GLI ESAMI (DI STATO) NON FINISCONO MAI – un libro su Francesco di Marco DATINI

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Foto nell’ordine: 1) Frontespizio libro; 2) Palazzo Datini sede Archivio; 3) Sede del Liceo Socio Psico Pedagogico “Rodari”; 4) Dirigente scolastico prof. Mario Di Carlo; 5)  Giuseppe Maddaluno

 

GLI ESAMI (DI STATO) NON FINISCONO MAI: un libro scritto da alcune docenti del RODARI su Francesco di Marco DATINI

Sin dalla prima volta che ho partecipato in qualità di docente commissario esterno ad Esami di Stato a metà anni Settanta, essi mi hanno concesso occasioni impagabili di conoscenza e confronto con realtà che non conoscevo e che, se conoscevo, consentivano degli approfondimenti sostanziali che hanno contribuito a farmi crescere. Lo dico in modo particolare a coloro che credono di essere arrivati alla perfezione dopo cinque, dieci, venti o trenta anni di studio eo lavoro: non si smette mai di imparare. E se l’affermazione è per voi banale, superficiale ed inconsistente, meglio. Eh già la prima volta! Fu all’ITI “Giordani” di via Caravaggio a Napoli dove ebbi come Presidente della mia Commissione un docente di Matematica che era stato uno dei più temuti al tempo in cui frequentavo la Scuola Media “Giacinto Diano” a Pozzuoli. Ovviamente ero emozionatissimo; ma, a dire il vero, lo sono ancora adesso. Ed è così che dopo quasi quaranta anni l’esperienza di questo 2014 mi ha concesso nuovi incontri, nuovi stimoli, alcuni dei quali ho già trattato su questo Blog in modo diretto http://www.maddaluno.eu/?p=228 del 4 luglio http://www.maddaluno.eu/?p=429 del 24 luglio
http://www.maddaluno.eu/?p=485 del 27 luglio ed in modo indiretto http://www.maddaluno.eu/?p=497 del 28 luglio. Certamente sapete che durante l’effettuazione delle prove scritte la Commissione che si trova ad operare su sedi diverse ha la necessità di avvalersi di docenti interni per la vigilanza. Il Presidente ne fa apposita richiesta al Dirigente e quest’ultimo provvede alle nomine temporanee. In uno scambio di idee con alcune docenti “di sorveglianza” presso il Liceo Socio Psico Pedagogico “Rodari” di Prato mi viene accennato ad una recente pubblicazione curata da un gruppo di loro e viene promesso il dono di una copia. Anche se il tema (il Mercante di Prato Francesco di Marco Datini) appare per un “pratese”, anche se non proprio “doc”, già più e più volte trattato, come un nuovo libro su Francesco di Marco Datini, fa sempre piacere di potervi dare un’occhiata. La promessa tardava a concretizzarsi e, così, l’ultimo giorno, prima di chiudere tutte le operazioni con quella “faccia tosta” che in fondo mi ritrovo ad avere sono io stesso a chiedere ad una collega di poterne avere una copia. Il libro mi viene consegnato, finalmente! E’ in un formato quasi tascabile (15 x 21) molto maneggevole con una copertina graficamente impostata in modo gradevole con pagine di un colore grigio giallastro avorio che rende l’idea di una carta ingiallita dal tempo collegata ai documenti dell’Archivio “Datini” di cui il libro tratta. E’ composto da 120 pagine. L’argomento è, come già dicevo, “ Francesco di Marco Datini – Affari e affetti nella Prato del tardo Trecento” e l’edizione è di una storica casa editrice fiorentina, la Nerbini, nata nel 1897 e molto attenta a produzioni divulgative colte e popolari allo stesso tempo (classico è il rimando alla pubblicazione di molti fumetti, come il primo “Topolino”). Gli aspetti formali sono molto importanti per rendere appetibile alla vista ed al tatto oltre che all’olfatto (il profumo della carta fresca stampata è stato sempre per me elemento di apprezzamento) un volume. Avendo chiuso le operazioni di Esame mi apparto con il libro per scorrerne le pagine e mi soffermo sull’Indice. L’originalità del libro consiste, dopo una serie di incontri presso l’Archivio di Stato di Prato di alcune classi (III B, III C e III E a.s. 20122013) e di un gruppo di docenti sotto la guida di Chiara Marcheschi, “giovane profonda conoscitrice dell’Archivio Datini” come rileva la Direttrice dell’Archivio di Stato di Prato, M. Raffaella de Gramatica nella Presentazione3, nell’aver messo insieme competenze, professionalità, sensibilità diverse ma tutte al femminile. L’unica presenza maschile, oltre quella del Mercante di Prato, è esterna al Gruppo di lavoro ed afferisce al Dirigente Scolastico, prof. Mario Di Carlo che, nella Presentazione2, sottolinea “l’esigenza delle ragazze e dei ragazzi di approfondire la conoscenza storico-culturale del territorio e delle sue risorse, per essere maggiormente consapevoli delle proprie radici e per chiarire la progettualità futura”.
Si tratta di un “libro aperto” e disponibile ad essere ampliato con nuovi capitoli e nuove ricerche da docenti, studenti o studiosi. E’ un libro utile per chi, pur conoscendo già un minimo di Storia della mercatura e di Storia di Prato, voglia avere un orientamento più preciso sugli “strumenti” a disposizione. Come si diceva, si tratta di un libro collettivo nel quale le docenti Maddalena Albano, Elisabetta Cocchi, Manuela Giusti, Eva Nardi, Paola Riggio e Rosa Rossi, coadiuvate dall’esperta Chiara Marcheschi si dividono i compiti ed elaborano le varie parti. Oltre alla Presentazione1 di taglio istituzionale (la vice presidente della Provincia Ambra Giorgi auspica un utilizzo del testo da parte soprattutto degli studenti), il libro si struttura in tre parti. La prima, “Per conoscere…”, ad opera di Eva Nardi, Rosa Rossi e Paola Riggio, compie un excursus storico e biografico su Prato e su Francesco di Marco Datini; la seconda, “Per documentare…” è maggiormente specialistica e tecnica e tratta dell’Archivio, che consta di 150.000 documenti sciolti e circa 600 registri, e poi dell’attività economica del Mercante di Prato e della dimensione del vivere quotidiano nella Prato del tardo Trecento vista attraverso le testimonianze (la “corrispondenza epistolare”) della moglie di Datini, Margherita Bandini; ad operare su questa sezione, oltre a Chiara Marcheschi sono Elisabetta Cocchi, Manuela Giusti, Maddalena Albano ed Eva Nardi. La terza parte, “Per approfondire…”, curata da Paola Riggio, si sofferma su alcuni aspetti della vita familiare in una città del Trecento basandosi ovviamente sull’ampia documentazione archivistica a disposizione (La struttura familiare. La rete di rapporti sociali. Le occasioni di festa. Le case e gli arredi. Il cibo. L’abbigliamento). Ne consiglio la lettura non solo agli studenti; è un testo che potrebbe (dovrebbe) essere tradotto nelle lingue più importanti ed essere posto a disposizione dei turisti che vengono a visitare la nostra città.

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