QUALCHE PICCOLO CONSIGLIO a chi si candiderà a rappresentare le forze politiche

Ginevra1

QUALCHE PICCOLO CONSIGLIO a chi si candiderà a rappresentare le forze politiche (a partire da quelle che mi sono più vicine: le Sinistre, quelle vere – come vado ripetendo da qualche anno in modo ossessivo – e non quelle “fake” autodefinite tali ad uso e consumo di interessi molto particolaristici).

Evitate gli sproloqui, anche se conditi da dotte citazioni e riferimenti inter-nazionali. Chi lo fa mette in mostra la sua sapienza, tanto che ci si potrebbe chiedere quanto tempo ha impiegato a sapere tutto quello che sa, sottraendolo alla pratica quotidiana del lavoro e dell’attività pratica. L’invito è tendente anche a mettere in guardia coloro che ascoltano affinchè non si lascino condizionare da quel profluvio di parole spesso espresse proprio per sorprendere gli sprovveduti. Non dite però d’ora in poi che non siate stati avvertiti!

Andate al cuore dei problemi, partendo non tanto da ciò che già credete di sapere. Non si finisce mai di imparare; e allora bisogna saper ascoltare: anche le persone apparentemente più semplici potranno essere parte del bagaglio progettuale. E, dopo un primo momento di imbarazzo, vi accorgerete che saranno meno timidi e tanto prodighi di consigli e suggerimenti, a volte confusi con le problematiche più immediate con le quali ci si trova a combattere quotidianamente.

Non mostrate di sottovalutare anche le questioni che vi appariranno essere lontane dalle vostre coscienze. Sottolineando questo aspetto non ho intenzione di spingere ad un atteggiamento ipocrita. Prima di esprimervi riflettete: “occorre entrare nel punto di vista individuale” per coglierne il valore collettivo, sempre che questo sia possibile. A volte, la varietà caleidoscopica dell’umanità riesce a sorprendere.
Non date giudizi tranchant. Potreste essere smentiti non appena avrete svoltato l’angolo.

In una città non ci sono nemici: anche quelli che ci odiano e ci odiassero vanno compresi. Non è un invito a “porgere l’altra guancia” è una sollecitazione a saper cogliere le differenze e comprendere il punto di partenza di tale intima sofferenza (l’odio è generato e genera malesseri; chi odia è malato e dunque va aiutato). Anche per questo alcuni richiami a collegarsi con il dovuto e necessario rispetto al Magistero della Chiesa devono essere accolti anche da parte di chi dichiara la sua laicità.

In realtà nella nostra società c’è più “bene” che “male” se non ci si ferma all’apparenza. Anche in questo tempo nel quale viviamo, contrassegnato da una confusione di valori, la società continua ad essere in maggioranza solidale, aperta, disponibile al dialogo. Non ci lasciamo confondere da ciò che è propaganda e da episodi che afferiscono al bisogno di appartenere ad un branco: sono la conferma di un profondo disagio di una parte del Paese, che non va sottovalutato ma non deve essere allo stesso tempo ingigantito. Se lo si sopravvaluta in modo esclusivo si spinge al compattamento all’interno di un autoconvincimento che le ragioni di quella forma di contrapposizione a volte violenta siano giustificate, e giuste.

Joshua Madalon

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