ALTRI TEMPI ?

ALTRI TEMPI ?

Mio padre mi ammoniva rispetto alla “politica” nel ricordo degli anni bui della sua “giovinezza”, ma di certo era molto orgoglioso dei miei “impegni” sociali culturali e politici.
Un amico mi ha detto qualche giorno fa parlando dei “giovani” impegnati nell’agone politico in questo ultimo ventennio: “Non credo che si divertano quanto ci si divertiva noi alla loro età!….”. Dissento.

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“Ci sono le Primarie… e io vi partecipo. Non solo come elettore, sono tra i candidati”.
Giuliano, quella sera era tornato a casa galvanizzato dalla prospettiva di potersi mettere alla prova in quella “contesa” tutta interna al suo Partito.
“Guarda di non esagerare” riflettè Silvia, la sua compagna “non sei ancora così conosciuto…ed in politica sei troppo giovane…”.
Giuliano da poco era arrivato in quella città e politicamente in verità non si era distinto; la politica è fatta di rapporti intensi e compromissori; la sua presenza era stata orientata alle problematiche culturali ed anche nel Partito, dopo vicende drammatiche di livello nazionale, da poco tempo si occupava di Cultura e, si sa, questa non è mai stata, se non a chiacchiere per acchiappare qualche consenso passeggero, nelle priorità di nessuna forza politica.
“Ecco dunque un’occasione per evidenziare il mio valore” ebbe a pensare il giovane e si scrollò di doso il pessimismo pragmatico di Silvia. La quale in verità più di una buona ragione ce l’aveva: quelle Primarie erano riservate in modo esclusivo alle iscritte ed agli iscritti; non erano “aperte” e Giuliano era conosciuto solo da una minima parte di militanti, e i concorrenti erano temibilissimi.

C’era però una clausola che lo incoraggiava a sperare: erano Primarie un po’ strane, si potevano segnalare anche, nel segreto del gabbiotto, delle indicazioni in negativo, una sorta di “gioco al massacro consentito dalle regole”. E lui pensò che la sua militanza attiva, anche – e forse proprio per questo motivo – se non lo aveva fatto conoscere a tantissimi, proprio per il fatto che in quella città era arrivato da non molto, tre-quattro anni, non aveva avuto il tempo di produrre giudizi e concrezioni negative, e lui quindi sperava in un saldo positivo.

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Era la prima volta che nelle Amministrative si votava con una nuova Legge, quella che avrebbe affidato un ruolo di primissimo piano ai Sindaci con una votazione a preferenza unica e con la trascrizione del cognome del consigliere prescelto da parte dell’elettore.
Fino ad allora si era votato con tre preferenze e bastava segnare accanto al simbolo dei numeretti, la qual cosa aveva prodotto un vero e proprio mercato dei consiglieri che si organizzavano attraverso il Partito con delle cordate ben precise ed orientate allo scopo anche di stabilire preventivamente la scelta del Sindaco.
Tutte le campagne elettorali si basavano su questi pre-accordi e di norma circolavano queste “terne” sui “pizzini” che candidati e loro galoppini distribuivano ad amici ed amici degli amici.

…prima parte…. continua…

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