IN PASTO AL CAPITALE di Luigi Russi presentano il libro Angela Schiavone e Giuseppe Maddaluno FESTIVAL DELLE IDEE POLITICHE Pozzuoli – Bar “Il Gozzetto” Largo San Paolo 23 aprile 2015 ore 17.00

genuino-clandestino-copia

10336630_383465778479731_6871326642500853830_n

IN PASTO AL CAPITALE di Luigi Russi
presentano il libro Angela Schiavone e Giuseppe Maddaluno
FESTIVAL DELLE IDEE POLITICHE
Pozzuoli – Bar “Il Gozzetto” Largo San Paolo
23 aprile 2015 ore 17.00

Il sesto capitolo affronta “Il caso del caffè” seguendo le tre fasi chiamate “regimi”, il primo dei quali parte dalla seconda metà dell’Ottocento subito dopo la conquista dell’indipendenza dalla Spagna e dal Portogallo da parte dei Paesi dell’America latina. A parte il resto parlando di “caffè” si tratta di una classica monocoltura poco adatta ai “consumi” necessari alla sopravvivenza ed il monopolio attuato ha finito con il non modificare in basso il prezzo dei semi. Il “secondo regime” si colloca poi alla fine della Seconda Guerra mondiale, mentre il “terzo” è quello che arriva fino ai giorni nostri con la liberalizzazione del mercato ed il conseguente calo vertiginoso del prezzo, che ha reso critica la situazione dei produttori. Molto interessante è peraltro il paragrafo dedicato alle nuove tendenze nel mercato del caffè, soprattutto quando si accenna al “commercio equo e solidale” che tende ad aiutare i produttori a mantenere un prezzo congruo alle loro giuste attese, rispettando allo stesso tempo la sostenibilità ambientale e difendendo la biodiversità. In “Il furto di terre” Luigi Russi analizza la tendenza da parte di investitori stranieri (cioè estranei ai territori oggetto di furto) ad utilizzare soprattutto per monocolture la maggior parte delle terre rese incolte dall’abbandono o volontariamente abbandonate da parte dei contadini che non riescono più a governarle a causa dei magrissimi ricavi. Questo atto provoca danni irreparabili alle economie locali arricchendo a dismisura gli investitori molto spesso protetti da anonimati riconducibili a multinazionali. Viene portato l’esempio della jatropha, una pianta che viene utilizzata per la produzione di biocarburanti; è del tutto evidente che anche questa “pianta” non possa essere utilizzata per il consumo essenziale alla sopravvivenza degli individui che intorno a quel terreno agiscono. Ed è chiaro che grandi spazi di terreno vengono sottratti alle produzioni alimentari, senza che vi siano al contempo i guadagni promessi. Nella parte finale cui oggi non accennerò si prospetta il futuro, partendo già dalle buone pratiche che si vanno svolgendo in molte realtà. Anche nei Campi Flegrei. E questa è una buona notizia.

Il libro è dotato di un apparato di NOTE straordinario e di un’invidiabile Bibliografia

gruppi_d_acquisto_solidale

IN PASTO AL CAPITALE di Luigi Russi presentano il libro Angela Schiavone e Giuseppe Maddaluno FESTIVAL DELLE IDEE POLITICHE POZZUOLI – Bar “Il Gozzetto” Largo San Paolo giovedì 23 aprile 2015 ore 17.00

IN PASTO AL CAPITALE di Luigi Russi
presentano il libro Angela Schiavone e Giuseppe Maddaluno
FESTIVAL DELLE IDEE POLITICHE
POZZUOLI – Bar “Il Gozzetto” Largo San Paolo
giovedì 23 aprile 2015 ore 17.00

Nel quarto capitolo Luigi Russi si occupa de “La speculazione sulle materie prime” seguendo il percorso perverso della speculazione in uno dei settori per “natura” “vitale”: questa vitalità è presentata già nel primo capitolo.

“…Le dinamiche che affliggono i mercati delle materie prime agricole dagli anni Duemila in poi mostrano un elevato livello di autoreferenzialità… che è una delle caratteristiche principali del sistema finanziario globale contemporaneo. Le oscillazioni dei prezzi si autoalimentano, indipendentemente dallo stato dei fondamenti economici. Di conseguenza, il cibo diventa solo un’altra attività intrappolata in una rete in cui tutto è investimento e opportunità di ricavare profitto finanziario. Quando queste dinamiche si riversano nel mondo delle variabili economiche «reali», tuttavia, gli effetti sono spesso fortemente destabilizzanti…. Più in generale, la volatilità del mercato delle materie prime agricole ha inviato – di giorno in giorno – segnali sistematicamente sbagliati ai produttori, causando talora la semina di raccolti eccessivi che restano invenduti, talaltra una sotto-coltivazione…. Questa comunque non è la fine della storia. La finanza non solo imbriglia il «cibo» in una rete di attività finanziarie tendenzialmente fungibili a fini di investimento, come esemplificato dalla speculazione diretta sui mercati finanziari. Al contrario, la logica del calcolo finanziario si fa sempre più strada nelle stanze dei bottoni delle multinazionali, diventando una delle leve che si celano dietro l’odierna riconfigurazione della produzione di «alimenti» (se tali possono ancora chiamarsi i frutti delle lavorazioni industriali).”
Nel quinto capitolo, “La riprogettazione del cibo in chiave finanziaria si parte dalla fase della “co-produzione”, che qualcuno potrebbe interpretare come “archeologica e bucolica” anche se in essa vi permane un elemento imprenditoriale di tipo familiare o interfamiliare. Infatti si accenna ad un’interazione continua e…trasformazione reciproca” prevedendo una fase di resistenza ed autonomia o di resilienza del mondo contadino. Luigi Russi analizza il profondo cambiamento intervenuto negli ultimi trenta anni nel “lavoro” contadino che ha decretato la fine di quella particolare figura a noi amica negli anni dell’infanzia (le uova, la frutta di stagione, i polli, il coniglio, etc etc etc). Si passa poi a porre in evidenza ad alcune cause di questo allontanamento, come i Regolamenti CE con norme e prescrizioni così precise da non poter essere tollerate dai limitati guadagni delle famiglie che avessero deciso di rimanere in campagna; così come la necessità di far fronte alle esigenze tecnologiche. In questi ambiti ovviamente le forti multinazionali sono riuscite ad inserirsi portando via la “terra” sia per mantenerla in abbandono sia per poterla coltivare attraverso monocolture. Così come vi si inserisce la “grande distribuzione” anche quella che ha statutariamente (ma, lo si sa, troppe volte gli Statuti sono atti di vera e propria ipocrisia) obiettivi cooperativistici.

…continua….

PASQUALE LEONARDO ED IL P(v)D – PRATO – il dialogo continua

pd-ballottaggio-primarie-diretta-streaming
PASQUALE LEONARDO ED IL P(v)D

Leonardo (Pasquale Leonardo, medico ortopedico in Villa Fiorita, Prato), entrato agli “onori” della cronaca per essere stato estromesso da parte della Direzione Regionale dal listino dei candidati PD di Prato per il Consiglio Regionale – dopo aver rispettato per filo e per segno tutte le regole per poter partecipare ed essere stato anche sostenuto dal Segretario Provinciale Bosi – ha risposto con garbo e cortesia alle mie riflessioni, precisando di non aver “strappato nessuna tessera” ma che non si riconosce più “in questo partito perché è il partito che si è allontanato” da lui.
Avevo pensato mentre scrivevo il mio post che Leonardo fosse “anima candida” e le sue riflessioni me lo confermano; ancor di più questo accade quando riferendosi a Renzi (chissà perché lo scrive in minuscolo! Sarà un refuso o una piena volontà espressa?) dice che “se ogni tanto si riascoltasse non si riconoscerebbe più”.

Vedi, caro amico, meglio tardi che mai: alcuni di noi che hanno costruito questo Partito e che lo amano “davvero” lo avevano capito sin dal primo momento. Qualcuno ci ha voluto giocare con Renzi, ne ha cavalcato l’onda positiva (almeno così credevano loro!), ci si è imbarcato ed ora versa lacrime da coccodrillo. Il fatto che tu, caro amico, non abbia strappato la tessera ti solleva dal peccato veniale ma il vero errore è quell’altro: costruire un Partito che tu – e pochi amici – chiami “veramente Democratico”. Non si gioca con la Democrazia; cosa pensi di mettere in piedi? Un Partito in cui la Democrazia tu e i pochi la costruisci al tuo interno? Sarebbe un Partito oligarchico ed assolutamente poco più che personalistico, ad andar bene. Soddisfacerebbe le tue piccole ambizioni ma raggiungerebbe uno 0,01 per cento di consensi ed alla fine dovresti ritirarti con la coda tra le gambe, più arrabbiato di prima.
Mi inviti a consultare il tuo Programma. Lo farò ma non è questo il punto: di certo vi si troveranno proposte interessanti e condivisibili ma purtroppo rimarrebbe inevitabilmente “fuffa” per questo “apparato di Poteri” che ci governa.
E, allora, come dicevo nel post, rimane forte l’alternativa della CULTURA, la cui forza supera le barriere del tempo calpestando le bassezze e le minuterie di questi bambocci:
“diamo più fastidio fuori che dentro, perché questo PD, che non è quello che ho contribuito a fondare perché fosse strumento di vero rinnovamento, ha a noia quelli che pensano liberamente e non stanno zitti, anzi urlano civilmente il loro dissenso.”
Riporto il testo della garbata e signorile risposta di Pasquale Leonardo al mio post del 19 aprile e dichiaro la mia dipsonibilità ad un confronto privato con lui su questi temi.

Gentilissimo , apprezzo molto lo spirito di quest’articolo . Sono doverose alcune precisazioni da parte mia . Non ho strappato nessuna tessera ho solo detto che in effetti non mi riconosco in questo partito perché è il partito che si è allontanato da me . del resto penso che anche il sig renzi se ogni tanto si riascoltasse non si riconoscerebbe più ( E’ forse diventato il meno renziano di tutti ) Riguardo la seconda parte posso dire che non si tratta assolutamente di una decisione presa a caldo I miei collaboratori sanno quante volte ho parlato del Pvd anche a volte nelle mie discussioni amichevoli . Avevo solo un dubbio quello di testare i confini della democrazia di questo partito e purtroppo temo di averli varcati molto presto . Il modo con cui sono stato soppresso politicamente ricorda tanto i metodi soppressivi tipi di un partito etico non di un partito democratico . Ho detto anche che le oltre 200 firme di tesserati raccolte con la gioia e l’entusiasmo di chi è amato ed ama la propria città , seppur così poco importanti per un partito che si dice democratico , sono scritte in modo indelebile nel mio cuore . Pertanto non vedo nulla di strano che sognare un partito veramente democratico . Lo faccio con la serenità di chi ha un lavoro non vive di politica e può definirsi intellettualmente libero . Ho un grande sogno quello di veder realizzato il mio progetto per Prato città che mi ha dato tantissimo e che amo tantissimo . Sul mio fb è pubblicato il mio programma vedrà che alla fine forse sono un lontano parente di quel da Vinci che Lei conosce. Grazie e A presto

Handingtheredflag1949

AL MIO PAESE. SETTE VIZI UNA SOLA ITALIA

Handingtheredflag1949

AL MIO PAESE. SETTE VIZI UNA SOLA ITALIA

Al “Mezzo/giorno” è dedicato il racconto di VANNI TRUPPI, uno studioso del meridionalismo, che si ispira al personaggio positivo di NICOLA ZITARA con il suo grido “INDIGNATI!!!”
e quello successivo di GIANMARIA ROBERTI dal titolo significativo nell’uso dello slash divisorio “IN/CAPACI” nel quale viene narrata la strage di Capaci ed il suo esecutore, anima nera negativa, Giovanni Brusca.

Per trattare dell’INVIDIA Melania ci parla poi di Lucrezia Borgia e CARLO TARALLO si inoltra nella narrazione di vicende che coinvolgono uno sconosciuto pittore amatoriale dei nostri giorni, la GIOCONDA di Leonardo e BEATRICE d’ESTE d’ARAGONA con tanto di simbologie esoteriche a supporto.
“IO, CHE SONO SOLE” intende poi rappresentare la SUPERBIA che caratterizza cinismo ed ipocrisia del nostro vivere quotidiano in quel coacervo di diversa umanità alla deriva che si raccoglie in una delle più grandi stazioni ferroviarie, quella di ROMA TERMINI.
E GIUSEPPE CRIMALDI scrive “ALFA ET OMEGA” una rappresentazione apocalittica del nostro mondo attraverso la scansione dei versi del “DIES IRAE”. Un vero e proprio concerto della parola. E’ la fine della fine dei tempi, il giudizio universale ad annunciarsi! Non c’è più tempo!

Non c’è finale in questa storia. Perché non c’è fine alla fine dell’ira e dell’odio. Rimangono solo le pagine ancora da scrivere, e non saremo
noi -sopravvissuti a questa umana apocalisse già prevista- a segnarle.
Costa doverlo ammettere.
Ma l’ira ci ha vinti, e l’odio distrutti. Era tardi ieri, è troppo tardi adesso per descrivere un ultimo quadro. Fa male doverlo ammettere. Ma,
forse, questa, è solo pura e semplicissima follia.

Gli anni Settanta sono i protagonisti del brano che la Petriello dedica al tema dell’ACCIDIA. E si passa dal nazional-popolare di un Festival di San Remo alla conclusione affrettata del processo relativo al delitto PASOLINI:
FAUSTA SPERANZA, forte anche della sua esperienza a Radio Vaticana, scrivendo “LA CAMICIA RIPIEGATA” tratta poi dei fondamentalismi, non solo quello islamico e quello giudaico ma anche quello cristiano.

Alla pratica clandestina dell’aborto è poi dedicato il brano che la Petriello collega al vizio della GOLA, all’INGORDIGIA ed al CINISMO, “FUORI, CHE DENTRO E’ PEGGIO” e TIZIANA DE SIMONE descrive una seduta del Consiglio Europeo abbinandola al sofisticato menu previsto in quella giornata.
Ed è poi il turno della LUSSURIA con una bella lucida riflessione sui “LUSSURIOSI SENZA LUSSURIA” e la confessione delle vicende di Virginia Oldoini, nota come CONTESSA di CASTIGLIONE, che LUCIANO GHELFI ricostruisce nel suo “A LETTO CON L’ITALIA” e così sempre sul tema della LUSSURIA si dedica CARLO PUCA con “RE/PUBBLICHE”.

E si arriva alla conclusione del libro con “L’OTTAVO” “DAL VIZIO PERDUTO AL VIZIO RITROVATO” dalla TRISTEZZA alla IMPUNITA’

…CONTINUA…

ADOLES1