CASE – un viaggio nella memoria a partire da TRAMEDIQUARTIERE n. 2

CASE – un viaggio nella memoria a partire da TRAMEDIQUARTIERE n. 2

Il caldo ci tormenta e ci porta a riflettere su come sia più semplice per noi riscaldarci (anche se quando è troppo è troppo anche il freddo) quando è inverno; se uno ha la possibilità di un tetto e possiede un cappotto pesante ed un plaid di quelli belli e doppi, un paio di calzettoni lunghissimi tipo Befana ed una papalina ben calcata sulla testa, dei mutandoni e delle maglie di lana “affeleppate”. So bene che alcune persone, penso agli “homeless”, soprattutto a quelli che non hanno scelto “liberamente” di esserlo, non possono permettersi neanche quel “poco” che ho descritto bastare ad affrontare il gelo; e sappiamo tutti che nelle notti gelide qualcuno di loro, pur consapevole di danzare “border line”, ci ha rimesso la vita. Ma il “caldo” più del freddo ottunde i miei residui neuroni e devo rifugiarmi nelle stanze più arieggiate per rimettere in circolo i miei pensieri.

Parlavo delle mie “case” in un post di apertura su questo tema pochi giorni fa. E descrivevo la mia prima abitazione in via Campana 25, a Pozzuoli nel cuore dei miei Campi Flegrei. Una abitazione modesta ma dignitosa in un tempo nel quale ancora tanta gente abitava in vere e proprie topaie, bassi e sottoscala. Ricordo in particolare una vecchia zia di mia madre che abitava sui Quartieri Spagnoli al Conte di Mola in uno di questi “bassi” che ho poi ritrovato nella letteratura eduardiana; mentre altri miei parenti abitarono per un breve periodo in un sottoscala di un palazzone signorile a via Napoli a Pozzuoli. Mio padre poteva permettersi qualcosa di meglio, avendo acquisito grande credito sul piano lavorativo e così a noi non è mai mancato nulla; anche se, usciti dalle ristrettezze della seconda guerra mondiale, quel che riuscivamo ad avere era tantissimo e ci faceva sentire “ricchi”. Quella che è stata la mia prima casa è stata anche la prima dei miei genitori. La modestia della casa era segnalata – come già accennavo – da una cucina a carbonella e da un bagno che consisteva esclusivamente nel water, essendo collocato in un vano stretto e mal aerato (oggi si direbbe “ad aerazione forzata”) tra la cucina e la camera da letto. Questa era la più ampia delle stanze e conteneva agevolmente tutti i mobili necessari: un letto matrimoniale, un lettino che all’inizio era stata la mia culla, due comodini, due cassettoni/comò, un grande armadio. Erano mobili costruiti in un legno marroncino da un grande artigiano che noi tutti conoscevamo benissimo: mio nonno. Ho già scritto che una parte dei suoi mobili, che erano poi appartenuti ai miei genitori fanno bella mostra nell’ingresso della mia abitazione pratese. Dalla camera da letto si accedeva ad un balcone che affacciava su via Campana, una delle strade più intensamente trafficate già allora, a parte il fatto che la maggior parte dei passaggi erano quelli di carretti e calessi (‘o trerrote”), i primi che trasportavano frutta e verdure dalle campagne al mercato già nel buio delle prime ore del giorno, i secondi che – soprattutto la domenica – portavano avanti ed indietro signori e contadini allo “struscio” nella parte bassa del porto o nelle zone “turistiche” quando era il tempo della bella stagione. Non c’erano molti rumori per gran parte della giornata, tranne le campane della vicina Chiesa dell’Annunziata ed i vicini di casa, i dirimpettai e quelli che fossero passati avrebbero potuto sentire il canto di mia madre che in tal modo si teneva compagnia mentre svolgeva i “servizi” di casa aspettando il ritorno di mio padre. Incredibilmente, ed a conferma di quanto scrivo, il suo ritorno era annunciato da un fischiettare suo tipico mentre si avvicinava a casa. E noi tutti lo sentivamo.

…CASE… parte 2 continua

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ORFEO EURIDICE E LA GRANDE SOGNATRICE – solo un annuncio

sognatrice

ORFEO EURIDICE E LA GRANDE SOGNATRICE – solo un annuncio

Sono ad annunciarvi la stampa in numero limitato in formato 11,5 x 16 di un mio racconto inedito (mai pubblicato sul Blog), “ORFEO, EURIDICE E LA GRANDE SOGNATRICE” ispirato dall’opera-installazione di Fabrizio Corneli in Piazza Santa Maria in Castello, a PRATO, città della Toscana dove vivo.

Il libro, n.1 di una serie di brevi racconti, composto da 16 pagine e corredato di una foto a colori dell’installazione, sarà disponibile a breve.

Grande sognatrice