PRATO E IL CASO LEONARDO

PRATO E IL CASO LEONARDO

Non si tratta del genio di Vinci e non ci ha proposto un enigma da risolvere. Si tratta del bravo medico ortopedico che lavora in Prato a Villa Fiorita e che è incappato in uno dei tranelli più frequenti in cui si inceppa entrando nella vita politica, l’estromissione di imperio da una lista, allorquando non fai comodo. Non conosco il pedegree “politico” di Pasquale Leonardo e non sono in grado se la sua folgorazione sulla via fiorentina di Renzi sia avvenuta negli ultimi anni o mesi o la sua “storia” venga da più lontano. Ne parlo per sottolineare non tanto la gravità del fatto quanto la recidività dei fatti che vedono un Partito che negli ultimi tempi con il renzismo ha fatto della parola “cambiamento” un “must” da vendere a cittadini desiderosi di metodi nuovi all’opera ma che, nella realtà, non mantiene quanto apparentemente ed ipocritamente ad uso dei gonzi avrebbe promesso. Nelle ultime ore una consigliera del Movimento 5 stelle si è sperticata in critiche all’antidemocratico PD senza però aver mai attraversato i gioghi dell’umiltà riconoscendo che nemmeno il suo è un movimento democratico, perché la Democrazia non è il web ma è la piazza, i Circoli, le Associazioni, i mercati, le strade. Il web è ancora esclusivo e lo sarà a lungo. Le ho detto, essendo anche stato suo insegnante, di andarsi a studiare la storia locale del suo Movimento (che lei dovrebbe ben conoscere e non rimuoverla dalla memoria a proprio vantaggio) per evitare degli “scivoloni”. A Pasquale Leonardo posso dire che trovo veniale come peccato quello di aver strappato la tessera (io, ad esempio, non potrei; e non l’avrei strappata perché così facendo avrei negato la mia libertà di adesione o non adesione ad un’idea, ad un progetto) ma trovo “mortale” quello di aver pensato a fondare un nuovo Partito. Non ne abbiamo bisogno e le scelte “importanti” non si compiono a caldo. Sono uno che ha già colto l’invito “renziano” di cambiare verso: e facendogli eco mi permetto di divertirmi al “gioco dell’oca” e torno indietro, divertendomi ed allenando nella mia Palestra le Idee di Cultura che ci fanno ricchi. Non si preoccupi il dottor Leonardo e stia certo: diamo più fastidio fuori che dentro, perché questo PD, che non è quello che ho contribuito a fondare perché fosse strumento di vero rinnovamento, ha a noia quelli che pensano liberamente e non stanno zitti, anzi urlano civilmente il loro dissenso.

G.M. (J.M.)

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