Richiesta cancellazione da membro della Commissione di Garanzia e dall’anagrafe del Partito Democratico

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Pubblico il testo di una mail inviata a Gabriele Bosi ed a Fabio Caregnato rispettivamente Segretario Provinciale e Presidente dell’Assemblea Provinciale del Partito Democratico di Prato
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Richiesta cancellazione da membro della Commissione di Garanzia e dall’anagrafe del Partito Democratico

Al Segretario cittadino del PD
Gabriele Bosi
Al Presidente Assemblea Prov.le
Fabio Caregnato

Oggetto:
Richiesta cancellazione da membro della Commissione di Garanzia e dall’anagrafe del Partito Democratico

Da tempo non condivido più le scelte ed i metodi che nel Partito Democratico venivano utilizzati; ho provato, insieme ad altri, a proporre idee e metodologie che fossero maggiormente collegate alle realtà vere e vive dei territori. Le nostre proposte sono state strumentalizzate ad uso e consumo di chi intendeva coinvolgerci nel “gioco” per creare delle compromissioni tali da riuscire a ricondurci al loro livello. Il tutto è durato molto poco: non avendo nulla da chiedere se non correttezza metodologica ed uso corretto delle pratiche democratiche attraverso l’uso “CORRETTO” delle Primarie (si poteva fare: bastava riservare il diritto di voto a chi avesse aderito “prima” dell’indizione delle Primarie); nulla da chiedere se non il necessario rispetto che si accredita a chi si impegna a portare e non chiede di avere.
E’ ovvio che quanto scrivo è di vostra conoscenza, anche perché in questi mesi non sono stato silente. Peraltro ho da molto tempo chiesto di essere sostituito nella Commissione di Garanzia non riconoscendomi come rappresentante di una “corrente” come quella che dicevasi far riferimento a Civati e sugli esiti della quale in questa città non ritengo, perchè non merita, di fare altri commenti.
Sono convinto di poter ancora dare molto e lo farò inseguendo obiettivi culturali e lavorando perchè si affermino i valori della Sinistra nel costruire un nuovo soggetto politico che, denunciando la deriva antidemocratica cui è stato piegato il Partito che ho contribuito in prima persona a fondare, possa raccogliere parte importante dell’elettorato di Sinistra per farlo ritornare a praticare con passione la Politica.
Chiedendovi, dunque, di essere cancellato dalla Commissione di garanzia, per i motivi di cui sopra, sono a chiedervi di essere definitivamente cancellato dall’Anagrafe del Partito Democratico

Vi ringrazio per l’attenzione e vi saluto

Giuseppe Maddaluno

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FIRMIAMO L’Appello per una nuova sinistra

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FIRMIAMO L’Appello per una nuova sinistra

L’altro giorno concludevo il mio Post “dedicato a Tsipras ed al popolo greco” con un appello

…E dunque alla Sinistra occorre rivolgere un appello perché si occupi di quel “rinnovamento” annunciato da qualcuno (ma si sapeva già in partenza che era un semplice “escamotage” per convincere i “gonzi”, che in Italia purtroppo abbondano) e mai realizzato: un rinnovamento sui “metodi” che si riversi poi sulla scelta dei “talenti” e delle “competenze” e non dell’affidabilità servile. In giro si vedono troppi leader: abbiano il gran coraggio di lanciarsi nell’agone ma di farsi da parte impegnandosi nella ricerca di gente nuova, non necessariamente giovane dal punto di vista anagrafico ma di certo fresco dal punto di vista politico. Non vi allarmate, non parlo nè di me nè di altri come me: noi abbiamo già dato e la “rottamazione” ha solo messo da parte qualche utile competenza scevra da richieste di impegno diretto; ma lo si sa questa “nuova classe dirigente” a partire da quella locale teme il confronto semplicemente perché – e questo potrebbe addirittura essere un elogio nei loro confronti- è pienamente consapevole della propria “pochezza”; se non fosse così, vuol dire che sono nella maniera più assoluta “incapaci” di capire il mondo che li circonda. Voglio propendere per la prima ipotesi e mantenere un lumicino di fiducia per il futuro, che è ancora da giocare, che è nelle nostre mani. Grazie Tsipras; grazie popolo greco!

Ecco, concludevo così! poi mi sono ritrovato a leggere l’appello che in Toscana alcune cittadine e cittadini hanno lanciato e mi sono chiesto se non era il caso di promuoverlo, soprattutto perché contiene alcuni elementi che avevo già più volte sottolineato nei miei “post”: rinnovamento ed unita’ – VERO rinnovamento e VERA unità. Condivido anche in toto la denuncia della “deriva antidemocratica” e dell’abbandono di vere politiche di Sinistra che assicurino equità e giustizia sociale.

Credo sia importante leggerlo e condividerlo firmandolo


I firmatari di questo appello si rivolgono alle donne e agli uomini di sinistra, che in questi anni si sono battuti per rinnovare la politica e per realizzare un profondo rinnovamento sociale, affinché uniscano le loro forze e diano vita, con generosità e passione civile, a un nuovo soggetto politico della sinistra italiana, coerentemente riformatore, laico, progressista, che si assuma il compito di portare l’Italia fuori dalla crisi promuovendo diritti, lavoro, sviluppo sostenibile, moralità pubblica. Il Parlamento italiano, su pressante richiesta del Governo, ha approvato una riforma elettorale che contraddice elementari principi di uguaglianza dei cittadini, con l’intenzione di modificare, con una legge ordinaria, anche la forma di governo parlamentare. Si appresta inoltre ad approvare una modifica della Costituzione che ne stravolge l’ispirazione, senza aver coinvolto i cittadini con un passaggio elettorale o con l’elezione di una Assemblea Costituente. Questi cambiamenti vanno tutti in direzione della supremazia del Governo sul Parlamento, e interpretano il principio di governabilità in modo distorto e autoritario. In questo modo, i contenuti essenziali della visione democratica – che sono parte costitutiva del pensiero della sinistra italiana – sono stati travolti e piegati alle esigenze contingenti della politica attuale. Il Governo italiano ha in questi mesi imposto al Parlamento – con una decretazione d’urgenza e un uso della fiducia senza precedenti – l’approvazione di provvedimenti che disegnano un altro Stato sociale, una Repubblica non più fondata sul valore del lavoro, una scuola pubblica fortemente differenziata e autoritaria, una visione dello sviluppo sostenibile priva di qualità. Programmi di intervento umanitario verso l’esodo di migliaia di immigrati dalle guerre e dalla povertà, come “Mare Nostrum”, sono stati rapidamente abbandonati. Nessuna vera svolta è stata impressa alla politica industriale né a quella fiscale, cosicché i costi della crisi restano ripartiti come prima, senza equità. Allo stesso tempo, nessuna iniziativa di spessore è stata avanzata per cambiare le politiche dell’Unione Europea. Il modo di rispondere alla crisi resta, a ogni livello, nel perimetro delle vecchie ricette liberiste. In coerenza con le dottrine liberiste, il Governo ha deliberatamente respinto ogni forma di coinvolgimento delle formazioni sociali nel confronto sulle cose da fare, con l’obiettivo prioritario di delegittimare ed emarginare le organizzazioni sindacali. Questi due piani – le scelte sulla democrazia e quelle sulla società – rivelano in modo esplicito che nella politica italiana di oggi i valori della sinistra e del movimento dei lavoratori non sono più adeguatamente rappresentati. Prendiamo atto che il Partito Democratico e il Governo con il quale esso si identifica, anche in virtù della coincidenza tra Segretario nazionale e Presidente del Consiglio, ha operato scelte in forte contrasto con i valori della sinistra. Queste scelte collocano ormai il PD in un orizzonte diverso, moderato e a forte vocazione populista, rispetto al suo originario atto di nascita. Né la vita interna del PD, il modo di costruire il suo programma fondamentale per la società e le scelte strategiche che ne derivano, garantisce quella visione democratica e partecipativa che era nei suoi primari obiettivi. Al contrario, ogni scelta di fondo e ogni azione pratica è in sostanza nelle mani del Segretario-Presidente e del gruppo di potere che lo affianca. In ogni occasione si usano i vecchi strumenti del trasformismo italiano per superare discussioni e dissensi, anzi il dissenso interno è additato come un peso da cui è bene liberarsi al più presto. In queste condizioni, ogni tentativo di discutere e convincere è destinato al fallimento. Non si contano più ormai gli abbandoni di iscritti e dirigenti, mentre cresce il disagio delle elettrici e degli elettori di sinistra, tra cui si diffonde ormai la convinzione di non avere altra arma democratica per far sentire la propria opinione se non l’astensione dal voto. Le elezioni regionali del 31 maggio hanno rivelato tutto questo disagio insieme. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Vanamente, il PD concentra la sua polemica contro la sinistra, interna e esterna, mentre è chiaro a tutti che le rotture del corpo sociale, ricercate e volute a ogni costo in nome di un cambiamento che, invece, ci riporta tutti indietro, hanno prodotto divisione, disaffezione e crescita delle diseguaglianze. Per questo, è ormai necessario dare vita a un processo nuovo, che aggreghi le persone di sinistra e dia loro rappresentanza compiuta. Questo processo, per avere successo, deve unire la sinistra e proiettarla verso la sfida del governo del Paese. Le associazioni, i partiti, le singole persone che hanno a cuore un progetto ambizioso, non minoritario o di sola testimonianza della propria diversità, possono fare molto. Il primo gesto è di dare a tutti l’occasione di una partecipazione attiva, inclusiva, generosa. Invitiamo perciò le associazioni, i partiti e le singole persone che hanno a cuore questo progetto a fare un passo avanti. Serve un appello unitario per definire il percorso costituente, nel quale possano riconoscersi le associazioni e i partiti promotori e tutte le realtà che si vogliono attivare. Un appello a cui possano rispondere tutti, indipendentemente dalla propria militanza attuale. Serve farlo con apertura, senza riserve, anzi includendo tra i destinatari le iscritte e gli iscritti al PD che hanno interesse a fare un tratto di strada in comune. Serve una indicazione unitaria di temi da offrire al dibattito, e un tempo nel quale ogni contributo, individuale e collettivo, possa essere reso e considerato. Serve dare conto pubblicamente di questo lavoro, e di chi intende partecipare infine in prima persona alla costituzione del nuovo soggetto politico. Il processo costituente non può che concludersi con una vera fase congressuale, aperta a tutti coloro che hanno partecipato alla fase costituente e a chi, nel frattempo, avrà voluto aderire. Un congresso vero, nel quale si discuta dello statuto, del codice etico, del programma fondamentale, e nel quale si eleggano i gruppi dirigenti locali e nazionali e si definisca il programma di mandato. Questo pensiamo si debba fare. Oggi ci raccogliamo in questo “comitato promotore”, che altro non è che una espressione di disponibilità a stare insieme per il tempo, che vorremmo breve, necessario all’apertura della fase costituente. Non siamo dunque né un partito in sedicesima né un’aggregazione con un’unica voce. Ciascuno di noi farà la sua parte, come singoli e come gruppi, anzi ognuno di noi si sente impegnato ad ampliare, nelle forme associative che vorrà attivare, la partecipazione. Ci vedremo periodicamente per costruire un programma di lavoro, e per dare spazio alla creatività dell’impegno di tutti.