PERCHE’ SI NASCE – PERCHE’ SI MUORE – “NON UNA RIFLESSIONE ESISTENZIALE”

Perché si nasce – perché si muore – non una riflessione “esistenziale”

Ci si riflette da tempo ma non si tratta di problemi “personali” legati alle nostre problematiche complesse di tipo individuali. Ciascuno di noi in modo diretto o in modo indiretto ha conosciuto le ambasce della depressione legate a domande esistenziali cui non è mai facile opporre risposte. In questo caso, pur parlando di donne ed uomini in carne ed ossa ma anche con un loro modo di sentire e di appassionarsi nella pratica politica, voglio però riferirmi ad un Circolo del Partito Democratico, forse anche “emblematico” per l’attuale condizione dell’impegno politico, privato di ogni possibilità di poter incidere (anche se “in quota parte”) sia a livello locale sia a livello oltre-locale. Il Circolo di cui parlo è quello che circa quattro anni fa con grande clamore volle “fortissimamente volle” costituirsi contro il parere di gran parte dell’apparato politico, che – a conti fatti – aveva ben compreso di che pasta fossero fatti i richiedenti. I documenti costitutivi erano molto chiari: il Partito Democratico era considerato già allora affetto da antidemocrazia, da centralismo dell’apparato che utilizzava metodi antichi ed in contrasto con la richiesta di apertura e di rinnovamento nei metodi e nelle pratiche. La critica che gli attivisti del Circolo PD Sezione Nuova San Paolo era precisa e decisa ed ovviamente poneva già in partenza in discussione molte delle scelte che le Segreterie precedenti e quella in corso avevano portato avanti. Quando in un Partito “vecchio” (non importa se i suoi leaders presentino un certificato di nascita che li identifichi come “giovani”) inserisci un anticorpo fresco e pieno di energie positive che chiedono di essere vagliate e che non chiedono in cambio nulla di più viene a crearsi un “rigetto” di difesa, in quanto risulta incomprensibile che ci si agiti senza avere obiettivi “personali”. Ricordo a tal proposito (ma gli esempi sarebbero così tanti da non poter considerare sufficienti queste pagine) quello che accadde quando all’indomani dell'”Affaire Carlesi” (su cui forse sarebbe il caso di spendere qualche parola) mi proposi con l’Associazione “Dicearchia2008” di organizzare iniziative culturali: molti dei “minus habens” delle retrovie del PD e qualche rappresentante delle truppe d’assalto cominciarono a chiedersi “chi ci fosse dietro di me” e “a che cosa io mirassi”. Mi verrebbe da offenderli oltre a quanto ho già detto sopra: incapaci di essere concreti è un elegante eufemismo di “imbecilli”! Il Circolo però per l’insistenza e per il credito che intanto andava raccogliendo proponendo iniziative culturali di tipo politico fu aperto ed i suoi membri si proposero come interlocutori “liberi” ma forti e stimati soprattutto all’esterno del Partito per alcune battaglie che riuscì a portare avanti negli anni della Giunta di Centrodestra. Poi, e questa è storia più recente, si è arrivati alla chiusura, alla “morte” del Circolo PD. Quel che è più grave è il fatto che qualcuno con questa chiusura ha semplicemente tirato un sospiro di sollievo: i vertici non hanno avvertito neanche lontanamente il bisogno di chiedersi perché. E il solco si è allargato. Ne parleremo ancora in quanto il nucleo forte del Circolo non ha mai smesso di operare e questo stesso Blog lo testimonia.

Il video che è allegato a questo post riporta l’intervento di Daniela Lastri al Convegno “Scuola Lavoro Democrazia” che il 4 luglio si è svolto a Roma – ho invitato i miei interlocutori in un post a vagliare l’ipotesi di sottoscrivere il Documento che porta come prima firma proprio quella di Daniela Lastri – quel Documento mi convince a patto che sia la base per la ricerca e la realizzazione di un’UNITA’ della SINISTRA che vada oltre il leaderismo e le sigle, che sono davvero troppe.