CIRCOLO DELLE IDEE SAN PAOLO PRATO – COMMON LAND – Terre comuni –

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CIRCOLO DELLE IDEE SAN PAOLO PRATO – COMMON LAND – Terre comuni –

Il nostro territorio è “patrimonio” comune. Il nostro compito è difenderne le integrità, migliorarne le strutture, adeguarle ai bisogni, progettare a misura del nostro futuro all’interno di percorsi integralmente sostenibili. Osservando le carte di decennio in decennio il territorio di San Paolo è stato aggredito, violato, mortificato, umiliato da scelte che troppe volte sono apparse piegate ad interessi particolaristici che hanno prodotto situazioni critiche. Su quella parte di territorio, in particolare quella parte che si chiama Macrolotto Zero, si parla ora di interventi di riqualificazione. Molto bene se questi sono però collegati e collegabili ai bisogni del territorio; meno esaltante sarebbe l’ipotesi di interventi realizzati ad uso e consumo di piccoli gruppi, ancor più se questi afferiscono a realtà “private” con intendimenti prettamente mercantilistici, all’insegna del motto “a buon rendere” che ha tristemente e bassamente caratterizzato lo stile di vita di una parte, ahimè anche quella “dirigente”, dell’intera città. Non “mecenati” ma semplici “profittatori” finché c’è da mungere la vacca pubblica; pronti poi ad abbandonare la “nave” quando la tempesta si avvicina.
IL CIRCOLO DELLE IDEE che sostituisce ed integra l’attività di un Circolo del PD ha avviato da tempo serie riflessioni sui temi dell’ambiente e del territorio e non mancherà di denunciare interessi che non appaiano e non siano di rilevanza pubblica; non certamente per impedire ingiustamente ai legittimi proprietari di poter disporre liberamente dei loro possessi ma per evitare “democraticamente” con l’uso del pensiero e della parola che altri scempi vengano compiuti soprattutto sul territorio di San Paolo. Come si scriveva qualche giorno fa questa realtà che attende da decenni di essere risarcita per la violenza subita potrebbe diventare un “grande polmone verde” indirizzato (gli assunti di EXPO 2015 di cui tanto ci si riempie la bocca dovrebbero essere un punto di riferimento “reale”) verso l’agricoltura (un’agricoltura di sperimentazioni), il giardinaggio con scopi didattici ed educativi, garantendo ai cittadini che verranno l’usufrutto di quegli spazi per la “vita”, quella reale non di certo quella virtuale solo narrata ai poveri e goduta dai ricchi. E, questo, soprattutto in un’area nella quale le differenze sociali – come purtroppo accade in tutto il nostro Paese – vanno vieppiù aumentando.

Giuseppe Maddaluno – J.M.