ORGANIZZARE LA PARTECIPAZIONE DAL BASSO

ORGANIZZARE LA PARTECIPAZIONE DAL BASSO

Conosco perfettamente i limiti giuridici assegnati agli Enti locali per la istituzione di Circoscrizioni sul loro territorio. Prato ha poco meno di 200.000 (192.492 al 31.03.2017) abitanti e dunque non rientrerebbe tra quei Comuni per i quali “istituzionalmente” è prevista la presenza di Circoscrizioni.

Pur tuttavia, ripercorrendo la storia dei passati decenni, troveremmo che il Decentramento amministrativo in questa città ha funzionato egregiamente fin quando le forze politiche di maggioranza e di governo le hanno tollerate. La pratica della Democrazia partecipata è stata una delle palestre attraverso le quali si è formata una parte preponderante della classe dirigente locale. Ovviamente – e tutti lo sappiamo – la Democrazia è impegno costante: la fatica con la quale le Amministrazioni hanno dovuto far passare le loro scelte, a volte non pienamente condivisibili dai territori coinvolti, hanno indotto a marginalizzare ed a neutralizzare progressivamente il ruolo del Decentramento.

Rispondo a chi ha rilevato che la “partecipazione” è organizzata da Partiti e Sindacati: forse non conosce lo stato di crisi di queste due Istituzioni; forse è convinto che esse siano ancora baluardo di Democrazia. Io vorrei che così fosse ma poiché non sempre lo è mi attivo a rilevarne le contraddizioni. La mia preoccupazione fra l’altro sono “i piatti di lenticchie spesso avariate” che vengono offerte dal Potere (che “può”) a coloro che ne sono affamati (che “non possono”). E’ la battaglia eterna tra chi gestisce il Potere e gli “incapienti ideologizzati”.

L’alternativa (!) alle Circoscrizioni proposta dall’attuale Amministrazione è un meccanismo solo apparentemente democratico che non può essere accolto come prospettiva: propongo di studiare “alternative” democratiche della pratica partecipativa per la prossima legislatura, che vadano a sanare il vulnus che si è voluto creare per umiliare, mortificare la volontà dei territori. Ovviamente, per poter realizzare tali progetti bisognerà attivarsi alla ricerca di risorse “umane” su tutti i territori: a mio parere occorrerà andare al di là – oltre – della strutturazione in 5 aree (macro, come quella che Prato aveva fino al 2014 e che fu fatta “consumare” lentamente) nè tantomeno di quella in 11 quartieri (la stessa San Paolo di cui sono più esperto ed a mo’ di esempio potrebbe essere suddivisa in tre: Borgonuovo, San Paolo e via Filzi-via Pistoiese). Ogni frazione o sotto-frazione dovrebbe avere una “struttura” a base volontaria, ma parliamone meglio. E soprattutto fuori il coraggio e senza paura! La Democrazia non ci può far paura.

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