RITORNO A CASA – 5

RITORNO A CASA – 5

In uno di questi blitz il nostro amico era stato denunciato per “maltrattamenti” verso gli animaletti ed era stato convocato a tale scopo in Tribunale. Non molti per loro fortuna conoscono la “confusione” che caratterizza, oltre agli Uffici pubblici in genere, gli ambienti dei Tribunali, ancor più nel nostro Mezzogiorno ed in quello partenopeo dove supera qualsiasi possibilità di descrizione ed immaginazione, con la sua varia multiforme umanità.
Non tutti ovviamente sono deliquenti, vorrei vedere, ma l’imbarazzo per gli avventori non abitudinari è immenso, vi sono anche presunte parti offese o ancor più persone ingiustamente accusate e la volgarità più oscena si mescola alla ruspante popolanità e le voci si accavallano e si mescolano e ciascuno per farsi meglio sentire e capire le alza a dismisura come se si fosse in ambienti rumorosi come le tessiture o i vani motore delle navi. E poi ci sono avvocati veri o falsi (i tribunali sono sovente stracolmi di ciarlatani) intenti a consigliare i loro clienti, utilizzando numeri del codice a volte a casaccio e poi ci sono gli uscieri veri e propri plenipotenziari, che dall’alto della loro ormai acclarata esperienza, frutto dell’inamovibilità funzionale ne sanno davvero più di tutti, meritevoli di lauree ad honorem più di tanti altri veri o pseudolaureati.
Ad uno di questi ultimi si rivolse ordunque, fiducioso allo scopo di avere utili indicazioni logistiche, il nostro amico mostrando la convocazione ricevuta ed accennando con giusta e precisa sintesi, un po’ anche per giustificarsene, alle ragioni per cui si trovava in quel posto, “pesno di essere stato chiamato a rispondere dell’utilizzazione di topi in laboratorio, sono professore all’Università…”; sintesi che venne ulteriormente ridotta ad uso locale, nel senso che il nostro amico si occupava di “ratti”. E così l’usciere, che aveva ben compreso il tutto, urlò da un capo all’altro del corridoio, mentre indicava la direzione verso la quale il nostro amico doveva andare, e cioè in fondo a destra del lungo affollatissimo corridoio: “Guagliu’ chist’è chillo d’’e zoccole”.

– parte 5 – continuanapoli

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