IN VIAGGIO VERSO NAPOLI – un’umanità in cammino

IN VIAGGIO VERSO NAPOLI – un’umanità in cammino

Ottima compagnia su un Intercity che mi porta a Napoli. Quando sono salito su con una valigia pesantissima due giovani mi hanno aiutato a sollevarla; poi ho pensato bene, essendo liberi tre posti su quattro, per concedere un provvisorio spazio maggiore ad uno dei giovani che mi aveva sorretto il peso del bagaglio nell’ultimo sollevamento pesi mi sono seduto nel posto libero di fronte a lui. Una signora che intanto era seduta nell’altra fila ha voluto farmi notare giustamente che era il suo posto ma che volentieri me lo cedeva. Dopo poco a Firenze è arrivata una giovane ragazza che aveva prenotato il posto dove era seduta la signora di cui prima parlavo. Le abbiamo spiegato quel che era avvenuto e le ho concesso di occupare intanto il mio posto, che ora si trovava di fronte a quello dove ero seduto. E’arrivato il controllore che con una straordinaria bonomia ed un eloquio partecipe ha benedetto questo nostro “tourbillon”. Nel frattempo ad Arezzo è salita una di quelle coppie da film della classica “commedia all’italiana”, un omino ed una donnina esile esile, tipicamente “napoletana”, aggressiva, che trascinava sia i bagagli che l’omino alla ricerca dei loro posti. Accortasi che erano occupati da due signori che semplicemente vi erano seduti ma avevano in ogni caso proceduto semplicemente ad uno scambio provvisorio, più o meno come me e gli altri, in modo scortese e violento tipico del popolo cialtrone, si è allontanata alla ricerca di altri posti liberi più spaziosi per poter ospitare il bagagliume disordinato che si trascinava dietro. “Alla faccia del piffero!” ho esclamato tra me e me; altro che tourbillon, pensando a chi quei posti avrebbe dovuto occupare in una delle prossime fermate.
Intanto la giovane di fronte a me aveva aperto il suo portatile e di tanto in tanto sorrideva per qualcosa che mi era ignota. Il controllore moderno ha la piena padronanza sulla collocazione dei viaggiatori ma si guardò molto, avendone fiutato il caratterino, dal far notare ai due nuovi arrivati che si erano seduti in posti peraltro lontani da quelli di loro pertinenza.

Bagagli 2

Ed infatti a Orte è salita una maxifamiglia di americani con valigie enormi e lucide che con precisione ed un certo qual imperio (ditelo a loro: “prima gli italiani”! non vi faranno una “pernacchia” ma basterà il loro sguardo a rendervi esplicito cosa sia l’ordine) hanno preteso di occupare i posti che avevano prenotato. E così la signora con il suo omino hanno traslocato nei loro posti assegnati. A Roma Tiburtina, dove il treno sosta il tempo necessario per il cambio della squadra di ferrovieri, che è più o meno quattro-cinque minuti, mi sono accorto che la signora si preparava per scendere a fumare e mi sono permesso di farle notare che stava rischiando di rimanere a terra. Non l’avessi mai detto; mi ha aggredito con veemenza confermando la sua volgarità. In cuor mio l’ho mandata a benedire, ma alla fine ha seguito il mio consiglio.
Due, i senior marito e moglie, degli americani si sono seduti accanto a me ed alla giovane, occupando i posti loro assegnati accanto al finestrino.

fine parte prima

Joshua Madalon

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