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CARO AMICO F. R. “non ti sorprendere se c’è qualcuno che non sempre in modo cortese ti manda a quel paese!”

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Caro amico F.R.
forse sfugge al Partito Democratico, quello pratese soprattutto (ma purtroppo non solo), il senso reale del “distacco” di una parte importante (non sono i nomi e le figure fisiche a decretarne l’importanza ma il lavoro prodotto frutto di idee e proposte che hanno creato una collettività) del Circolo San Paolo – mi riferisco al Circolo PD; sfugge per incapacità e per profonda dimostrazione di arroganza tipica dei “padroni”, la qual cosa è uno dei sintomi più evidenti della metastasi in atto di tipo antropologico ed umano. Caro amico facendoti “forte” di un’investitura da parte del Potere credi di poter mostrare la Benevolenza senza essere in grado di nascondere l’Ipocrisia proponendo che ad una iniziativa “in periodo pre-elettorale” che avrebbe lo scopo di far ripartire l’azione politica partecipino non solo gli iscritti ma anche tutti coloro che hanno operato in questi ultimi anni e che si sono allontanati da quella che si chiamava “militanza”. Tu lamenti che vi siano “iscritti” che non sopportano che ad occuparsi di questo incarico sia stato chiamato tu, “uomo di buona volontà”. Condivido questa “non sopportazione” ma da un punto di vista ormai “esterno”, facendoti rilevare che il Partito Democratico dei nostri giorni, quello contrassegnato dalla leadership “renziana”, non ha bisogno di iscritti nè tantomeno ha bisogno di avamposti territoriali come quello di San Paolo, abituato come diceva Gabriele Bosi a discutere troppo, ad elaborare tanto ed a porsi in modo propositivo come protagonista sul territorio. Ha bisogno di “servi” che eseguano ordini soprattutto in “campagne elettorali”. Vorremmo farti comprendere meglio (in parte lo sai) che per essere utili al territorio, alla gente, alle cittadine ed ai cittadini non si ha bisogno di Partiti ma di donne ed uomini che dedichino il proprio tempo “disinteressatamente” a rilevare, denunciare problematiche e proporre soluzioni in merito. Noi, al di fuori di un Partito nel quale non crediamo più, continuiamo a farlo. Non ti sorprendere se c’è qualcuno che non sempre in modo cortese ti manda a quel paese!

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CARO AMICO L. hai perduto la “verve” che ti sosteneva….

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Caro amico L.

hai perduto la verve che ti sosteneva anche se ti rimane una certa modalità di essere “bastian contrario” ma questa volta “omologato” ed oggettivamente in modo ulteriore e progressivo omologabile ad una maggioranza che si fonda su un vero e proprio “paradosso” della Democrazia. Siamo di fronte ad una “metastasi” mortale di quest’ultima con un Presidente del Consiglio non eletto e che, allo stesso tempo, è tale, rimanendo a capo del Partito che riveste l’asse portante numericamente parlando del Governo di cui regge le sorti. Assistiamo infatti proprio nelle ore appena a ridosso di queste riflessioni all’aberrazione di una consultazione ad uso governativo sui temi a noi cari della Scuola, caro amico, condotta all’interno della struttura nazionale del Partito per il quale tu in tutta evidenza chiedi che si voti, considerando la scelta di non votarlo “oggettivamente utile solo a non far niente come spesso fanno alcuni a sinistra!”. Nella tua breve riflessione denoto con chiarezza che perlomeno non consideri il PD come un Partito della Sinistra; e su questo sono d’accordo. Infatti mi chiedo come possa fare un cittadino che possegga valori distintivi della Sinistra a votarlo. Ho avanzato anche io delle forti perplessità, soprattutto se, al netto di quella volontà di realizzare Riforme ed una nuova legislazione su varie tematiche, per ottenerle vengono praticate soluzioni che non rispettano la Costituzione della nostra Repubblica (art.67 Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato) e che ricordano anni bui: non penso al Fascismo del Ventennio novecentesco sic et simpliciter e credo che non lo indichino nemmeno coloro che di tanto in tanto lo evocano. I tempi cambiano ed anche le “forme” della mortificazione e dell’umiliazione non utilizzano più le “purghe” e le “bastonate” con tutto quel che poi accadeva con gli “squadristi” violenti; oggi i metodi sono più subdoli e maligni e l’eliminazione non è fisica, è sottilmente psicologica ed è condotta con una tecnica che non conosce ugualmente scrupoli. Un’altra aberrazione è nella “foglia di fico” con cui si coprono scelte chiaramente di Destra, autogiustificate per l’appunto con la presenza nel Governo di una forza di Centrodestra. Ma ne parleremo in altro post, così come intendo indirizzare nelle prossime ore altri post aperti ad altri amici che mi sollecitano con loro interventi….

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War is peace.
Freedom is slavery.
Ignorance is strenght.
La guerra è pace.
La libertà è schiavitù.
L’ignoranza è forza.
George Orwell – 1984

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Sapere e non sapere; credere fermamente di dire verità sacrosante mentre si pronunciavano le menzogne più artefatte; ritenere contemporaneamente valide due opinioni che si annullano a vicenda; sapendole contraddittorie fra di loro e tuttavia credendo in entrambe, fare uso della logica contro la logica; rinnegare la morale propria nell’atto di rivendicarla; credere che la democrazia sia impossibile e nello stesso tempo vedere nel Partito l’unico suo garante; dimenticare tutto ciò che era necessario dimenticare ma, all’occorrenza, essere pronti a richiamarlo alla memoria, per poi eventualmente dimenticarlo di nuovo. Sopratutto, saper applicare il medesimo procedimento al procedimento stesso. Era questa, la sottigliezza estrema: essere pienamente consapevoli nell’indurre l’inconsapevolezza e diventare poi inconsapevoli della pratica ipnotica che avevate appena posto in atto. Anche la sola comprensione della parola “bipensiero” ne implicava l’utilizzazione.
(G. Orwell – 1984 )

Caro amico (collettivo) forse non hai letto fino in fondo il mio post……

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Caro amico (collettivo) forse non hai letto fino in fondo il mio post……

Caro amico (un amico “collettivo”) ho potuto verificare che non hai letto fino in fondo il mio “post” nel quale, rivolgendomi a Pippo (Civati), affermavo il mio profondo scetticismo nei confronti della validità di una Sinistra (mi limito a prendere in considerazione quella per me “locale”) come riferimento “alternativo” al “renzismo” che in questo periodo appare vincente. I motivi per i quali avverto questo che è per me un profondo disagio sono riferibili al tatticismo di una parte importante della Sinistra che a Prato non più di un anno fa ha flirtato con il candidato Sindaco allo scopo di ottenere “posti” o “vantaggi” vari, ben conoscendone la “fedeltà” al Gran Capo.

Vedi, caro amico, forse è proprio per essere stati così chiari che è accaduto, e ciò è anche dimostrato da una “contesa” facebookiana della quale alcuni mesi fa sono stato reso protagonista, che il sottoscritto e qualche altro amico siano stati discriminati nella libera espressione delle idee e delle proposte in “area di Sinistra”. Mi scuso per il linguaggio che può apparire criptico ed esplico in altro modo: a proposte avanzate si rispose con polemiche assurde, nell’evidente fastidio di poter avere a che fare non tanto con “potenziali contendenti” quanto con “effettivi cervelli pensanti e liberi”. Poiché le proposte avanzate vennero osteggiate ma senza alcuna possibilità di contraddittorio le nostre rispettive strade si sono allontanate: a questo punto l’attività puramente “culturale” ha preso il sopravvento ed il raggio d’azione è apparso sempre più ampio e vasto; ma dal punto di vista “politico”, caro amico, la “dignità” di ciascuno di noi non è in discussione e neanche i nostri valori potranno deviare. Anche se, e qui ribadisco il “mio” pensiero, non voterò nè il PD nè un Partito che in evidenza lo sostenga, mantenendo tuttavia la mia contrarietà a votare per una Sinistra che non mi dà affidamento per il futuro così come è per me impossibile pensare ad un voto a Destra nè tantomeno diserterò le urne. Ecco i motivi – tanti – per cui in definitiva voterò Movimento 5stelle: ho detto che non è una scelta “definitiva” collegandola al fatto che non mi riconosco pienamente in quel Movimento. Ne ho scritto qualche giorno fa, esprimendo sia i miei giudizi positivi sia quelli negativi. Ma tant’è! Il 31 maggio non ho altra scelta. Approfondirò nuovamente in un altro post, caro amico, i motivi per cui nego il voto al Partito Democratico. Lo farò “nuovamente” in quanto anche se non interessasse a nessuno è opportuno chiarire soprattutto a tutti quelli (tanti, tantissimi) che incontro e lamentano la “situazione di merda” quello che non riescono a capire da soli.

…continua…

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COS’E’ “CHARTA RUBRA”? andate a trovarla – è a due passi dal Metrò di Pozzuoli

COS’E’ “CHARTA RUBRA”? andate a trovarla – è a due passi dal Metrò di Pozzuoli

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Era il 29 aprile ed annunciavo che avrei scritto un post su “Charta Rubra”. Se lo avevo annunciato è perché tutto quello che rende più vitale la mia “terra” (attenzione, la “mia” terra è quella sulla quale cammino; quindi è quella di Prato, in primis quella di san Paolo e poi è “anche” quella di Pozzuoli e dei Campi Flegrei alla quale ritorno più frequentemente negli ultimi mesi!) mi carica di entusiasmo: ad un amico che notava questa mia ritrovata “vitalità”, questa straordinaria felicità, questa voglia impellente di scoperte nuove, questa mia propensione alla “meraviglia” di fronte alle incomparabili “bellezze” rivelavo che mi sento come un “bambino” i cui occhi sprizzano gioa e felicità davanti al divenire della Natura. Angela, la mia amica de “Il diario del viaggiatore” mi aveva descritto di una “serata” di poesia alla quale aveva partecipato insieme a Mimmo, patafisico e comunicatore oltre che poeta sublime sia in lingua che in dialetto. Mi aveva parlato di questo “piccolo” luogo magico a due passi dalla Metropolitana e, dunque, a due passi da casa mia; mi aveva anche più o meno indicato il luogo esatto e, quindi, non appena ho rimesso piede a Pozzuoli lo scorso 22 aprile ho deciso di andarci. Non ho remore nè timidezze quando mi approccio alla Cultura e così mi sono fatto avanti, presentandomi a Francesco che in un ambiente abbastanza cupo, da “cantina” sessantottina (ma, si sa, la moda non è mai tramontata), era davanti al suo pc piluccando residui dolci e salati. Ho mostrato di essere informato su di loro ma di avere anche la necessità di saperne di più. E allora Francesco non si è fatto pregare troppo ed ha avviato un elenco di iniziative ed opportunità di vario genere. Quando mi si parla così vado in solluccheri e preparo il “carico” perché sono un vero e proprio “bulimico” della Cultura; e, poi, a due passi da casa è davvero una straordinaria occasione in più che mi si accosta anche logisticamente. Le iniziative programmate e quelle in ponte sono molteplici e non è facile riassumerle. Utilizzo il depliant che mi ha fornito solo per concedervi un timido esempio di quel che in questo “piccolo” locale potreste trovare o addirittura proporre. C’è posto per tutti: “Charta Rubra nasce nel luogo di miti e del fuoco, elemento che ricorre prepotente nella terra flegrea, la terra che arde. Immaginiamo una carta rossa come magma la musica l’accende, il teatro la riscalda, la poesia la illumina… A Charta Rubra vi sentirete come a casa. E’ un luogo-associazione, un contenitore che si riempirà di spettacolo e di cultura, di arte e di artigianato, di buoni vini e ottime birre artigianali, bigiotteria di qualità e tanti libri. Sarà la sede di laboratori e corsi per bambini e adulti. Qui vi rilasserete sorseggiando un buon té in attesa di partire per visite guidate. La programmazione mensile sarà comunicata tramite la nostra pagina Facebook, da una mailing list oppure la potrete leggere sui fogli informativi in sede. Inoltre, ad arricchire il calendario di eventi potrai essere anche tu, con una tua idea o un suggerimento su tutto ciò che vorresti realizzare insieme a noi. Hai un desiderio? Esprimilo. Vedrai che potrà realizzarsi, qui.” Fin qui, ho copiato dal depliant. Io mi sono iscritto e di certo proporrò qualche iniziativa. Per ulteriori informazioni seguite questo indirizzo web oppure recatevi a Pozzuoli in viale Bognar 1/b proprio a due passi – due – dall’uscita della Metropolitana.

http://www.associazionechartarubra.altervista.org/

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FESTIVAL DELLE IDEE POLITICHE – Pozzuoli 25 aprile – seconda giornata

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FESTIVAL DELLE IDEE POLITICHE – Pozzuoli 25 aprile – seconda giornata

25 aprile festa della Liberazione: a Pozzuoli “Città Meridiana” Associazione Culturale attiva sul territorio flegreo ha organizzato la seconda Edizione del “Festival delle Idee Politiche – Rassegna annuale di teorie politiche e pratiche della partecipazione civile”. Ho già parlato della prima giornata operando anche una carrellata sugli ospiti dei tre giorni. Il 25 aprile è la seconda giornata, che viene svolta nell’Auditorium Diocesano che si trova a pochi passi dalla Rotonda dell’Annunziata e dalla struttura archeologica dello stadio di Antonino Pio oltre che dello stabilimento che Adriano Olivetti volle costruire davanti ad uno spettacolo della natura e del paesaggio flegreo a metà degli anni Cinquanta. Ad aprire gli incontri viene chiamata la professoressa Maria Antonietta Selvaggio, sociologa dell’Università di Salerno che presenta la sua altrettanto famosa collega del Collegio Carlo Alberto di Torino, prof.ssa Chiara Saraceno in una prolusione proposta con una grande efficacia comunicativa su “Welfare: diritto a una vita buona”. La mattinata continua poi, dopo un dibattito al quale partecipano in tanti (fra loro, sempre attento e propositivo, si distingue il giovane ricercatore cuneese Luigi Russi, di cui abbiamo avuto modo in altre occasioni di parlare), con lo scrittore Antonio Polichetti, autore di “Quo vadis, Italia?” e “La grande dittatura nell’epoca dell’economicismo totalitario” che introduce il prof. Gianfranco Viesti, ordinario di Economia Applicata all’Università Aldo Moro di Bari che interviene sul tema “Lo sviluppo del Mezzogiorno. Fatti e rappresentazioni”.
Nel pomeriggio si riprende con l’Omaggio al personaggio politico 2015. L’organizzazione ha rivolto l’attenzione all’illustre concittadino puteolano, storico dell’arte Raffaello Causa, sovrintendente alle Belle Arti nel periodo fino al 1984, anno della sua morte. A ricordarlo è chiamato Stefano Causa, suo figlio, docente di Storia dell’Arte contemporanea all’Università “Suor Orsola Benincasa”. Introduce la sessione il poeta e scrittore architetto Francesco Escalona. Subito dopo viene attivato un Forum dal titolo “Il territorio come pratica della bellezza – Il diritto alla bellezza” al quale partecipa oltre a Stefano Causa ed a Francesco Escalona, anche il gallerista e storico dell’arte Alfonso Artiaco. Il dibattito è animato anche dagli interventi del pubblico molto reattivo su temi come quelli degli scempi perpetrati all’ambiente ed al paesaggio nell’area flegrea.
La giornata si conclude dopo la proiezione di due “corti” dedicati a due importanti rappresentanti della Cultura femminista partenopea come Lina Mangiacapre ed Angela Putino. Alla prima è dedicato “Lina Màlina” di Caroline Abitbol, importante fotografa e film maker d’oltralpe; alla seconda “Amica nostra Angela” di Nadia Pizzuti, film maker romana. Le autrici sono presenti ed intervengono sia a presentare i loro filmati sia a commentarli per il pubblico, supportate da Stefania Tarantino. Nadia Pizzuti annuncia tra l’altro il progetto (cui è collegato un crownfunding) sul quale sta lavorando che si occuperà del pensiero e l’attività di Lina Mangiacapre. Ringrazio ancora una volta le organizzatrici e gli organizzatori del Festival per le straordinarie occasioni che hanno proposto. Tratterò poi nei prossimi giorni della giornata conclusiva: un grazie speciale a Stefania Tarantino ed al suo gruppo Ardesia di cui ho già parlato: i suoi brani accompagnano quasi tutte le mie giornate e di certo ne parlerò ancora. Ho già ordinato il suo libro “Aneu metros/Senza madre. L’anima perduta dell’Europa. Maria Zambrano e Simone Weil” Ne parlerò dopo averlo letto. Grazie ancora.

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CARO PIPPO CIVATI, per ora STAI SERENO! ci vediamo (forse) dopo le Elezioni

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CARO PIPPO CIVATI, per ora STAI SERENO! ci vediamo (forse) dopo le Elezioni

Civati è coerente ma, tardivo (altri sono ancora lì appesi come le cozze), non mi coinvolge nell’immediato. Io sono già uscito dal PD del “renzismo” ed ho giocato la mia “coerenza” senza alcuna pretesa. Non mi affanno nemmeno con il dire che non rientrerò nel PD e confermo che non esprimerò nemmeno il mio consenso a quel “rassemblement” di Sinistra composta da troppe anime e figure che hanno già in precedenza provato a stringere accordi troppo tatticamente ambigui con questo PD “metastatico”. Non diserterò le urne il 31 maggio e voterò per un Partito di opposizione che abbia nelle sue linee una caratterizzazione, pur timida, di Sinistra. Troppo “calde” le vicende degli ultimi mesi per consentirmi di accogliere in modo positivo la “scelta di Pippo” ammesso che questa sia chiara, ma finora…..
Ho avvertito nell’immediato le “trombe” di giubilo di una parte residuale di Sel; occorrerà di certo pensare ad un “soggetto nuovo” che sia in tutta evidenza di Sinistra; non sarà facile con le “facce e le teste” che conosco. Bisognerebbe con grande coraggio ri-declinare la Sinistra portandola in modo netto fuori dalle secche degli oltranzismi “religiosi” e della pratica dell’Ipocrisia, malattia genetica della Politica, elementi entrambi fondanti non scritti ma affermati costantemente. Penso all'”onestà” che è parola, in particolare in tempi come questi di “campagna elettorale”, abusata. “Onesto” nel caso specifico è colui il quale dice quello che pensa soprattutto allorquando sa che ciò che pensa e dice potrà nuocere soprattutto a se stesso. Un partito “onesto” è quello che si forma riconoscendo ai suoi soci la libertà di poter affermare e praticare le proprie idee. Se questo Partito si chiama UTOPIA è in ogni caso il mio punto di riferimento.
Ai delusi, a coloro che si sentono umiliati, a coloro che avevano creduto ingenuamente che il “bamboccio” potesse davvero interpretare la profonda richiesta di rinnovamento, che avrebbe abolito gli sprechi, che avrebbe limitato l’arroganza dei potenti e dei plutocrati ed avrebbe redistribuito il reddito in modo da avviare un processo di riduzione delle differenze chiedo che il 31 maggio non si rinchiudano nelle loro case e che vadano a votare. Lo facciano semmai anche dichiarando quel che sceglieranno: il segreto del “voto” è un DIRITTO non un Dovere. Ed io lo dichiaro fin d’ora: SONO STATO UN ELETTORE ED UN DIRIGENTE DEL PD ma questa volta voterò “MOVIMENTO 5 STELLE” aggiungendo che esso non rappresenta “per ora” il mio punto di riferimento: è una forza politica formata da uno straordinario stuolo di brave ragazze e bravi ragazzi che tuttavia sfuggono al confronto “reale” con le problematiche; sono ancora troppo autoreferenziali molto timorosi nel concedersi ai rapporti all’interno di contesti che aprioristicamente e non sempre a ragione sentono come loro “avversi”. Così facendo non crescono se non nell'”opinione” ondivaga della gente, che ha invece bisogno di toccare con mano, di sentire il “fiato” (ben pochi, lo dovrebbero sapere, utilizzano il web che è ancora lo strumento principale della loro azione politica), di avvertire in modo empatico il sostegno dei loro interlocutori.5-stelle-550x427

reloaded “DOVE E’ LA BUONA SCUOLA”? del dicembre scorso

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DOVE E’ “LA BUONA SCUOLA”?

Ieri, in relazione ad un video che avevo postato sul mio account Facebook nel quale veniva riproposta la contestazione portata da una insegnante a Matteo Renzi in una puntata di “Porta a Porta” dello scorso novembre al mio commento

Punto uno: “La demagogia di Renzi è partita proprio con questa “centralità” della scuola che è chiaramente solo “FUMO”!” – Punto due: “Come si fa a cambiare se a dirigere il Ministero è stato nominato una delle rappresentanti più alte della “BARONIA”?” e via dicendo….

sono arrivate due risposte – che in calce riporto – da parte di una docente giovane. Il terzo blocco è mio.

1. Non sa cosa rispondere, il Matteo. Ovviamente, perché sotto la demagogia non c’è nulla. Ieri ho letto la notizia di una circolare del Miur che direbbe agli istituti di pagare “a metà” i supplenti, visto che non ci sono soldi. Peccato che “metà” stipendio voglia dire metà possibilità di mantenersi, di mangiare, di mantenere una famiglia, di pagare la benzina per raggiungere la scuola e così via… Poi per me, che lavoro da fine settembre, già “metà” sarebbe qualcosa, visto che ancora non ho visto una lira e che pago l’affitto da mesi con i risparmi. E come me ci sono molti altri precari che non stanno vedendo lo stipendio e che lamentano che se avanti così, saranno costretti a rinunciare all’incarico perché non sanno come affrontare le spese che vivere fuori, per lavoro, comporta. Queste persone rinunceranno a stipendio e punteggio dei prossimi mesi, perché lo Stato è moroso e non gli paga quanto gli deve. Io andrò avanti finché i risparmi durano, a credito. Ovviamente facendo più ore di lavoro di quelle ufficiali, perché per “sostenere” realmente i ragazzi che ne hanno bisogno, due ore alla settimana (in alcuni casi una) sono ridicolmente insufficienti… e non sto menzionando le ore di lavoro a casa e a scuola fuori dalla classe. Si parla di alternanza scuola-lavoro, ma non c’è una lira, al solito, e i docenti che si occupano dei progetti lo fanno per volontariato. In tutto ciò promettono “stabilizzazioni” senza ricostruzioni di carriera, ovvero due spiccioli elargiti che vengono da soldi tolti ad altri docenti. E si permettono anche solo di suggerire che i lavoratori della scuola possano essere pagati “un po’ sì e un po’ no”, nel totale disprezzo non solo dei titoli di studio e della centralità del lavoro svolto da queste persone, ma prima ancora, del fatto che le persone “normali”, lavorano, tra l’altro, per vivere…

2. Io pensavo che Renzi fosse un nulla arrivato lì un po’ per caso, ora comincio a credere che ci sia un chiaro progetto di distruzione dello stato sociale approfittando delle condizioni “oggettive” di crisi. Distruzione dei servizi sociali, e distruzione della dignità dei lavoratori, più o meno qualificati, in base al principio che meglio qualcosa che nulla, e quindi ci accontentiamo e speriamo, a tempo indefinito.

3. Ho sin dalla sua apparizione avvertito “odore di bruciato” (qualcun altro più ideologico ha avvertito odore di incenso, ma no mai avuto queste preclusioni, anche essendo stato convintamente “comunista”) e dunque non mi è parso proprio il più adatto alla carica di Segretario del PD e ancor di più a quella di Presidente del Consiglio. Demagogico ed imbroglione, come il suo “padre putativo” ha cominciato proprio con la Scuola promettendo balle spaziali senza alcun senso ed affidando l’incarico di ministro ad una “barona” dell’Università dal volto sorridente (ricordati Silvia che “chi ride fotte a chi chiagne”) ma assolutamente inadeguata proprio per un cambiamento necessario che premi il merito ed escluda gli incapaci (il mestiere di insegnante è nobile e delicato e non è per tutti, ma nella Scuola c’è posto anche per attività culturali “diverse” e non è umiliante lavorare nelle Biblioteche o seguire organizzativamente i progetti. C’è chi non è tagliato per un rapporto diretto con gli studenti e va orientato diversamente; a tale scopo occorrerà lavorare anche in questa direzione e superare il “nozionismo” dei vecchi Concorsi a vantaggio delle capacità di relazione.

In serata (20.12.2014) Gramellini riportava il caso della insegnante precaria che come tredicesima ha ricevuto 1 (un) euro.
Ecco: dove è la “buona scuola” di cui si è riempita la bocca RENZI?

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Il “black-bloc” con doppiopetto, cravatta e un sorriso da ebete che imita Mister Bean

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Il “black-bloc” con doppiopetto, cravatta e un sorriso da ebete che imita Mister Bean

VORREI CHE NON SI EQUIVOCASSE: LA MIA SOLIDARIETA’ ALLA GENTE DI MILANO E’ PIENA MA SAPPIANO CHE LE RESPONSABILITA’ DI QUEL CHE ACCADE SONO NELLE MANI DI CHI “GOVERNA” QUESTO DISORDINE MONDIALE

A demolire (pardòn, rottamare) valori, ideali, sentimenti democratici, tout court la DEMOCRAZIA non sono mica quei “teppistelli” che l’altro giorno hanno sconvolto la quiete milanese; e no! Le facce che stanno demolendo il nostro tessuto democratico sono molto ben diverse. Alcune si vedono ed intervengono ipocritamente a condannare i gravi eccessi e distinguersi con patenti di vera democrazia, acquisendo un consenso che non potrebbe essere negato in tali circostanze e godono per la loro bravura appannando la realtà con preoccupazioni che sono dipinte come di gran lunga peggiori delle angherie che intanto vanno a larghe mani distribuendo; altre si nascondono e non hanno bisogno di cappucci e passamontagna: sono lì comodi comodi dietro le loro scrivanie a dettare le regole che costringono sempre più persone ad una nuova schiavitù. Loro, i “black-bloc” agiscono liberamente (ma che brave, le forze dell’ordine! Ne hanno limitato il raggio d’azione ma non li hanno bloccati nella loro furia distruttiva) anche se, lo si dice lo si sa, l’intelligence (che parolona!) sa e conosce tutto, forse anche molte cose nostre private, ma lascia che la furia selvaggia abbia luogo. Mi fanno paura, sicuro! Mi fa paura l’ISIS; ma mi fa paura anche il perbenismo che sta ammantando la nostra società. Non mi voglio dilungare troppo: mi fanno paura (l’ho già scritto parlando di “ribrezzo”, di “schifo” e qui lo confermo) coloro che stentano a comprendere come vi siano accanto a noi dei “black-bloc” dall’aria sorniona, un po’ arroganti, un po’ furfantelli, bonari, sorridenti al limite dal sembrare scemi, che assistono – in qualche raro caso anche da protagonisti – allo smantellamento dello “stato sociale”, dei “Diritti”, degli Ideali e dei Valori che ci hanno accompagnato finora senza nemmeno accorgersene o semplicemente sottovalutandoli. La Storia si ripete non con le stesse modalità degli eventi ma nei meccanismi; pian piano alcuni si abitueranno a questo “stato delle cose” e vivranno come gli antropo-automi di “Metropolis” senza interessi senza un futuro senza umanità.

LA “LEGGEREZZA” DELLE ISTITUZIONI

Il mio impegno “civico” è in queste critiche che devono essere interpretate in modo positivo e non per interessi di parte e spero siano accolte senza essere confuse con chi polemizza senza alcun costrutto.

Aldo Masullo (filosofo)

Aldo MASULLO

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Domenico LUCANO

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Maurizio DEL BUFALO

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Renato CARPENTIERI

LA “LEGGEREZZA” DELLE ISTITUZIONI

Scrivevo nei giorni scorsi del Festival delle Idee Politiche di Pozzuoli (2426 aprile – organizzato da Città Meridiana). Intanto occorre sottolineare che “Idee Politiche” non sottintendono “Idee partitiche” ma utilizzano la forma “Politiche” in modo teoretico e sovrastrutturale senza per questo essere necessariamente “utopistiche”, anche se l’Utopia è la più limpida delle proposizioni politiche perché non conosce dipendenza e sottomissione a padroni ed interessi partitici, cioè “di parte”. Mi era sfuggita per motivi assai complessi da spiegare la partecipazione alla prima Edizione nel 2014; ho recuperato con gioia questa del 2015, partecipando in modo diretto anche ad una delle iniziative che immediatamente l’hanno preceduta. Le qualità degli eventi che hanno caratterizzato il Festival di quest’anno sono tutte “scritte” nelle figure che si sono succedute nel corso delle tre giornate (2426 aprile con l’anticipazione del 23 al “Gozzetto”). Ne faccio un rapido elenco perché se ne abbia conoscenza: Aldo MASULLO, docente emerito di Filosofia Morale alla Federico II di Napoli la cui Storia accademica e politica è collegata alle vicende di trasformazione della società italiana dalla seconda parte del secolo scorso ad oggi; Nicola MAGLIULO, professore di filosofia e storia nei licei e con varie attività didattiche presso l’Università Federico II di Napoli ed una produzione significativa di varie pubblicazioni; Chiara SARACENO, una delle sociologhe italiane di maggior fama: importanti i suoi studi sulla famiglia, sulla questione femminile, sulla povertà e le politiche sociali, docente di Sociologia della Famiglia presso la facoltà di scienze politiche all’università di Torino; Maria Antonietta SELVAGGIO, docente ricercatrice di “Sociologia, analisi sociale, politiche pubbliche” presso l’Università di Salerno; Gianfranco VIESTI, Professore Ordinario di Economia Applicata presso l’Università “Aldo Moro” di Bari; Stefano CAUSA, docente di Storia dell’Arte contemporanea presso l’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, Franco ESCALONA, architetto, presidente del Parco Regionale dei Campi Flegrei e coordinatore di un grande Programma Integrato per la valorizzazione dei beni culturali del territorio nonché eccellente scrittore e costruttore di eventi culturali; Alfonso ARTIACO, gallerista e cultore raffinato di Arte contemporanea; Mimmo GRASSO, poeta, saggista di critica letteraria, filosofia e arti visive; Caroline ABITBOL, fotografa e film-maker francese, autrice di un corto dedicato a Lina Mangiacapre; Nadia PIZZUTI, giornalista, scrittrice e cineasta, autrice del video “Amica nostra Angela” dedicato ad Angela Putino; Luigi RUSSI, giovane sociologo italiano “emigrato” in India, dove insegna all’Università di Bangalore ed autore di un libro estremamente attuale, “In pasto al capitale”; Massimiano BUCCHI docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università degli Studi di Trento ed autore di un gustoso testo, “Il pollo di Newton – La scienza in cucina”; Domenico LUCANO, Sindaco di Riace, piccolo Comune calabro assurti agli onori della cronaca per eventi positivi collegati ai temi dell’immigrazione, esempio eccelso di come si possa intervenire sulle “emergenze” portandole a diventare punto di riferimento “planetario”; Maurizio PALLANTE, impegnato in attività di ricerca e divulgazione scientifica sui rapporti tra ecologia, tecnologia ed economia, con particolare riferimento alle tecnologie ambientali; Salvatore ESPOSITO, presidente di “Mediterraneo Sociale”, un’inedita esperienza di rete di imprese sociali no profit e piccoli imprenditori con spiccata “mission” etica; Maurizio DEL BUFALO, ideatore del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli; inoltre sono stati presenti due rappresentanti eccellenti dell’arte drammaturgica italiana come Renato CARPENTIERI e Massimo ANDREI.
Ho fatto l’elenco per esprimere meglio quel che avevo in animo, in riferimento al titolo del “post”. Sarebbe molto importante che la “presenza” delle Istituzioni in occasioni come queste fosse “lieve” non ingombrante; attenzione, però: la leggerezza non può essere “assenza”. Esse devono far avvertire che esistono, partecipando in maniera tale da non appesantire con retoriche trite e ritrite, massa troppe volte di parole vuote, lo svolgimento degli eventi.
Nel corso del FIP sarebbe stato molto importante che le autorità cittadine fossero intervenute perlomeno in due momenti maggiormente significativi, come l’Omaggio a Raffaello CAUSA, storico dell’Arte e sovrintendente ai Beni culturali della Campania e l’incontro con il Sindaco di Riace, Domenico Lucano; e, sono qui a ripeterlo, non sarebbe stato necessario intervenire con fini eloqui retorici. A dire il vero, un intervento è stato fatto ma, a me è parso, a titolo personale dall’Assessore alle Pari opportunità del Comune di Pozzuoli, Maria Teresa STELLATO nel pomeriggio del 24 aprile.

Il mio impegno “civico” è in queste critiche che devono essere interpretate in modo positivo e non per interessi di parte e spero siano accolte senza essere confuse con chi polemizza senza alcun costrutto.

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EVOLUZIONI METANARRATIVE – PICCERE’ – una variazione – come da una “storia” narrata dalla mia gente si produce un “racconto”

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EVOLUZIONI METANARRATIVE – PICCERE’ – una variazione – come da una “storia” narrata dalla mia gente si produce un “racconto”

La città, quella mattina, si era risvegliata con i soliti rumori, soliti per chi la vive e vi si è abituato. Sotto la casa di Adelaide e ……. dove la sera prima era arrivata, Piccerè cominciò a sentire strani e prolungati progressivamente prolungati rumori che venivano da lontano, si avvicinavano si allontanavano ma poi riprendevano e poi si mescolavano ad altri che provenivano da altre direzioni; così almeno pareva a Piccerè, che non ne aveva mai sentiti di così fastidiosi fino a quel mattino. A casa sua era la natura a tenerle compagnia nei giorni di vento che scendeva forte dalle alture o proveniva dal mare lontano e squassava il fogliame degli alberi di gelso o le querce che circondavano il fosso che separava la proprietà della sua famiglia da quella di compare Sauro; erano i galli che già alle prime luci intonavano il loro rituale risveglio o le mucche che attendevano le cure giornaliere; erano le voci degli “uomini” che si occupavano di preparare le prime attività sorseggiando tazzoni di caffelatte mentre finivano di vestirsi; le donne, le sorelle più grandi, avevano il compito di preparare in silenzio una prima colazione veloce. A Piccerè non toccavano questi lavori mattutini ed ascoltava in silenzio poltrendo ancora una buona mezzora nelle lenzuola ruvide di tela grezza. A casa sua…fino alla mattina prima.
Ora era a Prato, da sua cugina Adelaide; era “come” fuggita” dalla sua famiglia, una fuga non proprio autorizzata dal “padre padrone” che l’aveva addirittura minacciata di non volerla più vedere, tanta sarebbe stata la sua vergogna se fosse partita e che, da vigliacco qual era, non si era nemmeno presentato quella mattina a salutare la nipote e la figlia minore, che per qualche giorno – questi erano gli accordi – si sarebbe trattenuta in Toscana a cercare lavoro. Piccerè non si era pentita, perlomeno non ancora, anche se la sera prima al suo arrivo in quella casa nuova, per quelle strade nuove, affollate di gente ma anonime e del tutto sconosciute, si era lasciata prendere dalla paura e dallo sconforto e la tristezza le aveva riempito il cuore. Era però qualcosa di irrazionale, forse solo un timore naturale, avrebbe potuto dirlo “esistenziale”, verso il suo futuro. Di casa sua avrebbe, solo poi, provato nostalgia profonda per gli odori ed i sapori. Quella mattina si era risvegliata e, per un certo languorino allo stomaco, si era ricordata che la sera prima non aveva nemmeno cenato tanta era stata la stanchezza e l’emozione del lungo viaggio dalla Sicilia, durato un’intera giornata.
Non era abituata a tanto lusso, o perlomeno così le parve quando dopo aver disceso le scale interne del terratetto entrò in una cucina ampia e luminosa con grandi vetrages e vi trovò una tavola apparecchiata con ogni bendidio a sua disposizione; i due “monelli” di bambini con i quali aveva avuto contrasti durante il viaggio erano già compostamente seduti a sorseggiare del buon latte solo lievemente macchiato con della cioccolata. Sembravano molto lontanamente somiglianti a quelli che avevano imperversato nei giorni precedenti facendo dannare un po’ tutti; sembravano dei “piccoli lord”. Piccerè non era abituata e per questo motivo non si sedette nemmeno. Prese dal tavolo senza sedersi una tazza di latte e due biscotti e si mise in un angolo di fronte alla grande finestra alle spalle dell’acquaio e lì bevve in pochi sorsi il latte e mangiò quei primi due biscotti, che poi seppe erano tipici prodotti di quella città.

…CONTINUA…

Prato anni 50