LE IDEOLOGIE nel corso dei tempi (una riflessione su “legittima difesa”)

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LE IDEOLOGIE nel corso dei tempi

Bisogna avere il “coraggio” di ri-discutere, al costo di rompere gli schematismi “ideologici”. I tempi sono cambiati e non si può essere sempre gli stessi in ogni tempo.

Le ideologie non possono essere cristallizzate: in quel caso diventerebbero poco meno o poco più che dogmi. Esse vanno sempre contestualizzate con i tempi; la loro base, fatta di valori prioritari, deve essere sempre la stessa, come le fondamenta delle nostre abitazioni. Ma i rami dell’albero devono poter vivere l’aria del loro tempo, della loro stagione proprio per evitare di far rinsecchire le radici. Le pretese strumentali di coloro che si sono accaniti contro le ideologie per organizzare i loro tornaconti, di quelli che assumono come linea di riferimento l’esclusivo pragmatismo mercantile non fanno altro che sostituire alle ideologie storiche un’altra ideologia. Pur tuttavia coloro che invece difendono tout court le vecchie ideologie rifiutando di metterne in discussione alcuni aspetti non fanno altro che assumere una posizione di mero conservatorismo antistorico.
E’ del tutto evidente però che coloro che perseguono fini antideologici pur volendo apparire riformisti e rivoluzionari vanno nella maniera più assoluta segnalati e denunciati apertamente alla pubblica opinione quali demagoghi e mentitori.
Mi soffermo a questo punto sulla vicenda della “legittima difesa”; è del tutto evidente che chi assume un ruolo di attacco alla proprietà privata lede principi e valori fondamentali la cui limitazione non può essere tollerata in un consesso civile. Negare ai cittadini l’uso legittimo della difesa di pari entità significa negare l’esistenza del valore della libertà e dell’uguaglianza: un cittadino attaccato nella sua proprietà non può assistere inerme a tale violenza e lo Stato deve garantire tale principio, innanzitutto prevedendo una legge giusta per chi trasgredisce, per i delinquenti di ogni tipo. Trovo molto debole l’idea che con una legge simile si diffonda indiscriminatamente l’uso delle armi; se al ladro che attenta alla libertà di un individuo si contrappone, ad esempio, il lancio di un oggetto contundente, o una lama di coltello invece che un colpo di pistola, nulla cambia, nulla deve cambiare. Non sarò certamente tra quelli che di fronte ad una legge che tuteli l’uso legittimo della difesa in occasioni come quelle degli ultimi tempi corrano a richiedere il porto d’armi; anzi credo che debba essere fortemente limitata tale concessione a chicchessia, con un impegno non solo scritto da parte dello Stato ad incentivare al massimo la pena, verificandone la certezza, ai trasgressori sia della parte offendente che della parte offesa.
La maggior parte dei reati contro il patrimonio privato è opera di delinquenti già noti, liberi di scorazzare impunemente con la consapevolezza di poter disporre di leggi poco efficaci nell’ambito delle limitazioni della loro libertà, vedasi la paradossale vicenda di Igor, criminale conosciuto ma non per questo costretto dalla giustizia ad essere neutralizzato nella sua attività delittuose.
E d’altronde con molti di questi personaggi vale poco l’aspetto rieducativo, peraltro generalmente discutibile nell’attuale legislazione carceraria.
Ho scritto queste note, facendole precedere da una riflessione sulle ideologie e sui valori; e l’ho fatto consapevolmente, in quanto non trovo disdicevole affrontare la tematica della “legittima difesa” ribadendo il valore della libertà, quello dell’onestà, e per giunta quello della solidarietà: chi è povero, chi lo è diventato, chi è giunto da noi attraversando le miserie della nostra Storia contemporanea ha diritto di essere assistito anche dalla compartecipazione di tutti noi, singoli ed associati. Gli altri, no: soprattutto coloro che scelgono la via della violenza, quasi sempre senza avere quei bisogni primari di cui sopra, vanno fermati. Lo deve fare lo Stato, prima che i cittadini; ma se lo Stato non è capace di farlo si corre il rischio che lo facciano “comunque” i cittadini. Ed una legge che sia giusta, non ambigua ma forte nella certezza della pena, è più che opportuna: una legge che limiti gli abusi, che limiti soprattutto la necessità di interventi personali.
Ecco, pensare che una proposta di questo tipo sia di Destra e non di Sinistra è una delle tante aberrazioni falsamente ideologiche.

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