LE DIVISIONI DELLA “SINISTRA”

LE DIVISIONI DELLA “SINISTRA”

Non sono innocente e riconosco che dal punto di vista politico e culturale ho le mie responsabilità in merito ed allo stesso tempo ce le hanno coloro che a me in questo momento sono più vicini. Allo stesso tempo riconosco che non sia possibile dialogare con chi in modo a volte chiaro a volte criptico pensa ad altre strade da percorrere, altre condivisioni, altre collocazioni, altre strategie per il future, quello prossimo e quello a medio e lungo termine. Se la Politica è quella cosa che dovrebbe aiutare a costruire il bene comune e non quello personale o poco poco più allora è abbastanza evidente il disappunto mio e dei miei vicini attuali di fronte a scelte che non ci sono piaciute e nelle quali non vi è stato peraltro (per me la differenza è molto sottile, non mi avrebbe, ciò, fatto cambiare idea) alcun tentativo di un nostro coinvolgimento. C’è un profondo discrimine legato a quel che si presume e che non è del tutto palesato: si opera su “sospetti”, non ci si fida e, dunque, non si coopera. Punto
Se non lo si è compreso, mi riferisco – per esperienza personale – a quel che accade a Prato. La mia presunzione non va oltre.
Ma poichè siamo in un Paese nel quale c’è una maggioranza di Destra, nella quale populismo e sovranismo fanno a cazzotti sulla nostra pelle, occorrerebbe che se ne prendesse piena consapevolezza e si evitassero personalismi da una parte e dall’altra: ma, lo si sa, non mi sembra che ciò stia avvenendo e non se ne intravede all’orizzonte una soluzione in tal senso.
Una maggioranza che non fa velo di voler ricercare un cambiamento nell’impianto democratico del Paese, uno smantellamento dell’insieme dei diritti fondamentali conquistati con lotte mai regalati dal Potere. Gli anni del berlusconismo e poi quelli più recenti del renzismo hanno annunciato questo “cambiamento”; ed è stato evidente come ci si sia indeboliti progressivamente incapaci di reagire e di capire fino in fondo quello che stava accadendo, quello che stava per accadere, quali sono i rischi per il futuro, quello prossimo e quello più lontano ma non tanto da non appartenerci.
Assistiamo al paradosso dei paradossi allorquando troviamo al nostro fianco addirittura Silvio Berlusconi. Ovviamente lo disconosciamo come nostro sodale, ma non possiamo non confermarci nell’idea che il consociativismo del “Nazareno” è stato reale ed ha creato cloni diffuse sui territori.
C’è un attacco alla libertà di stampa per giunta condotto in modo maldestro, dato che il livello culturale di chi lo sferra è infimo. Sentir attaccare la stampa perchè si occuperebbe troppo delle confuse e balzane idee dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle fa indubbiamente riflettere su quali potrebbero essere gli interventi che attraverso il Governo si intendono proporre ed approvare. C’è un attacco al Parlamento sempre più esautorato nelle sue funzioni a vantaggio dell’esecutivo e nemmeno nella sua totalità. Ma anche su questi temi poco di nuovo appare, visto quello che abbiamo vissuto nell’ultimo ventennio; grande è la responsabilità di chi ha presieduto le ultime legislature. Noi non possiamo condividerne I passi. Non possiamo confonderci.

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