TAI Tuscan Art Industry 13-17 luglio 2015 e “GIOVANNA” di Gillo Pontecorvo

07

11692793_385860651618541_8400233912877694040_n

11264858_385860788285194_7795158842537502041_n

DAL 13 AL 17 LUGLIO A PRATO presso ex Fabbrica Lucchesi di via Carradori a Prato si svolgeranno molteplici iniziative.
Queste sono quelle di oggi

13 luglio

Ore: 16.00
DIARI URBANI / approfondimenti

Il progetto di visite a siti archeoindustriali della provincia pratese prevede due percorsi: uno a Prato ed uno nella Val di Bisenzio. Sono entrambi strutturati in una comunicazione frontale con proiezione di slides, per un inquadramento generale, seguite poi dalla visita ai luoghi. I singoli incontri avranno la durata di circa 3 ore.

PRIMO ITINERARIO:
ITINERARI DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE A CURA DI GIUSEPPE GUANCI.
In collaborazione con L’Ordine degli Architetti di Prato e di Firenze e Associaz ASVAIP.

Partenza ore 16.00 presso circolo la Spola D’oro alla Briglia – Località La Briglia, villaggio industriale, Val di Bisenzio, Prato.
Il sito della Briglia in Val di Bisenzio, come unico episodio di villaggio industriale della provincia, strutturatosi attraverso la stratificazione, a partire dal Settecento, nell’arco di tre secoli, di altrettanti importanti episodi produttivi. Anche qui si assiste allo sviluppo del tessuto urbanistico determinato da un episodio produttivo, in questo caso esteso all’intero paese.
Conferenza dalle ore 16.00 alle ore 17.00 presso il Circolo la Briglia, Val di Bisenzio. Itinerario all’interno del villaggio industriale la Briglia dalle ore 17:00 alle ore 19:00 circa. Il luogo è raggiungibile con mezzo proprio.

Aperto a tutti i cittadini e accreditamento per gli Architetti
Costo per conferenza con itinerario di archeologia industriale guidato – durata tre ore circa – 10 euro a persona
Costo per itinerario artistico – durata un’ora circa – 5 euro a persona
Prenotazione Obbligatoria – Stefania – Tel: 3293233936 – mail: stefania_rinaldi@yahoo.it
Conferenza e itinerario di archeologia industriale soggetti ad ACCREDITAMENTO per Architetti prenotando presso la piattaforma dedicata im@teria. In corso di accreditamento. Informazioni architetti: Segreteria dell’Ordine degli Architetti di Prato – Tel: 0574 597450

ORE 19.00
TAI / work in progress
LABORATORIO CONTEMPORANEO DI CREAZIONE DI UNA MOSTRA, PRESSO LA FABBRICA EX LUCCHESI.
aperta al pubblico

Dall’8 febbraio al 18 marzo di quest’anno ho pubblicato su questo Blog almeno una ventina di post dedicati al film “Giovanna” di Gillo Pontecorvo.

L’ho fatto in quanto alcune amiche ed alcuni amici – in modo preciso le Donne Comuniste – mi chiedevano di parlarne ed avevano organizzato un incontro a Figline di Prato – al Circolo 29 martiri – ed a Napoli dove di lì a poco si sarebbe svolta un’Assemblea Nazionale delle Donne comuniste. Parlare del film “Giovanna” e del suo recupero da me idealmente ispirato tra la fine degli anni Ottanta ed i primi anni Novanta significa per me ricordare uno dei momenti più fertili della mia presenza a Prato ed è dunque per me impossibile sottrarmi a questa gioia. Poi è accaduto che di “Giovanna” abbiano voluto parlare anche a Pozzuoli ed allora ho fatto coincidere le date partenopee e puteolane per ottimizzare i miei viaggi.
Non avrei mai pensato, però, che – nello stesso anno (questo 2015) – altri a me vicini dal punto di vista logistico – oltre che culturale – avrebbero stimolato una mia ulteriore riflessione su quel film e sugli ambienti – quelli più ampi come la città di Prato quelli più ristretti come la Fabbrica “La Romita” – che accolsero i giovani cineasti e le maestranze che si apprestavano a girare questo splendido film, poco noto alle giovani generazioni sia quelle di ora che quelle degli anni in cui me ne occupai in modo diretto. Allora 1989-91 anche io non conoscevo il film nè tantomeno la sua storia. Ma la mia indole era identica a quella di ora: la mia “ignoranza” mi permetteva di sapere, di conoscere, di approfondire, di ampliare le mie sfere di interesse e le amicizie all’interno di un desiderio bulimico intenso che non mi ha mai lasciato solo. Ed infatti mi tuffai nell’impresa di ricercare e ritrovare la pellicola (alcuni compagni che avevano vissuto quell’esperienza a metà anni Cinquanta: Pietrino Vannucci, Anna Fondi, Gracco Giustini, Roberto Giovannini mi chiedevano di poterlo rivedere, loro ricordavano di una proiezione al Cinema “Controluce” presso la Chiesa S.Maria del Soccorso alla quale insieme a Pontecorvo aveva partecipato il giovane ed impertinente non ancora molto noto Roberto Benigni, mettendo in mostra le sue doti di “critico cinematografico”) ed io che avevo in quegli ultimi anni conosciuto alcuni punti di riferimento “romani” seppi orientarmi e senza però promettere nulla mi lanciai alla ricerca del film. La pellicola (si trattava de “La rose dei venti” coordinata da Joris Ivens) era custodita da Gastone Predieri nella Cineteca Italia-URSS collegata al Partito Comunista. La richiesi come “curatore” della programmazione del Cinema “Terminale” che dal 1984 era operativo a Prato e ce la spedirono abbastanza velocemente. Quando la montammo ci accorgemmo che non era in buone condizioni e la preoccupazione era molto forte perché qualche pezzetto si sbriciolava; infatti portammo al termine la proiezione non senza ansia e la rispedimmo alla Cineteca con una lettera di accompagnamento nella quale esprimevamo il desiderio che si procedesse ad un restauro della preziosa reliquia.
Da quel momento pensammo di andare comunque oltre; tra gli spettatori di quell’evento al “Terminale” forte fu la curiosità di sapere dove fosse andata “Giovanna”: in fondo si andavano chiedendo quali percorsi avesse fatto. Di certo, non aveva proseguito la “strada del Cinema” e qualcuno ventilava ipotesi nefaste, a qualche altro sembrava di conoscere la protagonista e ci indicava come contattarla. A me è sempre piaciuta l’analisi storica attraverso quella sociologica ed antropologica e quindi tutta quella “loro” curiosità mi stimolava non poco. Cominciai a scrivere (lettera 22 – non esistevano i computer che facilitano i contatti) a contattare telefonicamente e direttamente organizzazioni come la CGIL, cooperative femminili come “La Melagrana”, molte compagne e compagni dell’ARCI e del PCI. Attraverso i canali dell’UCCA (Unione Circoli Cinematografici dell’ARCI) contattai i grandi protagonisti di quel film (Pontecorvo, Montaldo, Giraldi, De Negri, Menczer). Intanto ci muovevamo “alla ricerca di “Giovanna”” cioè della protagonista che aveva un volto ed un nome ma nessuno più la conosceva. Tutta questa attività consentì ad alcuni di noi di conoscere meglio il luogo dove vivevamo e la sua storia, in modo particolare quella degli anni Cinquanta.