UNA COSA E’ CERTA: NIENTE SARA’ COME PRIMA – parte 2

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UNA COSA E’ CERTA: NIENTE SARA’ COME PRIMA – parte 2

Un Paese democratico non si addice ad un leader (qualsiasi sia la sua appartenenza politica) che non si adoperi per smorzare le differenze utilizzando la mediazione. Abbiamo vissuto venti anni di berlusconismo e ne volevamo uscire non con una forma di alternativa omogenea ma con un completo rinnovamento: invece ci ritroviamo una forma di “imperio” che è solo in apparenza verbale ma ha anche risvolti drammaticamente fattuali.
Non c’è un reale desiderio di coinvolgimento di coloro che razionalmente dissentono, ma la volontà di umiliarne le potenzialità riducendone la loro praticabilità.

Quando si ragiona sul futuro, si sente dire da coloro che dovrebbero avere una cultura di Sinistra che purtroppo non vi sono alternative. E questo in assoluto non è una buona notizia: e la sottolineo proprio a coloro che discutono animatamente nel contrastare l’ipotesi che il Governo Renzi e ciò che si annuncia sia il suo proseguimento abbia dentro di sè – grazie anche alle “riforme” preparate e difese strenuamente – il germe del dispotismo. Un Paese – ed una classe politica – che non è in grado di proporre un’alternativa è una nave destinata ad andare allo sbando verso spiagge e scogliere pericolose. Ancor più se il suo timone fosse una legge generale come quella che si vorrebbe far approvare nel referendum del 4 dicembre.

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Votare NO serve a fermare una possibile deriva.
Perché “possibile” e non certa?

Eh, bella domanda! Rispondo riferendomi anche alle motivazioni che hanno reso difficile il rapporto di alcuni, come me, con questa leadership del PD: “Se a condurre le sorti di un Partito che si è voluto definire “Democratico” ci fosse stato un gruppo sinceramente aperto al confronto con il dissenso interno (e cioè disponibile “davvero” ad accogliere diverse posizioni ed idee, peraltro chiaramente appartenenti alla Sinistra) quella proposta di riforma avrebbe forse potuto contenere anche qualche elemento di riferimento alla minoranza “interna” (è inammissibile considerare con sentimenti di avversione sprezzante i propri “compagni”); ed invece alle critiche sono state contrapposte offese e derisioni, nemmeno si trattasse di avversari storici come la Destra. E’ quindi del tutto evidente che il futuro, qualsiasi sia il risultato del Referendum è pieno di nuvole nere.

NULLA SARA’ COME PRIMA, grazie a questa conduzione del Partito, spregiudicata e velenosa.

L’unico modo per indurre questa leadership a più miti consigli è quella di VOTARE NO: e – lo dico alle mie amcihe ed agli amici che più e più volte mi hanno invitato a scendere nel merito – non c’è più MERITO di questo, ve lo assicuro. C’è da salvare il nostro Paese!!! VOTATE NO!!!!

Imparare a dire NO