detto a quel “compagno”? “C’è chi è più rapido e chi più lento” e lui con una dama di vino ha ribadito: “Con questo cerco di dimenticare”.

Spero invece che ricordi tutto, proprio tutto! perché non c’è tempo, non ce ne è più tanto e possiamo prepararci a vivere davvero una nuova stagione di rinnovamento….

Dopo il TAI in attesa della seconda parte: Carissime\i, alle prossime!

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Dopo il TAI in attesa della seconda parte: Carissime\i, alle prossime!

Il calore dell’Arte combinato con quello climatico ci ha accompagnati in questi giorni all’interno del progetto TAI (Tuscan Art Industry) organizzato da Chiara Bettazzi con la collaborazione di Saretto Cincinelli, Stefania Rinaldi e Stefano Roiz. Hanno cooperato all’iniziativa con specifiche competenze anche l’architetto Giuseppe Guanci (esperto di archeologia industriale) ed il sottoscritto (relativamente al film “Giovanna”). Per quel che mi riguarda ringrazio questi “giovani” per avermi coinvolto. La mia disponibilità è totale: mi piace essere coinvolto e coinvolgere a mia volta altri “soggetti” nella costruzione di “progetti” culturali.
Le opere esposte rivestono tutte una simbologia collegata al luogo in cui esse sono state proposte: luogo di accumulo di ricordi e di storie, di successi ed insuccessi, di vittorie e sconfitte personali e collettive, luogo di sofferenza e fatica, luogo di sorrisi e di lacrime. Ieri sera, poi, una combinazione anch’essa artistica di suoni ha chiuso la rassegna. Mentre il “folletto” Chiara si aggirava frenetico scegliendo le angolazioni “giuste” per riprendere la performance il djset Gea Brown eseguiva sui suoi innumerevoli strumenti “Concrete Horizon”. Carissime\i, alle prossime!

PROMEMORIA

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PROMEMORIA

“Gli esami non finiscono mai” lo diceva Eduardo De Filippo in uno dei suoi capolavori teatrali, alludendo ad una “metafora” esistenziale. Anche io su questo Blog ho utilizzato questa espressione e l’ho declinata nell’ambito della mia bulimia culturale a sostegno di quest’ultima. Quando osservo il mondo intorno a me incontro persone che mi somigliano, giovani e meno giovani ma in ogni caso “giovani” curiosi ed affamati; e poi vedo tanti altri “giovani” meno giovani che da tempo considerano se stessi pure a se stessi superiori e non riconoscono la loro finitezza, come diversamente faccio, insieme a quegli “altri” di cui ho parlato prima, io.

PROMEMORIA

PROMEMORIA
“Quando guardo al passato, e molto spesso vengo sollecitato a farlo, paradossalmente sono spinto a credere che sia molto più interessante ed importante quel che farò, a partire da “subito dopo” piuttosto che quel che ho già fatto. Il motivo è che ciò che ho fatto lo conosco, o meglio presumo di conoscerlo; quel che farò lo ignoro e mi intriga ed appassiona di più. E non sopporto di “ignorare”.” (J.M.)

TAI (Tuscan Art Industry) programma del 17 luglio – PRATO – ex Fabbrica Lucchesi – Piazza dei Macelli

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TAI (Tuscan Art Industry) 12-17 luglio presso ex Fabbrica Lucchesi Piazza dei Macelli – PRATO

Questo il programma del 17 luglio

ORE 20:00
DIARI URBANI / approfondimenti

ITINERARIO CONTEMPORANEO
GUIDA ALLA MOSTRA TAI A CURA DI STEFANIA RINALDI

ORE 22.00
GEA BROWN
CONCRETE HORIZON – DJ SET
concrete horizon è un set creato per sonorizzare uno degli ambienti dell’ex-lanificio Lucchesi.
L’accento cade sulla pavimentazione del luogo: un orizzonte di cemento su cui adagiare il proprio ascolto.
Il flusso sonoro scivola a terra prima di prendere altre direzioni.
L’immaginazione ridisegna lo spazio, lo oltrepassa.


http://www.site-sync.com/artists%20gea%20brown.htm

_______________________________________________

http://www.tuscanartindustry.com/
www.sc17.it

chiarabettazzicorte17@gmail.com

STUDIO CORTE 17 | VIA GENOVA 17/4 | 59100 PRATO

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TU 35 INAUGURAZIONE OGGI 16 LUGLIO ORE 18.00 OFFICINA GIOVANI PIAZZA MACELLI PRATO

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TU 35 INAUGURAZIONE OGGI 16 LUGLIO ORE 18.00 OFFICINA GIOVANI PIAZZA MACELLI PRATO

TU35 – GEOGRAFIE DELL’ARTE
EMERGENTE IN TOSCANA
È una mappatura dell’arte contemporanea del territorio che coinvolge un gruppo di giovani curatori e artisti sotto i 35 anni. Una serie di mostre, eventi e iniziative ospitate a Officina Giovani di Prato negli spazi degli ex-Macelli Pubblici per tutto il 2015 che vogliono sondare, captare e indagare le energie creative della Toscana, dando spazio a sperimentazione e commistione di discipline artistiche e linguaggi creativi, dall’arte visiva alla musica, dal cinema al video, dal multimedia fino al design. TU35 è un progetto del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci in collaborazione con Officina Giovani di Prato.

Artisti
Pistoia:

Emilio Baria, Linda Bonacchi, Martina Bruni, Jonathan Calugi, Francesca Catastini, Matteo Chiarello, Cristiano Coppi, Mariangela Della Notte, Zoe Gruni, Andrea Lunardi, Francesco Marraccini, Marco Tomaselli, [u]aS

Firenze #1:

Francesca Banchelli, Marco Castelli, Stefano Cesarato, Lorenzo Cianchi, Guerrilla SPAM, Lek M. Gjeloshi, Pietro Manzo, Gabriele Mauro, Mona Mohagheghi, Giovanni Ozzola

Siena:

Adriano Benocci, Lorenzo Brini, Sofia Bteibet, Paul de Flers, Gaia Inglesi, Martina Líšková, Jacopo Pischedda, Eugenia Vanni

Pisa:

Matteo Berton, Alessandro De Francesco, Alexis Leandro Estrella, Francesco Guarnaccia, Gianluca Leonardi, Alice Milani+Silvia Rocchi, Maria Teresa Soldani

CURATORI

Alessandra Ammirati, Francesca Biagini, Filippo Bigagli, Niccol Bonechi,
Laura Capuozzo, Antonella Catarsi, Annalisa Foglia, Federica Forti,
Alessandro Gallicchio, Claudia Gennari, Alessia Lumini, Elena Magini,
Stefania Margiacchi, Margherita Nuti, Ones – Office. A non exhibition space, Gabriele Pantaleo, Gino Pisapia, Angelo Renna, Stefania Rinaldi,
Chiara Ruberti, Matteo Teodori, Trial Version, Serena Trinchero,
Saverio Verini, Špela Zidar

TUTOR

Giacomo Bazzani, Lorenzo Bruni, Pietro Gaglianò,
Matteo Innocenti, Alessandra Poggianti

http://tu-35.tumblr.com/

PROGRAMMA DEL 16 LUGLIO TAI “Tuscan Art Industry – edizione 2015” 13 – 17 Luglio 2015 ex Fabbrica Lucchesi – Piazza Macelli N 97-99-101, Prato

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TAI “Tuscan Art Industry – edizione 2015” 13 – 17 Luglio 2015 ex Fabbrica Lucchesi – Piazza Macelli N 97-99-101, Prato – PROGRAMMA del 16 luglio

Siamo lieti di invitarvi alla manifestazione TAI “Tuscan Art Industry – edizione 2015”, che si svolgerà dal 13 al 17 Luglio 2015 presso la sede ex Fabbrica Lucchesi, Piazza Macelli N 97-99-101, Prato.

“Après coup- dischiusure”
A Cura di Saretto Cincinelli
con Carlo Guaita, Daniela De Lorenzo, Andrea Santarlasci,
Paolo Meoni, Emanuele Becheri, Chiara Bettazzi, Elena El Asmar, Anna Rose

Inaugurazione – Giovedì 16 Luglio ore 20:00

TAI “Tuscan Art Industry 2015”, si presenta come la prima edizione di un laboratorio contemporaneo che invita artisti, curatori, fotografi, musicisti e performer a lavorare in sinergia e ad elaborare un nuovo concetto di “riconversione produttiva” delle industrie all’interno dei siti di archeologia industriale dell’800 e del 900 italiano in toscana. Dal 13 al 17 Luglio la sede dell’ex Fabbrica Lucchesi, chiusa alla fruizione da molti anni, apre eccezionalmente le porte per ospitare le opere e gli eventi della prima edizione della manifestazione.

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La rassegna pone al suo centro la sperimentazione delle arti visive contemporanee, accogliendo idee, sensibilità e opere ibride, invitando artisti e curatori di generazioni diverse, a lavorare in luoghi specifici che di volta in volta vengono scelti. La manifestazione coinvolge spazi in stato di abbandono che si trovano sul territorio, edifici stratificati nel tempo, rovine e reliquie del nostro passato, che si rivelano contenitori ideali ad ospitare i luoghi individuali e privati di ogni artista.
La decisione di creare un osservatorio di artisti nazionali e internazionali utilizzando fabbriche inattive nasce dall’esperienza di lavoro di Studio Corte 17, realtà che da anni lavora a contatto con queste strutture cercando di trovare un collegamento tra l’arte e l’architettura tipica del territorio, permettendo una rilettura critica e contemporanea di spazi industriali che pur avendo perso la loro originaria funzione ne conservano a pieno la memoria.
Le pratiche contemporanee in questi luoghi attuano all’interno di un intervallo di tempo una risposta che deriva dal contatto di due stimoli diversi. Strutture, che capaci di resistere per lunghi periodi ad elevate temperature, reagiscono quasi chimicamente trasformandosi e riattivandosi nuovamente.

GIOVEDI 16 LUGLIO

ORE 20.00
TAI / inaugurazione edizione 2015

APRÈS COUP- DISCHIUSURE
A CURA DI SARETTO CINCINELLI

Carlo Guaita, Daniela De Lorenzo, Andrea Santarlasci ,
Paolo Meoni , Emanuele Becheri, Chiara Bettazzi, Elena El Asmar , Anna Rose.

(SEDE FABBRICA EX LUCCHESI)
MOSTRA APERTA DALLE ORE 19.00 ALLE ORE 24:00

ORE 20.00
DIARI URBANI / approfondimenti
A MEDITATION ON VIOLENCE

Attraverso un formato ibrido che contamina reading, racconto e conversazione Eva Sauer, Pietro Gaglianò e Alessandro Gallicchio animano un incontro sul paesaggio architettonico, antropico, sociale e sulle forme di mediazione dell’arte.

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TAI (Tuscan Art Industry) Prato 12-17 luglio 2015 – Programma del 15 luglio e parte dell’intervista che io feci a Gillo Pontecorvo nella notte tra il 16 ed il 17 gennaio all’Hotel “Flora”

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TAI (Tuscan Art Industry) Prato 12-17 luglio 2015 – Programma del 15 luglio e parte dell’intervista che io feci a Gillo Pontecorvo nella notte tra il 16 ed il 17 gennaio all’Hotel “Flora”

Perché lo ricordo così in modo preciso: rimanemmo ore ed ore tutti incollati alla tv a seguire le prime fasi dell’operazione Desert Storm in diretta CNN – si trattò dell’inizio delle operazioni belliche della Prima Guerra del Golfo (G.M.)

ORE 19.00
TAI / anteprima

ORE 21.00
DIARI URBANI / approfondimenti

Conversazione sul Documentario realizzato intorno al ritrovamento della pellicola del film “Giovanna” di Gillo Pontecorvo e alla realizzazione del restauro del film, con Stefania Rinaldi e Giuseppe Maddaluno.

ORE 22.00
PROIEZIONE FILM “GIOVANNA” DI GILLO PONTECORVO
Sede EX Fabbrica Lucchesi Piazza dei Macelli.

“Giovanna” film degli anni 50, quasi dimenticato, fu l’esordio del regista neorealista Gillo Pontecorvo. Girato a Prato con attori non professionisti narra, gli aspri conflitti sindacali delle lavoratrici tessili.
Il film, finanziato da un’organizzazione femminile comunista della Germania est , fu presentato a Venezia nel 1956 ma non fu mai distribuito e subito dimenticato. Racconta la lotta delle operaie per difendere il loro posto di lavoro, contro i padroni e anche contro i loro stessi mariti che disapprovano l’occupazione della fabbrica e il loro protagonismo.
La protagonista (Giovanna) fu Armida Gianassi, reclutata nella sala da ballo di una Casa del Popolo.
I temi trattati sembrano molto attuali: licenziamenti e lavoro precario.
Gli anni ’50, ’60 e ’70 non furono rose e fiori. I pratesi non furono tutti imprenditori.
I diritti non vennero regalati. Il film fu girato nel Lanificio Giulio Berti. La fabbrica era detta anche “La Romita” perché formatasi intorno all’antico “Molino della Romita” sulla gora omonima che infatti si vede nel film, ancora ricolma d’acqua. Oggi abbattuta e quindi scomparsa per far posto ad anonimi palazzi.

Da dove è nata l’idea di ‘Giovanna’?
L’idea di Giovanna è venuta da Joris Ivens, in quanto Ivens coordinava un film che doveva raccontare quattro storie di donne con quattro registi di nazionalità differente.
Dovendo fare la storia di una donna italiana, essendo io e Franco Solinas della stessa posizione politica e avendo gli stessi interessi, abbiamo discusso di cosa poteva essere più interessante e più utile di fare. E discutendo è venuta fuori l’idea di fare una storia femminista ante-litteram, e ci sembrava che quella fosse una maniera interessante per parlare della condizione della donna allora. Perché noi avremmo potuto rappresentare una donna nella Resistenza, o nei suoi rapporti quotidiani casalinghi, ma ci sembrava utile raccontare la storia di una donna che deve vincere anche le resistenze degli ambienti che erano o che avrebbero dovuto essere più vicini a favorire il suo affacciarsi sulla scena sociale e politica. E così abbiamo pensato alla storia di Giovanna, operaia tessile moglie di un metalmeccanico, comunista per di più, che malgrado l’opposizione del marito e contro questa opposizione partecipa attivamente ad un’occupazione di fabbrica.
Mi è stato chiesto molte volte come mai nei miei film ci sia tanto spesso il tema della donna: oltre a Giovanna penso a Kapò, che è la storia di una ragazzina in un campo di concentramento, a La Battaglia di Algeri, in cui hanno un ruolo molto importante le donne che trasportano le bombe, le donne resistenti algerine travestite da europee. A questa domanda io sarei tentato di dire che è un caso, avendo fatto pochi film, che mi sia capitata questa tematica. Ma forse a pensarci bene c’è una ragione: le donne sono sempre state la parte più emarginata della società, e per chi ha interesse verso la condizione umana è abbastanza naturale raccontare proprio la parte più emarginata della società.

E quindi siete venuti a Prato…
Per ambientare questa storia abbiamo subito pensato a Prato dove vi sono moltissime industrie tessili. Facemmo un sopralluogo e durante questo sopralluogo vidi la fabbrica dove poi abbiamo girato, che mi entusiasmò immediatamente, perché era una fabbrica con ancora il tono fine ottocento, con una roggia bellissima davanti alle finestre, alle cancellate, e subito pensai che era l’ambientazione ideale.
Il nostro film, poi, era molto povero, ed avevamo quindi bisogno di aiuti; sapendo che a Prato c’era un’amministrazione di sinistra, comunista, pensammo che sarebbe stato un ambiente molto favorevole come infatti è stato.
Devo premettere che forse nella memoria la cosa mi appare più bella, perché si sa bene che il filtro della memoria abbellisce tutto, poi era il primo film, ma quando penso a quell’ambiente, a quel periodo, ci penso con una grande felicità. Mi ricordo che la gente era estremamente generosa nell’aiutarci, nel darci una mano, e ci trovammo veramente bene. Poi eravamo una troupe molto affiatata, c’era molta amicizia tra di noi. Insomma un clima che poi non ho mai più ritrovato durante la lavorazione degli altri film. L’aiuto ci è stato dato in mille maniere, in primo luogo dalla Camera del Lavoro, dall’UDI, dalla gente stessa, dalle ‘comparse’, che ci davano indicazioni preziose su com’era la vita dentro una fabbrica.

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“RESISTERE PER L’ARTE – Gli uomini che difesero l’arte in guerra” – letture teatralizzate a cura di ALTROTEATRO – PRATO Giardino Buonamici 15 luglio 2015 ore 21.00

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“RESISTERE PER L’ARTE – Gli uomini che difesero l’arte in guerra” – letture teatralizzate a cura di ALTROTEATRO – PRATO Giardino Buonamici 15 luglio 2015 ore 21.00

 

La furia nazista, che molte somiglianze ha avuto con quella talebana e dell’ISI con la quale oggi abbiamo a che fare,  nei colpi di coda rabbiosi di una seconda guerra mondiale che, per alcuni, sembra molto lontana,  si accanì contro gli uomini ma anche contro la bellezza che non era in grado di apprezzare: la bellezza di una civiltà millenaria che non aveva mai conosciuto in modo diretto, di una Cultura che si era basata sul confronto e la dialettica, sulla Democrazia. La differenza sostanziale tra chi odia e chi ama, tra chi distrugge e chi costruisce è posta in evidenza nelle pagine del libro che Alessia Cecconi, direttrice della Fondazione CDSE, ha scritto per le Edizioni Medicea, “Resistere per l’arte. Guerra e patrimonio artistico in Toscana. Dieci storie di uomini e opere salvate”. Il libro, realizzato anche con l’intervento della Regione Toscana, verrà presentato stasera 15 luglio 2015 presso il Giardino Buonamici a Prato (ore 21.15 – ingresso libero) con  corredo artistico del gruppo ALTROTEATRO che interverrà proponendo letture teatralizzate. Oltre ad Antonello Nave, regista,  saranno presenti  Carlo Belliti, Antonio Lombardi, Ciro Becchimanzi, Benedetta Tosi, Evita Milone.

Riporto qui in modo parziale quanto scritto sul sito di Toscana NOVECENTO Portale di Storia Contemporanea http://www.toscananovecento.it/custom_type/resistere-per-larte/

Tra la fine del 1943 e l’estate del 1944, proprio quando si presentarono i pericoli maggiori per opere note in tutto il mondo, si registrarono alcuni tra gli episodi più commoventi e significativi nella difesa del patrimonio artistico toscano. Nel gennaio del 1944 Ugo Procacci fu sorpreso dai bombardamenti nell’alta val del Tevere mentre trasportava da Borgo San Sepolcro il celebre Polittico della Misericordia di Piero della Francesca: sotto il fuoco alleato, Procacci e il restauratore Edo Masini non se la sentirono di abbandonare il furgone con il capolavoro di Piero e rimasero a sorvegliare il prezioso carico: “Ma io come facevo? Non potevo lasciarle così. Pensai: morirò. Pazienza”, raccontò anni più tardi il funzionario.

Un rischio simile corse il giovane restauratore Leonetto Tintori a Prato, dove il 7 marzo 1944 era stato frantumato il venerato tabernacolo di Filippino Lippi, gioiello della città: mentre incombeva continuo il pericolo degli attacchi aerei e delle deportazioni, Tintori rimase per più giorni sul luogo per ricercare fra le macerie i frammenti di affresco e portarli in salvo nella sua casa di campagna. Se a nulla poté il coraggio del tecnico dell’Opera Primaziale del Duomo di Pisa Bruno Farnesi, che in pieno incendio (causato dal bombardamento alleato) si era arrampicato sul tetto del Camposanto con picconi, bastoni e badili per cercare di spengere inutilmente il fuoco che stava distruggendo gli affreschi monumentali, a Volterra i cittadini riuscirono in extremis a salvare l’etrusca Porta dell’Arco. Destinata ad essere abbattuta dal Comando tedesco per bloccare l’accesso alla città, pur di salvarla i volterrani raccolsero tutte le pietre del circondario e le accatastarono all’interno dell’arco, rispettando l’ultimatum di 24 ore che era stato concesso loro.

Con i tedeschi in ritirata, il più grande pericolo per le opere d’arte mobili toscane divennero le razzie che i nazisti iniziarono a compiere sistematicamente avanzando verso nord: centinaia di opere furono prelevate dai vari rifugi e, lungo una rincorsa per tutta Italia, scortate in depositi in Alto Adige e in alcuni casi in Austria e Germania. A tali furti si aggiunsero le intere collezioni requisite alle famiglie ebree e il Tesoro della Sinagoga di Firenze, che invano fu nascosto dai Forti negli scantinati della loro villa nelle campagne pratesi.

Solo nel luglio del 1945, grazie a un lavoro congiunto tra Alleati e italiani, dove si distinse in particolare la figura di Rodolfo Siviero, iniziarono a tornare ‘a casa’ i primi capolavori. Tra gli applausi e le lacrime, tutti i cittadini scesero in piazza per salutare il ritorno di un patrimonio che di fatto costituiva l’identità di molte città toscane e in particolare di Firenze. 

 

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