“DON LORENZO MILANI – L’esilio di Barbiana” di Michele Gesualdi – presentazione a cura di Sandra Gesualdi, Maria Laura Cheli e Giuseppe Maddaluno allo Spazio AUT di Prato via Filippino 24 venerdì 7 aprile ore 21.00

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“DON LORENZO MILANI – L’esilio di Barbiana” di Michele Gesualdi – presentazione a cura di Sandra Gesualdi, Maria Laura Cheli e Giuseppe Maddaluno allo Spazio AUT di Prato via Filippino 24 venerdì 7 aprile ore 21.00

Quando ci dicevano “Voi siete i veri comunisti!” eravamo soltanto dei giovani idealisti pieni di energia che si impegnavano per costruire un mondo diverso da quello dei nostri padri, senza tener conto che in moltissimi casi quegli ultimi erano stati resi infelici da una o due guerre mondiali, dal Nazifascismo e dagli altri movimenti antilibertari della prima parte del secolo.
Ma gli anni in cui noi sentivamo dire “Voi, sì che siete i veri comunisti!” interpretavamo quelle parole quasi sempre con la convinzione che lo si dicesse più per piaggeria che per una valutazione vera e propria del nostro lavoro. Erano gli anni Sessanta e poi Settanta e tra le montagne bellunesi con altri giovani come me impegnati nella scuola, nel Sindacato, nel PCI e nella scuola (la ripetizione è voluta) ci siamo ritrovati tra le mani e nella mente il libro dei ragazzi di Barbiana che ci indicava una delle strade possibili da percorrere nella nostra libera pratica pedagogica. E ci siamo ritrovati ancora una volta a fianco di giovani operaie ed operai, che, non avendo avuto la possibilità (a volte la voglia sostenuta anche da famiglie bisognose o poco sensibili in tale direzione) la possibilità – dicevo – di frequentare la scuola, avvertivano concretamente il bisogno di conoscere, cogliendo l’occasione delle 150 ore appena istituite all’inizio degli anni Settanta. Oggi mi ritornano in mente quelle parole molto frequenti negli apprezzamenti della gente di Feltre e solo oggi, anche grazie a riletture donmilaniane le comprendo sotto una luce diversa: non è detto che questa possa essere l’interpretazione definitiva, ma per ora e per me è così. E c’è il bisogno di superare quel convincimento che “comunista” fosse e sia a volte ancora oggi un’accezione negativa.
A noi allora, leggendo alcuni testi scritti da personaggi che hanno avuto uno stretto rapporto con la Chiesa, a volte acritico altre invece critico ma sempre nel solco dell’”obbedienza”, rilevo l’imbarazzo a collocare ideologicamente don Milani, considerato avversario dalle Sinistre ed eretico dalla stessa Chiesa, che mal tollerava il suo schierarsi con gli ultimi, gli umili, i poveri, i diseredati, gli sconfitti, i contadini, gli operai, mentre essa continuava ad essere prevalentemente con i potenti, i ricchi, i padroni.

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