28 febbraio – ESTATE 2020 – parte 11 Baratti Populonia e verso Castagneto (per la parte 10 vedi 13 febbraio)

ESTATE 2020 parte 11 BARATTI – Populonia e verso Castagneto

Eravamo stati già un paio di altre volte a Baratti; in una di queste avevamo anche partecipato ad una visita guidata agli insediamenti archeologici etruschi, una classica necropoli (della civiltà etrusca poco più si conosce e molti riferimenti di tipo sociale ci appaiono dalle urne e dagli arredi funerari); in quell’occasione eravamo in campeggio tra Donoratico e Marina di Bibbona e approfittammo di una serie di proposte riservate ai “turisti” per conoscere meglio la zona: non eravamo ancora diventati “toscani” e la ricognizione estiva serviva anche a cercare un nido più caldo e accogliente. Avevamo in quel tempo per un po’ pensato di trasferirci a Volterra, dove eravamo stati in un’altra escursione,  tanto ci era piaciuta.

Non c’è tempo per ripetere quella visita nè di salire su verso Populonia dove da qualche anno, dopo che ci si era stati solo per una visita lampo al minuscolo borgo, ci sono stati dei ritrovamenti di epoca romana di notevole interesse. “Ci ritorniamo più in qua” ci siamo detti, andando poi a piedi verso la spiaggia attraverso la pineta. Ci colpisce un’indicazione di tipo turistico che indica di proseguire sulla destra delle dune per un sentiero abbastanza ampio. “Casa Saldarini” c’è scritto. Non se ne ha cognizione; in nessuna guida viene riportata; ma la curiosità, anche se il tempo stringe, è molta e ci si addentra. In fondo, dopo alcune casette tipicamente turistiche estive, c’è un recinto un po’ più alto ed elegante. Ci avviciniamo e su una delle ante del cancello di metallo c’è un’altra insegna: “Casa Dinosauro” c’è scritto. Attraverso le inferriate del cancello si intravede una struttura a dir poco originale.  Ci sono anche dei manufatti abitativi a palafitte ed alcuni spazi coperti da una sorta di manto preistorico con scarse aperture. Ad aver tempo sarebbe bello visitarlo, ma rinunciamo attendendo altri giorni più lunghi e liberi. E’ ad ogni buon conto una sorpresa e qualcosa che non si conosce. Tornati sulla piazzetta di fronte al Golfo salutiamo il mare e riprendiamo la navigazione via terra. Torniamo sulla strada principale, quella detta della Principessa, andando verso sinistra (a destra si va verso Piombino, ma abbiamo idea di ritornarci un altro giorno) percorrendo tutta la strada che attraversa il Parco naturale costiero di Rimigliano ricchissimo di elementi sia faunistici che floristici e che arriva nel cuore del centro di San Vincenzo. Abbiamo escluso di cercare qui un appartamento; troppo affollato ed in questo tempo di pandemìa non ci sembra del tutto adatto: detta così  non è neanche vero, perchè non ci è mai piaciuto stare nel carnaio.

Ed è così che alla prima rotonda che ci riporta verso l’Aurelia svicoliamo. La  nostra idea è andare all’interno: verso Castagneto Carducci. Un luogo, anche questo, alto da cui dominare il paesaggio. C’eravamo stati in un paio di altre occasioni, in una delle quali avevamo soggiornato con i figlioli ancora molto piccoli a Marina in un appartamento circondato da alti pini e dalla macchia mediterranea. Il mare non ci era molto piaciuto: troppo alto ed insidioso. Ma di sera si giravano i borghi dove fervevano proposte culturali di un livello più che dignitoso.

27 febbraio Riflessioni a ruota libera

Riflessioni a ruota libera

Questo pomeriggio ho ascoltato alcune parti della “Lectio magistralis” dell’ex Premier Conte presso l’Università di Firenze. Si è rivolto in modo particolare ai “giovani” ed era inevitabile visto il luogo nel quale aveva deciso di intervenire e l’argomento trattato che intendeva sintetizzare il percorso del recente “anno horribilis” in cui ha avuto modo di svolgere un compito arduo, che ben difficilmente avrebbe potuto essere meglio affrontato da un altro Governo. Le mie critiche non sono mai mancate, sotto forma di suggerimenti purtroppo – ed anche per il ruolo minimale che posso svolgere – sempre tardive e certamente molto parziali. Non ho mai tuttavia fatto venir meno il mio sostegno, anche questo assolutamente inutile: avrei potuto solo  essere tra coloro che nei sondaggi avrebbero aggiunto il proprio sostegno, se consultati,  per esprimere favore per la sua conduzione della Presidenza del Consiglio. L’essere stato riconosciuto più come un “civile” prestato alla Politica è un segno distintivo molto positivo e chi giudica il valore di coloro che si impegnano in Politica venendo da esperienze non direttamente collegate a organismi di Partito come indegne di essere al servizio del Bene Comune ad alti livelli, chi denigra persone come l’ex Presidente dovrebbe farci comprendere come mai “oggi” si inneggi all’avvento di un signore altrettanto rispettabile come Mario Draghi, eminente ed eccelso “tecnico”, non di certo naturalmente “politico”.

Trattando di altro ma pur sempre all’interno di temi molto attuali, mi scuso ma non se ne può più di sentire la litania sui danni che avrebbero i “giovani” da questa limitazione di socialità. Non c’è alcun dubbio che non se la passano proprio bene e che allorquando riescono a sfuggire alle limitazioni mettono a rischio ancor più la Salute pubblica, a partire dalle persone a loro più vicine. Ma che dire di tutto il resto della popolazione, quella un po’ più matura (per anni e canizie, oltre alla calvizie), che ha dovuto abdicare alle funzioni sociali, focolai di Democrazia, di Condivisione reale “in presenza”, di Partecipazione? Ovviamente mi chiedo perché mai i problemi psicologici debbano essere solo appannaggio dei “giovani”? facciamo finta che per tutti gli altri, quelli che hanno perduto il lavoro perché operavano in alcuni settori piuttosto che in altri, tutto va bene, come dice la canzone? Non meno di due giorni fa (scrivo alle 20.51 del 26 febbraio 2021) un operatore del turismo si è tolto la vita e non è il primo a scegliere gesti estremi per sottolineare il proprio stato psicologico.

Purtroppo la pandemia ci sta condizionando in modo drammatico e dobbiamo fare i conti con la realtà. Non chiudere gli occhi; basta stare a ripetere che “le scuole sono luoghi sicuri” a pappardella. Non è così e non lo è stato mai per diecimila motivi. Intanto sentir dire che la colpa sarebbe di quei ragazzi (o docenti e non docenti) che partecipando ad assembramenti accolgono il virus e lo portano dentro la scuola. E’ davvero una spiegazione comica inadatta a chi pretende di diffondere Cultura e Conoscenza. Oserei dire oltre che “comica” è una spiegazione lapalissiana: sembrerebbe che la Scuola abbia agito da “zona libera”. E’ chiaro che il virus non vi abita se non c’è qualcuno che lo porta.

OPERAZIONI VERITA’ – 3

OPERAZIONI VERITA’ – 3.

Giorno dopo giorno, il grande “teatrino” della Politica va in scena. E, come spesso accade, poco cambia. E vengono a svelarsi i “trucchi” utilizzati semplicemente per avvantaggiarsi nell’accaparramento di potere. E’ la parte peggiore della Politica ed emerge ancora una volta dietro l’Ipocrisia del Bene Comune. C’è sempre meno spazio per la parte migliore del Paese, che tende ad appannarsi con grande giubilo della parte peggiore, una minoranza che tuttavia detiene grandi poteri, sempre più. La bonomia con la quale di fronte alla pandemìa si sentiva dire, anche da quella parte “peggiore”, che ne “saremmo usciti migliori”, era semplicemente una ulteriore finzione.

Tutta la vicenda intorno alla quale si è inscenata la “crisi” del Governo Conte 2 sembra aver avuto l’obiettivo di riportare al Potere i punti di riferimento più affidabili delle grandi forze – in parte “opache” – finanziarie mondiali. Nondimeno, dopo la sortita di Renzi che ha prodotto il “vulnus”, non era in alcun modo possibile lasciare che un Governo del Paese in questo tempo difficile per tanti di noi (se non “quasi tutti”) andasse  nelle mani della parte peggiore (altro che “Governo dei migliori”) e pericolosa per i destini della nostra Democrazia. Capisco le perplessità di quella parte che, a Sinistra, ha votato “no” al Governo, ma avverto in quella scelta l’incapacità di saper svolgere una riflessione realistica dei veri bisogni e di come affrontarli per risolverli.

Tra le varie bugie poste in campo per giustificare la “crisi” c’è stata quella relativa al “Recovery Plan”. Ovviamente, ai comuni cittadini non era possibile dare un giudizio su quanto veniva denunciato; si trattava di “bozze” redatte dalla Presidenza del Consiglio su cui avviare la discussione.  C’erano i “capitoli” di spesa, i titoli e poco più; ma in quel periodo non sarebbe stato possibile per un Paese, come il nostro, rappresentato nel G7 (il gruppo dei sette Paesi economicamente più avanzati del Pianeta), presentare un Piano nel dettaglio: mancava il regolamento che è stato approvato solo il 10 febbraio u.s. ed è operativo dal 18 febbraio, dopo la sua pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell’UE.

D’altra parte è stato lo stesso neo Premier, Mario Draghi, a riconoscere perfettamente il buon impianto del Recovery Plan del precedente governo, anche se occorre migliorarlo, in modo particolare articolandolo sulle riforme necessarie che accompagnino la credibilità del nostro Paese. Draghi non ha potuto fare altro che riconoscere ulteriormente il buon lavoro del Conte 2, anche allorquando, presentandosi ai giornalisti subito dopo l’incontro con il Presidente Mattarella in cui aveva accettato l’incarico con la “tradizionale” riserva, parlò del necessario completamento della campagna vaccinale.

Nel corso di questi giorni, altrettanto concitati e drammatici, Draghi sta mostrando di saper mantenere la barra dritta senza lasciarsi influenzare dalle grida, istericamente espresse anche se a volte un po’ “sommesse” sotto tono e falsamente rispettose, di Salvini e compagnia bella, cui si accodano a difesa di interessi parziali alcuni Presidenti di Regione, in modalità “bipartisan” ma incapaci di operare una necessaria “moral suasion” verso alcune categorie di operatori commerciali, semmai accompagnata da una adeguata progettualità intesa al superamento “quanto prima” delle attuali precarie oggettive condizioni.

…3…

una “storia” apparentemente lontana – I CONTI NON TORNA(VA)NO parte 20(per la XIX vedi 13 gennaio)

I CONTI NON TORNA(VA)NO parte 20

20.La buona volontà a livello personale io l’ho messa proprio tutta, e devo dare atto all’Assessore Cardillo che ha dato la sua disponibilità sempre (ma la cosa devo dire con il senno di poi mi sembra addirittura peggiorativa), e così ho chiesto un incontro con i tecnici, ovverosia con l’ingegner Bartalini, alla presenza anche dell’arch. Bertini. I tecnici hanno entrambi detto che così come è, con uomini e cose (aule normali, speciali, uffici ecc…), il “Dagomari” nel “Gramsci” non ci sta.  Dopo di che hanno aggiunto che con qualche aggiustatina qua e là si potrebbe risolvere il problema, mettendo aule, Laboratori, Uffici, Palestra. Non la Biblioteca perché ce ne sarà una favolosa centrale nel secondo Lotto(qualcuno mi deve spiegare intanto se conosce in che modo funziona la Biblioteca in una scuola, dopodichè forse cominceremo a ragionare), non la mensa perché ne faranno una comunitaria sempre nel secondo Lotto(sarei curioso già fin da ora di sapere quante persone potrà servire nell’orario canonico che va dalle ore 13.30 alle 14.00), non l’Aula Magna perché ci sarà il grande Auditorium.

Avevo già fatto i conti ed ahimè ero davvero in difficoltà. Eppure c’era qualcosa che non mi tornava. E così ho detto ai tecnici che, a mio parere, mancavano comunque non meno di 1000 mq, suscitando (ma è logico, io non sono un tecnico) anche un po’ di compassione. Guardate bene, invece, mancano proprio 1009 mq soltanto per mantenere lo “statu quo” dello spazio effettivamente utilizzato.

Ho fatto presente anche che sarebbe stato comunque necessario avere dello spazio in più, come dire  uno spazio vitale, uno spazio per crescere. E  questo, ha provocato uno scatto nell’Assessore, quasi a dire ancora una volta che io non capivo niente e che diavolo di questioni ponevo se i Tecnici erano destinati a calare. E no, Assessore. Mettiamoci d’accordo: le questioni non si pongono così. La scuola non cresce soltanto con quei numeri aridi che sono riportati in quei grafici: questo è un altro segnale che chi si occupa della scuola non conosce nella realtà quello di cui parla. Ecco perché c’è chi si batte per segnalare l’importanza del legame continuo con uno specifico territorio; ecco perché tanta gente non capisce quello che si va facendo come se fosse un bene per questa città. Così si distrugge e non si crea un bel niente. Sembra quasi che si vogliano creare condizioni tali per ridimensionare (altro che dimensionamento) il “Dagomari”, perché solo con 500\600 allievi potrebbe allogare agevolmente, sul piano dei numeri e dello spazio, in quel luogo. Si distrugge quello che di buono si è creato in tanti anni di rapporti con la realtà realizzati a partire proprio dal fatto di possedere “spazi vitali”. Ma quel che sottolineerò non avrà a che vedere con questo ricco “surplus”.

Il bel “Gramsci” possiede una portineria che è la metà di quella dell’attuale “Dagomari”; l’atrio del “Gramsci” è poco più di una quarta parte del corrispettivo del “Dagomari”; la Presidenza più la Vicepresidenza è quasi uguale, ma quelle del “Dagomari” è più grande. Gli uffici di segreteria sono di gran lunga più piccoli al “Gramsci” ed andranno leggermente ampliati. Con qualche aggiustamento necessario sull’attuale planimetria mancherebbero tuttavia, senza contare ciò che l’Assessore promette all’esterno, ancora non meno di 1000 mq che posso, se volete, dimostrare immediatamente, a richiesta e che illustrerò alla stampa.

24 febbraio – OPERAZIONI VERITA’ – 2

OPERAZIONI VERITA’ – 2.

Proseguendo sui vaccini e sul Piano Vaccinale quanto “strepito” da parte dei “soloni” di Destra e di neoDestra; ad ogni “stormir di DPCM” al tempo del Conte 2  si levavano urla di “attacco alla Democrazia” (questo termine è obsoleto nei cervelli degli “urlatori”), non appena si proponevano chiusure di territori o di bar, ristoranti e altro. Quelle scelte non sono mai state prese a cuor leggero e, ecco la Verità, attualmente con la variabile Draghi, nella Lombardia di Fontana e Salvini, di Moratti e Bertolaso, quella realtà “operosa” che per la sua qualità aveva subito i maggiori contraccolpi umani ed economici, si vanno chiudendo ermeticamente con il segno “ROSSO” tante zone, città, territori. Non urlano più! E non strepita la Ministra Azzolina, ex Ministra (ce ne faremo più ragioni!), e la sua corte di difensori ad oltranza della Didattica in presenza, ora che da più parti aumentano i contagi tra i ragazzi, anche quelli più piccoli, cui le “varianti” guardano con un certo appetito. Uno dei tanti “miracoli” di “Man”Draghi? Non credo, penso semplicemente che si sta svelando l’Ipocrisia che non consente di guardare e valutare la Realtà ogni volta che ce ne è bisogno. Ovvero, in modo particolare, quando è in gioco la vita fisica delle persone, e dovrebbero ricordare che ciascuno di noi può anche superare un tempo di povertà e di miseria, ma nessuno di quelli che non ce l’hanno fatta può ritornare in vita e non lo possono fare molti dei loro cari, amici e parenti.

E non urla più “Italia Viva” con i suoi “capricci” per il MES, che appariva essenziale per sostenere la vita di noi tutti.

https://www.repubblica.it/politica/2021/02/12/news/mes_governo_renzi-287233446/

Diceva il suo leader “La mancata attivazione del Mes sarà pagata dai dottori, dai ricercatori, dai malati e dalle loro famiglie. E da chi potrebbe beneficiare dei capitoli di spesa che l’attivazione del Mes permetterebbe di aumentare: infrastrutture, cultura, turismo”. Lo diceva, ma poi “Abbiamo sempre detto che non era per noi imprescindibile” ha dichiarato la Boschi che di Renzi è certamente uno dei “bracci armati” di primissimo piano.

in realtà il MES, l’ho scritto in altro post, era un semplice pretesto, un “capriccio”! Il M5S non lo vuole “e noi invece sì!” è stato di sicuro il ragionamento di Renzi. E se il M5S non lo voleva, ne aveva ben ragione, perchè con l’andazzo che si è protratto nel tempo e l’annuncio sottile (visto lo sgomitamento, non solo per sicurezza antiCovid) del prossimo arrivo di oltre 200  miliardi sulle nostre piazze, saremo sorvegliati speciali da parte dell’Europa, che non penso tollererà sprechi. Il nostro è un Paese che ha molti estimatori dal punto di vista artistico, culturale, turistico nella sua complessita. E’ una terra che ha prodotto più “geni” di quanto ne abbia fatto altro Paese nel Mondo. Ed esportiamo competenze tecniche scientifiche professionali di altissimo livello. Ma non siamo stimati dal punto di vista delle pratiche burocratiche per una Pubblica Amministrazione inadeguata a svolgere funzioni e ruoli propulsivi progettuali al passo dei tempi. Questa denuncia è stata prioritariamente appannaggio del Movimento 5 Stelle, che tuttavia non ha ottenuto il consenso per poter mettere in pratica la metafora della “scatoletta di tonno”.

23 febbraio IN RICORDO DEL “POETA” PIER PAOLO PASOLINI – atti di un Convegno del 2006 -parte prima (vedi Premessa del 10 gennaio)

IN RICORDO DEL “POETA” PIER PAOLO PASOLINI atti di un Convegno del 2006 – parte prima (vedi Premessa del 10 gennaio)

IL 2 NOVEMBRE DEL 1975 PASOLINI VENIVA UCCISO BARBARAMENTE – SONO PASSATI 45 ANNI – Rinnovo il mio particolare impegno a ricordarlo trascrivendo gli atti del Convegno che si svolse il 27 aprile del 2006 da me coordinato.

Parte prima

In vari periodi della mia vita ho organizzato iniziative culturali. Nel tempo in cui sono stato Presidente della Commissione Cultura della Ciroscrizione Est del Comune di Prato ho messo a frutto le mie conoscenze culturali cinematografiche più volte. In una di queste occasioni ebbi modo di preparare un Convegno presso l’Università di Firenze – PIN di Prato intorno alla figura di Pier Paolo Pasolini. Era la primavera del 2006. Già nella seconda parte dell’anno precedente avevo messo a punto l’iniziativa (della quale tratto nella “PREMESSA” nel precedente post) che doveva essere realizzata nel 30° Anniversario della morte del poeta (sintetizzo al massimo nell’attribuzione del ruolo di Pier Paolo Pasolini, riconoscendo una valenza complessiva della sua esistenza in quel termine: “poeta”), coinvolgendo molti elementi politico-culturali tra cui il prof. Maurizio Fioravanti, docente di Diritto costituzionale e direttore del PIN di Prato; insieme a lui tanti rappresentanti del mondo della scuola pratese, il prof. Sandro Bernardi del Corso di Laurea Progeas, Direttore del Prosmat, docente di Storia del Cinema; gli Assessori alla Cultura di Comune e Provincia, Andrea Mazzoni e Paola Giugni, entrambi docenti; i Presidenti delle cinque Circoscrizioni della città di Prato. Quella che segue è la trascrizione degli atti del Convegno che si svolse presso il Salone del PIN alle spalle della Stazione Ferroviaria del Serraglio. Molti altri interlocutori importanti vengono menzionati nella mia introduzione al Convegno.

N.B.: I nastri registrati furono sbobinati e la trascrizione non venne mai corretta. Dove è possibile per me, apporterò delle lievi correzioni.

Parla il Professor Maddaluno – Presidente della Commissione Cultura della Circoscrizione Est:

” Innanzitutto un ringraziamento a tutti quelli che sono qui presenti. Il programma è molto articolato, lo potete anche prendere, lo trovate in fondo alla sala. Io sono Giuseppe Maddaluno, sono il Presidente della Commissione Cultura della Circoscrizione Est, e parlo in rappresentanza anche delle altre circoscrizioni all’interno del coordinamento delle Commissioni Cultura. Sono doverosi i ringraziamenti a tutti quelli che hanno creduto in questo nostro impegno, le Circoscrizioni, in particolare i Presidenti e i Presidenti delle Commissioni Cultura ( vedo tra l’altro e saluto qui presenti i rappresentanti della Circoscrizione Nord , il Presidente Roberto Manzan e il Presidente della Commissione Cultura Mario Barbacci. Ringrazio gli Assessori di Comune e Provincia, gli Assessori alla Cultura che sono qui presenti al tavolo, Andrea Mazzoni e Paola Giugni; il Professor Sandro Bernardi del Corso di Laurea Progeas, Direttore del Pro.SMArt Scienze dello Spettacolo che conduce con me questa giornata di studi; il Teatro Stabile della Toscana “Metastasio” di Prato; il Gruppo Consiag SPA che dopo aver sponsorizzato la giornata dedicata, lo scorso anno, più o meno in questi tempi, era il 19 di aprile, a Jean Vigo, non ha mancato, non ha voluto mancare questa nuova occasione. Ed un ringraziamento anche all’Università del Tempo Libero intitolata ad Eliana Monarca rappresentata qui dalla Presidente, la professoressa Valeria Tempestini, che ringrazio, così come ringrazio Giuseppe Gregori dell’Associazione per il Lavoro e la Democrazia.

…fine parte prima…

22 febbraio – OPERAZIONI VERITA’ – 1

OPERAZIONI VERITA’ – 1

https://lab.gedidigital.it/gedi-visual/2020/coronavirus-le-vaccinazioni-nel-mondo/

Un po’ di operazioni verità sarebbero opportune intorno alle “presunte” inadempienze del Governo Conte 2. Chi segue questo Blog – mi ripeto ancora una volta – ha potuto leggere tante righe dedicate ai limiti che il Governo Conte 2 ha evidenziato. Ma ha letto anche che ho sempre scritto che nessun altro sarebbe stato capace di far meglio in quelle particolari condizioni, nemmeno il Mago “(Man)draghi”, tantomeno un Salvini o una Meloni che alzavano di continuo il tiro contro il Governo, nel momento in cui avrebbero dovuto tendere la mano e impegnarsi in un comune afflato cooperativo. Se ciò non è stato possibile, lo si è dovuto essenzialmente perché una parte del mondo politico aveva prodotto una frattura insanabile (la Lega innanzitutto, messa in difficoltà nei suoi progetti proprio da Giuseppe Conte; ricorderete il discorso del 20 agosto 2019 al Senato, non diversamente drammatico rispetto a quelli recenti di Mattarella e Draghi)  di quelle che difficilmente si dimenticano e un’altra piccola parte chenutriva segreti progetti destrutturanti e ambizioni spropositate fino ad ora fallite.

Molto più seri e gravi sono stati gli errori collegati alla regionalizzazione della Sanità, che non sempre è stata all’altezza della situazione (spesso si è avvertito il bisogno di annullare i poteri regionali in tema di Sanità, per le ragioni emergenziali prioritarie rispetto a tutto il resto), ed alcune scelte o “non scelte” collegate a qualche Regione più “operosa”  hanno creato focolai pandemici che hanno prodotto numerose vittime. La verità andrà poi ricercata e le responsabilità accertate.

In questo “teatrino” della Politica molti interpreti hanno svolto ruoli mistificatori e si sono raccontate, ed in qualche modo si continua a farlo, numerose bugie. Ad esempio una delle accuse per il Governo Conte 2 è stata quella di non avere preparato un Piano Vaccinale nazionale: lo si è “gridato” da qualche mese, già da quando i vaccini non avevano nemmeno ottenuto la validazione da parte degli organismi come l’EMA. Lo si è continuato a gridare anche mentre, arrivate le prime dosi, queste venivano inoculate senza risparmiarne alcuna. Di certo sta avvenendo che le strutture sono pronte (e non è stato ManDraghi ad allestirle) ma i vaccini mancano e non certo per responsabilità del Governo italiano; e se qualcosa a livello di strutture non è pronto lo si deve in gran parte alla incapacità di molti Governi regionali.

Un’altra “boutade” intorno ai vaccini riguarda l’accusa di essere fanalini di coda tra le varie nazioni, non solo quelle europee. Va precisato che alcune di queste sono anche “produttrici” di vaccino, come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Russia, la Cina e quindi ne hanno potuto usufruire in modo diretto. L’esempio che viene portato insistentemente, per sottolineare da una parte la grande capacità e dall’altra l’inefficienza italiana,  è quello di Israele: ma non viene precisato che Israele ha poco più degli abitanti della sola Lombardia e che ha voluto utilizzare come vere e proprie “cavie” i suoi cittadini sottoscrivendo un accordo in tal senso con la Pfizer.

https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/21_gennaio_29/israele-efficacia-popolazione-vaccino-pfizer-92percento-402bcb82-6189-11eb-89c6-2343df471572.shtml

In Europa attualmente i vaccinati sono il 6,2 % in Spagna, il 5,6% in Germania e in Italia, il 5,3% in Francia. Il nostro Paese, dunque, non è affatto in ritardo per colpa del Governo Conte ma per una serie di concause comuni nei grandi Paesi europei.

https://www.corriere.it/esteri/20_dicembre_29/israele-ha-vaccinato-mezzo-milione-persone-10-giorni-10e0d940-49f0-11eb-898c-3879af1094a3.shtml

21 febbraio reloaded 20 febbraio 2020 COSA DOVREBBE FARE LA SINISTRA (per essere Sinistra) su un tema delicato



Ripropongo un mio post del 20 febbraio 2020 COSA DOVREBBE FARE LA SINISTRA (per essere Sinistra)


“Vox clamantis in deserto” in un tempo nel quale le forze vengono meno: è la mia condizione.
D’altro canto è stato un segno distintivo che mi è appartenuto anche quando non lamentavo dèfaillance alcuna; ora tuttavia rilevo con piacere quelle poche voci libere che non si preoccupano di compiacere a questo o a quel politico spregiudicato che lancia proclami a vanvera come un cercatore massivo di consensi a buon mercato. E mi affido a loro. La mia libertà, conquistata con tenacia, mi permette di poter confrontare le mie idee senza dover addivenire a compromessi di basso profilo e senza temere di essere considerato “politicamente scorretto” anche dalla mia parte politica tradizionale, la Sinistra.

Un editoriale di “Avvenire” del 18 febbraio u.s., intitolato “Ciò che i politici non sanno fare”, a firma di Antonella Mariani mi ha trovato del tutto d’accordo con la stigmatizzazione della posizione del leader della Lega, Salvini, espressa domenica 16 febbraio in un comizio a Roma nel quale “ha stigmatizzato l’utilizzo dei Pronto Soccorsi italiani come supermarket degli aborti ripetuti da parte di donne “né di Milano né di Roma”, come soluzione a stili di vita incivili”.

Salvini ha detto tutto questo, e altro ancora, per poter intestarsi il ruolo di difensore della Vita e quello di difensore dell’italianità contro l’”invasione” degli stranieri, a partire ovviamente da quelli africani e del medio oriente. Donne né di Milano né di Roma sarebbero per l’appunto appartenenti a nazionalità diverse dalla nostra e le loro donne utilizzerebbero “stili di vita incivili”.

Antonella Mariani smonta pezzo per pezzo l’intervento (ed il pensiero così espresso) di Matteo Salvini. Intanto “le donne non vanno ad abortire al Pronto soccorso”. Inoltre parlare di “stili di vita incivili” non tiene conto dei motivi che quasi sempre spingono ad abortire “Giovani immigrate che svolgono lavori non regolari, sottoposti a duri ricatti sulla propria vita personale.” Non si tiene in alcun conto la ragione più frequente che, oltre alla violenza, “è quella di povertà materiale e culturale, solitudine e sopraffazione”

L’autrice dell’editoriale tuttavia riserva una critica anche alla Sinistra “altrettanto deludente, con un contro-slogan del leader del PD – “Giù le mani dalle donne” – ugualmente fuorviante”.
Quel che emerge, ed è quel che più mi interessa sottolineare è l’incapacità profonda della Sinistra di sollevarsi dagli “slogan” triti e ritriti che non producono il necessario cambiamento. E dire che, in questo caso, sarebbe molto semplice: basterebbe applicare in tutto e per tutto la legge 194 che non è messa in discussione minimamente da questo editoriale. Anzi.
Conclude la Mariani rivolgendosi proprio alla Sinistra: “rovesciamo lo slogan: non “Giù le mani dalle donne” bensì “Mani tese alle donne”, soprattutto a quelle più fragili. Con i sostegni per altro previsti e mai attuati dalla 194, che non a caso si intitola “Legge contenente norme per la tutela sociale della maternità””.
In coda è vero che la Mariani, scrivendo su “Avvenire”, loda il ruolo del Movimento per la vita, ma a me, laico di Sinistra, di una Sinistra moderata democratica e riflessiva, interessa sollecitare la mia “parte” a non fermarsi agli slogan, neanche nelle manifestazioni pubbliche ma portare un contributo etico propositivo per combattere la solitudine e la povertà, la violenza, la sopraffazione, le ingiustizie che sono le vere cause di quel dramma che è l’aborto.

20 febbraio – LE ASPETTATIVE (?) . parte 6

LE ASPETTATIVE (?) . parte 6

In questo ultimo anno – siamo ormai ad un anno dallo scoppio della pandemìa che ci ha condizionati in una sorta di lockdown sociale perenne – non sono mai stato accondiscendente e tenero verso il Governo Conte II, ma avvertendo in pieno un senso di responsabilità l’ho fatto in modo fraterno e paterno, solidale, mai venato da acrimonia e da contrapposizione pregiudiziale. Ho espresso ciò che non mi piaceva per niente, in modo particolare le modalità con cui si muoveva la Ministra della P.I. che poneva in evidenza un astio profondo contro il suo predecessore, le cui qualità culturali e politiche rimangono a tutta evidenza ben superiori alle sue. Mi ha dato enorme fastidio il suo presenzialismo da “reality”, allorquando in molte occasioni utilizzava un linguaggio non sempre adeguato per un alto rappresentante delle Istituzioni, per giunta “educative e culturali”.

Per non parlare della insistenza con cui, complici molti rappresentanti delle istituzioni scolastiche, andava affermando che non fosse necessario insistere con la “Didattica a Distanza” e chiedeva di continuo la riapertura delle scuole. Tutti sappiamo valutare quali siano i danni che l’assenza di socialità presente nella frequenza scolastica, oltre che il conseguente abbassamento di livello di preparazione indotto dalla differente qualità di apprendimento legato alla mancanza di un rapporto “diretto” tra docente e discente, sta comportando. Ma allo stesso tempo non è possibile permettere una circolazione del virus dentro e fuori locali scolastici inadeguati a limitarne la pericolosità, che entri, esca e viaggi su corpi in modo anche asintomatico ma contagioso soprattutto per le persone più deboli e anziane.

Non ho in modo forse contraddittorio risparmiato critiche nei confronti del Governo quanto alla chiusura di strutture pubbliche e private collegate alla fruizione culturale e artistica. Su questo ho scritto più righe su questo Blog. Pur tuttavia ho evidenziato come non vi fossero alternative “migliori” ed ho sottolineato sempre che il giudizio non era affatto venato da pregiudizi ideologici: il comportamento della Destra, in primo luogo il suo leader Salvini, non avrebbe garantito migliori soluzioni; anzi, le Destre si ponevano all’opposizione chiedendo demagogicamente “aperture” totali senza regole, negavano con l’esempio diretto, appoggiando le più becere dimostranze, l’utilità di alcune forme preventive come l’uso della “mascherina”.

Devo rilevare che non ho trovato molta solidarietà in questa forma critica da parte delle forze politiche di maggioranza; anzi, in qualche caso (Italia Viva), non c’era differenza con le Destre nell’acrimonia con cui i rilievi si muovevano. Ma in questo ultimo caso non erano a fin di bene; nascondevano un progetto ostile alla maggioranza, che ha finito per produrre un danno al Paese, del quale sarà difficile vantarsi. Non ci sono, infatti, le condizioni per  veri e propri cambiamenti in positivo; per ora li nascondono dietro un semplice sentimento astratto di “speranze”. Ho intitolato infatti questi post in blocco “Le aspettative”; da quel che ho sentito (Draghi ha fatto un discorso freddo, poco coinvolgente), da quel che avverto con la composizione spuria, disorganica, disarmonica del Governo non credo emergano aspetti positivi. Ma, anche in questo caso, l’alternativa, a causa della maldestra operazione di Matteo Renzi, sarebbe stata di gran lunga peggiore.

19 febbraio PER UNA STORIA DEL PARTITO DEMOCRATICO – una serie di documenti del Comitato di Prato per il Partito Democratico parte 15 (per la 14 vedi 23 gennaio)

PER UNA STORIA DEL PARTITO DEMOCRATICO – una serie di documenti del Comitato di Prato per il Partito Democratico parte 15

Intendiamo però stringere un patto fra gentiluomini con le forze del Centrosinistra interessate a questo progetto per costruire insieme le regole, per condividere tutti insieme i valori, per riavviare una discussione che ha avuto finora, come abbiamo detto, fasi alterne e non è mai completamente “decollata”. Confermiamo dunque di non voler avere nessun tipo di monopolio ma di voler essere uno dei punti di riferimento sul territorio.

A Montecatini il Coordinatore Nazionale della rete dei CpU, Massimo Cellai, ha ripreso due passi della lettera con la quale Romano Prodi ha invitato i massimi rappresentanti delle Associazioni ad Orvieto:
“Il Partito democratico non potrà nascer che dall’incontro tra la responsabilità dei gruppi dirigenti (che sarà anche verifica degli stessi) e la voglia di partecipazione di quello che per semplicità, chiamo il popolo delle Primarie. Dobbiamo immaginare un percorso in cui le scelte e le decisioni dei partiti (nei loro organi decisionali) si incontrino e convergano con una platea di soggetti più ampia e meno, o diversamente, strutturata”. “Sono persuaso che occorra innescare – e re innescare – un processo che investa sul desiderio di discussione e sulla voglia di partecipazione della nostra gente, un processo che, per ampiezza e profondità, si ispiri alla grande esperienza delle Primarie”.

E da qui possiamo andare a sottolineare l’importanza che per noi riveste il metodo delle “Primarie” per la selezione della classe politica, dirigente ed amministrativa.

Vorremmo sottolineare e chiarire infine alcuni aspetti, si spera in maniera definitiva.

La presenza nel Comitato di iscritti alle forze politiche ha pesato nei rapporti fra chi è iscritto ed una parte del suo Partito di riferimento; noi due Coordinatori che scriviamo questo documento pensiamo al nostro Partito, i Democratici di Sinistra. Questo è purtroppo un segno antico di una malattia profonda che caratterizza in modo particolare alcuni quadri intermedi delle nostre maggiori forze politiche. Anche se negli ultimi giorni si avverte, come si diceva all’inizio, una maggiore attenzione nei nostri confronti, siamo stati visti come dei “frondisti” semmai alla ricerca di un”posticino al sole”. Questo modo di interpretare la passione politica fa trasparire una incapacità a cogliere la reale portata storica “ideale” di questo Comitato: si interpreta il pensiero degli altri solo con la misura del proprio pensiero, e cioè si presuppone che chi si muove lo faccia esclusivamente per poterne trarre vantaggi semmai a scapito di altri che avrebbero acquisito “meriti particolari” difficili tuttavia da rappresentare concretamente. Per fortuna sia a livello nazionale sia a livello locale i leaders delle forze politiche da DS e Margherita ai Repubblicani Europei, allo SDI ed all’ IdV intervengono sempre più spesso affrontando la questione del PD allo stesso identico modo con il quale lo facciamo noi.

Certamente la costruzione del Partito Democratico dovrà rappresentare già in partenza un atto di profonda consapevolezza e coraggio che, dopo un dibattito adeguato, destrutturi le strutture e le ricostruisca poi con regole nuove condivise ma capaci di creare quel rinnovamento della politica italiana necessario alla realizzazione piena dell’art. 49 della Costituzione italiana.