“C’è chi è più rapido e chi più lento”

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SCHERZI A PARTE….

Non è la “prima volta” che andando in giro per commissioni abbia modo di incontrare qualche “vecchio” compagno deluso. Stamattina me ne è capitato uno che, a dire il vero, compagno non lo è mai stato, provenendo da compagine “centrista” e area cattolica; ma che aveva plaudito in modo osannante al “rinnovamento” che ne sarebbe sortito dall’avvento dell’Infante. Non era “deluso”: era semplicemente “depresso”. Ecco, questo è lo “stato d’animo” di moltissime persone che solo ora, a poco a poco, stanno comprendendo il “disastro”. A me dispiace – “davvero”! – dover riconoscere che avevo ragione, ma allo stesso tempo sono orgoglioso della mia capacità razionale ed autonoma. Bene: non sono tra quelli che piegano la loro “coerenza” al servizio del potente di turno. Non sono affidabile; e me ne vanto.
Cosa ho detto a quel “compagno”? “C’è chi è più rapido e chi più lento” e lui con una dama di vino ha ribadito: “Con questo cerco di dimenticare”.

Spero invece che ricordi tutto, proprio tutto! perché non c’è tempo, non ce ne è più tanto e possiamo prepararci a vivere davvero una nuova stagione di rinnovamento….

Dopo il TAI in attesa della seconda parte: Carissime\i, alle prossime!

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Dopo il TAI in attesa della seconda parte: Carissime\i, alle prossime!

Il calore dell’Arte combinato con quello climatico ci ha accompagnati in questi giorni all’interno del progetto TAI (Tuscan Art Industry) organizzato da Chiara Bettazzi con la collaborazione di Saretto Cincinelli, Stefania Rinaldi e Stefano Roiz. Hanno cooperato all’iniziativa con specifiche competenze anche l’architetto Giuseppe Guanci (esperto di archeologia industriale) ed il sottoscritto (relativamente al film “Giovanna”). Per quel che mi riguarda ringrazio questi “giovani” per avermi coinvolto. La mia disponibilità è totale: mi piace essere coinvolto e coinvolgere a mia volta altri “soggetti” nella costruzione di “progetti” culturali.
Le opere esposte rivestono tutte una simbologia collegata al luogo in cui esse sono state proposte: luogo di accumulo di ricordi e di storie, di successi ed insuccessi, di vittorie e sconfitte personali e collettive, luogo di sofferenza e fatica, luogo di sorrisi e di lacrime. Ieri sera, poi, una combinazione anch’essa artistica di suoni ha chiuso la rassegna. Mentre il “folletto” Chiara si aggirava frenetico scegliendo le angolazioni “giuste” per riprendere la performance il djset Gea Brown eseguiva sui suoi innumerevoli strumenti “Concrete Horizon”. Carissime\i, alle prossime!

PROMEMORIA

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PROMEMORIA

“Gli esami non finiscono mai” lo diceva Eduardo De Filippo in uno dei suoi capolavori teatrali, alludendo ad una “metafora” esistenziale. Anche io su questo Blog ho utilizzato questa espressione e l’ho declinata nell’ambito della mia bulimia culturale a sostegno di quest’ultima. Quando osservo il mondo intorno a me incontro persone che mi somigliano, giovani e meno giovani ma in ogni caso “giovani” curiosi ed affamati; e poi vedo tanti altri “giovani” meno giovani che da tempo considerano se stessi pure a se stessi superiori e non riconoscono la loro finitezza, come diversamente faccio, insieme a quegli “altri” di cui ho parlato prima, io.