L’asocialità dei ribelli NO VAX – parte 1

L’asocialità dei ribelli NO VAX – parte 1

La stragrande maggioranza del Paese contribuisce in quota parte alle funzioni vitali dello Stato, soprattutto in quei settori sociali, come la Sanità e l’Istruzione. Ciascuno contribuisce volentieri, riconoscendo che lo Stato adopererà quei contributi in modo saggio ed equo. Nella Sanità, ad esempio, vengono ad essere riconosciute le necessarie cure, sostenendo le spese non solo in parte ma molto spesso “in toto”, soprattutto per chi ha più bisogno. La Sanità italiana è da sempre un modello democratico riconosciuto per il suo valore a livello internazionale.

Negli ultimi anni – come è peraltro accaduto in altre parti del mondo – il settore sociosanitario ha dovuto subire forti contraccolpi, non riuscendo in molte occasioni e per lunghi periodi a corrispondere alle necessità di una popolazione sempre più anziana e dunque bisognevole naturalmente di cure. A soffrirne sono stati tutti coloro che avrebbero dovuto avere cure mediche, anche e soprattutto di degenza ospedaliera o di interventi diagnostici e curativi, che nel corso degli eventi, ed in particolare quelli collegati alla pandemia, sono stati costretti a farne a meno, proprio allo scopo di far fronte ai più urgenti bisogni collegati al dilagare del virus Covid19.

Nella prima fase di essa, quella per intenderci del 2020, febbraio/marzo fino a tutto maggio, quella fase del “lockdown” più duro, quando tutto il mondo produttivo non di prima necessità era ingessato, la comunità ha mantenuto un contegno pregevole, largamente apprezzato ed osannato forse oltre misura, con una retorica quasi nazionalistica. Nondimeno vi è stato chi non ha mancato di avanzare distinguo, troppe volte pericolosamente improponibili, ma che si alzavano a difesa di interessi assai parziali, anche se – all’interno di quella parzialità – certamente importanti. Mi riferisco – solo per fare uno dei tanti possibili esempi – alla pretesa di “riaprire tutto” spesso ventilata e minacciata a dispetto dei dati reali, che rappresentavano un vero e proprio rischio per la Salute pubblica. Il nostro popolo, così eroico, ha tuttavia un brutto difetto: dimentica! Altrimenti ricorderebbe come quella Destra, che pur avanzava nel Paese, proponeva soluzioni perniciose, semplicemente per raccattare consensi da quella parte di società che si sentiva meno protetta.

Poi gli scienziati, che pur avevano avuto un ruolo di sostegno nel fornire soluzioni di tipo sociale, sono riusciti a produrre una serie di vaccini e li hanno rapidamente testati, vista l’emergenza. Dal marzo di quest’anno è stata avviata la campagna di vaccinazione. A questo punto sono sorti nuovi problemi, ben diversi da quelli sinteticamente trattati prima. Si è diffusa, accanto ad una, purtroppo molto timida, campagna di sostegno, una dura e aggressiva controcampagna di discredito della validità dei vaccini, della loro pericolosità, arrivando perfino alla negazione della stessa esistenza del Covid. Allo stesso tempo, coloro che non intendevano accedere alla campagna di vaccinazione, si rifiutavano surrettiziamente di considerare la possibilità di poter accedere a varie forme di socialità, ivi compreso il luogo di lavoro, attraverso lo strumento del Green Pass, necessaria attestazione della vaccinazione, o di una provvisoria negatività.

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