UN DOCUMENTO DEL 17 MAGGIO 2013 – a futura memoria per capire perché mai quasi tutti i suoi sottoscrittori non sono più nel PD

UN DOCUMENTO DEL 17 MAGGIO 2013 – a futura memoria per capire perché mai quasi tutti i suoi sottoscrittori non sono più nel PD

Il testo è stato redatto dagli iscritti del PD nel Circolo San Paolo di Prato – c’erano stati i 101 (non quelli della “carica” disneyana); Bindi e Bersani si erano dimessi dalle loro cariche di Presidente e Segretario del PD, Napolitano era stato riconfermato Presidente della Repubblica, Letta (Enrico) era stato nominato Presidente del Consiglio, Epifani aveva assunto la carica di Segretario del PD, Renzi scalpitava pregustando la sua rivincita rispetto alle Primarie del 2012.
Tale testo rappresenta con chiarezza gli obiettivi ideali di una “base” e quello che è accaduto da allora ad oggi ha purtroppo confermato i dubbi, le perplessità sul futuro di quel Partito.
Non è un mistero che la maggior parte dei sottoscrittori di questo documento siano fuori dal Partito Democratico e operano per la costruzione di un Partito alternativo di SINISTRA “vera” e c’è molto poco da ironizzare sull’aggettivo “vera” in quanto non ne è rimasta traccia alcuna nel PD.

Joshua Madalon

Noi siamo donne ed uomini in carne, nervi ed ossa; non siamo dei burattini, né automi, robot replicanti alla “Blade Runner” e siamo davvero incazzati per la superficialità con la quale una parte considerevole dei nostri rappresentanti politici ha voluto affrontare le problematiche legate alla elezione del Capo dello Stato ed alla susseguente formazione del Governo.
Poche parole bastano a far intendere che non abbiamo più intenzione di sostenere a scatola “quasi” chiusa tutte le decisioni dei Dirigenti del nostro Partito sia a livello nazionale che a livello locale.
Troppo spesso si dice che occorra “rinnovarsi” ma altrettanto più spesso ci si trova a doverci imbattere in vecchie logiche non più condivisibili; si dice anche che la Politica è cambiata ma i nostri rappresentanti non se ne sono accorti; così come non si sono accorti – e vomitano fiumi di vuote ed insulse parole – della sofferenza morale e materiale che colpisce da tempo la gente, sia quella più propriamente da considerare “nostra” che tutto il resto di essa.
Noi abbiamo dovuto sopportare già più di un anno di Governo dei tecnici che non volevamo ma ci siamo adattati cercando di calmare le ansie e le delusioni dei “nostri”.
Ora basta!
A questo punto anche se è vero che non si possa andare – in un momento così delicato – ad una crisi di Governo che potrebbe avere esiti drammatici noi chiediamo che
il nostro Partito si faccia garante di
1) intervenire con urgenza sui temi dell’Economia e del Mercato del Lavoro;
2) di andare rapidamente a scegliere una nuova Legge elettorale (meno urgente è l’impalcatura costituzionale) semmai passando attraverso un ddl che abolisca quella attuale;
3) applicare per i nati in Italia da genitori stranieri immediatamente lo “ius soli”.
Solo di fronte a queste tre scelte assolute noi dichiariamo di essere disposti a riprendere la tessera 2013 del Partito, verso il quale portiamo un profondissimo rispetto (per alcuni di noi è il Partito che abbiamo fondato, per altri è stato il primo ed unico Partito) tale da non voler nemmeno pensare a strapparne la tessera come è purtroppo avvenuto in qualche caso eclatante.
E’ per questo che non ritireremo la tessera 2013 nel nostro Circolo, pur dichiarando che continueremo ad operare per il bene del Paese a partire dal nostro territorio e lotteremo per raggiungere i migliori risultati possibili nelle prossime competizioni lavorando non sui personaggi e sui candidati ma sui Progetti sia nella fase Congressuale futura (sosteniamo in ciò pienamente la richiesta formulata dal gruppo che fa riferimento ai recenti fuoriusciti dalla Segreteria) sia in quella amministrativa del 2014, laddove non vogliamo tornare a perdere.
Siamo profondamente delusi dalla leadership sia nazionale che locale e ne chiediamo il rinnovo attraverso i Congressi nel minor tempo possibile: il Paese non può attendere!

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FILE DATATO 6 AGOSTO 2013 – l’aria era già irrespirabile

– A futura memoria – dedicato a coloro che o non hanno capito o fingono per convenienza personale di non capire – questo scrivevo quattro anni fa – da allora ad oggi quel che è cambiato dà ragione alle mie argomentazioni. Nel PD, del quale parlo, qualcosa si è smosso, ma è ancora molto poco in relazione al fatto che quel Partito si è modificato complessivamente, con l’apporto di energie nuove rappresentative di posizioni che tendono a rafforzare il ruolo di quella parte della società economicamente già soddisfatta e relegare ai margini l’altra parte della società che chiede equità e dignità, ricevendo soltanto briciole ed interventi di tipo fondamentalmente pietistico.
Questo post serve a tenere sveglie le coscienze ed a sollecitare le forze progressiste e democratiche, non quelle “sedicenti” a chiacchiere tali, a procedere senza indugio ad una unificazione progettuale per fronteggiare la possibile avanzata di forze di Destra nel nostro Paese. Ho ragione di credere che sia necessario mettere da parte le differenze, pur spesso minime ed afferenti a personalismi, ed agire di conseguenza. Senza attendere!

Ricordiamo Bertolt Brecht:

“Non si dirà: quando il noce si scuoteva nel vento
ma: quando l’imbianchino calpestava i lavoratori.
Non si dirà: quando il bambino faceva saltare il ciottolo piatto
sulla rapida del fiume
ma: quando si preparavano le grandi guerre.
Non si dirà: quando la donna entrò nella stanza
ma: quando le grandi potenze si allearono contro i lavoratori.
Tuttavia non si dirà: i tempi erano oscuri
ma: perché i loro poeti hanno taciuto?”


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FILE DATATO 6 AGOSTO 2013 – l’aria era già irrespirabile

E’ del tutto impossibile di questi tempi argomentare per vie ideali sulla possibilità di tracciare un’alternativa all’attuale crisi morale senza sentirsi dire che si è inguaribili ottimisti. Eppure non credo sia oggi possibile proseguire questo cammino di degrado progressivo che colpisce, per interessi personali o dabbenaggine poco importa (troppe volte gli uni o l’altra vengono camuffati da “Ragion di Stato” o “acuto senso di responsabilità democratica”), la società italiana a partire dalla sua rappresentazione politica. Questo “degrado” di cui con chiarezza si intravedevano già nella seconda parte del primo decennio del XXI secolo gli annunci aveva spinto alcuni di noi a costituire sulle fondamenta (in tutta evidenza già marce) di due precedenti Partiti una nuova formazione che riunendo i valori comuni ne rigettasse i vizi e le storture. Chi lavorava a partire dalla base a quel Progetto, consapevole di stare a proporre una strada nuova e rigeneratrice delle passioni positive, ha dovuto confrontarsi da subito con resistenze sia patenti che silenti che, con contenuti fittizi e discussioni oziose su questioni ben poco ideali, portavano a ritardare le scelte e ne lasciavano intravedere i possibili negativi esiti. Fondamentalmente quello che è accaduto in questo ultimo anno mi spinge a chiedere conto ai Dirigenti dei ”danni morali” che hanno prodotto nella base sia dopo la questione dei 101 maledetti ipocriti ed irresponsabili sia per la scelta di accedere ad un Governo con un Partito il cui punto di riferimento era già allora (non solo “in fieri”, “in pectore”) un pregiudicato e poi riconosciuto condannato “frodatore”. Il 2013 non sarà un anno “normale”, anche perché molti di noi non hanno rinnovato e non rinnoveranno “per rispetto” la tessera del Partito Democratico. Ma per quel che mi riguarda continuerò a far politica (anzi “Politica”) disponibile a confrontarmi a 360° ed a scegliere nel perimetro delle idee progressiste, socialiste, democratiche di Sinistra.

6 agosto 2013

J.M.

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SE IL 4 DICEMBRE AVESSE VINTO IL SI’?

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SE IL 4 DICEMBRE AVESSE VINTO IL SI’?

E già! Se il 4 dicembre avesse vinto il SI’, anche se solo con pochi voti di differenza oggi saremmo davvero nei guai: la Sinistra, accomunata ai peggiori ceffi di Destra, starebbe lì in un angolo a leccarsi le ferite, resa inoffensiva dal punto di vista democratico. Immaginatevi solo su quale trono oggi sederebbe il Monarca Renzi e la zarina Boschi, tronfi ed orgogliosi del successo.
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Immaginatevelo, perché che siate stati sconfitti dall’esito referendario o soddisfatti da esso, non potete fare altro che liberare la vostra fantasia e galoppare sfrenatamente.

Già sento le “voci” di quanti, ritenendosi depositari della Storia, mi avvertono che “non si può fare la Storia con i se”. Sono perfettamente d’accordo; dopo di che ritengo sia molto utile sforzare la propria intelligenza e, senza tanto crederci troppo, riflettere su quanto sarebbe accaduto, laddove….
E poi me lo dico e ridico: “Servirebbe soprattutto a coloro che hanno vinto sostenendo il NO convintamente e non ideologicamente, motivando le loro scelte, per comprendere quel che è necessario fare nelle prossime ore, giorni, settimane, non mesi che è troppo!”. So anche che quel raggruppamento che poi ha toccato poco meno del 60% non ha forme compatte dal punto di vista della collocazione ma un 10 e più % probabilmente lo si riuscirebbe a ricavare, quel 10 e più % che nei mesi, nelle settimane, nei giorni e nelle ore prima del 4 dicembre cooperavano discutendo sui fatti concreti e non sui dogmi. Si è lavorato alacremente a difesa della Carta costituzionale, donne ed uomini di Sinistra, tutte persone avvedute dei rischi che le ambizioni di un minuscolo gruppo dirigente pericolosamente stava facendo correre al Paese. Quando parlo del “dovere della memoria” mi riferisco anche a questo: troppo velocemente dimentichiamo il nostro passato, a volte come in questo caso anche quello a noi vicino: è un difetto tremendo del popolo italiano, che purtroppo non lo abbandona. Anche Collodi lo aveva compreso, costruendo quel personaggio alternamente simpatico ed antipatico come il Grillo Parlante. Oggi io mi sento come lui: speriamo di evitare perlomeno le martellate.

J.M.

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PRIMA DELL’ALZHEIMER

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PRIMA DELL’ALZHEIMER

Voglio combattere l’ipotesi non tanto lontana di poter incontrare nella mia vita futura la “perdita della memoria”, quella personale fatta però di rapporti, incontri, scontri, amori, odi, passioni, sentimenti ancora diversi da quelli. Quella “memoria” che da “personale” aspiri a diventare “collettiva” nel senso di contribuire a capire in minima quota parte la realtà complessiva nella quale abbiamo vissuto e che, nel bene o nel male ha costruito la realtà che stiamo vivendo. Ecco perché di tanto in tanto corro a recuperare piccoli interventi degli anni passati, ripescandoli tra le pendrive disseminate tra le quattro mura domestiche.
A volte a recuperare la memoria oltre i documenti di cui accennavo prima contribuisce un’occasione, uno stimolo da parte di amici, compagni “senza virgolette”, momenti epifanici inattesi ed io scrivo e scavo, prima che l’alzheimer mi colpisca, nei meandri della memoria, sperando che possa anche servire a qualcosa di positivo. Per farlo bene, o comunque meglio possibile, bisogna utilizzare un tono pacato, semplice e diretto. Non possiamo pretendere che ci comprendano coloro che si rifiutano di rimettere in discussione le loro verità, anche e soprattutto perché la nostra è una verità forse in parte diversa ma che ha bisogno di essere collaudata costantemente nel confronto per potersi mescolare.
Se ne vogliamo parlare, facciamolo pure, evitando polemiche personali. E a me dispiace che a volte non si colgano gli aspetti pedagogici dei miei interventi. D’altronde però c’è chi li comprende e me ne dà atto; ed io vado avanti, prima della “perdita della memoria”.

Joshua Madalon

“ERO STRANIERO” e gli eventi di questi giorni a Prato

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“ERO STRANIERO” e gli eventi di questi giorni a Prato

Mi ero ripromesso qualche giorno fa di scrivere intorno a questo tema dell’immigrazione. C’è una campagna di raccolta firme, che spero possa poi decollare a settembre, per sostenere una Proposta di legge di iniziativa popolare su “Nuove norme per la promozione del regolare soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”.
La campagna ha sostenitori di prestigio come il Vaticano di papa Bergoglio e poi ci sono i Radicali Italiani insieme a Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ACLI, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto, CILD, ed altre numerose organizzazioni impegnate sul fronte dell’immigrazione, tra cui Caritas Italiana, Fondazione Migrantes Comunità di Sant’Egidio e tante tante tante associazioni locali e semplici cittadine e cittadini.
La proposta è costituita da otto articoli: con l’art.1 vengono aggiunti tre nuovi articoli al testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero: l’articolo 22-bis istituisce il permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di lavoro relativamente all’ingresso di lavoratori stranieri; l’articolo 22-ter ripristina il sistema dello sponsor; l’articolo 22-quater tratta del permesso di soggiorno per comprovata integrazione, e con esso si prevede la regolarizzazione dei migranti irregolari, compresi i richiedenti asilo ai quali è stata respinta la richiesta di protezione internazionale, che dimostrino di essere radicati nel territorio e integrati nel tessuto civile, sociale e ordinamentale del nostro Paese, condizione desumibile da elementi quali l’immediata disponibilità al lavoro, il grado di conoscenza della lingua italiana, la frequentazione di corsi di formazione professionale, i legami familiari o altre circostanze di fatto o comportamenti idonei a dimostrare un legame stabile con il territorio nel quale vive.
L’articolo 2 della proposta colma una delle gravi lacune, rispetto
al processo di integrazione nel nostro sistema politico e
sociale dei migranti, costituito dal mancato riconoscimento agli stranieri, che risiedono regolarmente e stabilmente nel territorio nazionale, dell’elettorato attivo e passivo nelle consultazioni elettorali e referendarie a carattere locale.
L’articolo 3 prevede che il lavoratore straniero che
lasci il territorio nazionale conservi tutti i diritti
previdenziali e di sicurezza sociale maturati e possa goderne, al verificarsi della maturazione dei requisiti
previsti dalla normativa vigente, a nche in deroga al requisito dell’anzianità contributiva minima di vent’anni.
L’ articolo 4 abroga le quote d’ingresso degli stranieri, dal momento che dalle riforme previste nei precedenti articoli viene meno la necessità di fissare limiti all’entrata di migranti poiché è il mercato a stabilire l’effettiva necessità di lavoratori stranieri in base alla domanda reale.
L’articolo 5 propone che il permesso di soggiorno per richiesta asilo possa essere trasformato in permesso di soggiorno per comprovata
integrazione nel caso di richiedenti asilo in grado di dimostrare di essere integrati nel tessuto civile, sociale e ordinamentale del nostro Paese, desumibile principalmente dalla immediata disponibilità al lavoro.
L’articolo 6 prevede la piena equiparazione dei diritti assistenziali fra cittadini comunitari ed extracomunitari,
la possibilità di iscrizione al medico di medicina generale, onde garantire la continuità delle cure, e il riconoscimento ai minori, figli di cittadini stranieri, indipendentemente dallo stato
giuridico, degli stessi diritti sanitari dei minori italiani.
L’articolo 7 interviene sulle disposizioni che richiedono, per l’accesso a molte prestazioni di sicurezza sociale (assegno di natalità, indennità di maternità di base, sostegno all’inclusione attiva ecc.), il requisito del permesso di lungo periodo escludendo dalle prestazioni proprio gli stranieri regolarmente soggiornanti
che hanno maggiormente bisogno di sostegno.
L’articolo 8 abolisce il reato di clandestinità, abrogando l’articolo 10-bis del decreto legislativo 26 luglio 1998, n. 286.

Questo, in estrema sintesi e con un copia-incolla di alcune parti del testo che per intero potreste trovare sul seguente link

http://www.radicali.it/wp-content/uploads/2017/05/Proposta-di-legge-per-soggiorno-e-inclusione-stranieri_def.pdf

Ma mi occorre sottolineare quanto sta accadendo in questi giorni “grazie”(!) al Decreto Minniti e compagnia bella, ivi compreso la grande confusione politica e amministrativa con cui la questione “immigrazione” viene trattata. Alcune Associazioni locali di Prato, ma immagino che ciò stia accadendo anche altrove, hanno denunciato alla Prefettura questa situazione che può peraltro ingenerare anche episodi piccoli o grandi essi siano che non diano contezza della realtà ma accrescano la psicosi dello straniero in una comunità bombardata da messaggi e slogans purtroppo negativi, quasi sempre non veri.
In questa città qualche giorno fa sono stati “allontanati” da una delle strutture SPRAR alcuni giovani richiedenti asilo, colpevoli di non aver frequentato alcune lezioni del corso di alfabetizzazione alla lingua italiana. Già volli notare che troppo spesso questi corsi sono affidati a personale “qualificato” ma che non ha alcuna esperienza pratica per rendere tali lezioni gradevoli ed utili davvero alla comprensione dell’abc della “necessità” primaria di uno straniero. Ma la gravità della vicenda non può essere la “colpa” degli ospiti; ciò che è più serio e grave è che questi giovani vengono sì espulsi ma non “accompagnati” in altre strutture o “rimpatriati” e potrebbero essere attratti ad entrare in circuiti davvero pericolosi per l’ordine pubblico o, e forse è il meno, essere considerati utili per il lavoro nero oppure darsi all’accattonaggio. Sono in ogni caso giovani deboli dal punto di vista psicologico e potrebbero comportarsi in modo tale da creare preoccupazione tra i cittadini.
Come spesso dico in questi giorni parlando di Politica, occorre ricordarsi che la responsabilità di ciò che fanno gli altri è anche nostra, che viviamo nella “nostra” società, abbiamo i nostri contatti sociali, che ci garantiscono tutto sommato qualche certezza in più.
So che c’è un Gruppo di persone giovani, attente a questi temi che si sta impegnando per portare all’attenzione delle autorità e dell’opinione pubblica locale tali questioni. Anche se non ho la loro età sono loro vicino.

Joshua Madalon

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SCHELETRI NEL PROPRIO ARMADIO Un post in (parziale) risposta ad un “compagno” ed a quanti plaudono alle sue affermazioni

SCHELETRI NEL PROPRIO ARMADIO
Un post in (parziale) risposta ad un compagno ed a quanti plaudono alle sue affermazioni

Carissimo, parto dal fondo di una delle tue argomentazioni pubblicate su Facebook e sulla chat con cui abbiamo interloquito.
Non mi ha fatto velo per niente l’abbraccio “fatale” tra Pisapia e la Boschi; al suo posto non avrei fatto nulla di diverso: anche gli avversari vanno omaggiati. Non siamo “bestie”, ma donne ed uomini razionali e non mescoliamo scontri pubblici con rapporti diretti di sana e robusta cortesia. Ho detto, e mi ripeto, che non è quello, ma il “prima”, il “durante” ed il “dopo”, che mi preoccupa. Chi si ostina a polemizzare intorno a quell’abbraccio, pur libero di farlo, è molto corto di cervello: in verità, anche chi punta il dito su tutto questo, banalizzando tutto il resto e rilanciando polemica su polemica non ha grande cervello! Perché la ragione del contendere non è affatto limitata all’abbraccio.
Intanto, caro compagno, quando interloquisci con me non utilizzare materiale generico nè quello che proviene da comunicati già utilizzati né tantomeno elencando le tue caratteristiche. Mi riferisco al fatto che sottolinei di non essere stato militante del PD e di essere stato all’opposizione dal 2013; ciò non è affatto avvenuto però nel 2014 quando hai fatto parte della cordata di sostegno alla candidatura Biffoni nella città di Prato, cogliendo peraltro un pessimo risultato. E se sottolinei che “tu” non lo sei stato, immagino che voglia sottintendere che qualcun altro (come me) lo sia stato. Molto bene, non nego di aver fondato il PD a Prato; anzi mi fregio di essere stato, insieme a Tina Santini, coordinatore del Comitato per il Partito Democratico a Prato. Ma la mia storia, scritta su decine e decine di documenti, è molto più limpida di tante altre in relazione al rapporto con l’apparato del Partito Democratico locale. Sono stato sempre su una sponda critica, tanto – e qui te lo ricordo – da essere “attenzionato” da te come possibile interlocutore nella fase pre-amministrative del 2014, quando la critica con cui seguivo le evoluzioni negative del PD era arrivata ad un punto di rottura, di “non ritorno” e l’unica possibilità di un recupero per sterilizzare il mio dissenso era quella di aggirare i problemi con quel diversivo. Il lavoro che a San Paolo abbiamo svolto è stato una interessante “palestra” aperta a 360° ai contributi di idee progressiste e democratiche che non potevano però confondersi con il razzismo espresso da quei gruppi cui il candidato che tu sostenevi guardava già allora con attenzione (“non m’importa chi mi vota, basta che mi votino” andava dicendo Biffoni). “Oggi” esprimi perplessità sulle politiche dell’amministrazione: “meglio tardi che mai”! Certamente, meglio tardi che mai; ma per carità non ti ergere a paladino assoluto, ora che i conti non sono tornati e non tornano!
Dopo il piano locale sul quale possiamo confrontarci in modo certamente diverso, ti esprimo nuovamente le mie perplessità su quel che scrivi, quando sottolinei la scarsa coerenza di coloro che sono usciti dal PD e che ne avrebbero sostenuto alcune scelte, che ora contestano. A parte il fatto che lo stesso Pisapia non avrebbe di certo fatto meglio al loro posto e, pur ritenendo che le scelte politiche siano da rispettare non mi fa piacere certamente il suo SI al referendum: e che “referendum”! ma tornando a Bersani, D’Alema e compagnia bella, uno dei rilievi che muovo loro è quello di avere protratto troppo a lungo il momento dello strappo e non mi sorprende che invece abbiano fin quando sono rimasti in Parlamento votato gran parte delle leggi che ora vogliono modificare o annullare. E’ come l’”abbraccio”! anche io lo avrei fatto, perché c’è un senso di responsabilità che deve essere superiore anche alle ideologie.
Parli poi di costruire un rapporto “aperto” alla stragrande maggioranza di donne ed uomini che guardano a Sinistra, anche quelli che sono nel PD, quelli che sono nel M5S e gli astensionisti. Ottimo! Allora, ci diciamo che si costruisce un Programma di Sinistra in alternativa al PD; ma, allo stesso tempo, ci diciamo che “poi” si farà un accordo con quel Partito. Sarò sincero al massimo: spiegami per quale motivo sia chi ne è uscito sia quelli che sono fuori di quel Partito sia coloro che vi militano dovrebbero votare per questa nuova forza politica, avendo a disposizione o un voto al PD o una scelta diversa meno compromessa in partenza?
Il Partito Democratico finirà il suo percorso andando a posizionarsi su un Centro per poter raccogliere voti da entrambi gli schieramenti bipolari e sarà una forza tipo “En Marche” per la quale si voterà per inerzia, per debolezza. Come si può pensare che si faccia un accordo se non si riesce ad avere una identità forte, decisa, schietta di Sinistra? La Sinistra non è mai esistita in Italia dalla fine del PCI in poi anche perché quello stesso Partito si era lentamente modificato (anche se il paragone è ingeneroso); ma i motivi principali di questa inesistenza sono da addebitare ai leader di Sinistra che non hanno avuto la forza ed il coraggio di costruire una strategia di lungo respiro, andando a cogliere tutte le contraddizioni presenti nel corpo della Sinistra per poterle superare con il giusto rigore.
E anche adesso se non si costruisce una solida autonomia non si conterà affatto, nè a livello nazionale nè a livello locale.
Per chiudere questo post, mi soffermo proprio su quest’ultimo aspetto: non sottovalutare l’impatto delle vicende nazionali sul livello locale e ancor più urgente è la sistemazione ben definita dell’Associazione “A Sinistra” di Prato, per la quale non ho visto un grande impegno.

Diciamo anche che la riflessione non finisce qui.

J.M.

reloaded post del 23 aprile u.s. – ad uso costante

Avevo preparato un post che ho deciso di pubblicare nelle prossime ore – intanto ripropongo un altro mio post del 23 aprile nel quale parlavo di Orlando – in questi giorni altre “foglie di fico” agiscono. Lo fanno per il bene del nostro Paese? lo fanno per limitare la possibile sconfitta del Centrosinistra? forse questo è un nobile agire, mentre invece sarebbe oltremodo opportuno lavorare per costituire una forza di Sinistra che metta in evidenza i limiti ormai acclarati della leadership renziana

Non abbiamo bisogno di foglie di fico…che celino le nudità del sovrano di turno.

Da che mondo è mondo ci provano ed alla fine dei conti una parte ci casca: per canalizzare gli scontenti, per normalizzare i dissidenti, si inventano “alternative” per drenare una parte delle acque ribelli e riportarle nell’alveo, imprigionandole con blandizie e promesse al solo scopo di neutralizzare quella che il potere considera un pericolo per il mantenimento dei suoi benefici.
Le chiamo “foglie di fico” come quelle che al tempo della post-Controriforma venivano apposte alle divinità ed ai personaggi scolpiti o dipinti così come “mamma” li aveva confezionati.
Ovviamente molti ci cascano e credono che davvero si possa produrre un cambiamento nel corpo vile delle forze politiche. Non me ne intendo di quelle di Destra ma sono abbastanza esperto di quelle della Sinistra, che non ha ancora imparato a rispettare le persone”libere”, anzi si diverte a dileggiarle, riservando loro a volte ipocriti “coccodrilli” positivi in loro morte. Che pena mi fece quel consesso comunale allorquando, fresco di nomina elettiva al Consiglio, fui partecipe dell’orazione funebre per uno dei Sindaci della città di Prato più galantuomo che essa ricordi. Ma, lo si sa, così va il mondo: molto male, infatti, esso continua ada andare!

Ieri pomeriggio davanti ad un importante Supermercato di Montemurlo ho incontrato due rappresentanti del Comitato pro-Orlando impegnati a portare acqua al mulino del proprio candidato alle Primarie del Partito Democratico che si svolgeranno il prossimo 30 aprile. Saluto cordiale come di norma si fa in un contesto civile di rapporti umani, ma declino l’invito a partecipare alle Primarie, in quanto non-elettore del Partito Democratico. Mi invitano a mettere da parte il dissenso e a dare un contributo con il mio voto ad una “minoranza”; “con il cuore spezzato” dico io “non posso partecipare, in quanto “non posso” dichiararmi “elettore” di quel Partito. “…che hai fondato…” mi si dice; e questo rende ancora più seria e grave la mia scelta.
Il fatto è che io considero completamente conclusa la storia di quel Partito che ho contribuito a fondare; e ritengo che soprattutto la figura di Orlando sia una delle “foglie di fico” per ricondurre a più miti consigli i recalcitranti “di bocca buona”, quelli che appartengono al classico “buonismo caciottesco” all’italiana. Mi viene ricordata la figura di Fabrizio Barca, come mio amico, sostenitore di Orlando in questa fase ed a me sovviene che lo stesso Barca sia a conti fatti stato al tempo in cui sembrava poter incarnare un vero rinnovamento (ci eravamo “cascati”, forse?) un’altra classica “foglia di fico” visto la parabola della sua azione politica.
E poi, a proposito di “foglie di fico”, andate a vedere chi c’è tra i sostenitori eccellenti di Orlando: figure “grigie” da quando erano giovani!
Non c’è vita su Marte! e non c’è vita nel PD: solo ectoplasmi plaudenti ad un gruppo di potere che continuerà il suo viaggio verso il baratro.

My name is Joshua

HO FATTO UN SOGNO 17 aprile 2008

17 aprile 2008 Ho fatto un sogno.

Ne voglio scrivere prima che mi passi di mente, come sempre accade.
Ho visto un Palazzo molto lontano. Mi sono avvicinato. Fatiscente, cadente, con le mura scrostrate, le finestre e le porte sconnesse e divelte.
Davanti alla Porta principale due gendarmi vecchio stile impedivano l’ingresso a chicchessia; da dentro si avvertivano in modo indistinto voci alterate ed esagitate.
Intorno al Palazzo vi era un giardino; nel sogno il giardino mi è parso immenso e senza confini e steccati ma fondamentalmente trascurato mentre il Palazzo a tratti svaniva nei fumi delle dense nebbie…
Avvertivo un odore sgradevole di muffa ed il terreno era arido e grigio, gli alberi spogli.
In un angolo ho visto alcuni arnesi con i quali ho cominciato a lavorare e subito dopo mi è parso nel sogno che i grigi si trasformassero in colori più vivaci e che l’odore di muffa e di sporco sparisse lasciando pieno campo ai profumi.
Dal Palazzo che avvertivo sempre più assente indistinto nella sua lontananza venivano ancora urla, scambi di offese, sberci ed atteggiamenti minacciosi indistinti. Ma non ero nè angosciato nè preoccupato; avvertivo in un me che vedevo come in uno specchio una grande serenità. Avevo davanti un campo ampio, aperto, arioso nel quale avrei potuto invitare tutte le amiche e gli amici che avessi voluto.
Ho fatto un sogno e lo avverto come un vero e proprio invito a coltivare nuovi fiori, nuove pianticelle da far crescere, a seminare, a curare gli alberi più forti e sostenere quelli più deboli. Lo sento come una sollecitazione a trascurare il Palazzo e scegliere l’aria più libera.

J.M.

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IL DEGRADO SOCIO-POLITICO DEL PARTITO DEMOCRATICO: un esempio

IL DEGRADO SOCIO-POLITICO DEL PARTITO DEMOCRATICO: un esempio

Una profonda indignazione: è ciò che provo da uomo di Sinistra alla vista della catasta di oggetti di bassissima qualità ammucchiati davanti a Palazzo Vecchio in Piazza della Signoria, alla presenza del Sindaco Nardella e del capo dei Vigili Urbani di Firenze, entrambi sorridenti per la foto ed entrambi soddisfatti per l’impresa. Non si tratta di una installazione artistica, anche se probabilmente diventerà un’icona del degrado socio-politico-culturale che sta attraversando la nostra società. Sono balzati alla mente altre cataste, non solo quella dei libri nel 1933 ad opera dei nazisti (Bücherverbrennungen) ma anche quella dei cacciatori di avorio e di animali esotici: nei protagonisti lo stesso ghigno ad espressione della raggiunta felicità e degli obiettivi prefissatisi.

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Nardella, e questo sottilmente mi fa piacere, qualche dubbio sulla connotazione di tale impresa deve averlo avuto se a “La Nazione” ha dichiarato (“excusatio non petita”) di essere di Sinistra (e qui riporto integralmente quanto scritto: “Il sindaco di Firenze ha infine rivendicato queste affermazioni in quanto «uomo di sinistra: questa è la mia parte politica, e penso che il tema della legalità sia una grande conquista che la sinistra ha compiuto in questi anni»). Non c’è alcun dubbio, signor Sindaco della città di Firenze, feudo renziano, questa è un’operazione che fa solo l’occhiolino alla Destra, e prosegue quella deriva populistica e demagogica che il Partito Democratico “renziano” ha imboccato “senza se e senza ma” come piace a voi dire.

Ed il rilievo principale che vi si addebita non è che non vada colpito il commercio abusivo (forse qualche lezione in tal senso ve la potrebbe impartire la stessa Destra che volete imitare in modo superficiale). Ma è semplicemente che, con tali azioni, non lo si colpisce affatto e se ne perpetua il corso, semmai spostando solo di qualche metro il palcoscenico su cui esso si pratica.
Gli uomini dell’ordine pubblico ed in particolare quelli che sono al servizio della città dovrebbero ben conoscere le fonti di approvvigionamento di questi venditori abusivi, che peraltro quasi sempre non usufruiscono dei proventi ma ricevono semplicemente la carità dai passanti. Diciamoci il vero: anche questa pratica andrebbe limitata ma andando a colpire il racket che vi sta a monte. Ed invece si sceglie l’azione mediatica solo allo scopo di farsi propaganda raccogliendo (è questo l’ordine “politico”?) qualche voto da Destra. Non ve ne viene dubbio, pidioti, neanche leggendo i sondaggi (che, sì, non sono attendibili del tutto, ma…), che a votare uno che si dice di Sinistra quelli della Destra non ci pensano nemmeno? A meno che non vi illudiate che davvero i connotati di Destra e di Sinistra non abbiano più senso: ci state provando da tempo anche voi, pidioti, volete autoconvincervi e convincere il mondo attraverso i vostri aedi che siano finite le “sane” ideologie.
Vi piacerebbe, eh!?

E così rispondo anche a quel “gentiluomo” di Pisapia: il PD non è mio nemico (l’ho fondato!) ma questo PD con questi leaders non è certamente ciò che mi rappresenta e ciò che dovrebbe rappresentare l’obiettivo della SINISTRA. Sappilo te e lo sappiano tutte/i coloro che sostengono questa idea.

Post scriptum:
Aggiungo che l’attacco principale che fa il Sindaco, dopo avere spiegato che “quei materiali sono stati sequestrati nei negozi che approvvigionano i venditori ambulanti abusivi”. è rivolto “ESCLUSIVAMENTE” a questi ultimi, che sono evidentemente l’anello debole. Forse non sanno (!?) i tutori dell’ordine e gli amministratori che quei prodotti potrebbero essere il risultato residuale degli stessi oggetti di marca realizzati in ateliers che utilizzano lavoro nero ed a basso costo al servizio di grandi marchi? Anche un imbecille potrebbe comprendere che i “materiali” utilizzati in quella che si chiama “merce contraffatta” spesso sono della stessa ottima qualità degli “originali”. E non solo: a volte sono anche di “migliore qualità”! La qual cosa dovrebbe far riflettere sui costi insostenibili degli “originali”!!!

J.M.

un post breve, così forse lo leggeranno anche i ciechi – ENIGMA D’ESTATE 2017 – c’è una sola direzione! A Sinistra!

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– posto queste mie riflessioni che ripetono e confermano la mia idea per il futuro della Sinistra –

ENIGMA D’ESTATE 2017 – c’è una sola direzione! A Sinistra!

Negli ultimi mesi sempre più persone avrebbero dovuto accorgersi che quell’ “Al lupo! Al lupo!” lanciato dai cattivi “sinistri” verso la mutazione antropologica prima in atto e poi in definitiva realizzazione nel corpo del Partito Democratico era reale e concreto. Ma lo si sa, esistono anche coloro che non vedono e non sentono anche se in possesso pieno di quei sensi. E lo fanno in piena consapevolezza semplicemente per acquisire un credito presso il “padrone”: “se non si ripete la stessa sorte delle precedenti esperienze, questa volta forse qualche cosa di meglio si raccatta” potrebbe essere il sottile retropensiero di costoro.
E sì! perchè in precedenza qualcuno di loro ha già sbattutto il grugno ed al termine della corsa è stato buttato giù dalla carrozzella comune; e se è andata bene cadendo a terra ha raccolto le poche briciole che da bordo gli lanciavano.
Qualcuno me lo ricorderà (e ne ha tutto il diritto) che mi ripeto all’inverosimile. Lo faccio perché quasi certamente, se non è l’ultima, è la penultima e non di più occasione per costruire un forte Partito della Sinistra (e la si smetta – il mio urlo è questo – di continuare ad affermare che la parola “Sinistra” debba essere “rottamata”!) con un suo progetto per alleggerire progressivamente il peso della crisi sulle spalle dei più deboli, un progetto che non si basi su affermazioni generiche ed ipocrite ma che fornisca serie rassicurazioni sul fatto che i suoi alfieri lo difenderanno strenuamente.

Tale progetto non può in alcun modo essere condizionato da chi continua apertamente e sotterraneamente a trattare con il PD.

J.M.

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