LA GOVERNABILITA’ E LA DEMOCRAZIA – perché NO

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LA GOVERNABILITA’ E LA DEMOCRAZIA

Nelle elezioni del 1921 – ci fosse stato il ballottaggio – si sarebbero fronteggiate due forze: il Partito Socialista Italiano con il 24,7% ed il Partito Popolare Italiano con il 20,4%; i Fasci di combattimento furono l’ultimo dei Partiti con lo 0,4%. Tutti sanno come è andata la Storia, o perlomeno “dovrebbero saperlo”. Le regole non bastano: ci vuole la giusta attenzione.

Nel 1921 Mussolini aveva 38 anni. Lo squadrismo fino al 1921 non aveva fatto breccia con la violenza, anche se alcuni eventi avrebbero dovuto far suonare un campanello d’allarme. La buona società borghese di allora guardava a lui con attenzione interessata.

Quello che accadde nel 1922 – che sfociò nella Marcia su Roma – è da addebitarsi alla sottovalutazione di larga parte del panorama politico di allora. L’ingovernabilità risultata dalle elezioni del 1921 e l’ascesa al Potere facilitata dalla bonomia della Corona e di alcune forze che avrebbero potuto opporvisi consigliarono al Capo del governo di costituire una Commissione che preparasse una legge che consentisse la governabilità. In questa impresa furono impegnati esponenti di tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento. Ne sortì la legge Acerbo, una sorta di “Italicum” ante litteram.

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Non vi preoccupate: fate pur finta di non aver capito. La vita scorre e la Storia dovrebbe insegnarci qualcosa, a patto che la si studi, la si analizzi e la si contestualizzi. Non c’è bisogno degli squadrismi: le gogne mediatiche li hanno sostituiti; e bastano pochi imbecilli ben distribuiti e pagati con monete pesanti a diffondere il giusto “verbo”. Non dite, però, che nessuno vi aveva avvertiti.

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