LE (mille) BUONE RAGIONI

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LE (mille) BUONE RAGIONI

La scelta di Matteo Renzi conferma a tante e tanti di noi le “buone ragioni” per cui abbiamo in momenti diversi lasciato il Partito Democratico dopo aver contribuito attivamente ed in prime persone a fondarlo.
Ciò non significa che in modo automatico una volta uscito Renzi sia possibile “rientrare”. Anzi, è proprio questo il punto. Matteo Renzi tra le sue affermazioni “in uscita” ha con la sua solita presunzione ed arroganza posto in evidenza l’inadeguatezza del progetto del PD; dimenticando a bella posta due fondamentali elementi: 1) che l’attuale PD è per natura e per i suoi riferimenti parlamentari ed amministrativi ancorato alla sua stessa leadership e 2) le scelte politiche attuali non sono dissimili da quelle sue, contrassegnate dalla schizofrenia egocentrica di un leader plurisconfitto che smania per poter riemergere sulla scena politica.
A dimostrazione di tutto questo vedansi nei livelli periferici quanto siano contati i zingarettiani nelle recenti competizioni amministrative.
D’altra parte la scelta era attesa e temuta in modo particolare proprio da quelli che, ipocriti patentati, per coerenza (che è dote preziosa) avrebbero dovuto seguirlo come lemming nel nuovo progetto. Non lo hanno fatto e non lo faranno, temendo “esclusivamente” al di là dei belli propositi carichi di ipocrisia di andare incontro ad una sonora debacle.
Anche per questi motivi l’aria all’interno del Partito Democratico non si è bonificata ed anche le “maggioranze” variabili formate con personaggi che si collocano dove li porta il vento inducono a non cascare in questo trabocchetto.
Forse in modo molto originale occorrerebbe ringraziare Renzi per questa sua sortita. Rafforza in tante e tanti di noi le “buone ragioni” per cui abbiamo scelto una strada diversa alla ricerca di costruire una Sinistra aperta, democratica ma soprattutto davvero attenta ad affrontare le emergenze che colpiscono innanzitutto le fasce più deboli del Paese, proprio quelle che in assenza di un riferimento forte e deciso nella Sinistra rivolgono inopinatamente la loro attenzione verso politiche antilibertarie, sovraniste demagogiche e populiste.

Joshua Madalon

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