Note sparse – la Sinistra è morta? ma no, viva la Sinistra – 2

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Note sparse – la Sinistra è morta? ma no, viva la Sinistra – 2

…e così vado avanti, salutato il gruppo, mentre da lontano avverto una sorta di salmodiare come una messa cantata, quasi funebre. Altre persone a me ignote affluiscono lungo la Piazza San Francesco nel mentre mi avvio verso via Santa Trinita. Tra queste due figure, una anziana l’altra giovane: l’anziano mi sorride con quella forma di interrogazione muta sembra dire “Sei contento? Suvvia, abbozzala!” ma non lo dice, mentre invece da quel gruppo di donne, quelle dell’avvio di questa metanarrazione (ad uso pedagogico), mi viene in modo esplicito e diretto richiesto “Sei contento?” “No!” secco. e arrivederci con cordialità.
Ci fermiamo a parlare con abbracci possenti oltre che di una rozzezza primitiva, quasi a volermi convincere che sia stato giusto votare nel secondo turno il Centrosinistra. L’anziano mi presenta il giovane, che vuole capire il mio punto di vista, anche se non lo condivide. A me sembra un approccio onesto e argomento mettendo insieme la storia degli ultimi anni e la deriva di un Centrosinistra nel quale i valori della Sinistra avevano trovato sintetiche corrispondenze con quelli di un Centro moderato attento ai bisogni dei più deboli. Una deriva che purtroppo era originata da un elemento fondamentale ineludibile, quello di aver dovuto rendere conto, nella genesi di una nuova forza politica frutto di un accordo tra ex PCI ed ex DC (la prendo da lontano), prima di tutto ai gruppi dirigenti escludendo di fatto la base. In definitiva quanto è accaduto è generato dall’atto fondativo, sbagliato. I residui della Sinistra sono stati occultati a favore di un progetto ambiguo ed ipocrita nelle affermazioni paraideologiche. Nei fatti a prevalere sono stati gli interessi dei gruppi dirigenti e inevitabilmente nella realtà si è prodotta una forma Partito molto più attenta al mantenimento dei “poteri” consolidati nella parte più traffichina e postideologica del nuovo Partito, il PD. L’avvento del “renzismo” ha posto in evidenza questa “metastasi” in atto.
Il giovane mi ascolta ed argomenta su quello che sa; è così giovane da non potersi avvalere di conoscenze ed esperienze dirette, ma non presume di conoscere e sapere. Ed è un buon avvio di confronto; raccolgo anche il suo parere su “Prato in Comune”. “Lo considero un progetto elitario, autoreferenziale” afferma “che non poteva aspirare a sintetizzare i bisogni molteplici, che sono invece punto di riferimento dei Partiti che hanno una base popolare più ampia”. Argomento, condividendo il fatto che il nostro progetto è appena all’inizio; è un bimbo che gattona che ha bisogno di essere aiutato a sostenersi soprattutto da forze giovani. In queste condizioni, mentre ci si barcamena tra sostegni ipocriti e malèfici anatemi sostenuti dal bisogno di fronteggiare la Destra, le Destre e la necessità di avviare un percorso di riconoscibilità di una Sinistra democratica di Governo, una Sinistra che sia Sinistra che non sia un rosa pallido centrosinistra, indubbiamente il nostro lavoro è improbo ma gli obiettivi cui miriamo sono alti e la nostra consapevolezza ci sospinge con passione ed entusiasmo.
Ci scambiamo un arrivederci a partire dai contatti sui social. E proseguo, mentre imboccando via Santa Trinita tra tavolini affollati di giovani avventori nel chiacchiericcio generale ascolto l’origine di quei canti, che mi apparivano Salmi.

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